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Il 14 febbraio basta con i soliti cioccolatini e rose rosse, perchè non regalarvi uno stacco su una delle abbaglianti spiagge della Polinesia Neozelandese? Si tratta di un autentico piccolo paradiso, lontano dalle rotte turistiche più convenzionali. Sono le 15 Isole Cook, poste a metà strada tra la Nuova Zelanda e le Hawaii, ideali per una fuga romantica, con le loro spiagge incontaminate, le vette vulcaniche e lussureggianti foreste. Alle Cook il romanticismo si declina in tanti modi: dalla crociera ad Aitutaki, una delle lagune più belle del mondo, alle cene a lume di candela al tramonto, dal benessere offerto da massaggi polinesiani tradizionali a base di olio di cocco alle emozionanti immersioni nelle acque cristalline.
I numeri dell'arcipelago Cook
Le isole Cook sono state votate tra le prime 30 destinazioni di viaggio emergenti sul pianeta per il 2020, nonché la destinazione numero 1 in Oceania e Sud Pacifico. I riconoscimenti annuali in onore delle destinazioni di tendenza sono stati pubblicati nei giorni scorsi sul sito www.TravelLemming.com - il blog di viaggi fondato dall’americano Nate Hake, la cui missione è di promuovere le destinazioni emergenti in tutto il mondo come soluzione all’overtourism - ed i vincitori sono stati selezionati grazie alle votazioni di 30 tra i blogger di viaggio più famosi del mercato, che vantano collettivamente oltre 12 milioni di follower sui social media. “Le Isole Cook sono onorate di accogliere questo premio. La sostenibilità del nostro piccolo paradiso continua a migliorare – afferma Nick Costantini, GM Southern Europe per Cook Islands Tourism Corporation – nell'aprile di quest'anno è stato lanciato il programma di eco-certificazione Mana Tiaki in collaborazione con Te Ipukarea Society, National Environment Service, Ridge 2 Reef e Cook Islands Tourism Corporation. Questo è solo un esempio del nostro impegno a lungo termine per rendere le Isole Cook una destinazione più sostenibile per la nostra gente e per i visitatori”.
Nel descrivere il motivo per cui le Isole Cook sono state selezionate, l'articolo recita:" Gli intrepidi amanti della spiaggia hanno trovato un nuovo paradiso nelle acque azzurre incontaminate e sulle spiagge bianche delle Isole Cook. Unisci tradizione polinesiana e abbondante vita marina e capirai perché questo arcipelago del Pacifico del Sud è pronto a lottare per il titolo di migliore destinazione insulare del mondo. Ma il miglior motivo per visitare le Isole Cook nel 2020? È un paese che sembra considerare seriamente lo sviluppo responsabile, salvaguardando oltre 1 milione di chilometri quadrati di Parco Marino, perseguendo obiettivi di energia rinnovabile e concentrando i suoi sforzi sull'eco-turismo".
Immersioni in spiagge favolose
Ecco le 3 spiagge più belle dell’arcipelago, quelle da non perdere assolutamente.
1. One Foot Island - Aitutaki
Appartata e romantica, Aitutaki ha un fascino davvero irresistibile. Qui potete oziare sotto una palma da cocco o chiedere indicazioni per il giardino segreto, ma il modo migliore per esplorarla, gustandone appieno la bellezza, è senza dubbio la mini crociera giornaliera che conduce verso i motu più lontani, come Honeymoon Island, bianca striscia di sabbia che emerge di soli 10 cm dall’acqua azzurra. Da qui, camminando quasi sull’acqua trasparente, si raggiunge One Foot Island, uno degli atolli più belli al mondo e unica isola disabitata ad avere un ufficio postale dal quale potrete inviare cartoline e farvi timbrare il passaporto con il famoso timbro a forma di piede.
2. Titikaveva - Rarotonga
Rarotonga, isola principale dell’Arcipelago, ammalia grazie alla straordinaria bellezza dei suoi profili frastagliati, al riflesso delle palme, all’incredibile laguna turchese ed al profumo dei fiori che pervade costantemente l’aria. Alla spiaggia di Titikaveka, conosciuta come la più bella di Rarotonga, si può esplorare la splendida laguna e la barriera corallina facendo snorkeling oppure con immersioni guidate con le bombole in 3-4 metri di profondità, in tutta tranquillità e sicurezza. Pesci tropicali coloratissimi e stelle marine di un blu intenso rendono questo luogo uno dei migliori punti di snorkeling disponibili alle Cook. Un suggerimento: visitatela verso le 19:00 (o alle 18:00 nel periodo invernale), per una foto tramonto davvero epica.
3. Nikao Beach - Rarotonga
Sempre a Rarotonga, sulla costa settentrionale a ovest della capitale Avarua, si trova Nikao Beach, tra la famosa spiaggia di Black Rock e l’aeroporto. Questo è il luogo ideale per fare surf e body-boarding in acque poco profonde! Rarotonga ha onde tutto l'anno, grazie a vari passaggi tra la barriera dove soffiano venti diversi. Il periodo migliore rimane l'estate australe, da novembre a marzo, quando le tempeste nel Pacifico del Nord alimentano il moto ondoso nel Sud Pacifico, che incontra i venti che arrivano da sud est, creando le condizioni migliori sulle coste settentrionali ed occidentali. I surfers locali, tra l’altro, accolgono con calda ospitalità gli stranieri e sono più che felici di mostrare i loro siti preferiti e di condividere le loro esperienze ed i loro consigli. Per i più esperti, il piccolo paradiso offre delle onde piuttosto impegnative lungo i passaggi tra la barriera. La maggior parte di queste sono veloci e brevi e le onde si infrangono lungo una barriera poco profonda. Per osservare le balene ci si sposta, invece, di qualche metro e ci si siede sulle rocce nere di Black Rock (Tuoro), dove secondo la tradizione gli spiriti dei morti partono per Avaiki, uno dei tanti nomi con cui i popoli della Polinesia si riferiscono all’aldilà. Un suggerimento: Rarotonga è uno di quei pochi posti al mondo dove è possibile stare in piedi a circa 30 m sotto un aereo in procinto di atterrare. Un momento da immortalare! Il tempismo è tutto però, perché l’aeroporto dell’isola non è certo come quello di LA!
E in caso vi vogliate sposare? Alle Cook è possibile
Le spiagge di questo piccolo angolo di paradiso, in particolare One Foot Island, sono l’ideale sia per celebrare un matrimonio. In tutto il Pacifico, solo qui è possibile ridurre a 24 ore il processo per ottenere il certificato di matrimonio, che solitamente richiede circa tre giorni. Diverse wedding planners locali vi aspettano per aiutarvi ad organizzare ogni aspetto del vostro giorno speciale, dall'interprete in lingua italiana durante la cerimonia al fotografo, dalla torta ai fiori. E dopo la cerimonia, come vuole la tradizione, piantate insieme una palma sulla spiaggia a simbolo di un nuovo inizio.
Regali preziosi
Il souvenir più prezioso di queste isole è senza dubbio rappresentato dalle perle nere 'Avaiki', autentici pezzi d'arte completamente naturali che rappresentano il principale prodotto di esportazione. Il gioiello perfetto, se non avete deciso di sposarvi qui, per una proposta di matrimonio inaspettata.
Romantico relax
Un viaggio in quello che è considerato il paradiso per antonomasia del relax non è, però, completo senza una visita ad una Boutique Spa. Sulla bellissima costa sud orientale di Rarotonga dalle spiagge bianchissime vi aspetta il Te Manava Luxury Villa & Spa dove potrete farvi coccolare in un centro benessere elegante e lussuoso, circondato da un tranquillo giardino d'acqua, che offre una varietà di trattamenti di bellezza con prodotti Te Tika, una linea di prodotti biologici a base di ingredienti provenienti esclusivamente dalle isole Cook. Sull’isola di Aitutaki, invece, sono da segnalare il Pacific Resort Aitutaki, premiato in passato fra i migliori Boutique Hotel al mondo, con la sua rinomata “Tiare SPA” nell’inconfondibile stile polinesiano, che propone differenti trattamenti in luogo magico con vista sulla famosa laguna, e l’Aitutaki Lagoon Resort&Spa con la sua “SpaPolynesia”, l’unico resort a possedere la sua isola privata, Motu Akitua, il luogo perfetto per chi è alla ricerca del relax e del romanticismo.
Emozionanti immersioni
Le acque di questo arcipelago sono così limpide e pure che invitano all’esplorazione. I fondali corallini ospitano coloratissimi pesci tropicalie conchiglie, di ogni genere e grandezza, mentre appena oltre il reef vi attendono balene, squali martello, murene, tartarughe e molte altre meravigliose creature marine, a seconda del periodo dell’anno. Molte strutture ricettive forniscono strumentazione gratuita e sono diverse le agenzie che organizzano dallo scooter safari nella laguna alle immersioni guidate con le bombole, in tutta tranquillità e sicurezza per subacquei più o meno esperti. Tra queste Ariki Adventures propone, a partire da 110 dollari neozelandesi, un eco-tour guidato di circa due ore per nuotare con le tartarughe: una delle esperienze più incredibili che puoi avere in questi mari!
Per informazioni consultate l'Ente del Turismo Isole Cook
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Non è necessario spendere somme folli per riuscire a scappare qualche giorno, o anche di più per i fortunati, al gelo invernale. Ci sono alcune destinazioni che, complici una serie di condizioni, fanno sì che il budget possa restare contenuto e si possa davvero andare a scaldarsi le ossa al sole, anche nel pieno dell'inverno continentale. Non ci credete? Eccone 5 selezionate per voi.
Sharm El Sheik e Berenice sul Mar Rosso
Complice l'innegabile instabilità della zona mediorientale, l'Egitto è una mèta poco costosa rispetto a qualche anno fa. Le compagnie aeree hanno ridotto i prezzi e così anche gli hotel e i resort. La temperatura in questo periodo è mite anche se bisogna forse essere un po' azzardati per fare il bagno. Si possono comunque fare escursioni a Petra, in Giordania, a Il Cairo e nella Valle dei Re oltre ovviamente a considerare l'opzione di scegliere una crociera sul Nilo: in quel caso, se si scende al sud fino a Aswan le temperature possono essere be più che miti, arrivando a toccare punte di 27/28°C.
Foto Florian Wehde via Unsplash
Qatar, dal deserto alle spiagge
Anche qui è la situazone internazionale ad avere determinato una riduzione delle tariffe sia nei voli che nelle strutture in cui soggiornare; dal 2017, infatti, il Qatar è in una sorta di isolamento economico e diplomatico imposto da altri regni e stati mediorientali, come gli Emirati Arabi e l'Arabia Saudita. Vale però la pena di considerare una sosta a Doha per vedere uan città iper futurista sorta dal nulla, nel pieno del deserto.
Hong Kong alla ricerca della spiritualità
Fuggite dalle proteste che, comunque, sono in una zona limitata ed è difficile che restiate intrappolati in qualche disordine e andare a visitare i luoghi della spiritualità di Hong Kong, in tee shirt: in cima ai 200 gradini dell'isola di Lantau raggiungete il monastero di Po Lin, oppure andate a contare i Buddha al Monastero dei 10.000 Buddha a Shai Li e scoprirete che, in realtà, i Buddha sono 13.000 e, infine, riposatevi tra i laghetti coperti di ninfee del Giardino Nan Lian.
Foto Johan Mouchet via Unsplash
L'Andalucia più bella e meno affollata
Nel sud della Spagna le temperature restano di norma miti per tutta la stagione invernale e ne fanno una metà ideale per scappare dal freddo e dal grigio dell'inverno italiano. Proprio perché fuori stagione, i voli sono convenienti se prenotati con anticipo e rischiate di godervi l'Alhambra e la Mezquita con tranquillità, senza le folle di turisti. Da non perdere, poi, la fioritura dei mandorli. Stupisce che non sia ancora un fenomeno come quella dei ciliegi in Giappone.
Il Marocco e i suoi itinerari
Altra destinazione da considerare se state sognando di scappare dal freddo è il Marocco. In questa stagione è possibile soggiornare in ryad deliziosi a tariffe davvero imbattibili e da lì partire, poi, per visitare la città blu Chefchaouen, Agadir, Fes o Marrakech. Certo, se deciderete di visitare i souk delle città non aspettatevi di essere soli, ma d'altro canto è proprio la folla, il via vai, i suoini ed i rumori, oltre che i profumi che fanno di una visita ai souk un'esperienza unica, no?
Foto Wassim Chouak via Unsplash
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Il gemellaggio, voluto dal presidente Xi Jinping e siglato in occasione della visita ufficiale del capo di Stato cinese, è stato sottoscritto oggi a Roma.
Verona e Hangzhou, 8 mila e 800 chilometri di distanza in linea d’aria, da oggi sono gemellate. La firma dell’accordo bilaterale si è tenuta questo pomeriggio a Roma, all’interno della sala Pietro da Cortona di Palazzo Barberini, nell’ambito della seconda assemblea del Forum culturale Italia-Cina. Il gemellaggio, voluto dal presidente Xi Jinping e siglato oggi proprio in occasione della visita ufficiale del capo di Stato cinese, è stato sottoscritto dal sindaco Federico Sboarina e dal vicesindaco di Hangzhou Miu Chengchao. Il pomeriggio si è aperto con gli interventi del coordinatore nazionale del Forum Francesco Rutelli, dei ministri Alberto Bonisoli, Gian Marco Centinaio e, per la Cina, Luo Shugang, ai quali sono seguite le firme di alcune intese in tema di arte, spettacolo, turismo, moda e design.
“Due Paesi, differenti culture, lingue, tradizioni e origini storiche. Ma grandi prospettive di sviluppo, sia in termini economici che culturali. È questo che vogliamo porre alla base della firma di oggi che dà avvio ad una nuova era, uno sguardo proteso al futuro per la crescita di due territori e delle rispettive eccellenze”, ha detto il sindaco Sboarina nel suo discorso ufficiale, invitando il presidente Xi Jinping a Verona e mettendo in evidenza le similitudini delle città gemellate, a partire dalle celebri tragedie romantiche che ci accomunano: “Romeo e Giulietta” e “La storia di Liang Shanbo e Zhu Yingtai”. E poi la conformazione geografica, con il Lago dell’ovest, meta di turismo per i cinesi e prototipo di bellezza paesaggistica, così come il Lago di Garda, attrattore di turismo internazionale. E la posizione strategica di Hangzhou, vicina a Shanghai, e di Verona, crocevia dei due più importanti corridoi viari europei.
“In questo panorama – ha detto Sboarina – il gemellaggio assume un significato forte se, partendo dalle similitudini, costruiamo rapporti privilegiati tra istituzioni e imprese che vogliono internazionalizzarsi. Dalle piccole medie aziende ai grandi accordi internazionali, come la Via della Seta, per la quale il Quadrante Europa di Verona si candida ad essere interporto di importante riferimento. Fino ai colossi societari, come Alibaba o Huawei, che realizzando il suo nuovo campus si è ispirato alla bellezza dei monumenti storici veronesi, in particolare Castelvecchio con il ponte scaligero e la Torre dei Lamberti”.
“Un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore – ha concluso il sindaco di Verona – che solo Italia e Cina possono vantare, quali primi Paesi al mondo per presenza di siti Unesco. Se Verona è, in generale, una delle mete turistiche più gettonate d’Italia e tra le 10 città europee più visitate dai turisti cinesi, flusso che nell’ultimo anno ha registrato un incremento del 22 per cento, questo gemellaggio è senz’altro il modo perfetto per consolidare quel ponte fatto di amicizia, cultura ed economia che abbiamo costruito in questi mesi di lavoro e proficui rapporti, inaugurato oggi e che ci porterà dritti al futuro”. (fonte: www.verona-in.it)
Marco Balsamo
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di Mario Masciullo
...Ma con una eccezione, anche qui la vacca è sacra.
Non potrebbe essere diverso. Siamo in India. Un angolo di India che si differenzia dal resto del grande Paese.
I nomi delle strade della città vecchia richiamano personaggi portoghesi, come anche l’architettura della zona è un richiamo continuo al Paese Lusitano.
Le insegne dei negozi, i nomi di buona parte delle persone non sono indiani. Sono generazioni che si tramandano ci dicono gli anziani discendenti dai colonizzatori portoghesi che qui hanno governato per 461 anni.
La Goa marittima è stata il centro di scambi economici per Mesopotami, Etruschi, Greci, Arabi e non solo. Ma quello che rende Goa differente dal resto del Paese è l’impronta europea, il fervente cattolicesimo (Goa fu il centro della intera arcidiocesi dell’Asia) dovuto alle frotte di missionari dei secoli passati, alle numerose chiese che le hanno at tribuito l’appellativo a di “Roma dell’Est”a Goa.
Monumenti di valore storico inseriti nel Patrimonio Unesco che convivono serenamente con altre fedi. Goa (pronuncia Goo e significa “vacca”) è il più piccolo Stato dell’India in termini di superficie. Si trova sul la costa sud occidentale del l’India, nel la regione nota come Konkan, e confina con il Maharashtra (capoluogo Mumbay) a nord e il Karnataka a est e a sud.
La capitale dello stato è Panaji, mentre Vasco da Gama (Vasco) è la città più popolata.
Margao, la capitale economica e antica città custodisce importanti tracce della colonizzazione portoghese.
Reinserita nel territorio del governo Indiano dal 1961, Goa vive oggi una cultura Indo-Latina con la sua architettura sofisticata, il tenore e stile di vita dei suoi abitanti è superiore a quello del resto dell’India, la modernizzazione delle città principali si nota negli ambienti “in” di ristorazione, intrattenimento e di attività ludica.
E qui non basta un capitolo per descrivere gli ambienti di ogni genere, per ogni occasione e per ogni momento della giornata, sera e notte. E non basta una vacanza per visitarli tutti.
Bar, pub, ristoranti etnici, taverne, bistrot dove si canta il Fado. Breakfast con gli uccelli, farfalle o serpenti nella riserva di bio diversità, The Chef’s Market , un tour guidato al Mapusa Market dove tra spezie e altri prodotti si può gustare la deliziosa cucina locale.
Una cena sul mare da Souza Lobo a Calangute Beach, il più antico ristorante portoghese.
Non manca la cucina italiana: a pranzo da “Calamari” a Dando Beach- Condolim, buona e fedele cucina gestita da figlia di indiani emigrati in Italia e rientrati a Goa e il marito ex restaurant manager al Taj di Mumbai.
E ancora, “Basilico”, “Viva la Fenice”, “Ciao Bella”. C’è anche un circolo dove si incontra la piccola comunità italiana insediata a Goa.
Qui è nota una ottima gelateria e una signora da trent’anni a Goa produce splendidi scialli (Akal).
Celebrità e turisti frequentano il Cantarè Village life, e al Thalassa al Greek Village, ll Feni and Fado a Casa Xet io a Panj im poi al ristorante portoghese al “Citade de Goa Hotel” e al la elegante Casa Portuguesa, casa coloniale di 300 anni per il Fado, non ultimi tra gli ambienti “In”. Da non perdere la degustazione del noto liquore locale “Feni” prodotto dal frutto dell’arachide Cashew originaria del Brasile.
(foto On the Road)
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Ci sono spostamenti in treno e poi ci sono viaggi in treno. Amtrak ti porta attraverso alcuni dei luoghi e dei paesaggi più maestosi del pianeta; itinerari alla scoperta di luoghi e tempi lontani. Ecco la nostra breve lista di alcuni dei migliori viaggi in treno nel Nord America. Godetevi lo spettacolo!
1. EMPIRE BUILDER
L’itinerario dell’Empire Builder è davvero un viaggio iconico, in particolare per gli appassionati di storia e avventura, perché esplora gli Stati Uniti nordoccidentali, attraverso le Cascade Mountains e lungo la Columbia River Gorge. Questo percorso ripercorre le orme degli esploratori Lewis e Clark nella storica spedizione attraverso le Rockies e il Continental Divide, dove il treno corre a 1590 m sul livello del mare. Il treno si ferma alla Glacier Park Station, adiacente ai ghiacciai “viventi” e alle cime innevate del Glacier National Park, per una vista davvero incredibile sulle montagne. Questa fantastica esperienza con l’Empire Builder di Amtrak parte da Chicago – Illinois e dopo aver attraversato gli Stati Uniti nordoccidentali, si conclude sulle rive dell’oceano Pacifico, a Seattle, stato di Washington.
2. CALIFORNIA ZEPHYR
La rotta del California Zephyr offre alcuni dei panorami più spettacolari del paese, che rappresentano il meglio del cuore dell’America da Chicago a Denver e pittoreschi paesaggi desertici da Denver alla California. Fai un giro in tutta comodità lungo le pendici delle Rocky Mountains, attraverso i deserti dello Utah e delle High Sierras, e raggiungi la “City by the Bay”, San Francisco. A bordo di Zephyr, carrozze Superliner a due piani, rilassati nel massimo comfort mentre osservi il paesaggio che scorre. Il treno offre posti letto, ristoranti e punti ristoro per rendere la tua esperienza davvero confortevole.
3. SOUTHWEST CHIEF
La rotta del Southwest Chief parte da Chicago, attraversa il Mississippi e altri otto stati ripercorrendo il leggendario West americano, e termina la sua corsa a Los Angeles, offrendo ai passeggeri panorami e paesaggi non accessibili dalle autostrade interstatali. Attraversa campi coltivati, montagne e deserti e curva attraverso stretti passaggi di canyon di roccia rossa e infine si snoda attraverso il terreno accidentato del New Mexico e dell’Arizona. A bordo del Southwest Chief, potrai goderti il Superliner, pernottamenti e ristoranti a due piani e spettacolari viste dal pavimento al soffitto nella famosa carrozza con vetrata panoramica: Sightseer Lounge Car.
4. COAST STARLIGHT
Il Coast Starlight di Amtrak è considerato uno dei viaggi in treno panoramici tra i più belli del paese. Offre le migliori viste della costa del Pacifico, dalle scogliere della Pacific Coast Highway alle cime delle Cascade Mountains. Il percorso collega le città più famose lungo la costa occidentale - Los Angeles, Santa Barbara, San Francisco, Sacramento e Portland - offrendo fermate memorabili lungo il percorso. A bordo, guarda le foreste lussureggianti, le fertili vallate e le lunghe distese dell’Oceano Pacifico dal comfort dei sedili del Superliner e della Sightseer Lounge Car.
(Foto in ordine di nr.)
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E’ la grande rivale dell’altra città australiana per eccellenza, l’'europea' Melbourne. La prima corre, la seconda cammina. La prima vive freneticamente, la seconda è più rilassata. Sydney può essere raccontata in diversi modi, parlando di intrattenimenti, musei, giardini eccetera. Io ve la racconterò da una prospettiva diversa; partendo dai suoi viali, dall’esterno verso il centro.
Dal quartiere di Woolloomoloo, il quale dà le spalle ai Giardini Botanici (non mozzafiato come quelli di Melbourne; uno a zero), si scende la pittoresca scalinata McElhone per raggiungere la baia. E’ li che si svolge la vita notturna più divertente, ma mai kitch: bar, ristoranti che si affacciano sul porto, e non siamo ancora nel cuore della città.
Attraversiamo i giardini e ci troviamo di fronte all’appariscente ed elegante struttura della Opera House. Camminata totale: trenta minuti. Niente male, vero? Da lì a poco più di 10 minuti a piedi, sarete completamente immersi nel centro della città con i suoi enormi grattacieli (forse per questo motivo è più americana di Melbourne), soffermatevi qualche minuto ad ammirare il palazzo storico Burns Philip, all’angolo orientale di Bridge Street e Macquarie Street. Non lasciatevi sfuggire l’opportunità di visitare almeno il museo di arte contemporanea (la personale dell’acclamata artista nigeriana Wangechi Mutu è in mostra fino al 14 agosto), sulla sponda opposta al Teatro dell’Opera.
Sempre nella stessa area, si possono prendere diversi traghetti. Se volete rifarvi gli occhi, grazie a una panoramica generale della costa, prendete l’imbarcazione per la spiaggia di Manley. Ci mette circa 40 minuti ma ne vale davvero la pena, potete rendervi conto della qualità di vita degli australiani, almeno di quelli che vivono nella zona costiera orientale. Non hanno idea di cosa sia la crisi. Una volta arrivati al porticciolo godetevi The Corso, la piazzetta con il corso, appunto, pedonale, piena di negozi, bar e ristoranti in cui potete rilassarvi, guardando le onde dell’oceano e i surfisti che le dominano.
Altra spiaggia, altro traghetto. Questa volta ci porta a La Spiaggia: Bondi. Non fatevi ingannare dal nome con un suono italiano. In realtà è una parola in una delle tante lingue aborigene del luogo, la quale significa “il rumore dell’acqua si infrange sulle rocce”. Famosa per le proteste di bagnanti e surfisti, quando questa spiaggia non era pubblica, Bondi ricopre il ruolo di quel Sogno Australiano composto da sole, avventura e relax. Vi è anche una camminata di circa 1 ora, lungo la costa rocciosa, la quale vi porta ad altre spiagge (non perdete quella di Bronte, più piccola, ma decisamente più tranquilla e meno affollata), passando per il cimitero monumentale, collocato proprio su di un dirupo.
Se l’innocente diatriba tra Melbourne e Sydney non è, come direbbero gli inglesi, “la vostra tazza di té”, allora lasciate la città e dirigetevi verso le Blue Mountains (1 ora e mezza d’auto dal centro di Sydney). A discapito del nome evocativo, le montagne non sono blu, ma più sul rossiccio. Ci sono due scuole di pensiero sulla ragione del nome. La prima sostiene che c’è spesso nebbia lassù, non si riesce a vedere mai il fondo della valle, ricoperta dagli alberi, e la reazione a contatto con gli alberi di eucalipto è, appunto, una sfumatura di blu rilasciata nell’aria, la seconda è che il termine 'blue' indica qualcosa o qualcuno rossiccio, nell’inglese australiano. Tutte e due le spiegazioni non sono delle più convincenti, ma ci accontentiamo dello spettacolo offerto.
Prima di entrare nella suddetta area, fermatevi alla piazzola di sosta dove vi è un famoso fast-food e un benzinaio: se la storia vi appassiona, dietro di esso troverete quello che è rimasto di un piccolo avamposto coloniale del 1865 di Sir Frederick Pottinger.
La prima vera attrazione in cui ci si imbatte è il King Tableland, un ristretto altipiano dalla roccia spoglia, importante simbolo per gli aborigeni locali. Secondo l’autore, è il punto migliore per comprendere la grandezza delle Blue Mountains. Inoltre, si possono ammirare alcuni dipinti rupestri, per scorgerli è necessaria una guida esperta. Seconda tappa sono le cascate Wentworth, alte 187 metri, tolgono il fiato alla sola vista. Si possono percorrere due sentieri, a seconda della preparazione fisica. Non sopravalutate la propria condizione fisica e non sottovalutate le indicazioni dei ranger: potrebbero salvarvi la vita. Lo scorso gennaio, un ragazzo di venti anni è scivolato da una zona a rischio medio-basso.
Se il trekking non fa per voi, la modesta cascata della Leura, fa al caso vostro. Il percorso dura venti minuti, piacevole per il paesaggio e non stancante. L’aspetto interessante di questo luogo è il continuo collegamento dei sentieri l’uno con l’altro, se avete tre giorni circa a disposizione, potreste abbandonare letteralmente l’auto al primo e proseguire a piedi fino ai più famosi: Echo point e le 3 Sorelle. Secondo il Sogno del popolo Gundungurra, tre sorelle bellissime, Meehni, Wimlah e Gunnedoo vivevano nella Jamison Valley. Erano follemente innamorate di tre fratelli, i quali, purtroppo, erano del popolo Dharruk. Il matrimonio intertribale era proibito dalle loro leggi. Tuttavia, i tre giovani decisero di prendere con la forza le tre donne. Così i Kurandjuri (i saggi del popolo Gundungurra) fecero un sortilegio: trasformarono le tre sorelle in rocce. Il piano era di riportarle in vita dopo la fine dei conflitti. Sfortunatamente, i saggi furono uccisi, e le sorelle rimasero per sempre delle rocce, ammirate dai turisti. Questa è una delle tante storie aborigene sulle Blue Mountains.
Anche in questo angolo, vi sono diversi sentieri. Il più affascinante, ovviamente, è quello che attraversa le Three Sisters: 1000 scalini, raccomandata solo a camminatori esperti. Non per niente la scalinata si chiama Giant Stairway (Scalinata Gigante). Se invece, non siete in forma, ma forti di cuore, allora lo Scenic World fa al caso vostro. Una cabina a 545 metri di quota, in tutta sicurezza, nella quale si può scrutare tutta la valle, Orphan rock, Echo point.
Tutti le principali attrazioni sono incentrate intorno alla cittadina Katoomba. Blue Mountains, il luogo selvaggio più accessibile d’Australia.
testi e foto
di Matteo Preabianca
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