Nella magica atmosfera di Odense, patria di Christian Andersen, si è svolta dal 7 al 9 ottobre la quarta Conferenza Europea di “Scuola che promuove la salute”(SpS). Accolti dai personaggi delle fiabe, la pastorella e lo spazzacamino, la piccola fiammiferaia, la sirenetta, l’intrepido soldatino di stagno, i partecipanti provenienti da 40 paesi hanno messo a confronto le proprie esperienze su temi di salute che coinvolgono bambini e famiglie, insegnanti e l’intera comunità educante.
In questo contesto le scuole che partecipano alla Rete Locale delle Scuole promotrici di Salute della ASL Milano 2 hanno potuto raccontare come si realizza un ambiente propositivo per la salute, che aiuti a sviluppare le capacità per scegliere e adottare gli stili di vita migliori per il benessere di ognuno.
Il titolo della Conferenza, “Equità, educazione e salute”, sottolinea l’importanza di rendere sostenibile questa proposta nelle scuole. L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) raccomanda di realizzare una scuola che promuove la salute in tutte le scuole e ha posto gli obiettivi per il 2015: concretizzare questa proposta almeno nella metà delle scuole dell’infanzia e nel 95% delle scuole primarie e secondarie. Quanto siamo lontani da questo obiettivo? Risponde la dottoressa Maria Vezzoni, coordinatrice della Rete Locale delle Scuole promotrici di Salute della ASL Milano 2, che alla Conferenza di Odense ha presentato i risultati del lavoro di 96 scuole della provincia di Milano.
“Una Scuola che promuove la salute è un impegno che la scuola assume per migliorare salute e benessere di alunni, insegnanti, genitori e staff. Si attua concretamente realizzando un clima di relazioni piacevoli, utilizzando un metodo di apprendimento a misura di bambino, offrendo l’opportunità di adottare stili di vita più sani. Come si realizza questo miracolo? Le risorse necessarie sono soprattutto di natura umana: motivazione, partecipazione, creatività e competenza. Nella nostra ASL abbiamo cominciato a parlare di “Scuola che promuove la salute”nel 2006 e nel 2009 abbiamo presentato alla 3° Conferenza Europea di Vilnius i primi risultati di questo percorso. Quest’anno, a Odense, abbiamo portato ben 5 contributi della nostra piccola rete di scuole promotrici di salute. I risultati del lavoro di questi 7 anni si possono riassumere nel numero crescente di scuole che aderiscono alla rete: nel 2013 ben 96 scuole sparse nei 53 comuni della ASL. Per rispondere su quanto siamo lontani dall’obiettivo dell’OMS possiamo dire che oltre un quarto delle nostre scuole dell’infanzia e più di un terzo delle scuole primarie ha adottato la filosofia e le pratiche che caratterizzano una scuola che promuove salute. L’obiettivo dato dall’OMS non sarà probabilmente raggiungibile nel 2015, ma ci siamo lavorando. Molto naturalmente dipenderà dal sostegno che le Autorità scolastiche e il Ministero vorranno dare a questa iniziativa. Intanto possiamo dire che essa è stata ben accolta in regione Lombardia, dove dal 2011 è stata attivata la “Rete Lombarda SpS. “
Come primo contributo sono stati portati ad Odense i risultati di 7 anni di lavoro con le scuole del territorio della ASL Milano 2. In uno studio sono state messe a confronto le scuole secondarie di primo grado impegnate nel programma (SpS), rispetto alle scuole non aderenti (non SpS): le prime hanno sviluppato maggior consapevolezza sul significato di salute, inteso come “benessere fisico, mentale e sociale” e non come “semplice assenza di malattia”. Esse hanno inoltre adottato l’approccio sistemico alla salute, che prevede il coinvolgimento di tutta la scuola (whole school approach) al posto del tradizionale insegnamento in classe seguito dalle altre scuole. L’altra differenza importante riguarda l’aspetto della partecipazione: nelle scuole SpS risulta più elevata in quanto attivamente ricercata e sostenuta. Tutte le scuole SpS possiedono poi una “commissione salute” che comprende, oltre agli insegnanti, anche i genitori, lo staff, gli alunni e gli operatori sanitari: essa rappresenta un importante fattore di condivisione e coerenza, oltre che una fonte di risorse per la scuola.
Dal 2008 ad oggi i miglioramenti delle scuole nella Rete Locale SpS sono stati notevoli, con un aumento dei fattori favorenti la salute a scuola. Quali sono le azioni che possono favorire la salute nella scuola? Per citarne alcune: pianificare azioni coerenti relative alla sicurezza, all’alimentazione, al movimento, alla salute mentale e sociale; favorire la partecipazione delle famiglie; offrire una merenda a base di frutta di stagione; migliorare l’ambiente con murales; offrire opportunità di gioco attraverso i playground disegnati sul pavimento; organizzare piedi bus e biciclettate; orientare i consumi alimentari verso scelte sane e boicottare il cibo spazzatura (junk food) e ancora molto altro. Negli ultimi anni queste azioni sono aumentate nelle scuole che si impegnano a promuovere la salute, salendo da una media di 7 azioni per 59 scuole nel 2008 a 27 azioni per 96 scuole nel 2013.
Ad Odense sono state presentato alcune tra queste esperienze molto interessanti.
La dottoressa Valentina Marcassa, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Cassano d’Adda, ha partecipato alla Conferenza raccontando come, con la creazione del “Consiglio Scolastico delle Ragazze e dei Ragazzi”, è stato affrontato il tema della democrazia nella scuola e come sono state sviluppate le competenze per effettuare scelte politiche ed esercitarsi ad assumere responsabilità. Il consiglio discute argomenti quali: la vita a scuola, le materie, i desideri e le opinioni, la struttura della scuola e il giardino, la sicurezza, le uscite didattiche, i regolamenti, l’ igiene, le feste, l’ambiente, la cultura, lo sport, la ristorazione scolastica e i trasporti. Le questioni importanti sono scelte come prioritarie e vengono sviluppate durante l’anno. I problemi vengono segnalati da tutti gli alunni tramite i propri rappresentanti e discussi dal consiglio, che si impegna a cercare delle soluzioni possibili. Gli aspetti positivi del progetto sono molteplici: esso ha contribuito enormemente all’apprendimento delle competenze nei ragazzi, ha insegnato a prendere decisioni e ad agire, ha migliorato il clima scolastico e la partecipazione, ha permesso di discutere le regole e di approvarle in maniera democratica. Insegnanti e genitori sono rimasti sorpresi dalle potenzialità espresse dai ragazzi. Gli insegnanti hanno riscontrato un aumento dell’assertività e del senso di appartenenza.
Alla Conferenza, l’esperienza del “Consiglio Scolastico delle Ragazze e dei Ragazzi” condotta nelle scuole primarie, ha suscitato molto interesse alimentando un dibattito su quale sia l’età giusta per costruire empowerment nei ragazzi, cioè a quale età i bambini siano in grado di acquisire un maggiore controllo rispetto alle decisioni e alle azioni che riguardano la propria salute. Questa esperienza ha rimesso in discussione l’età proposta di 14 anni, suggerendo di anticiparla alla scuola primaria.
Anna Gatti della Cooperativa Milagro di Melzo ha presentato il progetto “Welcome”, realizzato in partnership con l’ex 3° circolo didattico E. Bontempi di Pioltello (quartiere Satellite) e con il finanziamento della Fondazione Cariplo. Il progetto si è preso in carico, in modo articolato e diffuso, i molteplici bisogni di cui è portatore il sistema territoriale nella sua complessità, soprattutto per aiutarlo a stabilire un nuovo patto educativo e di inclusione tra scuola e città, tra genitori e bambini, tra insegnanti e famiglie con origini e storie diverse. La cultura e le pratiche di accoglienza ed integrazione messe in campo dalla scuola di questo quartiere (Scuola Primaria di via Bizet e Scuola dell’Infanzia di via Leoncavallo) e le forme di convivenza che a fatica qui vengono sperimentate, non possono non costituire uno stimolo di riflessione e di rimessa in gioco della comunità, soprattutto scolastica e politica, richiamando tutti ad una responsabilità collettiva. Il progetto, fortemente sostenuto dalla dirigente della scuola dottoressa Elisabetta Genchi, ha per tre anni coinvolto attivamente alunni, insegnanti e genitori delle scuole avendo come finalità l’integrazione, lo scambio tra famiglie, tra agenzie, la definizione di procedure e pratiche diffuse in tutti i sistemi scolastici (protocolli di accoglienza nelle scuole, documentazione tradotta, richiesta alle famiglie, requisiti per l’inserimento,...), indirizzi riconoscibili e scelte educative chiare per una scuola attraversata dai cambiamenti, per aprire le menti e il cuore dei futuri cittadini, dovunque si collochino le loro radici.
L’iniziativa presentata dalla scuola Primaria Molino Vecchio di Gorgonzola è risultata ben adatta all’ambiente fantastico di Odense, perché possiede tutte le caratteristiche di una bella fiaba: “C’era una volta una scuola con poche risorse e molte idee da realizzare…”. Una di queste idee ha dato vita ad uno spettacolo di strada. Con la collaborazione di un papà regista, Cesare Gallarini, e di insegnanti motivate, Migliorini Stefania e le sue colleghe, la dirigente dell’Istituto Comprensivo di Gorgonzola, dottoressa Maria Grazia Ricci, ha aperto la scuola alle famiglie e alla comunità e ha permesso di costruire un miracolo di partecipazione. “Ingresso nel vuoto” è uno spettacolo liberamente tratto da un gioco scenico di Peter Handke, divertente, magico, proposto nei cortili, nelle piazze, lungo le vie della città ed oltre. In scena e fuori scena oltre 150 tra attori non professionisti, tecnici e collaboratori si muovono in un atto unico che si svolge in una giornata qualsiasi, al tramonto, in un grande spazio in cui diverse figure della realtà e della fantasia, attratte dal vuoto di una scena sgombra, occupano, per così dire, il “posto libero”. Ciascuno lascia la propria impronta, un’immagine di sé, in un flusso ininterrotto di personaggi: le varie età della vita, i più svariati tipi umani, di epoche diverse, reali o immaginari, si incontrano, si scontrano, s’intralciano, si danno una mano, si uniscono fino a formare un nucleo d’umanità. Attraverso la rappresentazione scenica, la scuola ha contribuito a sensibilizzare la comunità portando “in piazza” argomenti già trattati in classe, come acqua, ecologia e territorio, buone pratiche per la salute (piedibus, attività fisica, sicurezza, attenzione per gli altri). Il successo è dimostrato dalla partecipazione corale della scuola, delle famiglie, del pubblico e dalle oltre venti repliche nelle piazze dei comuni vicini e anche di altre regioni. Il successo più grande, però, è percepire aria nuova nella comunità: un cambiamento nell’ambito relazionale che si ripercuote nei rapporti interpersonali, ma anche sul clima di classe molto più disteso e facilitante l’apprendimento, sui consigli di circolo più aperti all’ascolto, sui comitati genitori molto più propositivi, sul senso di appartenenza espresso dalla comunità, sull’impegno a dare seguito ad un’esperienza che ha attivato una rete di sinergie tale da influenzare lo stato di benessere del singolo e della collettività.
Molto interessante anche la presentazione sotto forma di poster esposta da Benedetta Chiavegatti, assistente sanitaria del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Milano 2, che ha illustrato l’attività di sportello di educazione alimentare organizzato da alcuni anni per le scuole superiori, come progetto di promozione sia di una sana alimentazione che dell’attività fisica. Il progetto è rivolto a tutti i ragazzi dai 14 ai 19 anni e prevede un incontro preliminare informativo nelle classi. Gli studenti hanno la possibilità di approfondire argomenti su cibo e alimentazione in colloqui individuali o di gruppo con le assistenti sanitarie o dietiste della ASL. Da sportello alimentare il progetto conta di evolvere in “peer education”, dove i ragazzi di 3° o 4° superiore, dopo un percorso formativo su questo tema, proporranno incontri e discussioni nelle prime classi dell’istituto.
La presenza alla Conferenza di Odense ha permesso ai partecipanti di confrontare il proprio lavoro con relatori provenienti da 40 Paesi dell’Europa e di portare a casa numerose nuove idee che potranno trasformarsi in buone pratiche per tutte le scuole della Rete SpS.
Si ringraziano le 96 scuole partecipanti, i dirigenti scolastici e i referenti alla salute delle scuole, i medici, le infermiere e le dietiste del Servizio di Medicina Preventiva nelle Comunità e del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione della ASL Milano 2 per l’instancabile lavoro svolto.
Maria Vezzoni