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La commissione norvegese ha conferito il prestigioso Premio Nobel per la Paceall’associazione tunisina "Quartetto per il dialogo in Tunisia" per il loro impegno, a seguito della Rivoluzione dei Gelsomini del 2011, per l’instaurazione della democrazia nel Paese. Composta da quattro organizzazioni civili (il sindacato generale dei lavoratori Ugtt, il sindacato patronale Utica, l’Ordine degli avvocati e la Lega Tunisina per i Diritti Umani), l’associazione ha contribuito in maniera determinante al processo di creazione di un sistema costituzionale di governo che garantisce i diritti fondamentali della persona. (foto ansa)
"Si respira un’aria di ottimismo in tutto il Paese e percepisco la stessa atmosfera positiva qui in Italia, dove sono giunto per partecipare a TTG Incontri 2015" – commenta il Direttore Generale dell’Ente Nazionale Tunisino per il Turismo Abdellatif Hamam, nel corso della conferenza stampa di oggi a Rimini " Questo importante Premio è per noi un grande riconoscimento del nostro impegno e uno stimolo ulteriore a consolidare la Tunisia come destinazione del turismo internazionale".
Il Premio giunge in un momento determinante per la Tunisia: la notizia segue, infatti, di pochi giorni la dichiarazione della sospensione dello stato di emergenza proclamato da Governo tunisino a luglio e l’alleggerimento dell’allerta di numerosi Stati europei.
(nelle foto On the Road, un mosaico al Museo del Bardo e l'avenue Bourghiba a Tunisi)
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Ahlan, “ciao, benvenuti”. Il sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri, Mario Giro, ha accolto così, dopo la cerimonia dell’alzabandiera, insieme al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, la delegazione palestinese in visita ad Expo Milano 2015 per il National Day del Paese.
“La partecipazione della Palestina all’Esposizione Universale è una testimonianza della vitalità dei rapporti esistenti con l’Italia - ha dichiarato Giro -. Il ruolo palestinese nella riflessione sul tema di Expo Milano 2015 è fondamentale: ci insegna che la vita può fiorire anche in condizioni difficili, per esempio in un territorio senza acqua”.
Il Padiglione della Palestina, situato nel Cluster delle Zone aride, si basa sulla centralità dell’albero d’ulivo, “prima fonte di sostentamento per la popolazione e, allo stesso tempo, simbolo di pace e metafora della lunga storia palestinese”, ha sottolineato Giro.
Il Vice Primo Ministro Ziad Abu Amr, a capo della delegazione palestinese, ha ringraziato il Governo italiano per l’accoglienza e si è detto “felice di poter partecipare ad Expo Milano 2015 accanto agli altri 148 Paesi e Organizzazioni”. “Il tema di questa Esposizione Universale rappresenta la presa di coscienza di alcuni dei più grandi problemi che affliggono l’umanità, che continueranno ad esserci finché non ci sarà una reale ed effettiva collaborazione tra tutti i popoli della Terra”, ha continuato il Vice Primo Ministro, accompagnato da Abeer Odeh, Ministro dell’Economia.
“Spero che il nostro Padiglione possa mostrare a tutti i visitatori la nostra cultura e le nostre tradizioni, le ricche possibilità di investimento che offre il territorio e la voglia di vivere in pace e libertà del nostro Paese”, ha concluso Ziad Abu Amr.
I festeggiamenti per il National Day della Palestina sono proseguiti con delle performance di El-Funoun, compagnia di danze popolari locali, e di Le Trio Joubran, trio musicale di Nazareth.
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La capitale Lefkosia, nel parco del Comune, ha in programma spettacoli di danza, cinema all’aperto, concerti e laboratori artistici fino a fine settembre.
Presso la Bank of Cyprus Cultural Foundation, invece, prosegue fino al 31 ottobre, una mostra dal titolo “A journey to the Mediterranean islands” (Un viaggio nelle isole del Mediteraneo) per ricordare l’importanza commerciale che l’Isola di Cipro ha avuto nel corso dei secoli grazie alla sua strategica posizione e con gli importanti porti di Venezia e Genova. La mostra vanta una collezione di importanti mappe nautiche del XVI e XIX secolo che riportano i porti del Mediterraneo, le coste e le principali rotte nautiche. La mostra è aperta tutto i giorni dalle 10 alle 19 con ingresso libero.
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In Israele è stato recuperato dal fondo del mare nell’antico porto nel Parco Nazionale di Cesarea.
Come spesso capita, si è trattato di un colpo di fortuna, all'indomani di una violenta tempesta che ha sconvolto il fondo sabbioso, quando i membri di un diving della cittadina di Cesarea, sede di un importante porto di epoca romana, hanno riportato in superficie un mucchio di monete d'oro del peso di quasi dieci chili e dal valore inestimabile. È il maggior ritrovamento del genere mai scoperto in Israele
È stato il gruppo di subacquei del Diving Club del porto a ritrovare il tesoro perduto. In un primo momento i subacquei hanno pensato di aver individuato una moneta giocattolo, solo dopo aver capito che la moneta era "una cosa vera”, hanno raccolto diverse altre monete e rapidamente sono tornati a riva per informare il direttore del Diving Club del loro ritrovamento, che a sua volta ha segnalato la scoperta alla Unità di Archeologia Marina della Israel Antiquities Authority. Dopo essersi organizzati in fretta, i sub della Israel Antiquities Authority sono andati insieme al gruppo di subacquei nel luogo esatto dove erano state trovate le monete e con un metal detector hanno scoperto quasi 2.000 monete d'oro di diversi tagli: un dinaro, mezzo dinaro e un quarto di dinaro, di varie dimensioni e peso.
Ulteriori e più approfondite campagne di scavo accerteranno, si spera, l'origine di quel tesoro. Le ipotesi intanto si sprecano. C'è chi parla del relitto di una nave che trasportava ricchezze alla volta del governo centrale in Egitto, dopo avere raccolto le tasse locali. O delle paghe della guarnigione militare di Cesarea o magari di una nave mercantile che commerciava sulle rotte dei porti e della città del Mediterraneo.
Il ritrovamento è stato definito inestimabile dalle autorità ed è diventato patrimonio dello Stato ebraico. Che per legge non riconosce alcuna percentuale ad alcuno, nemmeno a degli onesti galantuomini in neoprene.
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La stagione turistica estiva è finalmente iniziata, ma gli operatori turistici hanno registrato un calo significativo di turisti che arrivano dalla Russia. Il flusso turistico dalla Russia alla Grecia potrebbe calare del 35-40% quest'anno, secondo le stime fornite da Tez Tour agenzia regista Dimitris Charitidis.
L'autorità dell'aviazione civile russa ha annunciato che sono previsti il 50% in meno dei voli charter in programma rispetto allo scorso anno. Secondo le stime per quanto riguarda gli arrivi turistici negli aeroporti greci, 1,4 milioni di turisti russi hanno visitato il paese nel 2013, mentre il numero è sceso a 1,15 milioni nel 2014.
Tuttavia, la Grecia e Cipro rimangono stabili in confronto ad altri paesi. La situazione a Cipro è ancora più stabile, dal momento che i cittadini russi non hanno bisogno di rilasciare un visto Schengen, che è noto per essere un processo difficile e richiede tempo, il visto locale per Cipro richiede invece meno problemi.
"Posso confermare che ho sentito molti miei colleghi anche di altre agenzie lamentare notevoli ritardi e problemi nel processo di rilascio dei visti di quest'anno, ma la nostra agenzia non si trova ad affrontare questi problemi", ha detto Charitidis.
"Purtroppo, sono anche consapevole che i russi di solito rilasciano visti per un anno o più. Quest'anno invece sono stati emessi visti per 3 o 6 mesi ", ha osservato.
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