A Dresda, dove visse per 19 anni, più che in ogni altra città, quasi ogni angolo parla di Wagner. Nella Kreuzkirche Wagner scopre il “Dresden Amen”, un motivo che collocò poi nel Parsifal. Nella locanda “Gasthof Blasewitz” nell’attuale Schillerplatz, legge il romanzo “Rienzi” che lo ispira alla composizione della sua grande opera tragica, primo trionfale successo. A Dresda compose poi altri capolavori, l’”Olandese volante” e “Il Tannhauser”.
Dai Principi regnanti, il 2 febbraio 1843, Wagner ottiene l’ambita posizione di Maestro di Cappella di Corte per un compenso annuo di 1500 talleri. Nella Frauenkirche, per il Festival Musicale, compone un memorabile concerto nel 1843, in cui 100 orchestrali suonano nella navata circolare della chiesa e 1200 cantanti fanno echeggiare dalle balconate “La cena d’amore degli apostoli” nella maestosa cupola, secondo il modello della musica “angelica” che scende dall’alto.
Nell’antico cimitero cattolico di Dresda, dove aveva fatto portare da Londra la salma di Carl-Maria von Weber, che venerava, Wagner suona nel 1844 in suo onore la sinfonia funebre per fiati e tamburi muti, su motivi dell’opera “Euryanthe” di Weber. Nel Neuer Annenfriedhof, il cimitero protestante, invece, si conserva la tomba di Minna, prima moglie con cui condivise i primi successi, ma con cui ebbe sempre un rapporto tormentato. Nella Piazza del Mercato, Wagner si mise in vista come rivoluzionario nel 1849, tanto che fu costretto all’esilio dalla per 13 anni.
Ci sono certo anche tracce più labili del suo passaggio. Le molte case che aveva affittato e cambiato, sempre preso da manie di grandezza che non riusciva a soddisfare, ora non ci sono più. Ma i cittadini di Dresda devotamente sanno indicare una banca, un hotel, una fermata di tram, che corrispondono oggi alle case wagneriane dell’800.
Il museo della città, Stadtmuseum Dresden, che da aprile ad agosto allestirà la mostra “Riccardo Wagner a Dresda. Mito e storia” sarà un ottimo punto d’osservazione per scoprire le sue radici e tanti aneddoti legati alla città. Ma ovviamente il punto focale dell’itinerario wagneriano a Dresda sarà il magnifico teatro Semperoper, costruito dall’architetto Gottfried Semper, con cui Wagner discusse a lungo dell’architettura teatrale ideale. Dresda era allora una delle capitali più affascinante del Nord Europa, già arricchita sfarzosamente dalla dinastia dei Wettin, i Principi Elettori della Sassonia, che governavano dal 1200. Anche se terribilmente bombardata nel 1945 dalle forze alleate e praticamente distrutta, oggi questa “Firenze sull’Elba”conserva un grande fascino, dopo la ricostruzione accurata degli anni successivi. Ricostruzione completata quasi miracolosamente con la Frauenkirche che, grazie a donazioni provenienti da tutto il mondo, è stata riaperta nel 2005. Quando si attraversa il ponte Augusto sull’Elba si ha un magnifico colpo d’occhio sul cuore della città, con i suoi sfarzi barocchi, pinnacoli e cornicioni, riccioli di pietre, guglie, frontoni a volute e giochi in chiaroscuro, balaustre di statue e torrioni. E’ proprio quel centro storico che conobbe Wagner con il Duomo, il Castello residenziale, la terrazza Bruhl, il lungo Corteo dei Principi in porcellana di Meissen, il famoso Zwinger con i capolavori di porcellana, di oreficeria e di pittura, tra cui la famosa Madonna Sistina di Raffaello.

Franca Dell'Arciprete Scotti