Alle ore 17 del 9 ottobre ’89 nella Nikolaikirche e in altre tre chiese del centro di Lipsia iniziano le abituali preghiere per la Pace del lunedì sera. Questi incontri di preghiera erano iniziati sette anni prima nella chiesa di San Nicola, la Nikolaikirche (foto On the Road), e avevano conosciuto alti e bassi, ma non si erano mai interrotti. Nelle ultime settimane di quell’autunno ’89 la partecipazione era aumentata in modo sorprendente, così che quel 9 ottobre la preghiera per la Pace si teneva contemporaneamente in ben 4 chiese. E questo nella seconda maggiore città della DDR, dopo 40 anni di ateismo di Stato e discriminazioni per i fedeli.
Ma la gente continuava ad affluire e quando verso le 18 terminarono le celebrazioni 70.000 persone invasero pacificamente e bloccarono il centro di Lipsia. Erano persone comuni, giovani e non, perfino famiglie con bambini; erano scesi in strada per chiedere libertà e rispetto per i diritti civili. Quella sera anche la polizia, la Stasi, la milizia volontaria e perfino l’esercito erano scesi in strada in assetto antisommossa, con manganelli, cani, gipponi blindati e camion idranti, i cui serbatoi erano additivati di colorante, allo scopo di marcare i manifestanti e di arrestarli anche nei giorni successivi. Lo spettro del 4 giugno ’89, Pechino piazza Tienanmen, aleggiava su Lipsia. La DDR era stata una delle poche nazioni quell’anno a salutare con soddisfazione il deciso intervento dello Stato e del partito per bloccare sul nascere la protesta antirivoluzionaria.
“La paura era la nostra compagna quotidiana, e ringrazio Dio che mi sorresse, così che la mia fede fu sempre un poco più forte della mia paura”, dirà successivamente il Pastore della Nikolaikirche Christian Führer ricordando quel 9 ottobre. Nonostante l’aria fosse carica di tensione , in 70.000 sfilarono lungo il ring di Lipsia cantando e scandendo ripetutamente “No alla violenza” e “Noi siamo il popolo”. Passarono anche davanti alla centrale della Stasi, dove erano le celle d’isolamento degli arrestati dei giorni precedenti e deposero candele sui gradini dell’entrata. Quella sera tutti tornarono a casa incolumi: poliziotti e dimostranti e non ci fu un colpo di manganello, né un fermo, né un arresto, perché tutti si erano comportati con senso di responsabilità.
Da quella sera la DDR fu un paese nuovo; il 18 ottobre Honecker rassegnò le dimissioni, il 6 novembre oltre 400.000 persone sfilarono pacificamente per Lipsia.
Il 9 novembre, esattamente un mese dopo quel lunedì che avrebbe dovuto tristemente unire Lipsia a piazza Tienanmen, a Berlino crollò il Muro.