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In concomitanza con l’avvicinarsi delle vacanze, l’Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC) ha messo in evidenza una serie di studi scientifici che dimostrano come il caffè sia in grado di influire positivamente sulle prestazioni mentali e sulla capacità di attenzione di chi viaggia. L’articolo "Coffee & Travel; Fact or Fiction" sottolinea, infatti, che il consumo di caffè sarebbe associato a una maggiore vigilanza e concentrazione e che, se ben alternato con momenti di riposo, contrasterebbe la stanchezza causata dalla guida su lunghe distanze o su viaggi a lungo raggio.
Un’alta percentuale degli incidenti stradali in Europa, quasi il 20%, sembra essere causata dai lunghi viaggi in macchina, che possono davvero stancare e affaticare i guidatori . La stanchezza, infatti, riduce la lucidità, la concentrazione e altera la prontezza di riflessi. I conducenti affaticati hanno quindi meno probabilità di essere in grado di frenare o sterzare in tempo al fine di evitare o ridurre un possibile incidente.
ISIC segnala che per combattere la stanchezza in viaggio:
• 1 tazzina di caffè (circa 80 mg di caffeina) migliorerebbe le prestazioni di guida e ridurrebbe la sonnolenza durante la guida in autostrada
• nel 2015 uno studio ha rilevato che bere 1-2 tazzine di caffè (circa 150mg caffeina) ridurrebbe i livelli di sonnolenza fino al 25%
• 1 tazza di caffè forte (circa 125 ml per circa 200 mg caffeina) equivarrebbe a un pisolino di 30 minuti consentendo di evitare la perdita del controllo nella guida notturna senza però alterare il sonno successivo
• il caffè migliorerebbe la lucidità e la concentrazione che sono essenziali per una guida sicura e aiuterebbe anche a gestire la sonnolenza di coloro che soffrono di jet lag
Rispettare le linee guida della sicurezza stradale rimane l’assoluta priorità, ma il caffè potrebbe essere un valido aiuto per contribuire a mantenersi vigili durante la guida su lunghe distanze. Inoltre, è emerso che aiuterebbe anche chi si trova a fare i conti con la sonnolenza dovuta al jet lag e a contrastare gli effetti della disidratazione durante i viaggi in aereo.
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Dall’8 al 16 agosto una settimana in compagnia della “tenera verde” con Ascoliva-Festival Mondiale dell’oliva ripiena ascolana. Nella splendida “città del travertino”, un intenso programma di coinvolgenti iniziative a tema, dedicato alla “regina” DOP della gastronomia marchigiana, una prelibatezza nata nelle Marche ma diventata ormai italiana e apprezzata a livello internazionale.
Ad accogliere golosi e curiosi il Villaggio dell’Oliva, allestito nella monumentale Piazza Arringo, articolato in un percorso che prevede anche simpatiche variazioni sul tema, quali l’Oliva shop, il monumento all’Oliva, l’auditorium e il giardino dell’Oliva per forum, dibattiti degustazioni dedicate al prezioso frutto della terra, sia nella versione “nature”, ma anche nella succulenta variante ripiena e fritta.
Inoltre, in occasione dell’Esposizione universale, Ascoliva propone “Expoliva”, un doppio padiglione che ospita le principali eccellenze del territorio piceno, dei comparti enogastronomico e artigianale. Performance musicali, pacchetti turistici dedicati e visite agevolate ai musei, promettono un’esperienza a cinque sensi nella “città delle cento torri”!
Questa e altre manifestazioni danno un senso al viaggiare nel dopo EXPO, vivere le suggestioni delle comunità ospitanti, godere di esperienze che ti riempiranno il cuore! È la sfida lanciata da Tipicità, la grande rassegna della produzione marchigiana che è diventata un marchio d’onore a livello internazionale, insieme ad ANCI Marche per il semestre di EXPO 2015, con l’intento di proporre in modalità “evolution”, attraverso le identità che li contraddistinguono, i territori a torto definiti “minori”.
Un circuito di iniziative “esperienziali” fruibili anche attraverso l’innovativa piattaforma di Tipicità Experience, selezionate per l’elevato livello qualitativo e per l’appartenenza a due ben precise tipologie tematiche, capaci di esercitare una forte attrazione turistica: enogastronomia e manifattura tradizionale.
Domenica 2 Agosto, a Campocavallo di Osimo, va in scena la Festa del Covo, un evento a sfondo religioso nato nel 1939 per ringraziare la Vergine del raccolto delle messi. Autentico capolavoro di arte contadina, il covo è un carro agricolo che, ogni anno, trasporta l’immagine di un edificio religioso realizzata interamente con spighe di grano: quest’anno è la volta del Santuario di Medjugorje. La festa culmina con la processione del covo, lungo le vie del paese, accanto al Santuario della Beata Vergine Addolorata, alla quale il covo è consacrato.
Il 7 agosto è invece la capitale mondiale della calzatura per bambino, Monte Urano, ad essere protagonista di un evento dedicato ai più piccoli: A piccoli passi. A proposito di Monte Urano, qualche anno fa è stato calcolato che, a livello mondiale, 15 bambini su 100 indossano scarpe realizzate proprio nel centro del Fermano! (nelle foto On the Road, piazza del Popolo ad Ascoli Piceno e un momento di Tipicità 2015)
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Milano non è che sentisse proprio la mancanza di un nuovo ristorante, dalla paninoteca stile anni ’80 al locale etnico c’è già tutto, per non parlare del firmamento di chef stellati con le loro proposte culinarie spesso incomprensibili ai più. Invece quando è apparso nel panorama cittadino qualcosa di autentico, semplice da degustare, con una tradizione forte alle spalle, Milano ha apprezzato e accolto nel migliore dei modi il nuovo nato, ed è stato subito successo. Così ecco Paellami e il suo chef Ricardo Traver Bonillo, valenciano doc, determinato a creare un angolo di Spagna all’ombra della Madonnina, Non c’è da confondersi nel suo locale, le cose che “bollono in pentola” sono tipicamente valenciane; nessuna influenza a rendere ibrido il cibo, pochi piatti autoctoni e preparati magistralmente. Cinque tipi di paella (carne, pesce, verdura) di cui una, la fideuà a base di pasta del formato da cui prende il nome, poco nota in Italia ma vecchia conoscenza di chi ha avuto la fortuna di frequentare la comunità valenciana e poi tapas, sangria bianca o rossa e una leccornia alla quale non si resiste: la vera crema catalana, quella fatta in casa, non con le polverine delle “scatole di montaggio” presenti sugli scaffali dei supermercati. Ricardo è a Milano da diversi anni, ma il suo aspetto e soprattutto il suo accento tradiscono le origini. La cucina per lui è tradizione appresa dalla mamma e prima ancora dalla nonna; è convivialità, nel suo servire personalmente i 25 tavoli del ristorante e cucinando a vista dei commensali come spesso accade a casa. Cuoce le sue paelle nelle classiche padelle nere e basse su fornelli che hanno come sfondo uno splendido paraspruzzi fatto di piastrelle valenciane a mosaico e racconta come nel prossimo futuro vorrebbe introdurre nel menù del ristorante un classico della sua terra: il riso al forno. Se a Milano giovedì uguale gnocchi, a Valencia è questo il piatto tipico, preparato in casa e poi portato a cuocere nelle panetterie. Non c’è solo cibo da Paellami ma anche tradizione, conoscenza di una terra vicina, tinte forti e sapori da scoprire. Tra le mura di Ricardo non si fa il giro del mondo ma si assapora uno spaccato di grande gastronomia ben definita che non può lasciare indifferenti. Lui racconta che nella sua regione la paella è il piatto della domenica, a causa della lunga preparazione che richiede, ma per noi è disponibile tutti i giorni ad esclusione del lunedì, giorno di chiusura del ristorante. Si può consumare in loco o può essere portata a casa, l’importante è prenotare perché il locale ha posti limitati ed è preso d’assalto a pranzo e cena. Ma non vi preoccupate! Ricardo, uomo dalle mille risorse, a volte riesce persino a farsi prestare tavoli dalla vicina pizzeria per non scontentare nessuno e negare il piacere dei suoi piatti. Recentemente sono arrivati anche i vini spagnoli e l’Orujo, un liquore chiudi pasto a base di mandarino. Paellami si trova non lontano dalla stazione Centrale, una location quasi evocativa di un viaggio intrapreso dall’uomo fiero delle sue origini e del suo cibo.
Paola Drera
www.paellami.it
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La cultura gastronomica della California è protagonista ad EXPO 2015 fino al 26 luglio. Visit California, in collaborazione con Brand USA, dà la possibilità ai visitatori di lasciarsi ispirare dai profumi e dai sapori della California e di assaggiare specialità preparate con ingredienti freschi e di qualità.
Oltre 400 varietà di prodotti agricoli coltivati, circa la metà dell’intera produzione statunitense di frutta e verdura e il 90% di tutto il vino prodotto nel paese: questo il biglietto da visita della California a Expo. La California rappresenta un modello di eccellenza per innovazione tecnologica e sostenibilità nel settore agricolo, è una stato che ha saputo sfruttare la ricchezza e l’abbondanza della sua terra grazie al forte spirito imprenditoriale e alla grande capacità di innovazione di agricoltori, allevatori, chef e produttori di vino, che lavorano senza sosta 365 giorni all’anno.
“Siamo molto emozionati di partecipare a questo straordinario evento sull’alimentazione”, ha affermato Caroline Beteta, presidente e CEO di Visit California. “L’EXPO di Milano è una vera e propria piattaforma universale, un’ottima opportunità per far conoscere al livello internazionale i concetti su cui si basa la cultura enogastronomica californiana e per diffondere il messaggio che in California i prodotti sono sempre freschi e di stagione!”
Visit California sarà sotto i riflettori del Padiglione USA con la sponsorizzazione del Food Truck Nation e promuovendo il brand California con gustose proposte di piatti tipici del Golden State come l’hamburger con l’avocado ed il tacos di pesce. L’area del Food Truck Nation è aperta a tutti i visitatori e serve street food proveniente dalle diverse regioni americane per circa 5.000 visitatori al giorno, con particolare attenzione al cibo biologico ed eco-sostenibile.
“Direttamente dagli Stati Uniti ad Expo, il Food Truck Nation fa assaporare una tendenza culinaria molto diffusa in America. La nostra collaborazione con Brand Usa e i diversi stati americani, tra cui la California, ci dà la possibilità di far conoscere al pubblico la diversità dei sapori regionali americani, una varietà che non sempre viene associata alla cucina americana”, ha dichiarato Mitchell David, Chief Creative Officer del padiglione USA. “ La California è uno degli stati americani con la più ricca ed articolata tradizione culinaria del paese. Per questo motivo siamo onorati di ospitare un assaggio di California al nostro Food Truck Nation”.
“Ci auguriamo che la partecipazione di Visit California ad EXPO Milano 2015 sia fonte di ispirazione per i viaggiatori di tutto il mondo”, ha aggiunto Caroline Beteta. “La California offre alcuni dei cibi più freschi e innovativi del pianeta, una tappa obbligata per tutti gli amanti della buona cucina ed i sostenitori della produzione a chilometro zero”.
www.VisitCalifornia.it
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Sono i discount alimentari a fare registrare il maggior tasso di crescita tra tutte le forme distributive con un incremento record delle vendite del 2,2 per cento ad aprile rispetto allo scorso anno mentre il tonfo più grosso lo fanno registrare gli ipermercati in calo nell’alimentare dell’1,6 per cento. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al commercio al dettaglio nel mese di aprile che evidenzia su base annua una flessione dello 0,8 per cento per gli alimentari. A fare le spese sono peraltro - sottolinea la Coldiretti - tutte le forme distributive con cali tendenziali che vanno dall’1,2 per cento per i piccoli negozi alimentari allo 0,9 i supermercati. I discount alimentari sono l’unica forma commerciale che ha continuato a crescere anche negli anni della crisi mentre il calo delle vendite nella grande distribuzione va attribuito ad una politica commerciale aggressiva con sconti, promozioni e vendite sottocosto. Il problema - spiega la Coldiretti - è che spesso dietro gli alimenti a basso costo si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi sui quali è importante garantire maggiore trasparenza. Per i prodotti alimentari infatti - conclude la Coldiretti - oltre un certo limite non è opportuno andare se non si vuole mettere a rischio la salute.
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