Hacking Habitat. Art Of Control è una mostra internazionale che si aprirà il 26 febbraio per terminare il 6 giugno 2016. Essa vuole mettere in mostra stili artistici d’avanguardia, tecnologie e cambiamenti sociali di quest’epoca. Più di ottanta artisti e designer di fama internazionale porteranno lavori già esistenti e/o creati ad hoc per il tema ed esporranno tutti insieme nel ex carcere di Utrecht Wolvenplein. Tra i tanti nomi importatati ci sarà anche l’architettura di Forensic (Regno Unito), Melanie Bonajo (NL), James Bridle (Regno Unito), Felix Burger (DE), William Kentridge (SA), Susan Hiller (USA), Cristina Lucas (ESP), Pedro Reyes (MX) e molti altri.
La prigione è una perfetta metafora per descrivere il modo in cui la tecnologia, la politica e sistemi economici ci tengono in pugno. Per questa ragione una prigione è l'ambiente perfetto per sperimentare un senso di schiavitù digitale. E se i nostri smartphone risultassero essere proprio il nuovo Panopticum? La mostra Hacking Habitat vuole condurre il visitatore lungo una scienza vertiginosa, finzione della realtà. Vuole rendere palpabile il controllo e mostrare in contrapposizione il potere di resistenza degli artisti attraverso la loro arte. In modo scherzoso, essi vogliono riconquistare il loro mondo e la loro vita. Vanno ad incidere il loro habitat, creando spazio per la coscienza, per il dibattito e il rinnovamento.
Hacking Habitat intreccia due linee di storia: quella di una tecnocrazia invadente a livello globale e quella opposta del potere che si organizza in risposta. La storia non è quella del bene contro il male, ma pone invece la questione di come si possa trovare un equilibrio tra tecnologia e umanità. Per rispondere a questa domanda l'organizzazione ha raccolto risposte da diverse persone che hanno risposto a: come possiamo mantenere per il futuro un vita vivibile? In merito all’argomento sono state commissionate alcune opere d'arte per la mostra che seguono il principio “disconnesso per riconnettere” e cercano di analizzare il problema: come ripristinare il rapporto tra uomo e macchina?
Oltre a dare una spinta ad alta tecnologia, presenta i vari lavori degli artisti con svariate forme d'arte: teatro, cinema, arti visive, installazioni, opere d'arte del suono, ma anche giochi interattivi e laboratori fai da te.
La mostra ha inoltre l’obiettivo di mostrare anche lavori di giovani artisti come il già citato Felix Burger in combinazione con varie installazioni di grandi dimensioni create da artisti affermati, come Refusal of Time di William Kentridge.
Wolvenplein, la prigione di Utrecht ha una lunga e ricca storia. Infatti al principio nasce intorno al 1580 come roccaforte militare protetta dal Singel che scorreva intorno all'isola dove risiede la costruzione. Più tardi, l'isola fu attaccata e l'edificio fu successivamente utilizzato per attività di vario genere. Dal 1856, il governo decise di utilizzare la struttura per costruirci una prigione con 166 celle seguendo l'esempio dei carceri americani. Durante la seconda guerra mondiale Wolvenplein fu anche utilizzato dai tedeschi per rinchiuderci i loro prigionieri. Da giugno 2014 gli ultimi carcerati sono stati trasferiti nel carcere di Nieuwegein e Wolvenplein è stato svuotato e messo in vendita dallo Stato. Da quel momento in poi questo immenso edificio molto suggestivo propone sale come spazi di lavoro, ospita un coffee shop e offre la possibilità di utilizzare la prigione per festival, mostre e tante altre attività.
Informazioni aggiuntive sulla mostra
La mostra si terra ogni settimana da Mercoledì a Domenica a partire dal 26 febbraio fino al 5 Giugno in Wolvenplein 27 3512 CK Utrecht.

Per maggiori informazioni visitare il sito http://www.hackinghabitat.nl/ o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.