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Quasi 5 mila tra musei, aree archeologiche e monumenti, quelli conteggiati nel 2015 dall'Istat. Un patrimonio ricco e diffuso, ma con tanto potenziale ancora non valorizzato. Sono molti i musei italiani che si stanno aprendo al digitale ma sono ancora pochi quelli in grado di offrire allestimenti interattivi, ricostruzioni virtuali e connessione wifi gratuita. È quanto riporta un’indagine presentata a Milano in occasione della 1^ edizione dell'Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali promosso dalla School of Management del Politecnico.
"Le istituzioni culturali si trovano di fronte a una doppia sfida: non basta attrarre visitatori, bisogna trovare il modo per comunicare il proprio patrimonio in un modo nuovo, che lo renda più prossimo alle esigenze di conoscenza ed esperienza di cittadini e turisti - raccomanda Michela Arnaboldi, direttore Scientifico dell'Osservatorio - Molte istituzioni hanno raccolto la sfida di trasformarsi per diventare più efficienti e parlare a nuovi e vecchi pubblici. L'innovazione digitale, che ha determinato un radicale cambiamento dei paradigmi di mercato negli ultimi anni, potrebbe ora rappresentare un fondamentale fattore di trasformazione per il settore culturale".
Tra gli strumenti digitali il più diffuso è il sito web, posseduto ormai dal 57% dei musei italiani. Seguono gli account sui social network (41%) e poi la newsletter (25%). Solo il 20% offre allestimenti interattivi o ricostruzioni virtuali, il 19% il wi-fi gratuito. Quando si parla di QR code, servizi di prossimità, catalogo accessibile online o visita virtuale del museo dal sito web le percentuali scendono fino al 13-14%.
Secondo l'indagine dell'Osservatorio Innovazione Digitale c'è ancora da fare. A partire proprio dai siti web, che spesso non facilitano l'utente e che nella metà dei casi (49%) sono solo in italiano. Per non parlare di servizi avanzati, come la possibilità di acquistare online merchandising o materiale legato al museo (l 6%), fare donazioni (6% e per il 70% si tratta di musei privati) e crowdfunding (1%).
Quanto alla presenza sui social network, il 52% possiede un account, ma solo il 13% è presente su tutti e tre i social più diffusi (Facebook, Twitter, Instagram), anche se il particolare curioso è che il 10% dei musei che non hanno un sito Internet risulta però attivo su Facebook.
Nel campione analizzato, i 3 musei con il maggior numero di page like su Facebook sono comunque i Musei Vaticani, seguiti dalla Reggia de La Venaria Reale e dal MAXXI. Su Twitter, primeggia il profilo dei Musei in Comune di Roma, seguito MAXXI e dal Museo del Novecento, a Milano, su Instagram, vince la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, seguito da Triennale e MAXXI.
Una percentuale più alta, ben il 62%, è presente invece su Tripadvisor e in molti (51%) hanno un certificato di eccellenza. Per quanto riguarda le startup, in Italia sono 105 quelle censite. Pochissime quelle che si cimentano sul B2B, probabilmente a causa della prudenza che le istituzioni culturali del paese ancora mantengono verso gli investimenti digitali. Mentre c'è fermento sui servizi di supporto alla visita di musei e città, ambito in cui il mercato è maggiore anche per la forte connessione con il turismo.
“Quello che ne viene fuori - conclude Michela Arnaboldi - è un panorama di istituzioni culturali in fermento, che cerca la via per l'innovazione per superare le criticità e sperimentare nuove modalità di mediazione, spesso abilitate dal digitale. La prima sfida –sottolinea - è legata alle risorse umane e alle competenze: le istituzioni culturali devono dotarsi di figure nuove, ibride, che diventino interpreti digitali del patrimonio, ossia di persone che conoscano il patrimonio, il suo valore, ma che al contempo siano in grado di valutare le opportunità offerte dal digitale. La seconda sarà rendere i progetti innovativi sostenibili economicamente sul medio e lungo periodo, magari attraverso nuovi modelli di business in grado di trarre risorse finanziarie proprio dai servizi abilitati dalla tecnologia".
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Obiettivi della giornata nazionale dei piccoli musei è far conoscere il vero volto di queste piccole raltà, il loro ruolo, e le loro specificità. Contemporaneamente si punta ad attirare l'attenzione delle istituzioni, dei residenti e di nuovi visitatori.
La 1^ Prima Giornata Nazionale dei Piccoli Musei, in programma il 18 giugno, si caratterizzerà non solo per le porte aperte e l'ingresso gratuito, ma soprattutto per un gesto di accoglienza che sia in grado di esprimere la cultura del museo e la sua identità.
Per l’occasione ai visitatori sarà donato qualcosa che simbolizzi l'accoglienza e l'identità del museo, ade esempio una piccola busta con qualche seme di fiori o di piante antiche del territorio, un evento particolare, una pubblicazione, un racconto.
Il dono vuole indicare che nei piccoli musei la prima risorsa sono le persone, chi ci lavora, chi cura le collezioni, chi ha aperto il museo, chi lo visita, i residenti che si identificano con il museo o che collaborano.
www.piccolimusei.com
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Abbadia San Salvatore celebra il Natale con le sue “Fiaccole”. La notte del 24 dicembre, si rinnova una delle più antiche feste del fuoco italiane, che vede la comunità badenga accendere le tipiche cataste di legna che sono state innalzate nei luoghi più intimi del paese.
Un lavoro iniziato settimane fa e che – per più di un mese - ha coinvolto l’intera città del Monte Amiata dove, di generazione in generazione, si tramandano i segreti della costruzione di questi piccoli capolavori di “architetture rurale” che rendono unica al mondo questa celebrazione.
Tutto è pronto e ferve l’attesa della sera del 24 dicembre quando, alle ore 18 si tiene la "Cerimonia di accensione" con la benedizione del fuoco che segna l'inizio della festa; la filarmonica suona canti natalizi e la Fiaccola davanti al Municipio è la prima ad essere accesa.
Questo è il segnale convenuto: da qui i capi fiaccola con le loro torce vanno a dare fuoco alle altre decine di fiaccole disseminate nel centro storico e in tutto il paese
Quindi tra canti e musiche popolari, in una tradizione che si trasmette da centinaia di anni e concilia laicità e spiritualità, le Fiaccole iniziano a bruciare illuminando la notte e rendendo il Natale ad Abbadia San Salvatore un momento magico e indimenticabile.
L’intero paese si ritrova nelle strade a rinnovare conoscenze e amicizie, mentre le cataste di legna bruciano fino accanto ai fuochi, si brinda con vin brulé e si degustano dolci tipici fino al mattino.
Intanto ad Abbadia San Salvatore (Siena) prosegue “Voglia di Natale!”, il calendario di appuntamenti che per un mese trasforma la “Città delle Fiaccole” in un originale “villaggio natalizio” pieno di arte, gusto e divertimento.
Gusto e artigianato sono protagonisti dello street food di via Roma e dei mercatini di Piazzale Michelangelo. Tra le novità assolute, qui, nell’aria cooking show si disputa la prima edizione di Christmas Chef, concorso che nel week end di Capodanno coinvolge appassionati di cucina in un’inedita esperienza ai fornelli.
Spettacoli itineranti si susseguono nel paese mentre, i più piccoli possono divertirsi con il luna park e il villaggio degli elfi dove un novelliere racconta favole tradizionali.
A disposizione di grandi e piccini il “La baita del Natale”, vero e proprio laboratorio artistico dove sperimentare antiche arti locali come l’uncinetto ma anche tradizioni del mondo, come l’origami.
Immancabile una carrozza trainata da cavalli che porta i visitatori a spasso nel paese.
“Voglia di Natale!” ad Abbadia San Salvatore continuerà fino a gennaio con tante sorprese. Tra le novità debutta il premio letterario “Città delle Fiaccole” destinato a un autore che abbia realizzato un’opera dedicata ai temi del Natale, del fuoco, della montagna. Inoltre, agli itinerari del gusto si uniranno ciaspolate, trekking nel bosco e visite guidate nel meraviglioso centro storico del paese. Non mancheranno spettacoli e concerti. Per un Natale che non finisce mai.
www.cittadellefiaccole.it
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Ha preso ufficialmente vita “Amatrice incoming”, una iniziativa già lanciata alcune settimane fa alla Borsa del Turismo Online di Firenze, che vede protagonisti gli operatori pubblici e privati dei Comuni della Regione Lazio colpiti dal sisma di fine agosto, convinti che possa essere il turismo la leva per la ripartenza economica dell’area.
L’iniziativa è sostenuta da Vivilitalia srl, con il patrocinio di Legambiente, Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, Federparchi, AITR, Agenzia Regionale Parchi del Lazio, Comuni di Amatrice, Accumoli, Cittareale, del Commissario Straordinario, della Regione Lazio, del CAI Club Alpino Italiano, dell’AIGAE, del MIBACT, dell’ENIT, ecc. e delle Associazioni locali.
Il progetto diventa operativo attraverso l’Associazione “Salaria è”, che raccoglie oggi oltre 25 imprese turistiche tra ricettività, ristorazione, produzioni tipiche, guide, ecc., con il supporto del comune di Cittareale, che ha presentato uno specifico progetto a finanziamento regionale rispondendo all’avviso pubblico a favore delle Reti di Imprese tra attività economiche su strada. Si vogliono mettere in campo iniziative finalizzate a favorire una maggiore integrazione e fruibilità delle risorse, ma soprattutto attività di comunicazione con la realizzazione di un portale web e lo sviluppo di proposte turistiche integrate.
Il presidente Emidio Gentili, operatore turistico locale, ha evidenziato come “il territorio sia già pronto ad accogliere i turisti e a far apprezzare le risorse ambientali ed enogastronomiche del territorio. Al contrario di quanto si possa pensare, molte imprese turistiche dell’Alta Valle del Velino e Terre di Amatrice, seppur con alcune limitazioni, non hanno mai smesso di offrire agli ospiti degustazioni, passeggiate a cavallo, escursioni, ecc. “
Il sindaco di Cittareale Francesco Nelli, comune beneficiario della Rete di filiera, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa per far ripartire un territorio che negli ultimi tempi evidenziava già segnali importanti di crescita e sviluppo turistico, e che vuole trovare in questo momento di disagio motivazioni ancor più forti per veicolare all’Italia e al mondo le peculiarità turistiche dell’area.
E’ attivo fin da subito l’indirizzo mail
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Torna fruibile, dopo 4 anni di chiusura, la storica miniera di Gambatesa, ubicata nel territorio di Ne, nell’alta Val Graveglia, entroterra del Tigullio. Il sito è stato riaperto utilizzando circa 850 mila euro di fondi regionali ed europei. "Prima della chiusura era la seconda attrazione dopo l'Acquario di Genova" ha spiegato il sindaco di Ne Cesare Pesce. "Gambatesa non è solo un museo, è un monumento al lavoro – ha detto Anselmo Agoni della Sky Mine che si occupa del museo minerario - gestiamo altre 4 miniere, ma questa è unica perché è rimasto tutto com'era".
Gli interventi finora hanno riguardato solo un primo lotto della miniera che è stata la più grande cava di manganese d'Europa, attiva dal 1876 sino al 2011, quando ha cessato l'attività estrattiva. L'attività museale, iniziata una quindicina di anni fa, ha fatto diventare Gambatesa una delle attrazioni turistiche della Liguria orientale. Successivamente, cambiando il quadro normativo di riferimento, è stata decisa la sospensione dell'accesso ai visitatori.
Il Parco regionale dell'Aveto, attuale proprietario, in questi anni, ha comunque sempre lavorato per giungere alla ripresa delle visite. Alla presentazione c’erano anche alcuni minatori che hanno lavorato a Gambatesa, tra cui Italo Domenico Rossi, 87 anni, nei cunicoli dal '55 al '74 e che scoprì la vena di manganese più redditizia della miniera: "rinunciai ad andare all'Italsider per lavorare qui – ha raccontato - più di una volta rischiai la vita; in quei tunnel ho perso l'udito quando io e un collega rimanemmo bloccati a causa delle esplosioni che avanzavano da entrambi i lati, riuscendo a stento a salvarci".
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Sono ancora le Dolomiti protagoniste dello scenario e quando si esce da una delle saune dell’hotel Pfoesl, a Nova Ponente in provincia di Bolzano, si cercano anche temperature che mai avremmo pensato di desiderare. Caldo abbinato al freddo: il segreto della filosofia della sauna. Salutare e ritemprante.
Soprattutto quando, dopo i “brividi”, c’è un caldo letto di fieno dove sdraiarsi e respirare il profumo della natura alpina. Oppure ci sono i comodi lettini ad acqua, riscaldati a puntino o quello classico nella sala con vista panoramica. Per chi vuole rilassarsi c’è la sala di meditazione alle rose: un ambiente con panca riscaldata e mosaici, pavimento in sassolini bianchi per un piacevole massaggio plantare e un accattivante profumo di rose.
Ma torniamo al freddo. Proprio a pochi passi dalle saune e bagni turchi della Spa dell’hotel Pfösl, c’è la neve. Si apre la porta di vetro e ci si trova nel giardino dell’hotel, ricoperto da un candido tappeto. I più temerari si tuffano nella neve, i più prudenti assaporano qualche boccata di aria fresca. I più freddolosi sorridono dietro la vetrata, rimanendo all’interno dell’ accogliente Spa.
E chi vuole può avventurarsi sul sentiero Kneipp all’aperto; si cammina sulla neve, sui sassi più o meno grandi e sulle pigne. L’hotel Pfösl si affaccia sul Catinaccio, lo Sciliar e il Latermar, facendo sognare gli ospiti in un’atmosfera incantata. Dalla nuova Alpine Lounge con i lettini sospesi, il caldo tepore, i profumi dei delicati vapori del centro benessere, pare di essere in un luogo non luogo dove il tempo si è fermato. Un invito a rilassarsi.
E la open Spa offre ancora un’emozione: il bagno nella vasca di legno all’aperto. Anche per i più recalcitranti la vasca di legno garantisce la temperatura dell’acqua calda; si esce in accappatoio, in completa privacy, si entra in questa vasca superpanoramica situata su una terrazza all’aperto e si respira l’aria fresca e pura delle Dolomiti.
Poi ci sono i bagni naturali: quello con latte fresco e miele dall’effetto idratante e rilassante, il bagno alle rose e il bagno all’olio fossile che è un toccasana per il benessere generale di corpo, mente, spirito.
A completare le proposte wellness ci sono il bagno turco, la sauna al pino mugo, alle erbe e una a infrarossi. Nell’area relax uno spazio tutto in legno di larice con angolo per il tè, il sentiero Kneipp con il suo stagno naturale, la piscina coperta panoramica, il grande giardino alpino con lettini e sentiero dei sensi.
Il centro wellness dell’hotel Pfösl permette di immergersi in un mondo pieno di suoni calmanti ed essenze aromatiche, dove i massaggi e i trattamenti benefici sono i compagni di viaggio di una vacanza speciale.
www.pfoesl.it
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