Un bel lavoro di ricerca che esplora i Cammini d’Italia per analizzare il valore e la ricchezza dei Piccoli Comuni italiani.
A presentare lo studio e l'atlante “Piccoli Comuni e Cammini d’Italia” è la Fondazione Symbola, con il presidente Ermete Realacci, alla presenza, tra gli altri, del ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, e del presidente IFEL Guido Castelli.
All’interno di questa rete, i Cammini d’Italia si configurano come un network di percorsi che collega tradizioni, natura e bellezza, economia sostenibile, agroalimentare a filiera corta, privati etici e associazioni non profit.
Si tratta di un viaggio composto da 44 itinerari in 15.400 km che si snoda lungo tutta la penisola e le isole, attraversa 1.435 comuni, di cui 944 piccoli (66% di quelli interessati dalla rete degli itinerari), e incontra oltre 2mila beni culturali e 179 produzioni DOP/IGP, l’86,6% di queste ultime nei piccoli comuni.
Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola, ricorda che tutto nasce dalla Legge 158 del 2017 per la valorizzazione dei piccoli comuni che, partendo dall'unicità del nostro paese, tende alla costruzione di un'economia sempre più a misura d'uomo. Continua dicendo che: “L'Italia è tra i paesi più influenti al mondo, ma occorrono nuovi progetti, investimenti sulle nuove tecnologie come la banda larga”. E soprattutto: “Occorre coesione sociale politiche pubbliche, nuove tecnologie, questo virus ci ha fatto riflettere. L'Europa di fondi ce ne darà per la green economy, le nuove tecnologie, occorre crossare questi aspetti con le nostre virtù”. I cammini vanno proprio in direzione di un turismo green, sostenibile che, conclude “E' un turismo perfetto per l'Italia”.
Giuseppina Paterniti, Direttrice Direzione Editoriale per l’Offerta Informativa RAI, che ha moderato la presentazione, ha sostenuto la validità di questo progetto a cui va creata una solida rete di sostegno e di investimenti.
Secondo Guido Castelli, Presidente Ifel-Fondazione Anci, i comuni di Italia hanno scommesso sulla dimensione dei cammini: “Una delle metafore che amo ricordare sulla pandemia è quella di far venire tanti nodi al pettine, come quello dei piccoli comuni, delle zone montane. In tanti hanno rivalutato quelle aree, che possono essere una via per la ripresa”. Nelle aree marginali spesso si è trovata una chiave di risposta in questo momento così delicato. “La forza dell'Italia sta proprio nell'assecondare la logica metro-montana tipica della nostra nazione. Il turismo è uno dei fattori determinanti di questa sfida, ma la prospettiva non è l'idea di salvare dall'estinzione certe zone, ma di renderle protagoniste. Occorre la giusta assegnazione dei diritti, vanno valutate le capacità di essere moderni nell'affrontare il problema. Il lavoro fatto sui cammini abbina green new deal e tradizione”. E conclude: “Il cammino è una scelta di per sé generativa. Prevede una meta, uno studio, uno spirito e la voglia di costruire, cose di cui l'Italia ha bisogno”.
Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, dimostra un cauto ottimismo: “In questi anni sono stati fatti molti passi avanti, già ci stavamo muovendo in questa direzione, un turismo che valorizzi l'Italia meno conosciuta, che sia sostenibile. Sui cammini da qualche anno è stato fatto un percorso, abbiamo lavorato sull'Atlante dei cammini. In italia c'è un reticolo di cammini, non un percorso di Santiago, ci sono tantissime possibilità, si tratta di un reticolato enorme che valorizza borghi, case cantoniere, ferrovie storiche , quest'anno era proprio l'anno delle ferrovie. Ora non è più un'idea utopistica, l'idea era quella di decongestionare le aree urbane, oggi lo scopo è un altro, ma è altrettanto valido. Occorre continuare con determinazione.
Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale dei piccoli comuni montani, ritiene indissolubile il rapporto tramodernizzazione e sviluppo: “Con la legge 158 già c'è stato un segnale, manca una maggior coesione e interconnessione, occorre fare un grande lavoro sulla fiscalizzazione che va differenziata e agire sulle aree interne con investimenti europei che servano al rilancio”.
Secondo Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, è necessario sostenere le aree agricole, innanzitutto portando la rete nei piccoli comuni e nelle aree interne in particolare: “Occorre tenere i nostri giovani che possono restare legati alla terra, nei nostri borghi. I turisti vanno attirati in zone poco conosciute, anche nelle zone montane, con le bici elettriche ad esempio. Non bisogna dimenticare che l'agricoltura dop nasce nei piccoli comuni e va valorizzata”.
Sofia Bosco, Direttore sede di Roma e dei Rapporti Istituzionali FAI, parla dei territori italiani che sono al centro dell'interesse del Fai negli ultimi anni, quelli sopra i 600 metri di altitudine: “E' un territorio che rappresenta la metà dell'Italia. Queste zone si stanno svuotando, occorrono campagne di comunicazione conoscitiva, occorre promuovere turismo anche grazie a mappature ed eventi”. A tal proposito afferma come il censimento dei “luoghi del cuore” stia producendo una mappa molto interessante. Continua poi la sua disamina sui flussi turistici: “Il turismo di massa non era piacevole, e già l'orientamento era quello di fuga dai luoghi affollati e di avvicinamento ai piccoli borghi, per un turismo di approfondimento”. Il Fai da anni fa la sua parte in questa direzione: “Noi stiamo già spingendo i turisti fuori dai grandi centri con i nostri beni che sono quasi sempre periferici. La riconversione verso la scoperta di luoghi minori ma che sono in realtà la parte integra dell'Italia è la ricetta per lo sviluppo”.
Enzo Bianco, Presidente Consiglio Nazionale ANCI, ringrazia per gli investimenti sulla mobilità e afferma come ad esempio grazie ad un vino dop siciliano sia possibile riscoprire alcuni territori sconosciuti, come ad esempio il comune di Randazzo. Conferma poi il ruolo attivo dell'Anci nel supporto ai piccoli comuni che vogliano usufruire dei fondi stanziati dall'Europa.
Alessandra Bonfanti di Legambiente nazionale sostiene come l'unione tra cammini e piccoli comuni sia intelligente e che debba trattarsi di un sodalizio ecologico: “I borghi e i cammini possono costruire un sistema sostenibile che sia attento al paesaggio agricolo-storico. Ringrazio il ministro Franceschini che ha uno sguardo alto che permetterà di affrontare una sfida climatica e di sviluppo ecocompatibile”. Occorre – secondo Bonfanti - un turismo che sia di qualità e rispettoso: “I piccoli comuni devono diventare protagonisti nella mobilità dolce. Siamo in una stagione nuova ma occorre certamente una fiscalità di vantaggio che permetta alle piccole economie di sostenersi”.
Franco Iseppi, Presidente Touring club italiano, ringrazia per il momento di confronto ma nutre qualche dubbio sul turismo nostrano: “Io non sono convinto che sia il turismo domestico a salvarci, il 50 % dei turisti è straniero”. A suo avviso: “Occorre concentrarsi su una mobilità che sia prodotto turistico, come quella su treni, fiumi”. Rivela che anche l'incontro annuale del Touring avrà come tema i cammini, ma sostiene che perchè vi sia un effettivo sviluppo turistico sarebbe necessario recuperare i “sistemi turistici” mettendo insieme infrastrutture, materiali e piattaforme. In particolare afferma la volontà di concentrarsi sull'Appennino e su di un progetto che lo coinvolga.
Giampiero Lupatelli,Vicepresidente progetto Caire, assumere il punto i vista dei piccoli comuni per quanto riguarda i cammini. “I piccoli comuni non sono centri al margine ma sono la frontiera, densi di storia, imprese e giovani, dove la politica dei cammini può rappresentare un importante punto di svolta”. Poi citando il rettore di Urbino: “L'innovazione è la disobbedienza che ha avuto successo, e questo sono i piccoli comuni”.
Questo modo di fare turismo allarga la platea di turisti e la rende di maggior valore. Ed è interessante per questa fase post pandemia che stiamo vivendo. Non sono parti accessorie, ma protagoniste “produttive” come è necessario in questo periodo. I cammini sono una rivendicazione di libertà e movimento, con meno fretta e al di fuori dalla contingenza, che consentono di “guardare con occhi nuovi” come diceva Marcel Proust.
Giampiero Sammuri, Presidente Federparchi, sostiene che “I parchi sono il cardine delle zone di cui stiamo parlando ma occorre che siano messi nelle condizioni di offrire un prodotto di qualità”.
Innanzitutto, afferma Sammuri, devono essere messi nelle condizioni di spendere i fondi stanziati: “I parchi hanno risorse che possono spendere, lo stato ha limitato le loro possibilità di spesa, chiedo al ministro che sblocchi i fondi che già ci sono”.
Ermete Realacci conclude la presentazione dicendosi sicuro che i tempi sono maturi per mettersi in gioco e per valorizzare questo tipo di turismo e mobilità: “Dentro al percorso del manifesto di Assisi vorremmo riunire tutti i soggetti proprio nella città umbra, vedremo come fare. Intanto occorre fare vivere questa esperienza ed incrociarla con le sfide del futuro”.
Sara Rossi