Non tutti i divorzi finiscono con il lancio di stoviglie e un astio perpetuo. Questo è il caso di Repubblica Ceca e Slovacchia, sorte a realtà individuali dalla separazione consensuale e pacifica della ex Cecoslovacchia. Nel 1993 il Paese dell’est europeo si è diviso, dando origine a due diverse entità con connotazioni proprie e ben identificate.
Nello specifico la Slovacchia, membro della Comunità Economica Europea dal 2004 offre oggi al turismo internazionale uno scenario spettacolare dalle mille sfaccettature, un prisma fatto di regioni adatte a soddisfare le più esigenti richieste in un’ambientazione sorprendente. Sorprendente è infatti l’aggettivo adeguato a descrivere la zona più a nord della Slovacchia, compresa tra Repubblica Ceca e Polonia, in una parola la Zilina. Suona come il nome di una donna dall’intenso passato, complice di un vivace presente e proiettata verso un promettente futuro. Spesso, sbagliando, pensiamo all’est europeo come a una zona d’ombra, dal carattere triste, grigio e deprimente. Un luogo della memoria dove ripercorrere tappe molte volte controverse di regimi austeri dove ‘democrazia’ era solo una parola sui vocabolari di altri. La Slovacchia e la regione di Zilina in particolare smentiscono questo luogo comune attraverso uno stile di vita dinamico, positivo, aperto all’innovazione, senza dimenticare o cancellare le piccole grandi perle del passato da presentare come tesori a cielo aperto ai visitatori.
Le parole d’ordine che caratterizzano questa fetta d’Europa sono la natura incontaminata, la prepotente e costante presenza del legno e l’acqua. Lontana dal mare la Zilina, come premiata dalla legge di compensazione, gode di laghi, fiumi e soprattutto di fonti termali che, addomesticate dall’uomo, ne fanno un luogo perfetto per il relax, il benessere e la cura di diverse patologie. Prima fra tutte la Slovak Health spa di Rajecké Teplice; già nel 1376 si trova la prima citazione di questo luogo, indicato con il termine di 'thermae'. Lo sfruttamento delle terme si sviluppa in particolare all’inizio del XVII secolo, inizialmente per la cura di reumatismi, edemi e varie malattie dermatologiche. Attualmente il potere delle acque è riconosciuto per il trattamento di malattie infiammatorie e degenerative dell’apparato motorio, le patologie neurologiche e i disturbi professionali. Nel 1996, dopo una certa decadenza avvenuta nel periodo comunista, gli impianti sono stati completamente ristrutturati.
L’aspetto attuale ricorda i fasti dell’antica Roma rivisitati in chiave moderna: attrezzature all’avanguardia, controllo medico preventivo alle terapie e trattamenti personalizzati a prezzi considerevolmente più bassi rispetto a strutture simili presenti nell’Europa dell’Ovest. Una diversa interpretazione delle acque termali è stata studiata a Bešeòová, dove cura fa rima con divertimento. Il Gino Paradise offre infatti un comprensorio enorme fatto di piscine e scivoli degni di un parco acquatico occidentale, adatto ai grandi come ai più piccoli. Una curiosità: nel centro è presente anche una poltrona riscaldata per il relax ricoperta in oro a 24 carati. Le proprietà del metallo prezioso sono infatti riconosciute nella cura di artrite, artrosi e nell’innalzamento dei valori dell’energia vitale.
La regione di Zilina è “vicina di casa” di Repubblica Ceca e Polonia e come tale ospita una buona parte della catena montuosa dei Carpazi. Stazioni sciistiche, possibilità di trekking, mountain bike, cicloturismo e magiche avventure alla scoperta delle grotte. Se ne trovano moltissime sparse nel territorio e alcune sono considerate patrimonio Unesco. Tra queste la splendida Grotta della Libertà Demänovská, aperta al pubblico nel 1924 e la più visitata della Slovacchia insieme alla Grotta di Ghiaccio. 1800 metri di lunghezza e un numero infinito di scalini passano tra stalattiti, stalagmiti, laghetti sotterranei e pareti di ghiaccio; la leggenda narra che un drago abbia abitato tra le alte volte delle grotte, ma la storia reale vuole che nel 1985, in pieno regime comunista, fossero il set di un film (La Signora della Neve) interpretato dall’italiana Giulietta Masina.
Grazie al suo ingresso nell’Unione Europea, anche se recente rispetto a molti altri paesi membri, la Slovacchia ha rinnovato la sua immagine e grazie anche con i fondi stanziati dalla Comunità Economica ha dotato il suo territorio di nuove strade, ponti e infrastrutture all’avanguardia. Questo non le ha impedito di preservare un patrimonio storico inestimabile. Fra i tanti luoghi che compongono questo tesoro dell’Est c’è Cièmany, un villaggio di montagna che affonda le sue radici nel 1272. Nel verde del paesaggio spiccano le piccole abitazioni dipinte di nero e decorate con motivi bianchi ad evocare i ricami tipici di questo luogo. E’ un classico esempio di architettura popolare che non ha sempre avuto vita facile, come i suoi abitanti del resto, costretti a combattere con i rigori dei lunghi inverni e la distanza da altri centri abitati. Costruito completamente in legno, su alcune facciate delle case sono ben visibili ancora oggi i fori dei proiettili sparati nel corso di un conflitto che si è combattuto tra tedeschi e russi durante la seconda guerra mondiale e l’episodio sembra completamente innaturale per questo angolo che trasuda pace e tranquillità.
C’è un’altra eccezione nello scenario fiabesco di queste montagne però; si tratta delle gesta di uomo, diventato eroe nazionale, considerato il Robin Hood slovacco: Juraj Jánošik. Nato nel 1688 e arruolato nell’esercito ungherese, decide a un certo punto della sua giovane vita di stabilire un equilibrio più equo tra la ricchezza di nobili e signorotti e la povertà della popolazione comune, attraverso agguati compiuti con la complicità di un manipolo di amici. Rubare ai ricchi per dare ai poveri però non si dimostra un’equazione vincente per il povero Juraj che a soli 25 anni viene catturato e giustiziato nel peggiore dei modi.
Un eroe da vecchia Inghilterra, fiori alle finestre e nei giardini delle case come in Austria, birre artigianali e di gran pregio degne di Germania e Olanda. Ordine e pulizia (attenzione, gettare un mozzicone di sigaretta per strada può costare una multa di 15 Euro!) come nei più virtuosi paesi che conosciamo. Bellezze naturali, preservazione del patrimonio faunistico, ospitalità. Ma non è ancora tutto. In Slovacchia le sorprese non finiscono mai e si scopre che il suo territorio annovera un numero di castelli capace di competere e forse superare quello francese. Nella regione di Zilina se ne trova un esempio che toglie il fiato: il castello di Orava. La costruzione risale al Medio Evo e si sviluppa su uno sperone roccioso a picco sul fiume omonimo per 520 metri. Passare attraverso le diverse sale è come andare a spasso nel tempo. I secoli, le dinastie che l’hanno posseduto e abitato, si susseguono senza soluzione di continuità. I suoi misteri, le sue leggende e persino lo scherzo di un pittore chiamato a fare il ritratto di uno dei nobili proprietari. Nel dipinto, per un’illusione ottica davvero magistrale, la figura ha una mano dotata di sei dita e l’altra di quattro, a sottolineare quanto l’uomo fosse avido a sottrarre denaro con un arto e poco incline a distribuirne con l’altro. Il castello di Orava è stato anche il set scelto per la realizzazione di molte scene del film “Nosferatu” nel 1922, la prima pellicola con protagonista un personaggio principe del regno dell’occulto.
La Slovacchia è dunque fatta per sorprendere e stupire come un film di cui non si riesce a intuire il finale. Piacevoli colpi di scena insospettabili, dalle città ai villaggi più sconosciuti, come ancora troppo poco valorizzata è la sua capitale, Bratislava, strategico punto di partenza per la scoperta di questo incredibile paese.
Paola Drera