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Città atea e santa
Taurisano, la città dell’ateo Giulio Cesare Vanini e della serva di Dio Mirella Solidoro, la città del Pane e della Madonna della strada. Questo piccolo centro a pochi
chilometri dalle spiagge di Ugento, è uno scrigno ricco di tesori ancora tutti da scoprire.
“Vogliamo valorizzare la nostra città in tutti i suoi aspetti, far emergere il suo carattere e le sue eccellenze per farla diventare una destinazione turistica.
Le potenzialità ci sono tutte”, dice il sindaco Raffaele Stasi sostenuto dagli assessori alla cultura, Katia Seclì e al turismo, Lina Normanno.
Un colpo d’occhio è la piazza dove si affacciano la chiesa madre e il palazzo ducale, divenuto oggi sede del Municipio.
Alle spalle si estende un incantevole giardino (che in passato era molto più vasto) dove i giovani sono abituati ancora oggi ad incontrarsi e giocare.
Taurisano è famosa in tutto il mondo perché nacque qui il filosofo Giulio Cesare Vanini, sul finire del ‘500. Illustre letterato e filosofo dalla vita un po’ complicata
finì al rogo, il 9 febbraio 1619, nella città francese di Tolosa, dopo essere stato condannato dalla Santa Inquisizione per ateismo. Per approfondire il suo pensiero
è stato fondato il Centro internazionale di studi vaniniani, presieduto dal professore Francesco Paolo Raimondi, docente di filosofia e già preside dello Scientifico Vanini
di Casarano, segretario. Il filosofo ispira anche il caffè letterario Normal, dove almeno una volta al mese si riuniscono intellettuali della zona per uno scambio di idee.
E in occasione dell’anniversario dei 400 anni dalla morte, il 7, 8 e 9 febbraio 2019 sono arrivati a Taurisano studiosi di fama internazionale per partecipare a un convegno,
organizzato dall’amministrazione comunale e dal Centro studi internazionale Vanini. Ha partecipato, tra gli altri, il professore parigino Jean Pierre Cavaillè, docente
dell’Ecole des Haute Etudes di Parigi, paragonabile alla Normale di Pisa, esperto nel pensiero vaniniano.
Dice il professore Raimondi: “Patria mia nobilissima, quasi gemma al centro del mondo. Così Giulio Cesare Vanini definiva il Salento, la sua patria d’origine, che descrive
spesso nei suoi scritti. Allora l’Italia era raffigurata non come uno stivale, ma come una specie di mano e il Salento corrispondeva al dito indice dove si indossano gli
anelli".
Vanini è un precursore dell’età moderna e quindi dell’illuminismo. Originario di una famiglia ricchissima, lasciò a 16 anni Taurisano per proseguire i suoi studi ed entrare
nell’Ordine dei Carmelitani a Napoli, dove ebbe i primi dissapori con il Priore. E da lì iniziò la sua vita avventurosa. Con un compagno, Ginocchio, riuscì infatti a
rifugiarsi in Inghilterra, addirittura presso sir Abbot, capo della chiesa anglicana il quale appena due anni più tardi lo mise sotto accusa perché aveva scoperto che
Vanini tramava per ritornare sotto l’ala della chiesa cattolica. Riuscì a lasciare l’Inghilterra e ottenne la protezione del Nunzio apostolico di Bruxelles. Lo vediamo
ancora a Parigi, dove frequentava un cenacolo di letterati e filosofi protetti dal maresciallo di Parigi. Conosciuto per la sua prima opera, l’Anphiteatrum aeternae
provvidentiae, quando diede alle stampe il De Admirandis… “I segreti meravigliosi della natura, regina e dea dei mortali”, firmò la sua condanna. I professori della
Sorbona che ne avevano autorizzato la pubblicazione come accadeva allora, andarono alle autorità e dichiararono che lo scritto pubblicato era differente dalla copia
autorizzata. Vanini fuggì a Tolosa, ma appena due anni dopo venne raggiunto dal Tribunale della Santa Inquisizione e atrocemente giustiziato: strappata la lingua,
venne impiccato e poi bruciato. E le sue ceneri vennero disperse al vento”.
Ancora oggi per visitare la casa dove nacque Giulio Cesare Vanini e consultare i volumi della ricchissima biblioteca: 40mila volumi donati alla città anche da illustri
studiosi, arrivano appassionati da tutto il mondo.
Pullman di fedeli arrivano invece per pregare sulla tomba di Maria Solidoro, proclamata Serva di Dio e sulla via della Beatificazione e della Santità, una vita umile la sua,
ma dalla profonda spiritualità. A raccontarci la sua storia è il fratello: “Maria è nata nel 1964 ed è morta nel 1999. A 13 anni le venne diagnosticato un tumore al cervello.
Venne operata e ritornò in casa in coma, destinata a pochi giorni di vita. Invece trascorse tre anni in stato vegetativo. Il 2 maggio 1992 si risvegliò improvvisamente dal
coma. Raccontò di avere avuto una visione: un Signore con la barba le disse: guarirai, ma in cambio dovrai aiutare le anime che ti verranno a trovare. I vicini di casa le
portarono vari santini perché lei potesse riconoscere chi fosse questo Signore: lei lo riconobbe nel volto del Santissimo crocifisso così come raffigurato nella Chiesa di
Galatone. Da quel 2 maggio, mia sorella, pur non lasciando mai il letto, riprese le sue facoltà mentali e operò molte guarigioni e miracoli. Le telefonavano da ogni parte
del mondo e lei, incredibilmente, senza mai averle studiate, conosceva tutte le lingue. Aveva sempre una parola di conforto per tutti”
“Ti prego Maria, fai guarire mia moglie Maura!” quasi ogni giorno un marito disperato si reca sulla tomba di Maria Solidoro e scrive questo pensiero sull registro, adagiato
su un leggio e a disposizione dei fedeli. Poi ci sono tanti pensieri d’amore per la piccola fanciulla di Taurisano, che dicono, ormai sul punto di morire, diventava ogni
giorno più bella.
Non si può lasciare Taurisano senza visitare la Chiesa della Madonna della Strada, uno splendido esempio di arte romanica dalla facciata monumentale. Sul frontespizio
l’immagine della Madonna visitata dall’Angelo nel giorno dell’Annunciazione che dice Ave Maria, piena di tutte le grazie (espressione iscritta in greco sulla facciata)
e sul lato della chiesa la Meridiana. All’interno della chiesa si può ammirare un ciclo di affreschi attribuito alla stessa scuola pittorica della famosa Chiesa di
Santa Caterina di Alessandria a Galatina. Colpisce l’affresco che raffigura le lotte iconoclaste in Oriente: monaci perseguitati perché volevano dipingere l’immagine
dei santi e di Dio, imbrattati dal sangue che esce dal rosone di una chiesa! Da vedere.
La chiesa della Madonna della Strada era tappa obbligata lungo la via dei pellegrinaggi che portavano a Santa Maria di Leuca.
Ma che cosa sarebbe un pellegrinaggio senza il pane, così ricco di significati simbolici? Taurisano, con i suoi forni di eccellenza, vanta un’antica tradizione
nella produzione di pane e prodotti da forno, delizia per il palato e ristoro per l’anima. Un tour tra i forni del paese fa chiudere il tour in bellezza.
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Da più di 120 anni la funicolare collega il centro di Bergamo con la Città Alta, più precisamente con piazza Mercato delle Scarpe, già sede di numerose attività commerciali. Nel 1430 questa piazza viene adibita esclusivamente alla vendita delle scarpe, mentre il palazzo che vi si affaccia e che ora ospita la stazione proprio della funicolare costituiva la sede della corporazione dei calzolai.
La funicolare di città è molto amata dai bergamaschi, che non potrebbero più farne a meno: quale altro mezzo di trasporto infatti ti permette di viaggiare nella storia attraversando le antiche mura venete che in passato difendevano Bergamo dagli attacchi nemici? Due graziose vetture salgono e scendono immerse fra giardini fioriti e scorci unici: nelle giornate di cielo sereno puoi godere di un fantastico panorama su tutta la pianura padana e scorgere addirittura gli Appenini!
Questo tragitto vede la luce nel 1887, su progetto dall’ingegnere Alessandro Ferretti.
Nella prima versione, la funicolare è mossa da una macchina a vapore, con impianto a due carrozze, collegate secondo un classico sistema va e vieni, in cui il peso di una aiuta il sollevamento dell’altra.
L’ammodernamento. Nel 1917 i macchinari e le stazioni di arrivo vengono ammodernate e le rotaie da una passano a due. Nella stazione a monte viene realizzata una sala d’attesa e una balconata a veranda, dove ancora oggi si può sorseggiare un caffè o un aperitivo godendo di una fantastica vista su tutta la città.
Oggi. La funicolare è attualmente in attività e in pochi minuti ti permette di superare un dislivello di 85 metri lungo un percorso di soli 240, dove la pendenza massima toccata arriva al 52%.
Piazza Vecchia
Capolavoro rinascimentale nel cuore di Bergamo Alta, Piazza Vecchia è “la piazza perfetta” che ha incantato (anche) Le Corbusier
Non sarà necessario seguire un unico e preciso percorso per raggiungere Piazza Vecchia: tutte le stradine medievali di Città Alta confluiscono verso il suo “salotto” rinascimentale.
Potrai, quindi, raggiungerla da più punti e noterai come ogni angolo d’osservazione riesca a esaltare armoniosamente tutti gli edifici che la incoronano. Al centro della piazza, la Fontana del Contarini emana ancora la sua bellezza settecentesca, dal colore candido e neutro. Poco più in là, eleganti palazzi dall’aspetto solenne e imponente, testimoni taciti di ricordi di una vita lontana.
Dalla facciata austera del Palazzo della Ragione al bianco smagliante di Palazzo Nuovo, ora Biblioteca Angelo Mai, con il suo patrimonio di incunaboli, cinquecentine, stampe, manoscritti. Da non perdere, la Torre Civica, detta il Campanone, che con i suoi 52 metri di altezza, svetta sulla città. Una breve sosta ai caffè storici aperti sulla piazza e ti sentirai parte di chi ama prendersi una piacevole pausa per osservare il lento via vai che anima Città Alta.
La magia di questo borgo antico sarà ovunque: il trambusto delle auto sarà solo un lontano ricordo. Farai tesoro di questo momento suggestivo nell’eleganza e nelle luci di una piazza che da fulcro del potere politico di Bergamo è diventata cuore del tempo libero. Da qualche anno Piazza Vecchia è anche sede di un appuntamento internazionale di grande richiamo, “I Maestri del Paesaggio”, che accoglie paesaggisti da tutto il mondo, impegnati a progettare per due settimane una piazza verde nel cuore di Città Alta.
Il Museo delle storie di Bergamo vi invita nel cuore di Piazza Vecchia, a Bergamo, dove si erge, maestoso il Campanone (o Torre civica), che con i suoi 52,76 metri di altezza offre una vista panoramica mozzafiato sulla città antica.
Alla sommità, raggiungibile a piedi (230 gradini) o più comodamente con il comodo ascensore in vetro, trovate la più grande campana della Lombardia.
Ancora oggi, tutte le sere alle ore 22.00 il Campanone batte i suoi suggestivi cento rintocchi a perenne ricordo della chiusura delle porte della città, lungo le mura, durante la dominazione veneta.
Mura Veneziane
Patrimonio Unesco dal 2017, le Mura Veneziane di Bergamo, con i loro 6 km di tracciato, offrono scorci insuperabili in uno scenario unico. Dove fare una passeggiata romantica, sotto la luna, in compagnia della persona giusta, in un luogo super romantico.
C’è un luogo che proprio nel 2017 è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, rafforzando il primato della Lombardia in Italia. Si tratta delle Mura Veneziane di Bergamo: le imponenti opere murarie e bastioni che cingono Città Alta dal lontano XVI secolo, quando Bergamo era territorio della Repubblica di Venezia. Le mura si estendono per più di 6 km, con un’altezza che in alcuni punti raggiunge i 50 metri. Durante il fine settimana il perimetro interno diventa una grande isola pedonale.
L’emozione di accedere a Città Alta da una delle 4 porte monumentali è unica. L’ingresso più suggestivo è quello a sud, “Porta San Giacomo”. Dalla “Porta San Lorenzo”, posta a nord, passò invece Garibaldi, quando nel 1859 annesse Bergamo al Regno di Sardegna. Città Bassa e Città Alta sono collegate anche da una Funicolare che parte da Viale Vittorio Emanuele, ai piedi delle Mura, e arriva all’inizio della “corsarola”, l’antica arteria che taglia Bergamo Alta fino a Colle Aperto.
Da più di 120 anni la funicolare collega il centro di Bergamo con la Città Alta, più precisamente con piazza Mercato delle Scarpe, già sede di numerose attività commerciali. Nel 1430 questa piazza viene adibita esclusivamente alla vendita delle scarpe, mentre il palazzo che vi si affaccia e che ora ospita la stazione proprio della funicolare costituiva la sede della corporazione dei calzolai.
La funicolare di città è molto amata dai bergamaschi, che non potrebbero più farne a meno: quale altro mezzo di trasporto infatti ti permette di viaggiare nella storia attraversando le antiche mura venete che in passato difendevano Bergamo dagli attacchi nemici? Due graziose vetture salgono e scendono immerse fra giardini fioriti e scorci unici: nelle giornate di cielo sereno puoi godere di un fantastico panorama su tutta la pianura padana e scorgere addirittura gli Appenini!
Questo tragitto vede la luce nel 1887, su progetto dall’ingegnere Alessandro Ferretti.
Nella prima versione, la funicolare è mossa da una macchina a vapore, con impianto a due carrozze, collegate secondo un classico sistema va e vieni, in cui il peso di una aiuta il sollevamento dell’altra.
L’ammodernamento. Nel 1917 i macchinari e le stazioni di arrivo vengono ammodernate e le rotaie da una passano a due. Nella stazione a monte viene realizzata una sala d’attesa e una balconata a veranda, dove ancora oggi si può sorseggiare un caffè o un aperitivo godendo di una fantastica vista su tutta la città.
Oggi. La funicolare è attualmente in attività e in pochi minuti ti permette di superare un dislivello di 85 metri lungo un percorso di soli 240, dove la pendenza massima toccata arriva al 52%.
Piazza Vecchia
Capolavoro rinascimentale nel cuore di Bergamo Alta, Piazza Vecchia è “la piazza perfetta” che ha incantato (anche) Le Corbusier
Non sarà necessario seguire un unico e preciso percorso per raggiungere Piazza Vecchia: tutte le stradine medievali di Città Alta confluiscono verso il suo “salotto” rinascimentale.
Potrai, quindi, raggiungerla da più punti e noterai come ogni angolo d’osservazione riesca a esaltare armoniosamente tutti gli edifici che la incoronano. Al centro della piazza, la Fontana del Contarini emana ancora la sua bellezza settecentesca, dal colore candido e neutro. Poco più in là, eleganti palazzi dall’aspetto solenne e imponente, testimoni taciti di ricordi di una vita lontana.
Dalla facciata austera del Palazzo della Ragione al bianco smagliante di Palazzo Nuovo, ora Biblioteca Angelo Mai, con il suo patrimonio di incunaboli, cinquecentine, stampe, manoscritti. Da non perdere, la Torre Civica, detta il Campanone, che con i suoi 52 metri di altezza, svetta sulla città. Una breve sosta ai caffè storici aperti sulla piazza e ti sentirai parte di chi ama prendersi una piacevole pausa per osservare il lento via vai che anima Città Alta.
La magia di questo borgo antico sarà ovunque: il trambusto delle auto sarà solo un lontano ricordo. Farai tesoro di questo momento suggestivo nell’eleganza e nelle luci di una piazza che da fulcro del potere politico di Bergamo è diventata cuore del tempo libero. Da qualche anno Piazza Vecchia è anche sede di un appuntamento internazionale di grande richiamo, “I Maestri del Paesaggio”, che accoglie paesaggisti da tutto il mondo, impegnati a progettare per due settimane una piazza verde nel cuore di Città Alta.
Il Museo delle storie di Bergamo vi invita nel cuore di Piazza Vecchia, a Bergamo, dove si erge, maestoso il Campanone (o Torre civica), che con i suoi 52,76 metri di altezza offre una vista panoramica mozzafiato sulla città antica.
Alla sommità, raggiungibile a piedi (230 gradini) o più comodamente con il comodo ascensore in vetro, trovate la più grande campana della Lombardia.
Ancora oggi, tutte le sere alle ore 22.00 il Campanone batte i suoi suggestivi cento rintocchi a perenne ricordo della chiusura delle porte della città, lungo le mura, durante la dominazione veneta.
Mura Veneziane
Patrimonio Unesco dal 2017, le Mura Veneziane di Bergamo, con i loro 6 km di tracciato, offrono scorci insuperabili in uno scenario unico. Dove fare una passeggiata romantica, sotto la luna, in compagnia della persona giusta, in un luogo super romantico.
C’è un luogo che proprio nel 2017 è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, rafforzando il primato della Lombardia in Italia. Si tratta delle Mura Veneziane di Bergamo: le imponenti opere murarie e bastioni che cingono Città Alta dal lontano XVI secolo, quando Bergamo era territorio della Repubblica di Venezia. Le mura si estendono per più di 6 km, con un’altezza che in alcuni punti raggiunge i 50 metri. Durante il fine settimana il perimetro interno diventa una grande isola pedonale.
L’emozione di accedere a Città Alta da una delle 4 porte monumentali è unica. L’ingresso più suggestivo è quello a sud, “Porta San Giacomo”. Dalla “Porta San Lorenzo”, posta a nord, passò invece Garibaldi, quando nel 1859 annesse Bergamo al Regno di Sardegna. Città Bassa e Città Alta sono collegate anche da una Funicolare che parte da Viale Vittorio Emanuele, ai piedi delle Mura, e arriva all’inizio della “corsarola”, l’antica arteria che taglia Bergamo Alta fino a Colle Aperto.
Castello di San Vigilio
Oggi il forte si presenta come una struttura imponente, capace di trasmettere una sensazione di potenza.
Il Castello di San Vigilio costituiva l’ultimo bastione della difesa cittadina: se cadeva San Vigilio, cadeva Bergamo.
Ed è per questo motivo che, nel corso dei secoli, al di sotto delle sue mura è stato scavato un vero e proprio reticolato di tunnel, passaggi segreti e diverse vie di fuga da utilizzare in caso di pericolo e attacchi nemici.
Oggi il forte si presenta come una struttura imponente, capace di trasmettere una sensazione di potenza, grazie alla caratteristica pianta a stella, i quattro torrioni, le merlature, i camminamenti, le cannoniere e le feritoie.
Situato sull’omonimo colle, dal quale sovrasta la Città Alta, oggi il castello è di proprietà del comune che lo ha riaperto al pubblico, ripristinando anche la funicolare che costituisce forse il modo migliore per raggiungerlo.
Infine, grazie al gruppo speleologico Le Nottole, è possibile visitare il passaggio segreto che univa il castello al Forte di San Marco, nella parte settentrionale della cinta muraria che cinge l’abitato.
Ristorante Pizzeria Da Franco
Dal 1998 al Vostro servizio nella splendida cornice di Città Alta
Situato a due passi da un luogo e dalla grande storia come Piazza Vecchia, il Ristorante Pizzeria ‘Da Franco’ è uno dei migliori ristoranti a Bergamo Alta, il posto ideale dove gustare ottimi piatti della tradizione bergamasca e specialità marinare sempre fresche grazie alla bravura degli chef esperti.
Concedetevi una cena con gli amici, un pranzo veloce e gustoso, o una sosta mentre siete in visita in questa meravigliosa città, perdendovi tra le viette caratteristiche, il panorama e l’atmosfera ricca di storia di Bergamo Alta il ristorante da Franco è l’ottima conclusione di una giornata perfetta dall’arte del Duomo di Bergamo a quella culinaria tipica di questo posto.
Il ristorante accoglie comitive di amici, è ideale per un pranzo di lavoro oppure per una ricorrenza speciale grazie ai piatti di pesce raffinatissimi e sempre molto freschi, se siete di fretta ma non volete rinunciare al gusto e alla genuinità concedetevi ricordate che da Franco è anche pizzeria con forno a legna, sempre pronto a sfornare varianti golose e croccanti.
www.dafrancobergamo.it
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Se è vero che l’Italia vanta una ricchezza culturale estremamente diffusa e presente più o meno su tutto il territorio - tanto da avere un forte appeal per oltre 250. 000 appassionati di ‘cultura italica’ (Fonte ENIT LRD Centenaries) ed essere anche considerata ‘il primo Paese al mondo per influenza ed eredità culturale’ (US news & world report 2017) - è anche vero che esiste soltanto un luogo, distribuito su circa 900 km quadrati, che ad oggi permette di entrare (fisicamente!) in un dipinto del Rinascimento, e questo luogo è il Montefeltro, regione magica e ricca di storia che si estende tra le Marche, l’Emilia Romagna, la Toscana e la Repubblica di San Marino.
Ed è proprio qui, nella terra amata anche da Dante Alighieri e Raffaello Sanzio, che il progetto MVR – Montefeltro Vedute Rinascimentali apre la stagione 2019 con le sue visite guidate.
A partire da giugno e fino alla fine di settembre, sarà possibile infatti partecipare ai percorsi culturali organizzati da MVR, che porteranno le persone ad ammirare, vivendoli, luoghi da togliere il fiato, ovvero i paesaggi protagonisti dei dipinti rinascimentali di maestri come Leonardo da Vinci e Piero della Francesca.
Questi ‘paesaggi dipinti’ saranno visitabili dai Balconi Rinascimentali allestiti nel Montefeltro dove, grazie a pannelli espositivi, attori professionisti e guide esperte d’arte e del territorio, le persone potranno rivivere l’atmosfera delle opere d’arte rinascimentali.
LA SCOPERTA DELLE ‘INDIANA JONES DEI PAESAGGI D’ARTE’
Valutato dal MIBAC come ‘uno dei più interessanti progetti italiani degli ultimi trent’anni’, MVR è il primo progetto di turismo esperienziale culturale nato da un’importante scoperta scientifica: è stato accertato che i paesaggi dipinti sullo sfondo di alcune tra le opere più famose di Leonardo Da Vinci, tra cui La Gioconda, e di Piero della Francesca, come I Trionfi (Dittico dei Duchi) o La Resurrezione, non sono semplicemente ‘posti immaginari’ frutto della fantasia dei grandi maestri rinascimentali, bensì luoghi esistenti, appartenenti alle suggestive zone del Montefeltro.
A scovare questa corrispondenza, sono state due moderne ‘Indiana Jones dei paesaggi d’arte’: Rosetta Borchia, studiosa d’arte, e Olivia Nesci, docente di geomorfologia.
Attraverso un approccio assolutamente innovativo e affinato con ulteriori metodologie di analisi – che includono ricerca storica sul periodo e sull’artista, indagini geomorfologiche e geologiche, verifiche dei voli aerei virtuali sulle aree studiate - le due studiose pioniere della ricerca sui paesaggi d’arte hanno identificato numerosi luoghi corrispondenti ai fondali di opere d’arte note in tutto il mondo.
“Alla grande passione e allo spirito di ricerca che ci ha sempre accompagnato nel tentativo di ricomporre la verità storica sui fondali, è seguito il desiderio, tradotto oggi in un progetto, di offrire visibilità ai paesaggi – affermano Rosetta Borchia e Olivia Nesci - così da permettere a chiunque voglia attraversare questi luoghi, di ripercorrere i passi dei grandi pittori e giungere, infine, ad ammirare i paesaggi dipinti. ”
Le ricerche portate avanti dalle due ‘cacciatrici di paesaggi’ sono state condotte con metodologie scientifiche applicabili al mondo dell’arte e non solo: “La scoperta di Rosetta e Olivia – dichiara Davide Barbadoro, direttore artistico del progetto MVR – ha cambiato per sempre alcune pagine della storia dell’arte, svelandone particolari fino ad allora sconosciuti, oltre ad aver valorizzato un territorio capace di sedurre i grandi artisti del Rinascimento. ”
IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
La prova dell’importanza e della bontà del progetto MVR è stata la grande partecipazione al Convegno Internazionale di Pesaro “Il Volto del Paesaggio. Ritratti del Montefeltro” organizzato dalla Camera di Commercio delle Marche come coronamento di una prima fase progettuale che ha visto MVR girare l’Europa per illustrare i suoi ‘paesaggi dipinti’.
Al Convegno hanno partecipato personalità di spicco del mondo dell’arte, della scienza e del turismo, tra cui anche il direttore esecutivo ENIT, confermando l’originalità e l’innovazione di un progetto unico nel suo genere, capace di fondere la bellezza dell’arte e la scoperta della natura con la ricerca di percorsi autentici, tra storia e tradizione. Durante l’evento, fra gli altri, è intervenuto anche l’illustre storico prof. Roberto Zapperi per raccontare la sua rivoluzionaria scoperta sulla vera identità della Gioconda di Leonardo da Vinci, ovvero la donna amata da Giuliano de’ Medici, Pacifica Brandani di Urbino.
I BALCONI RINASCIMENTALI
I Balconi Rinascimentali allestiti e attualmente visitabili sono: per La Gioconda di Leonardo da Vinci due punti, uno a Pennabilli, RN e l’altro nella località Monte Costa Grande, sempre Comune di Pennabilli, RN.
Le opere di Piero della Francesca si possono ammirare dai Balconi di località Pugliano Vecchio, (Comune di Villagrande di Montecopiolo, PU) per La Resurrezione; invece la località Pieve del Colle (Comune di Urbania, PU) accoglie il meraviglioso I Trionfi (Dittico dei Duchi); il Balcone posto in località Monte Palazzolo (Comune di Montecopiolo, PU) abbraccia lo sfondo de La Natività, mentre il paesaggio de Il Battesimo si trova in località Petrella Guidi (Comune di Sant’Agata Feltria, RN).
Il visitatore curioso e il turista impegnato, potranno quindi entrare nei ‘paesaggi dipinti’ delle opere d’arte di Leonardo da Vinci e Piero della Francesca e visitare spazi meravigliosi, come un grande museo a cielo aperto tra le colline, le rupi e le valli del Montefeltro, grazie al grande lavoro fatto dalle ‘cacciatrici’ Borchia e Nesci e dall’Associazione Montefeltro Vedute Rinascimentali. Altri Balconi verranno allestiti e aperti nei prossimi anni, in attesa che le ‘cacciatrici di paesaggi’ mettano a segno un’altra scoperta rivoluzionaria.
www.rinascimentomontefeltro.it
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di Mario Masciullo
Nel 2017 si è celebrato l’Anno dei Borghi italiani. Come da direttiva dell’ex Ministro Dario Franceschini, l’iniziativa nasce con l’intento di valorizzare destinazioni turistiche culturali meno note tra paesi e città di piccole dimensioni caratterizzate, però, da un ampio patrimonio storico-culturale, rappresentando delle mete ideali per forme di turismo lento e sostenibile.
Il progetto, funzionale a quanto previsto dal Piano Strategico 2017-2022 che ha tra i propri obiettivi il rinnovamento l’ampliamento della offerta turistica, la valorizzazione di nuove mete e la creazione di occupazione.
In un territorio celebrato da Plinio il Vecchio per l’aria pura e la qualità della terra , situato tra i monti Trebulani e il corso del fiume Volturno, crocevia di popoli , merci e culture tra Lazio, Campania e Sannio, il comune di Baia e Latina conserva i caratteri culturali della propria tradizione. Caratteristiche favorevoli per valutare e inserire la sua presenza nell’annuario dei Borghi (minori) d’Italia.
Baia e Latina, è una località di certo interesse nella provincia di Caserta. Le si attribuisce infatti l’antica appartenenza a una colonia etrusca, cioè che Enea avrebbe soggiornato a Latina e suo padre Latino avrebbe edificato un tempio sacro a Minerva e dato il nome al villaggio. Altre versioni fanno risalire le origini del Borgo al periodo Sannita. I due borghi oggi formano un unico comune, decisione risalente al periodo della dominazione francese (1806-14) e a quella successiva, la dominazione Borbonica.
Le abitazioni di Baia e Latina hanno conformazioni medievale evidenziate in parte dalle importanti strutture: torri e castelli arroccati a guardia del suo territorio. Unitamente ai numerosi palazzi se reperti archeologici che datano il periodo delle sue origini.
Quello che rimane del passato rispecchia una realtà storica leggibile sulle pietre delle sue abitazioni, le chiese, i palazzi nobiliari, i castelli. Strutture che si inerpicano verso l’alto attraverso vicoli e stradine che sembrano talvolta sparire dentro le case per poi riemergere in uno slargo, una piazzetta, dove la luce del sole è finalmente libera di irradiarsi.
I portoni delle case, nelle zone abitate, mantengono gli infissi esterni e portoni la cui età e colore evoca tempi lontani. E pertanto, fascino, piacere di trovarsi immersi nello stile di vita invariato nel tempo. Immaginare di vivere in epoche lontane a soli 50 km dalla vicina metropoli: Napoli e 25 da Caserta con la sua maestosa Villa Reale.
L’Anno dei Borghi italiani ha incontrato grande interesse dei comuni italiani dal Nord alla Sicilia e sviluppato iniziative promozionali con risultati altamente incoraggianti creando nuove fonti di turismo che hanno decretato il successo: le statistiche pubblicate alla chiusura dell’anno dei Borghi 2017 indicano più 7% di turismo nell’ambito nazionale incluso stranieri in particolare dai paesi asiatici-Cina e Giappone.
Il piano ambizioso del sindaco Giuseppe Di Cerbo in carica dal mese di giugno 2016 è di portare il suo Borgo all’attenzione di un numero sempre più alto di visitatori , più di quanti sono arrivati in occasione della celebrazione del “Presepe Vivente” celebrato a Natale 2018, migliorato artisticamente sotto la sua regia. E, creare iniziative minori per stimolare visite anche giornaliere, fino a elevare la destinazione lentamente al successo. Poi entrare trionfante nel catalogo ufficiale dei Borghi Italiani.
Con la visita al Borgo, l’occasione per ottenere chiarimenti dal sindaco:
Domanda: I n una zona del Borgo antico sono state individuate molte abitazioni in stato di abbandono e decadenza. C’è un piano per il loro recupero?
Sindaco: La richiesta di sovvenzioni per il restauro è stata inviata alla UE senza esito poiché necessita la partecipazione di capitali privati nella misura del 25% del valore complessivo per i restauri. I proprietari non sono in grado di investire, conferma il sindaco. Ma, abbiamo ottenuto il finanziamento regionale con contributo UE per la sistemazione della carenza idrica
Domanda:: Quale è il suo programma per migliorare la vita del Borgo?
Sindaco:Tra le priorità la creazione di un sistema ricettivo, cioè i Bed&Breakfast, l’ampliamento della rete fognaria, per questo siamo in attesa di fondi dalla regione. La riqualificazione del fiume Volturno, migliorare gli aiuti agli allevatori di bufale tramite il Programma Sviluppo Rurale (PSR).
Baia e Latina il primo piccolo comune d’Italia attrezzato con video sorveglianza.
Una lapide storica affissa su un palazzetto narra: “Qui nei tormentati anni del nuovo regno d’Italia il 10 novembre 1863 il sindaco Antonio Scotti e la consorte Francesca Iacracchi dopo eroica resistenza disdegnando arrendersi all’orda brigantesca che ne aveva incendiato la casa perirono tra le fiamme”.
Domanda: Sindaco, e la motivazione che ha fatto realizzare il progetto di video sorveglianza del Borgo?
Sindaco: Il progetto iniziato dal mio precedessore è dovuto alla prevenzione del problema nazionale sulla piccola delinquenza che ha toccato anche il nostro territorio. Noi riteniamo giusto proseguire con l’attivazione degli impianti dei sistemi di messa in sicurezza nel Borgo . Questa fase è delegata all’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Brancaccio.
Al termine dei lavori (entro breve) il sistema sarà attivo nell’arco delle 24 ore con grande soddisfazione degli abitanti (circa 2.400). Baia e Latina si pregerà di essere il primo piccolo comune d’Italia attrezzato con video sorveglianza. Le telecamere di sicurezza saranno collegate alla centrale di ricezione dati della caserma dei Carabinieri.
“Nel mio Piano è inserito il sistema informatico affidato all’architetto Christian Itri”, conclude il sindaco.
Il borgo è a vocazione casearia per la produzione di mozzarelle, formaggi, salumi e miele. La produzione di verdure è principalmente a livello individuale: solo orti a uso privato! I visitatori possono avvalersi di piccoli punti di ristoro e di uno più capiente in località Baglio, il ristorante Arco la cui cucina propone specialità locali con prodotti a chilometro zero.
(nelle foto, alcuni scorci di Baia e Latina e la Giunta comunale: da sx, il sindaco Giuseppe Di Cerbo, l'avv. Vincenzo Cappabianca, l'assessore ai Lavori Pubblici Antonio Brancaccio.)
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Dopo il successo degli scorsi anni, è scattato il conto alla rovescia per Italy Salento my love party in Berlin, l’esclusivo evento organizzato dalla rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge, diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it), mirato al mondo della comunicazione tedesca e internazionale, presente a Berlino per la più importante fiera del turismo d’Europa, la Itb.
L’appuntamento è per giovedì 7 marzo alle 8 pm, nel ristorante Antillo a Berlino. Si sono accreditati in 100 tra giornalisti tedeschi, blogger, fornitori e importatori di prodotti tipici italiani. Si accede solo per invito.
All’evento saranno presenti, la presidente di Apulier in Berlin, Maria Lucrezia Schiavarelli, l’onorevole italo tedesco, Mario Capezzuto, la consigliera delegata al turismo del Comune di Melendugno, Angelica Petrachi, l’assessore al turismo del Comune di Otranto, Mimina De Donno, il consigliere comunale di Gallipoli, Cosimo Nazaro, gli imprenditori Ada Miraglia e Vante Totisco di CDSHotels, Pasquale Grimaldi di Grimaldi Vacanze, Dario Strazzullo di Salento Ada’s House, Francesca Zecca di Cantina Conti Zecca, Sonia Vaglio Massa di Cantina Vaglio Massa, Annarita Formica di Pasticceria Perrone, Giovanni Petrelli della Cantina Petrelli e Torquato Parisi delle tipiche luminarie salentine.
I giornalisti e i blogger saranno guidati alla scoperta del Salento, facendo un viaggio ideale che fa tappa a
Melendugno www.melendugnotoyou.it,
Otranto www.comune.otranto.le.it
Gallipoli www.comune.gallipoli.le.it
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Un’esperienza totale, tra storia, natura, enogastronomia.
Fare un “safari notturno” in Appennino, realizzare la carta a mano a Fabriano, vivere un’esperienza speleologica nel complesso ipogèo di Frasassi, fare colazione in vigna. Sono solo alcuni degli “ingredienti” inseriti nell’innovativa proposta di turismo attivo promossa nelle Marche, precisamente nel territorio fabrianese, dall’Unione Montana Esino Frasassi in collaborazione con il Parco Gola della Rossa e con il Consorzio Frasassi.
Attraverso la piattaforma del Grand Tour delle Marche e l’applicazione di Tipicità, è possibile costruire il proprio viaggio “su misura”, tra eventi inconsueti, paesaggi selvaggi e borghi d’autore, vivendo attivamente il territorio con le opportunità offerte da una proposta strutturata, nella circostanza, da Aleste Tour.
Lo hanno sperimentato i giornalisti che hanno vissuto in anteprima la “Frasassi Experience” durante un week end caratterizzato da momenti indimenticabili, tra i quali la possibilità di assistere in modalità “live” alla battaglia del Sentino, rievocazione storica della celeberrima contesa delle nazioni (295 a.C.) svoltasi nel territorio dell’odierna Sassoferrato, che segnò i destini di Roma “caput mundi”.
Il safari nel Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi è un percorso e-sperienziale per piccoli gruppi di persone. Articolato attraverso i diversi ambienti dell’area protetta, si svolge in notturna, in parte in auto ‘fuoristrada’ ed in parte ‘a piedi’, alla scoperta di una natura selvaggia e misteriosa. In alternativa si possono effettuare percorsi dedicati di trekking e mountain bike, ma anche escursioni a cavallo.
Il percorso speleologico è invece accessibile dalle Grotte di Frasassi, con la possibilità di scegliere tra una “via blu”, più accessibile, ed una “rossa”, adatta ai più avventurosi ed esperti, sempre comunque al di fuori dei normali percorsi di visita e con “passaggi” mozzafiato tra stalattiti e stalagmiti nel millenario buio della caverna.
Il Museo della Carta di Fabriano offre l’opportunità di diventare novelli “Mastri cartai” guidati da esperti artigiani, autentici professionisti di questa antica arte. Tutto da scoprire il ‘salame di Fabriano’, insieme a cantine, birrerie artigianali e produttori agricoli di rare specialità. A Cerreto d’Esi, poi, la possibilità di gustare i sapori del terri-torio cullati dalle atmosfere della vigna in compagnia del rinomato Verdicchio di Mate-lica, il bianco fermo più premiato dalle guide italiane. Tra le suggestive ‘copertelle’ del borgo medioevale di Serra San Quirico, invece, si rivela particolarmente gustoso l’assaggio del tradizionale ‘calcione’, una sfiziosità tutta marchigiana. (foto On the Road)
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