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Il tempo vola, in particolare nel settore aeronautico, dove volare è all'ordine del giorno.
Cinque anni fa, Qatar Airways ha avviato voli giornalieri da Doha a Entebbe, ed a Kigali, utilizzando aeromobili Airbus A320.
Nel 2011 il nuovo hub della compagnia aere, l'aeroporto internazionale di Hamad, era nelle prime fasi di costruzione. Da allora, è stato completato ed è diventato uno degli aeroporti hub più importanti del mondo, con oltre 30 milioni di passeggeri movimentati solo nello scorso anno. Qatar Airways è cresciuta a passi da gigante, oggi sono circa 191 gli aeromobili in servizio diretti verso 150 destinazioni nel mondo.
Il signor Ehab Amin vice presidente senior di Qatar Airways in Africa, medio Oriente e Pakistan ha detto: “Qatar Airways è lieta di celebrare cinque anni di attività di successo. Ha goduto di grande successo nelle sue operazioni in Uganda, e vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare i nostri clienti per il loro supporto continuo, la fedeltà e l'apprezzamento dei nostri servizi. Siamo onorati di continuare a servire il mercato ugandese, costruendo forti relazioni con i nostri partner commerciali e non vediamo l'ora di lavorare e crescere insieme nei prossimi anni e oltre”. Nelle immediate regioni africane orientali, Qatar Airways vola a Entebbe, Kigali, Nairobi, Dar es Salaam, Kilimanjaro e Zanzibar. A breve inizieranno i voli su Mombasa.
Sara Marchesi
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La prestigiosa guida di Lonely Planet “Best in Travel” ha nominato Los Angeles al terzo posto tra le dieci città da vedere nel 2017.
L’annuale pubblicazione “Best in Travel” è ormai diventata un punto di riferimento per il mondo dei viaggiatori. Dieci Paesi, dieci regioni, dieci città vengono selezionate da una giuria composta da un team di esperti e autori di Lonely Planet che elencando nella guida mete e motivazioni della scelta, stabiliscono le tendenze di viaggio per l’anno successivo.
“E’ sicuramente un onore per la città di Los Angeles essere inserita al terzo posto nella classifica delle città da visitare nel 2017, ma non una sorpresa - ha affermato Maria Teresa Rizzitiello, account director di Visit California in Italia - Los Angeles è diventata la nuova capitale americana di riferimento per tutto quello che è di tendenza e all’avanguardia, un vero e proprio hot spot culturale, affrancandosi dallo stereotipo della metropoli americana a sette corsie autostradali”.
La città sta investendo molto nell’arte, nella cultura e nelle infrastrutture per facilitare gli spostamenti tra i diversi quartieri.
Il 2015 ha visto l’apertura del nuovissimo museo di arte contemporanea “The Broad”, nella zona di Downtown, un edificio avveniristico che merita una visita anche solo per ammirarlo dall’esterno.
E per gli appassionati di architettura l’ACE Hotel, un edificio risalente all’epoca spagnola, aperto nel 2014, hotel di design super lusso, ritrovo di star e artisti emergenti, al suo interno un teatro dove lo scorso febbraio hanno suonato i Red Hot Chilly Peppers.
Sul fronte delle infrastrutture, la nuova linea di metropolitana sarà ultimata entro l’anno e collegherà Santa Monica con i quartieri di Downtown e Hollywood. Investimenti che rispondono alla richiesta dei visitatori ma soprattutto dei molti millennials che si sono trasferiti a L.A. e che vogliono essere parte del fermento culturale che la città sta vivendo. Non solo aspiranti attori di Hollywood, ma anche artisti, fotografi, designer, creativi dei brand più trendy della moda americana, insomma un mix di personalità capace di influenzare le tendenze del momento.
Proprio per questo, a L.A. hanno aperto recentemente concept store molto innovativi, uno fra tutti Just One Eye che propone capi dei brand più trendy, mostre di artisti, fotografi emergenti e articoli di arredamento e design.
Non solo Santa Monica, Venice Beach e Hollywood, ma anche Marina del Rey, sulla costa oceanica, il porto turistico della città dove si stanno trasferendo chef di fama internazionale e dove stanno aprendo locali di tendenza, o ancora Silverlake, ai piedi delle colline di Hollywood, il quartiere hipster di L.A., legato al mondo della musica e del rock, dove andare la sera ad ascoltare band emergenti.
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Le Hawai‘i non sono soltanto un paradiso dove rilassarsi al sole, ma risaltano, rispetto agli altri 49 stati USA, per la vasta mole di attività che propongono e per la loro unicità che le rende una destinazione memorabile da visitare. Perché? Ecco una lista di motivi che vi convinceranno a visitarle, se le spiagge da sole non bastassero!
Visitare l’unico “palazzo reale” degli Stati Uniti
Le Hawai‘i ospitano l’unica residenza reale degli Stati Uniti, a Honolulu: Iolani Palace, la residenza ufficiale dei reali hawaiiani durante le ultime due monarchie, dal 1882 al 1893, il regno di re Kalākaua e della regina Lili‘uokalani.
I primi 2 piani di questo ricchissimo edificio sono stati ristrutturati con cura e sono stati aperti al pubblico per delle visite guidate. I visitatori possono accedere ad alcune aree come la Dining Room, la Grand Hall, le suite private e le prigioni dove la regina Lili‘uokalani è stata rinchiusa per 8 mesi dopo la fine del suo governo. iolanipalace.org
Passeggiare nell’unica foresta pluviale tropicale degli Stati Uniti
Le Hawai‘i sono l’unico stato americano con una foresta pluviale tropicale, che si espande su tutte le isole principali dell’arcipelago: O‘ahu, Maui, Lāna‘i, Kaua‘i, Moloka‘i e Hawai‘i Island.
Avventurarsi all’interno della foresta pluviale hawaiiana è il modo migliore per conoscere la bellezza dei paesaggi di queste isole. Per esempio uno dei percorsi più belli, adatto anche ai principianti, si trova a O’ahu dove per arrivare alle Mānoa Falls si dovrà attraversare la foresta pluviale di Hālawa Valley. Oppure si può provare il percorso ‘Awa‘apuhi a Kaua'i ricco di viste mozzafiato.
Scoprire come un chicco di caffè diventa un’ottima tazza di espresso
Non troverete nessuna piantagione di caffè in nessun’altro degli Stati Uniti se non alle Hawai‘i. Il caffè Kona è un prodotto molto raro che cresce soltanto a nord e a sud di Kona, su Hawai‘i island. Ci sono centinaia di piantagioni di caffè a Kona e molte di queste sono aperte al pubblico.
Gli amanti del caffè non devono perdersi il 47° Kona Coffee Fest (4-13 novembre), uno dei festival di food più antichi dell’arcipelago in cui si celebra la cultura che gli Hawaiiani portano con sè da oltre 200 anni. Quest’anno l’evento sarà caratterizzato anche da tour nelle piantagioni di caffè sull’isola, un contest sulla miglior ricetta del caffè Kona, una sfilata con le lanterne e l’elezione di Miss Kona Coffee.
Provare ad avvistare animali e volatili tipici delle isole
Da sempre le isole Hawai‘i ospitano un’immensa varietà di specie animali: fra tutti, i più noti sono gli uccelli Honeycreepers, il vespetillo cenerino (una specie di pipistrello) e oltre il 20% di specie marine come i pesci farfalla e i pesci angelo. Per gli appassionati di bird watching, Field Guides ha una grande offerta di tour che coprono 3 delle isole (O‘ahu, Kaua‘i e Hawai‘i Island) in cui si potranno esplorare le specie locali di uccelli e uccelli di mare.
Visitare il vulcano inattivo più grande del mondo
Haleakalā è il vulcano inattivo più grande del mondo e costituisce il 75% della superficie di Maui. Si eleva fino a 3.055 metri sul livello del mare, l’inclinazione di Haleakalā è visibile da tutti i punti dell’isola.
Cosa non potete assolutamente perdervi a Maui? Una visita dall’alba o al tramonto a Haleakalā, portate con voi un cestino da pic-nic e dirigetevi verso la cima del vulcano e ammirate i paesaggi di Maui che in queste ore del giorno si animano in un arcobaleno di colori.
Ammirare il vulcano attivo più grande del mondo
Kīlauea si trova nell’arcipelago delle isole Hawai‘i ed è il vulcano più attivo del mondo con una produzione di lava che va da 190.000 a 500.000 metri cubi al giorno! Ci sono diversi percorsi di arrampicata per avvicinarsi al vulcano, come il famoso Devastation Trail. Esiste anche la possibilità di prenotare un elicottero oppure un tour in barca intorno al vulcano per godere di un punto di vista eccezionale sulla lava che esce dal vulcano e si getta direttamente nell’Oceano Pacifico. C’è un opzione anche per chi vuole fermarsi su un classico punto di osservazione sulla terraferma: basta recarsi a Crater Rim per fare delle magnifiche fotografie di Kīlauea.
Sapere che le costruzioni a Kaua‘i non possono essere più alte di una palma
Secondo questa legge, che si riferisce solo all’isola di Kaua‘i, tutte le nuove costruzioni non possono essere più grandi di una palma. Questo vuol dire che non ci saranno mai grattacieli, torri, autostrade o città a Kaua‘i che resterà un piccolo paradiso di pace dove rilassarsi durante le vacanze.
Recarsi nel punto più a sud di tutti gli Stati Uniti d’America
Ka La‘e è conosciuta come South Point e infatti è il punto più meridionale delle isole Hawai‘i, ma anche degli USA. Viene considerata un monumento di storia naturale perché i visitatori possono sostare – praticamente – a metà tra l’Oceano profondissimo e blu e l’Antartide. Per stendervi sul bagnasciuga di Ka La‘e prendete la stradina South Point Road per circa 20 Km e passando tra villette e mulini a vento arriverete sulle spiagge dell’isola. C’è anche un piccolo heiau (un luogo sacro) che val la pena visitare.
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Il delta del Mekong, subito a sud della capitale meridionale Ho Chi Minh – la vecchia Saigon – costituisce una delle mete imperdibili di ogni viaggio in Vietnam, ma anche in Cambogia, in quanto una delle zone più peculiari del Paese, tra l’altro riserva della biosfera, protetta dall’Unesco.
In genere i turisti vi dedicano un paio di giorni, tanto per navigare i canali principali su consistenti e confortevoli imbarcazioni (dove spesso si pernotta) e per vedere qualche mercato galleggiante, i villaggi su palafitte, risaie e piantagioni, gli allevamenti di pesce e frutti di mare.
Ma il delta rappresenta un territorio straordinario, forse unico per le sue molteplici caratteristiche, enorme e vario, che andrebbe assaporato con calma su piccole barche per scoprirne gli aspetti più reconditi e gli angoli più nascosti, dall’importante patrimonio naturalistico alla vita di tutti i giorni di contadini e pescatori che trascorrono tutta la vita sull’acqua, con infinite scene bucoliche.
Il grande fiume, la madre di tutte le acque per il Sud-est asiatico, 11° nel mondo per lunghezza e 12° per portata, nasce in Tibet sotto le vette himalayane, attraversa lo Yunnan cinese, poi il Laos (dove segna il confine con Myanmar e Thailandia) e la Cambogia, per formare infine nel sud del Vietnam, un enorme delta grande quanto un sesto dell’Italia.
Ed è qui che il grande fiume si divide in nove rami principali (qui chiamato fiume dei nove draghi) e una miriade labirintica di canali secondari in cui risulta difficile stabilire dove finisce l’acqua e comincia la terra, prima di gettarsi nel Mare Cinese meridionale.
Incredibilmente risente delle maree fino al centro della Cambogia, cioè a centinaia di chilometri di distanza dalla costa, e il livello dell’acqua varia sensibilmente per il monsone (inizia a salire a maggio, raggiunge il massimo a settembre e il minimo a gennaio-febbraio), costringendo a costruire case e villaggi su palafitte per non subire alluvioni: un detto locale recita che i laotiani vivono vicino al fiume, i Cambogiani sul fiume, i Vietnamiti nel fiume.
In questo piatto territorio formato da detriti alluvionali, che negli ultimi seimila anni è avanzato di 200 km (con una progressione attuale di 17-18 metri all’anno), vivono 17 milioni di persone (un quinto della popolazione vietnamita) ,che producono oltre la metà del riso nazionale, l’ 80 % della frutta e il 60 % del pesce, nonostante il Paese disponga di ben 3.500 km di coste marine.
Due milioni di tonnellate all’anno di pescato, composto da 850 varietà di specie diverse (compresi quelli di maggior stazza in assoluto, pesce gatti lunghi 3 m e del peso di 300 kg), quasi tre derivati dall’acquacoltura, ne fanno una delle aree di pesca più produttive al mondo, capace di sfamare 40 milioni di persone.
Ma non si pensi soltanto a risaie e villaggi di pescatori: ci sono anche città con oltre un milione di abitanti e caratteristici mercati. Se Cai Be è il maggiore, quello di Phung Hiep è il più esotico, con un’area dedicata alla vendita di vari tipi di serpenti, da queste parti considerati una vera prelibatezza gastronomica.
E insieme all’antico il moderno: l’avveniristico ponte di Can Tho, lungo quasi 3 km e a sei corsie, rappresenta il maggior ponte sospeso dell’Asia.
Con tutto ciò, nonostante le foreste di un tempo non superino l’ 8%, la natura svolge ancora un ruolo fondamentale, in quanto il Mekong costituisce una delle aree a maggior ricchezza biologica del pianeta, con oltre diecimila specie nuove scoperte negli ultimi decenni tra animali e vegetali.
La foresta di Un Minh offre una delle maggiori distese di mangrovie del mondo, popolata da un gran numero di uccelli acquatici, tra i quali spiccano aironi e cicogne.
Interessante anche la componente etnica: ai vietnamiti si affianca infatti una minoranza di khmer, retaggio dell’antico dominio cambogiano durato fino al 1700 e ancora testimoniato da antichi monumenti, nonché di cinesi e musulmani.
Un’esperienza da non perdere sarebbe quella di mangiare su un ristorante galleggiante, girare in bicicletta o in moto tra le mille sfumature di verde delle risate e infine attraversare almeno un cau khi, i cosiddetti ponti delle scimmie, esili strutture di bambù larghi non più di 30 cm, dove per superarli indenni occorre essere ben magri e possedere particolari doti di equilibrismo.
Infine una curiosità: in un insediamento khmer presso An Giang risalente a V sec. sono state trovate delle monete dell’impero romano: come ci siano arrivate, solo Dio lo sa.
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Splendide spiagge di candida sabbia, scogliere affioranti dal mare, lo scintillio dei raggi del sole su acque cristalline: le 60 isole che compongono l’arcipelago delle British Virgin Islands sono un vero e proprio paradiso terrestre, il luogo ideale per chi vuole lasciarsi cullare dal dolce suono delle onde, in totale relax e senza preoccupazioni di alcun tipo. Questo quadro idilliaco, praticamente perfetto, può essere completato aggiungendo una piccola nota di colore, che lo renderà ancora più interessante: un bicchiere di buon rum.
Il famoso liquore, ottenuto dalla distillazione della canna da zucchero, ha una lunga e gloriosa tradizione negli atolli caraibici; anche alle BVI, il rum è, a buon merito, l’ingrediente fondamentale per la preparazione di vari cocktail dal sapore intenso.
Numerosi sono i locali che offrono drink a base di questo liquore e molti di essi sorgono su alcune delle spiagge più belle delle BVI: dal famoso Soggy Dollar Bar, sull’isola di Jost Van Dyke, ai chiringuiti di Cane Garden Bay, senza dimenticare gli innumerevoli chioschetti in riva al mare. Gli incantevoli lidi dell’arcipelago e i loro tipici locali non potranno che farvi innamorare ancora di più di questo angolo di paradiso.
Jost Van Dyke, la più piccola delle quattro isole principali delle BVI, è famosa per i suoi scenari mozzafiato caratterizzati da spiagge di un bianco abbagliante su cui si affacciano rigogliosi rilievi e vivaci barriere coralline brulicanti di fauna marina.
Ma la fama dell’isola non si deve solo ai suoi paesaggi da cartolina: si dice che la ricetta originale del famigerato Painkiller, tra i più famosi cocktail dei Caraibi, sia stata inventata proprio su quest’isola nel 1970, al Soggy Dollar Bar.
Il locale deve il suo nome al fatto che per raggiungere la spiaggia su cui si trova, la bellissima White Bay, i marinai sono soliti ormeggiare le loro barche al largo, per nuotare poi fino a riva. I soldi con cui pagano i loro cocktail sono, quindi, fradici, soggy appunto. Ma gli sforzi per arrivare al locale sono ben ripagati dalla bontà del suo Painkiller.
Il cocktail è realizzato con una base di rum scuro a cui si aggiungono crema di cocco, succo d’ananas e di arancia. Fate però attenzione: nonostante il suo sapore dolce e apparentemente delicato, le dosi di rum sono solitamente piuttosto consistenti.
Sull’isola principale dell’arcipelago, Tortola, numerose sono le spiagge che meritano una visita: da Smuggler's Cove ad Apple Bay e Josiah's Bay Beach, le opzioni per passare una giornata all’insegna del binomio sole/mare soddisfano davvero ogni gusto. Per proseguire nel nostro “rum-tour”, è imprescindibile una tappa alla spiaggia più grande dell’isola, Cane Garden Bay. La baia prende il nome dalla canna da zucchero presente nella zona, che viene utilizzata per produrre il rum. Qui, a pochi passi dalle acque cristalline, si trova la storica Callwood Rum Distillery, un’antica distilleria ancora attiva e oggi adibita anche a Museo del Rum.
Cane Garden Bay è ricca di locali dove poter gustare un classico Rum Punch, un cocktail a base di rum scuro, sciroppo di granatina, un mix di succo d’ananas, arancia e altri frutti (ad esempio, mango o frutto della passione), con l’aggiunta di qualche goccia di angostura bitter: il cocktail estivo ideale, da sorseggiare distesi su un’amaca, magari al tramonto, ammirando il cangiante gioco di luci e colori degli ultimi raggi di sole sull’acqua.
Un altro drink assolutamente da assaggiare alle Isole Vergini Britanniche è il cremoso Bushwacker, un frullato a base di rum, crema di cocco, Baileys, Amaretto di Saronno, vodka, Kahlua e sciroppo al cioccolato, il tutto accompagnato da un’abbondante dose di ghiaccio. Diversamente dal Painkiller, non c’è un locale riconosciuto unanimemente come l’inventore della sua ricetta: lo potrete trovare in tutti i bar delle BVI, molti dei quali si vanteranno comunque di offrire “il migliore Bushwacker delle isole”.
Il Crawl Bar del Bitter End Yacht Club, sull'isola di Virgin Gorda, propone questo frozen cocktail come perfetto accompagnamento al piatto della casa, una gustosa leccornia a base di maiale speziato, riso e fagioli rossi.
Il Bushwacker, ideale per rinfrescarsi sotto il caldo sole caraibico, è diventato così popolare da essere preparato anche ben oltre i confini delle BVI.
Merita di essere inserita in un itinerario del gusto anche Anegada, un’isola corallina il cui punto più alto non raggiunge i 10 metri. È proprio alla sua conformazione che si deve il nome “anegada”, che in spagnolo significa “annegata”, “affondata”.
Le spettacolari spiagge sabbiose dell’isola, come Loblolly Bay, sembrano estendersi a perdita d’occhio e sono il luogo ideale per scoprire le BVI senza premura, godendosi ogni singolo momento del soggiorno nell’arcipelago.
Questo luogo senza tempo ospita l’Anegada Reef Hotel, il cui beach bar custodisce gelosamente la ricetta del Milk of Amnesia, un cocktail a base di vodka, Kahlua, Amaretto di Saronno, latte... e altri misteriosi ingredienti.
Sebbene si discosti dalla tradizione che vuole il rum locale come ingrediente principe, il cocktail assicura gli stessi effetti benefici: aiuta a dimenticare lo stress e le preoccupazioni già al primo sorso!
www.bvitourism.it
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Le isole Australi, misteriose ed affascinanti isole ricche di tradizioni, dove le spiagge bianche incorniciano magnifiche lagune blu, offrono ai viaggiatori un’esperienza indimenticabile che, iniziata a luglio, continuerà fino a fine ottobre.
Molto più di una semplice esperienza di whale watching, Le isole di Tahiti offrono un incontro intimo e rispettoso che segna un momento molto importante per la gente del posto.
La stagione si è aperta ufficialmente tra la fine di giugno e l'inizio di luglio con la fioritura dell’Atae, chiamato anche “l'albero delle balene”, ad annunciare l’arrivo di questi cetacei nelle acque tahitiane.
L'itinerario delle balene comprende le isole di Moorea e Tahiti. Molte balene si riuniscono infatti a Tahiti Iti prima di iniziare la loro lunga migrazione verso il polo sud e qui non è raro avere l’occasione di avvistarle fino alla fine di novembre. .
Prima di puntare verso l’estremo Sud, le balene si mostrano in tutta la loro bellezza nelle isole Australi, situate a 600 km a sud di Tahiti.
L'arcipelago, scoperto dagli europei nel 18° secolo, comprende un totale di 7 isole, 5 delle quali abitate e raggiungibili in aereo. Sono proprio il loro isolamento e la loro purezza che costituiscono la profonda autenticità di queste isole.
In questa incantevole cornice, i mesi da luglio a fine ottobre sono la stagione ideale per visitare le isole Australi per il passaggio delle balene, che si avvicinano all'arcipelago per dare alla luce i loro cuccioli. Le grotte e le scogliere delle isole sono il luogo perfetto per osservare il loro passaggio, che avviene molto vicino alla riva. Per i viaggiatori più curiosi ci sono molti tour dedicati, attraverso cui è possibile avvicinare le balene in barca e immergersi in acqua per entrare in contatto il più possibile con questi grandi cetacei e ascoltare il canto tipico dei maschi che richiamano gli esemplari femmina, il tutto nella massima sicurezza e nel totale rispetto della natura.
È proprio per il grande amore e rispetto verso questi animali che Le Isole di Tahiti sono state dichiarate Santuario dei mammiferi marini e hanno promosso una moratoria sulla caccia alla balena dal 1986.
Questa isole remote ed incontaminate rappresentano un vero e proprio tuffo nelle tradizioni ancestrali anche attraverso l'arte locale dell’intreccio con foglie di cocco e Pandanus per la produzione di cappelli, tappeti e borse, una tradizione antica in grado di incantare i visitatori e portarli in un mondo completamente nuovo.
www.tahiti-tourisme.it
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