Quest’anno si celebrano i 1150 anni dall’arrivo degli evangelizzatori Cirillo e Metodio nella cittadina ceca di Velehrad. I festeggiamenti culmineranno il 4 e 5 luglio, giorni durante i quali è previsto l’arrivo del papa - nuovo papa e nuova agenda papale permettendo – perché questo rimane, certamente, un appuntamento importante per tutta la cristianità. Ogni anno infatti migliaia di pellegrini arrivano da tutto il mondo per le celebrazioni e, nel 1990, lo stesso papa Giovanni Paolo II è stato accolto con ogni onore. E’ stato tra l’altro proprio durante i primi anni del pontificato di Wojtila che i due evangelisti furono elevati al rango di compatroni d’Europa. Nella sua celebre enciclica il papa dichiarò: “Cirillo e Metodio sono come gli anelli di congiunzione, o come un ponte spirituale tra la tradizione occidentale e quella orientale... Essi sono per noi i campioni ed insieme i patroni dello sforzo ecumenico delle Chiese sorelle d’Oriente e d’Occidente”.
Fu proprio l’arrivo di Cirillo e Metodio in quella che allora era la Grande Moravia, una vasta regione comprendente i territori delle attuali Repubbliche Ceca e Slovacca, ma anche diverse porzioni dei principali stati mitteleuropei, a portare la costruzione dei primi santuari cristiani in Boemia.
La piccola cittadina di Velehrad, dove soggiornarono i due evangelisti, ha assunto quindi un particolare significato nella storia della chiesa. La città accoglie la Basilica dell’Assunta che, nonostante sia stata ricostruita in età barocca, mantiene un’originaria struttura gotica per la sala capitolare e la cappella dei due Santi.
La storia dell’evangelizzazione ha inizio nell’anno 862 quando il principe della Grande Moravia Rostislav inviò con successo alcuni ambasciatori dall’imperatore d’Oriente per rassicurarlo sulla rinuncia al paganesimo dei suoi sudditi e sul loro rispetto delle regole cristiane e, siccome voleva liberarsi dal giogo germanico, era suo desiderio costruire la diocesi della Grande Moravia. I moravi che a quei tempi entravano nei salotti della più alta diplomazia europea, mandarono anche altri ambasciatori da papa Nicola, ma questi respinse invece le loro richieste. La leggenda narra che, più o meno un anno dopo, due fratelli Costantino - che assunse il nome monastico Kyrillos o Cirillo - e Metodio, studiosi e monaci originari di Tessalonica, partirono per una missione in terra morava. I missionari predicavano la fede non nella lingua latina accademica e difficilmente comprensibile bensì in slavo antico che, alcuni anni dopo, sarebbe diventato la lingua della messa a pieno diritto. Grazie agli evangelisti, nella Grande Moravia si diffondeva la scrittura, la cultura e l’istruzione in lingua slava e, non a caso, Cirillo e Metodio sono considerati patroni di tutti i popoli slavi. Le tracce della loro attività si trovano in molti luoghi della Repubblica Ceca e non si tratta solo di Velehrad, ormai nota meta del pellegrinaggio dove c’era probabilmente la sede di San Metodio, primo arcivescovo della diocesi della Moravia e della Pannonia. Certamente, i missionari di Tessalonica conoscevano molto bene il borgo costruito a Sadská výšina nei pressi di Staré Mìsto o Valy presso Mikulèice, fortificato e composto di palazzi e mura massicce tra i meandri del fiume Morava. Qui squadre di archeologi hanno portato alla luce le fondamente di dodici chiese. Un luogo molto interessante è anche la Montagna di San Clemente, un’antica meta di pellegrinaggio sui monti Chøiby. Si narra che appunto qui fu costruito il monastero regalato dal principe Rostislav ai missionari ed ai loro discepoli per condurre una vita contemplativa, pregare e lavorare. Bisogna infine ricordare la più bella statua di due fratelli che si trova sulla vetta della montagna mitologica di Radhošt, proprio davanti alla Cappella dei Santi Cirillo e Metodio. Secondo la leggenda la prima croce sulla montagna di Radhošt fu eretta dai due fratelli dopo aver distrutto gli idoli pagani.
Per la cronaca, in Repubblica Ceca, secondo un censimento del 2001, il 59% della popolazione si dichiara ateo, quasi il 27% cattolico, il 2,5 % è protestante e lo 0,2 % è ortodosso. Diciamo che dai tempi della grande Moravia di vicende se ne sono alternate diverse, ma questa è un’altra storia.
Sara Rossi
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