La Regione Lazio punta sull’ambiente per rilanciare la sua offerta turistica.
Alla tre giorni milanese di Borsa del Turismo, più di trenta gli eventi organizzati dall’Agenzia Regionale del Turismo e da Unioncamere Lazio, durante i quali oltre 8.000 persone hanno visitato lo stand “cento per cento green” creato per l’occasione, costruito in materiale totalmente riciclabile.
Si è fatto un gran parlare dell’errore fotografico rilevato dagli osservatori più attenti che subito si sono accorti che un tabellone espositivo, invece di riprodurre l'Isola di Ponza, ritraeva l’immagine della campana Procida, ma diciamo che lo scivolone può accadere e cerchiamo di concentrarci sulle tendenze virtuose.
Innanzitutto il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti arriva puntuale, e alla Bit non è affatto detto.
Ad inaugurare la conferenza di presentazione sono le parole dell’Assessora al Turismo e Pari Opportunità della Regione Lazio, Giovanna Pugliese, che sottolinea come anche in questo evento internazionale la Regione continui a rimarcare il solco green creato dal presidente Zingaretti e pone al centro della questione il turismo che “Rappresenta il 13% del pil italiano e che nella nostra regione ha fatto registrare nell’ultimo anno incremento dell’8,5%”. “Occorre quindi insistere” – ha continuato – “nella valorizzazione del territorio, concentrandosi ad esempio sulle nuove candidature Unesco di Civita di Bagnoregio e di Arpino e Cerveteri a Capitale della Cultura 2021”.
L’intervento Lorenzo Tagliavanti, Presidente di Unioncamere Lazio, evidenzia la necessità di passare da un turismo verticale, integralmente concentrato sulla città di Roma, ad un turismo orizzontale che riesca a creare veri e proprio “territori turistici” per garantire la fruibilità della regione.
Anche il Presidente Nicola Zingaretti sostiene che l’obiettivo sia quello di “uscire da Roma”, con una “promozione che sia policentrica”, che cerchi di valorizzare tutto il territorio laziale: “Vogliamo rilanciare un modello di turismo che punti non solo a valorizzare il passato, ma che pensi al futuro”.
E per tendere ad un territorio con più appeal, occorre – continua Zingaretti – “potenziare e migliorare la qualità dei servizi, dai treni ai pullman”. Poi aggiunge: "Il turista è un cittadino provvisorio che chiede al territorio ciò che chiede il cittadino, cioè treni puliti e pullman che non prendano fuoco e di ultima generazione. Quindi abbiamo lavorato per migliorare la qualità dei servizi". Sempre in tema di turismo, il presidente ha sottolineato che “la sua valorizzazione e quella del benessere sono i pilastri del modello di vita che noi dobbiamo rilanciare.
Per quanto riguarda il Lazio, non esiste nel pianeta terra un'area geografica che contiene nei suoi perimetri una quantità di beni archeologici, ambientali, monumentali, storici, come l'area perimetrata dalla Regione Lazio". E "noi non abbiamo merito per questo, li abbiamo ereditati, non abbiamo merito se non la colpa a volte di non valorizzare sino in fondo questa eredità”.
Parla poi di un argomento che gli sta molto a cuore: il cinema.
Secondo il presidente, uno degli obiettivi dovrebbe essere promuovere il territorio attraverso una forma d’arte molto apprezzata come è quella cinematografica.
Un altro progetto che sta prendendo piede è quello della “valorizzazione tecnologica del territorio”, con la creazione, anche grazie alla collaborazione con il ministro Dario Franceschini, e agli investimenti in tale direzione, di una vera e propria “promozione innovativa di beni culturali”.
Ricordandando che lo stand dove ci stiamo muovendo è total green ed anche molto delicato, sempre all'insegna del rispetto dell'ambiente, rammenta l'utilizzo delle borracce al posto delle bottiglie di plastica usa e getta e il progetto regionale di piantare un albero per ogni nuovo nato.
Sara Rossi
per ulteriori informazioni potete consultare il sito di Visit Lazio
Civita di Bagnoregio, candidata a sito Unesco
Cittadina davvero peculiare, situata al confine con l’Umbria, si adagia su un colle tufaceo cuneiforme a 443 metri sul livello del mare, stretto fra i due profondi burroni del Rio Chiaro e del Rio Torbido. Grazie all’integrità del suo centro storico e alla bellezza paesaggistica, con merito è stato inserito nel club dei Borghi più Belli d’Italia.
Alle spalle dell’abitato si estende la grande vallata incisa dai “calanchi”, creste d’argilla dalla forma ondulata e talvolta esilissima, inasprite qua e là da ardite pareti e torrioni enormi, come il solenne e dolomitico “Montione” e la cosiddetta “Cattedrale”, offrendo uno dei paesaggi più straordinari e unici d’Italia.
Patria del monaco-filosofo francescano San Bonaventura e del saggista-romanziere Bonaventura Tecchi, Civita di Bagnoregio ha infatti origini antichissime. La zona fu abitata sin dall’epoca villanoviana (IX-VIII secc. a. C.), come testimoniano vari ritrovamenti archeologici. In seguito vi si insediarono gli etruschi, che fecero di Civita (di cui non conosciamo l’antico nome) una fiorente città. L’affaccio dal Belvedere della Grotta di San Bonaventura è meraviglioso: il borgo rossiccio su cui spicca lo snello campanile romanico della chiesa, si erge come un’isoletta nella fragile immensità dei calanchi, “mare” increspato ma immobile che dona la surreale sensazione di assistere ad una “quieta tempesta”. L’incanto e il silenzio avvolgono così d’un tratto il visitatore sensibile, mentre l’animo suo si strugge al pensiero che queste rupi argillose e instabili, modellate dalle acque dei torrenti e delle piogge, pian piano trascineranno a valle il borgo superstite, già smembrato e dimezzato dagli innumerevoli terremoti e franamenti avvenuti nel corso dei secoli: per questo Civita di Bagnoregio è famosa come la “città che muore”.