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Il deserto del Negev in Israele, a soli 90 minuti di auto da Gerusalemme o Tel Aviv, tra le sue bellezze naturali ospita tre craterici unici in tutto il mondo, sei siti patrimonio dell’UNESCO, aree incontaminate, attrazioni turistiche, sentieri per escursioni a piedi, in bicicletta e molte altre attività avventurose nella natura e allo stesso tempo offre ai visitatori il silenzio e la maestosità del deserto.
Il paesaggio nel Negev cambia significativamente man mano che lo si attraversa, con spettacolari dune di sabbia a nord che abbracciano il cratere Ramon nel mezzo, il deserto africano con ampie savane e alberi di acacia ad est che lasciano spazio a granito rosso e nero, in contrasto con le colline di arenaria nel sud. È possibile attraversare questo paesaggio vario in un viaggio nel deserto di tre ore.
Il Negev offre una vasta gamma di proposte di alloggio, che si adattano perfettamente ai paesaggi e allo stile di vita del deserto, dagli hotel più economici fino a strutture a 5 stelle, o ancora ostelli, zimmers (la versione israeliana dei bed&breakfast), tende beduine, Khans (grandi complessi all’aperto con capanne e zone notte comuni), fattorie familiari (camere per gli ospiti in fattorie caratteristiche), camere per gli ospiti in kibbutz e glamping (campeggio di lusso).
Le attività proposte rispecchiano la diversità del paesaggio con percorsi da percorrere a piedi, in bici o in 4x4 che si snodano in tutto il sud di Israele, tra scoperta, sport ed esperienze mozzafiato in un luogo unico al mondo
L’esperienza beduina
L’ospitalità beduina consente di fare un’esperienza decisamente unica, al tempo stesso gradevole e interessante dal punto di vista culturale.
Un gruppo di tribù nomadi indigene e con una storia di molte centinaia di anni, i beduini di Israele, continua a vivere secondo le tradizioni, aprendo ai visitatori i loro cuori, le loro abitazioni e il loro stile di vita, per consentire al pubblico di condividere i loro costumi e la loro ospitalità famosa in tutto il mondo.
Le escursioni a dorso di cammello, i pasti tradizionali beduini e addirittura i pernottamenti sotto le tradizionali tende beduine costituiscono attrazioni molto apprezzate dai turisti della regione e danno la possibilità di scoprire tradizioni ed entrare a contatto con stili di vita ormai dimenticati.
Il Cratere Ramon
Un fenomeno geologico unico situato nel Negev a circa 85 km a sud della città di Beer Sheva, è il più grande cratere naturale del mondo, lungo 40 km e che raggiunge i 10 km nel suo punto più ampio e le sue pareti raggiungono i 200-300 metri di altezza. Turisti e visitatori possono visitare l’area in jeep, in bicicletta e a piedi per dare uno sguardo alla magia e ai segreti del deserto e alla “finestra” che apre negli antichi mondi geologici di fossili , sabbie colorate, rocce vulcaniche e molto altro ancora.
Avdat National Park
Situato nel cuore del deserto del Negev a circa 20 km a nord di Mitzpe Ramon e arroccato su una collina sopra il corso d’acqua del torrente Tsin, ospita gli imponenti resti di una delle città nabatee meglio conservate in Israele.
Avdat è situato su uno dei più grandi altipiani in Israele, a cui dà il nome - Avdat Heights e rappresenta un complesso archeologico - una città e un sistema ben sviluppato di antica agricoltura e pozzi, che lo rendono uno dei siti archeologici più importanti del Negev, nel 2005 è stato riconosciuto dall’UNESCO come dichiarato patrimonio dell’umanità, insieme alle città del deserto e alla Via dell’Incenso. In questo sito si trovano i resti di una città che esistita per circa mille anni, dal periodo nabateo fino al periodo bizantino.
Parco di Timna
16.070 ettari di valle a forma di ferro di cavallo circondati da scogliere scoscese, il parco di Timna rappresenta un’esperienza straordinaria e un paradiso di bellezza per gli amanti delle escursioni. Qui potrete ammirare le meravigliose opere della natura, le piante e gli alberi che hanno fatto del deserto la loro casa, sopravvivendo a condizioni dure e difficili.
Con la sua moltitudine di attrazioni, sabbie colorate e montagne impervie, il parco di Timna Park attrae irresistibilmente i visitatori.
Yotvata Hai-Bar
La riserva naturale di Yotvata Hai-Bar è il centro di allevamento e cura di animali più grande della zona. Gli animali vengono successivamente reintrodotti nel loro ambiente naturale. La riserva vanta stupende attrazioni che fanno la gioia degli amanti degli animali, tra cui il centro degli animali da preda, con i suoi predatori vivi e i piccoli animali del deserto, un osservatorio notturno di animali all’interno di una stanza oscura e 12 chilometri quadrati di terreno in cui i greggi di erbivori scorrazzano liberamente.
(foto On the Road)
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Le squadre di soccorso, al lavoro nella grotta in Thailandia dove dodici bambini e un adulto sono intrappolati dal 23 giugno, stanno valutando il calo dei livelli dell’acqua interna e questo li potrebbe indurre ad accelerare il salvataggio del gruppo. Le autorità hanno annunciato di aver ridotto il livello di acqua nella prima sezione della grotta - un tratto di un chilometro e mezzo dall’ingresso fino a un punto che chiamano ‘camera tre’ - del 40%: ora è possibile camminare attraverso il lungo tratto (i ragazzi infatti non sanno nuotare). Il governatore della provincia di Chiang Rai, Narongsak Osatanakorn, ha detto che è una “corsa contro il tempo” e che stanno valutando i rischi dell’operazione, considerato anche che nel week-end sono previste forti precipitazioni monsoniche. “Non possiamo garantire quando accadrà. Ma faremo in modo che i bambini siano al 100 per cento al sicuro” durante la missione, ha detto in una conferenza stampa il governatore della provincia dove si trova la grotta.
“Se il rischio è inferiore al 10 per cento, andremo avanti”, ha aggiunto a sua volta una delle responsabili delle operazioni. L’operazione si svolgerà in maniera graduale, portando all’esterno prima i ragazzini nelle migliori condizioni sia fisiche che psicologiche. Intanto circa 20 pompe di drenaggio lavorano senza sosta e continuano a estrarre circa 10 mila litri all’ora, il che si traduce in una diminuzione costante anche se infinitesimale (circa un centimetro) del livello delle acque.
I 12 ragazzini, fra i 11 e i 16 anni, erano dispersi dal 23 giugno quando avevano fatto un’escursione nella grotta di Thaum Luang, nella provincia di Chiang Rai al nord della Thailandia assieme al loro allenatore. Per l’esattezza, hanno passato 220 ore, 9 giorni, intrappolati a circa 400 metri dalla cavità di Pattaya Beach. Davanti all’ingresso erano state ritrovate le loro biciclette. Successive piogge avevano allagato l’ingresso, bloccando i ragazzi all’interno e rendendo molto difficili i soccorsi.
Con il passare dei giorni oltre mille persone, con aiuti da dieci paesi, si sono impegnati nei soccorsi che hanno tenuto col fiato sospeso l’intera Thailandia, mentre dalla grotta non giungeva nessun segnale di vita. La speranza di tutti, e dei genitori che hanno atteso tutti questi giorni davanti alla grotta, era che i ragazzi avessero potuto trovare un rifugio all’asciutto.
L’esperto, interpellato dall’Ansa, afferma: “Ci vogliono 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno tra l’entrata della grotta Tham Luang e il punto dove i 12 giovani calciatori e il loro allenatore sono bloccati da ormai dodici giorni. Lo hanno calcolato i soccorritori che hanno percorso avanti e indietro i quattro tortuosi chilometri di distanza, parte dei quali ancora sommersi. In particolare, mentre il primo tratto consente ormai di camminare con i piedi nell’acqua, l’ultimo chilometro abbondante tra la terza base intermedia - che funge da area di sosta e di rifornimento per i soccorsi - e i ragazzi, viene percorso in circa tre ore”.
E’ improbabile che l’intero percorso venga liberato dall’acqua prima del weekend, quando sono previste nuove piogge. Anche per questo, all’esterno della grotta altre squadre di soccorritori continuano a perlustrare la giungla sulle pendici della montagna, nella speranza di individuare un’entrata alternativa dalla quale possano essere fatti uscire i ragazzi.
Nel frattempo, dalla Svezia è arrivata una speranza in più: la donazione di 15 maschere che coprono tutto il viso e permettono ai giovani calciatori di respirare a lungo dal naso. La speciale maschera, si legge sul New York Times, va incontro alle difficoltà di chi non ha dimestichezza con la respirazione subacquea e non è in grado di usare le maschere tradizionali dotate di valvola. L’uscita dalla grotta sarebbe così più facile anche nei tratti in cui è necessario procedere sott’acqua.
(foto Thai Navy, Rainews, Ansa)
Marco Balsamo
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(Milano, 5 maggio) - Solo stanotte l'US Geological Survey (USGS) ha riferito che il terremoto di ieri, venerdì 4 maggio, manifestatosi alle 12:33 nella zona del vulcano Kilauea sulla Big Island, era di magnitudo 6.9, molto più alto quindi delle ultime stime aggiornate a 6.4, ma precedute da un iniziale 6.0.
Sulla Big Island, l’eruzione del vulcano Kilauea sta provocando panico e distruzione. La lava sgorga da diverse fratture nel suolo, distruggendo strade e abitazioni e incendiando i boschi. Il Pacific Tsunami Warning Center ha ricevuto per tutta la giornata numerose chiamate dai residenti, preoccupati che l’attività sismica e la crescente eruzione del vulcano Kilauea potessero innescare uno tsunami.
E, in effetti, il terremoto di magnitudo 6.9 di ieri, venerdì 4 maggio, ha provocato qualche piccola onda di tsunami sulla Grande Isola delle Hawaii, secondo quanto riportato dagli esperti. Inizialmente, c’è stata un po’ di confusione riguardo alla possibilità di alcuni cambiamenti nell’oceano provocati dalla forte scossa. In un primo momento, gli esperti hanno riferito che non c’era stata alcuna attività di tsunami. In seguito, hanno confermato che un piccolo tsunami non distruttivo, in realtà, era stato generato.
Il dott. Charles McCreery, direttore del Pacific Tsunami Warning Center, ha spiegato: “Si è generato un piccolissimo tsunami intorno alle coste della Grande Isola e stiamo vedendo piccole fluttuazioni del livello del mare, meno di 30 cm, ma sufficienti a farci capire che il terremoto ha causato lo spostamento dell’oceano e ha generato un piccolo tsunami”. Ora sembra che l’acqua si stia ritirando in alcune aree costiere, ma l’episodio sta portando le autorità a esortare i residenti affinché mantengano uno stato di allerta. Negli ultimi giorni, infatti, la Grande Isola delle Hawaii è stata colpita da centinaia di piccole scosse, ma anche da diversi terremoti che hanno raggiunto un livello di magnitudo 5.
Quando l'eruzione principale del vulcano Kilauea si è rallentata nella tarda notte di giovedì, la Protezione Civile della Contea di Hawaii ha confermato che nuove bocche vulcaniche stanno esplodendo in quella che è nota come "la zona dell'East Riff, una vasta area nel Puna District che comprende le tenute rurali di Leilani vicino a Kaupili, Makamae e Mohala Street". Nel complesso, sono state segnalate oltre 600 scosse di terremoto.
Oltre all'evidente pericolo materiale per i nuovi flussi di lava provocati dall'eruzione di Kilauea, l'evacuazione obbligatoria continua a causa dell'elevato livello di anidride solforosa emessa. Sebbene fosse considerata possibile, l'eruzione con attività sotterranee così importanti è giunta inaspettata. The Big Island Video News ha riportato: "Il governatore Hawaii, David Ige, era sulla Big Island venerdì, e aveva firmato un'emergenza già giovedi notte, dicendo "il pericolo è di tale portata che merita un'azione preventiva e protettiva al fine di garantire la sicurezza, la salute e il benessere dei residenti di Leilani Estates e delle aree circostanti". La proclamazione autorizza la spesa di denaro statale per gli aiuti immediati e il governatore Ige ha detto che sta lavorando anche su vie federali per l'assistenza. Nel complesso, a oggi, migliaia di persone sono state evacuate, e al momento non si hanno notizie di vittime.Secondo la portavoce dell'Osservatorio vulcanologico delle Hawaii, Janet Babb, i numerosi terremoti registrati finora sull'isola - incluso quello di magnitudo 6.9 - riflettono il movimento del vulcano che si adatta allo spostamento del magma. E gli esperti stanno valutando adesso se i sismi avranno un impatto sull'eruzione dello stesso vulcano. Intanto le autorità hanno ordinato l'evacuazione di oltre 1.700 persone dall'area più vicina alla lava, mettendo in guardia i residenti contro il pericolo del gas solforico per gli anziani e le persone con problemi respiratori. Finora due abitazioni sono state inghiottite dalla lava. Le autorità hanno inoltre evacuato tutti i visitatori dal Parco nazionale che si trova sull'isola a causa delle frane provocate dal terremoto lungo i sentieri. Allo stesso tempo sono stati chiusi i campus della Università delle Hawaii a Hilo dell'Hawaii Community College.
Siti di aggiornamento: eturbonews.com - hawaiinews.online - meteoweb.eu - ansa.it
foto: ansa – meteoweb
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Nelle ventitré città e distretti dell’Uzbekistan nasceranno o ricresceranno i Centri per lo sviluppo dell’artigianato negli anni 2018-2019. Questi centri avranno lo stile architettonico storico nazionale con le bancarelle sistemate in ordine dell’”antico bazar orientale” e includeranno luoghi speciali per spettacoli di maestri dell’arte popolare, caravanserragli e altro per attirare i turisti.
Gli artigiani eserciteranno il loro mestiere e vivranno in questi centri, così come fecero i loro predecessori per i secoli: i negozi e locali commerciali saranno costruiti al primo piano, mentre il secondo piano ospiterà gli alloggi moderni.
Si prevede di introdurre il meccanismo per assegnare rilevanti risorse agevolate di credito: in particolare, il Fondo per la Ricostruzione e lo Sviluppo della Repubblica dell’Uzbekistan concederà le linee di credito alle banche commerciali “Microcreditbank”, "Halk Bank" e "Agrobank" per l’importo complessivo di 50 milioni di dollari statunitensi.
Le trattenute assicurative obbligatorie versati da giovani artigiani al Fondo di previdenza extra-bilancio saranno contabilizzate come le rate per la restituzione del prestito.
Inoltre sono previsti i provvedimenti per garantire una fornitura ininterrotta delle materie prime per lo sviluppo delle attività artigianali. L’Associazione “Uzbekipaksanoat” (l’industria della seta dell’Uzbekistan) è incaricata di fornire la seta grezza e il filato di seta agli artigiani, previa la richiesta preliminare inoltrata dall’Associazione “Hunarmand” (Artigiano). Ai khokimiats regionali e di Tashkent è stato affidato l’incarico di concedere entro i due mesi dei terreni necessari per la semina e la coltivazione di alberi come materia prima per le attività degli artigiani impegnati nell’intaglio sul legno.
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È Angkor Wat, in Cambogia, il sito Unesco più amato al mondo secondo la classifica mondiale di TripAdvisor dei siti culturali e naturali patrimonio dell’UNESCO meglio votati dai viaggiatori di tutto il globo a livello italiano e mondiale.
La Top 10 nazionale vede in prima posizione i Sassi di Matera, unico sito italiano premiato anche nella classifica mondiale. In seconda posizione si trova il Duomo di Monreale, mentre il centro storico di Siena conquista la medaglia di bronzo. Per un soffio fuori dal podio la Basilica Patriarcale di Santa Maria Assunta ad Aquileia, (4°) seguita da Val d’Orcia in Toscana (5°), Basilica di San Francesco ad Assisi (6°) e Costiera Amalfitana (7°). Chiudono la classifica l’area archeologica di Pompei (8°), il centro storico di Firenze (9°) e Venezia e la sua laguna (10°).
Nella Top 10 mondiale dopo Angkor Wat, si posiziona Taj Mahal, in India e la Grande Muraglia a Mutianyu, in Cina. Fori dal podio due siti sudamericani: Machu Picchu, in Perù (4°), visitabile in un giorno viaggiando da Aguas Calientes o immergersi nell’esperienza completa percorrendo i sentieri Inca per almeno 3 giorni; seguito dalle Cascate di Iguazù, al confine tra Brasile e Argentina (5°). In sesta posizione l’unica italiana: i Sassi di Matera.
Chiudono la top ten Auschwitz Birkenau, in Polonia, divenuto simbolo di terrore, genocidio e dell’Olocausto; la Città Vecchia di Gerusalemme, in Israele; le aree storiche di Istanbul, in Turchia, che include strutture come Sarayburnu, Palazzo Topkapı, Basilica di Santa Sofia, Moschea Blu, Chiesa di Santa Irene, Moschea di Zeyrek, Moschea di Solimano, Piccola Santa Sofia e le Mura di Costantinopoli; e infine il Centro Storico di Cracovia, in Polonia.
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Continua la crescita della Giordania sul mercato italiano. Il trend positivo, iniziato dalla fine del 2016, ha prodotto anche nel periodo estivo e autunnale numeri di un certo riguardo che, tenuto anche conto delle prenotazioni per le vacanze invernali, fanno davvero ben sperare per il prossimo anno. Queste le cifre dell’incremento degli ultimi tre mesi: agosto + 65,9%, settembre + 39,2%, ottobre + 62,8%. Il dato complessivo dei 10 mesi del 2017 vede una crescita attestarsi a + 45,7% con gli arrivi italiani che hanno di gran lunga già superato quelli di tutto il 2016. Anno di rinnovati e forti investimenti da parte del Jordan Tourism Board che stanno producendo i suoi frutti.
Il dato positivo è dato anche dalla rinnovata spinta da parte dei tour operator e delle agenzie di viaggio che hanno intercettato il rinnovato interesse degli italiani verso le bellezze del Regno Hashemita, ma anche dalle continue richieste di informazioni da parte dei consumatori finali che vedono nella Giordania un paese facile da visitare.
La crescita della Giordania è anche a livello internazionale e si attesta intorno al 20% rispetto al 2016. In forte aumento anche Russia, Spagna, Cina, India e Francia.
Giordania infine teatro di un nuovo film con risonanza mondiale. Alladin, il fantasy musical di Walt Disney che uscirà nel 2019, girato da Guy Ritchie e che vede come protagonista Will Smith, è stato girato nel meraviglioso scenario del Wadi Rum.
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