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Le Isole di Tahiti, terre dalla sconfinata bellezza e dalla ricca e radicata tradizione, ospitano numerosi giardini botanici in grado di ricreare scenari incantati e paradisiaci. Tutti e cinque gli arcipelaghi presentano una grande varietà di flora, e si preoccupano di preservarne la bellezza e l’unicità anche attraverso queste oasi.
Ogni giardino presenta una propria storia e ogni pianta al suo interno ha un’importanza particolare. L’isola che presenta il maggior numero di giardini botanici è Tahiti, seguita dalle non lontane Moorea, Huahine e Raiatea e dalla più remota Ua Huka, nelle isole Marchesi.
Giardino botanico Harrison W. Smith - Tahiti
Questo giardino è interessante per la storia che lo accompagna. Agli inizi del ‘900 il professore di fisica americano Harrison Smith, da sempre appassionato di botanica, ereditò una piccola fortuna che decise di investire nella magnifica Tahiti con l’acquisto di circa 137 ettari di terreno. Seppur con diverse difficoltà iniziali, Smith ottenne ottimi risultati su diverse centinaia di specie di piante e fiori, anche di importazione da remote destinazioni asiatiche, americane e africane. Dopo la morte di Smith, il giardino rimase abbandonato per lungo tempo, fino a quando venne reso pubblico verso la metà del secolo. Oggi il giardino, che si trova proprio vicino al museo dedicato a Gauguin, è visitabile a pagamento.
Giardini Paofai - Tahiti
I giardini Paofai sono sicuramente tra i più incantevoli dell’isola di Tahiti. Con impianti sportivi, aree giochi per bambini, sentieri, aree verdi e fontane, sono il posto perfetto per ammirare specie endemiche di diverse piante e oltre 400 alberi. Inoltre, qui si raccolgono le piante più tipiche e rappresentative di ognuno dei cinque arcipelaghi. L’area è attualmente pubblica.
I giardini acquatici di Vaipahi - Tahiti
A Mataiea, sull’isola di Tahiti, si snodano 6 km di sentieri costeggiati da piante tropicali e favolose cascate, con un’area picnic in riva al mare. Questo paradiso terrestre custodisce affascinanti leggende e diversi siti archeologici, oltre a numerose piante di diversa origine e appartenenza. I sentieri di Vaipahi vi condurranno a meravigliose cascate, foreste di mape, le castagne locali, e verdi pinete. Il percorso più lungo richiede poco più di due ore di cammino.
Giardino tropicale - Moorea
Tappa imperdibile a Moorea, quest’oasi tropicale che si affaccia sulla baia di Opunohu ospita moltissime specie di alberi da frutto, di fiori e una piantagione di vaniglia. Tuttavia, la particolarità che fa di questo incantevole luogo un punto di sosta irrinunciabile, è il delizioso punto vendita presso cui è possibile degustare e acquistare oltre 30 varietà di marmellata di frutti locali, tra cui il particolarissimo noni e il frutto dell’albero del pane.
Inoltre, ogni venerdì, qui potrete gustare un tipico pranzo polinesiano.
Sentieri del monte Temehani - Raiatea
I sentieri del monte Temehani rappresentano un vero e proprio santuario botanico, con una meravigliosa biodiversità da ammirare circondati da una splendida laguna. Se avrete fortuna, potrete ammirare il leggendario Tiare Apetahi, un fiore a rischio di estinzione molto amato per via di una romantica leggenda locale. Situato sull’isola di Raiatea, il monte ospita molte specie protette e l’accesso per i visitatori è limitato: infatti, è possibile accedere agli altopiani soltanto se accompagnati da una guida certificata ed autorizzata.
Arboreto Papua-Keikaha Temooche
Sull’isola di Ua Huka, nell’arcipelago marchesiano, si trova una riserva botanica del tutto unica, che ospita una piantagione di agrumi considerata la più grande del mondo, fra cui campeggiano anche alcune specie provenienti dalla Corsica. Fondato da uno dei sindaci dell’isola, il giardino è oggi amministrato dal Dipartimento per lo Sviluppo Rurale della Polinesia Francese e l’entrata è gratuita.
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Tentava di camuffarsi da decorazione natalizia un serpente tigre, letale, che si era arrampicato su un albero di Natale in Australia. Una donna di nome Cheryl ha notato l'ospite non invitato, velenosissimo, nella sua casa di Melbourne, ma ha mantenuto la calma e si è fatta una tazza di tè in attesa dell'arrivo di un catturatore di serpenti professionista.
"Era un serpente tigre. Sono davvero mortali, ma solo se fai loro del male" ha detto all'Afp il catturatore Barry Goldsmith, che ha rimosso il rettile.
"Probabilmente è entrato da una porta aperta, ma Cheryl ha avuto molto sangue freddo. Ha scattato una foto e me l'ha mandata, 20 minuti dopo avevo il rettile in un sacco".
L'Australia ospita 20 delle 25 specie più velenose di serpente, tra cui il serpente tigre, che può arrivare a 2,9 metri di lunghezza e si trova di solito nelle aree costiere.
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Partite per un paese straniero che è anche una destinazione economica. Musei gratuiti, bevande abbordabili, specialità gastronomiche a buon mercato, tour a piedi… una vacanza low cost offre tutto questo e molto altro.
Per aiutarvi a trovare la vacanza più adatta, abbiamo selezionato le migliori destinazioni low cost per il primo trimestre dell’anno prendendo in considerazione il costo di un pasto, una birra tipica, una corsa in taxi e una notte in un hotel a 3 stelle* per una famiglia composta da due adulti e due bambini, vi proponiamo le seguenti destinazioni con un budget giornaliero mai sopra i € 230. Se non siete cosi tanti a viaggiare, magari avrete budget residuo per qualche viaggio in più!
Gennaio – Sofia, Bulgaria
Sofia è una meta idilliaca nei mesi invernali, quando tutti gli edifici sono ricoperti da un manto nevoso candido e luccicante. Dopo aver visitato la cattedrale di Aleksandr Nevskij, le cui cupole dorate sono un simbolo di Sofia, datevi al pattinaggio sul ghiaccio con tutta la famiglia al Lago Ariana. Ogni anno, il lago del Giardino Borisova si trasforma in un’enorme pista di pattinaggio sul ghiaccio, accessibile nei mesi invernali e a inizio primavera.
Circondati dalle montagne, fuggite dalla città per un giorno e lanciatevi sulle piste da sci. In 30 minuti d’auto, potete raggiungere la Vitoša, il massiccio montuoso più vicino a Sofia. In gennaio potete sciare in ottime condizioni e, dopo una giornata sulla neve, riscaldarvi in uno dei tanti centri termali minerali della regione.
Febbraio – San Antonio, Texas, USA
Benvenuti a San Antonio, Texas, luogo reso famoso dalla Battaglia di Alamo. La battaglia del 1836 per l’indipendenza dal Messico rimane una delle principali attrazioni della città, quindi prenotate un Tour del Campo di Battaglia sui terreni della missione. Si dice che in Texas sia tutto più grande; per verificarlo con i vostri occhi, assistete a un rodeo chiassoso oppure visitate le Natural Bridge Caverns, tre chilometri di gallerie sotterranee.
Passeggiate tra i parchi urbani della zona di Hemisfair, dove potrete ammirare attrazioni come Market Square o la torre di osservazione Tower of Americas. Le performance dei mariachi e i festival di musica ispanica animano gli stand gastronomici e le bancarelle di abbigliamento, ricordandovi quanto siete vicini al confine con il Messico.
In qualsiasi stagione, la River Walk di San Antonio (la zona pedonale lungo il fiume San Antonio), straripante di ristoranti all’aperto e con un irresistibile fascino del sud, prende vita nelle calde serate d’estate così come d’inverno.
Marzo – Valparaíso, Cile
Sulla funicolare Artilleria, godetevi il panorama della città coloniale di Valparaíso, dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Nel Cerro Artillería trovate tutti i souvenir che volete, tra cui prodotti in lana d’alpaca e acquerelli. Le zone residenziali collinari, come il Cerro Bellavista (con il suo Museo a Cielo Abierto, un museo di murales a cielo aperto) o i Cierros Alegre e Concepcion (con le loro abitazioni variopinte), sono luoghi ideali per assaporare l’atmosfera caotica della città.
Con temperature che si aggirano sui 23°C, la spiaggia è decisamente invitante. Per spiagge di sabbia con diversi bar in cui ristorarvi, visitate Viña del Mar. La stagione è propizia ai festival della vendemmia: se siete appassionati di vino, percorrete la Route 68 Valparaíso-Santiago, detta anche la via del vino, per degustare i bianchi raffinati della Valle de Casablanca.
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South Australian Tourism Commission partecipa alla campagna Working Holiday in Australia lanciata da Tourism Australia in collaborazione con gli specialisti del settore, WEP e GoStudy Australia. La campagna ha l’obiettivo di promuovere tra i giovani viaggiatori i vantaggi di una vacanza lavoro in Australia attraverso pacchetti con tariffe molto vantaggiose.
Il South Australia è fra gli stati australiani la meta ideale per i giovani in cerca di esperienze di questo tipo. Adelaide, più volte premiata per la sua fama di "Capitale australiana dei festival", rappresenta la via d'accesso a esperienze di reale vita australiana, momenti, conoscenze e attività tutte da vivere nel corso di una “working holiday”. Gli eventi invadono la città tra gennaio e marzo e portano occasioni lavorative a breve termine da sfruttare. Da Adelaide ci si muove verso la Penisola di Eyre per poter incontrare delfini, foche e squali, o verso i Flinders Ranges e Coober Pedy per un vero assaggio dell'Outback australiano.
Il Governo Australiano ha proposto ultimamente alcune modifiche alla politica del Working Holiday Visa per rendere ancora più interessante la prospettiva di conoscere il Paese sfruttando l’opportunità di una vacanza-lavoro. I cambiamenti includono la possibilità per i Working Holiday Maker, con retribuzioni fino a $ 37.000, di godere di una tassazione al 19%; la diminuzione del costo del Working Holiday Visa che scenderà a 390 dollari (50 dollari in meno del passato); e una maggiore flessibilità nel rilascio dei visti.
A supporto del nuovo Working Holiday Visa, Tourism Australia ha ricevuto da parte del Governo Australiano la somma di 10 milioni di dollari da impiegare in una campagna della durata di 3 anni, con l'obiettivo di illustrare ai giovani viaggiatori l’esperienza di vacanza lavoro in Australia e tutti i benefici che ne derivano. La campagna interesserà l'Italia, paese chiave per i Working Holiday Maker, e altri sei mercati.
Nel 2016, l’Australia ha accolto più di 23.763 giovani italiani, di cui 14.788 con la formula Working Holiday, con un totale di spesa pari a 151 milioni dollari australiani.
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Nepal, la terra dove è nato il Buddha. Situato nel cuore dell’ Asia e protetto dalle alte vette himalayane, racchiude al suo interno quattro differenti realtà protette da Unesco come patrimonio dell’umanità. La misteriosa terra nepalese è uno scrigno di tesori naturali e architettonici. La fitta jungla del Sud, le vette aguzze del Nord e le grandi vallate dell’Est fanno da sfondo ai quattro gioielli del Nepal. Quattro realtà protette da Unesco, collegate da un’asse immaginario che attraversa il Paese.
Si parte dal Sud, con l’area di Lumbini, divenuta sito Unesco nel 1997 per la sua fondamentale importanza nella storia umana. Infatti qui , nel V secolo a.C., nacque Siddhartha Gautama, figlio della regina Maya. Siddhartha prese il nome di Buddha ed oggi è considerato il fondatore del buddhismo. Ogni anno sono moltissimi i fedeli che si recano in visita nella zona, considerata una delle quattro tappe fondamentali in cui pellegrinare dai buddhisti.
Spostandosi a Est nei pressi del confine meridionale si incontra un altro sito protetto da Unesco: il parco nazionale di Chitwan, un polmone verde in zona subtropicale ricco di flora e fauna: 68 specie di mammiferi, 644 tipi di uccelli, 125 di pesci e 56 piante endemiche. La direzione del parco è particolarmente attenta a proteggere animali a rischio quali il rinoceronte unicorno, tigri, gaviali tanto da debellare completamente i tentativi di incursioni dei bracconieri. Facilmente raggiungibile dai turisti, il parco è organizzato per offrire svariate possibilità di attività: safari a dorso di elefante, giri in canoa, bird watching e escursioni a piedi.
A Nord Est del parco è situato l’insieme dei sette siti Unesco della valle di Kathmandu, che si sviluppa in maniera circolare intorno alla grande capitale del Nepal. Quest’area è un punto di incontro fra buddhismo e induismo ma anche tra le tradizioni del passato e le ambizioni del futuro. Secondo la leggenda questa zona un tempo era un grande lago, trasformato in una vallata dal colpo di spada di Manjushri, bodhisattva della conoscenza, cha avrebbe aperto una gola nei pressi della collina di Chobar nella quale le acque del lago sarebbero defluite permettendo alla valle di svilupparsi. Grazie alle grandi ricchezze della valle l’area si è naturalmente sviluppata attraverso i secoli come il centro politico del Nepal. Kathmandu fino al 2006 è stata la sede del Re e quindi presenta tutte quelle caratteristiche tipiche di una citta regale: templi l ussuosi e palazzi imponenti che si alternano a strette vie che brulicano di vita, mercati e tuc tuc, i tipici taxi locali. I 7 siti protetti da Unesco nella valle rappresentano la raffinata cultura artistica che le famiglie imperanti hanno incoraggiato e promosso con opere di vera bellezza estetica ma che rappresentano in straordinaria armonia una integrazione sincretica di antiche pratiche autoctone con significati simbolici.
Con una solenne cerimonia si purificazione celebrata dai monaci buddhisti con una spettacolare puja, il celebre stupa di Boudhanath è stato riportato a tutto il suo splendore e completamente risanato dopo i danni del terremoto del 2015. Uno dei più grandi al mondo con una altezza di 36 metri, lo stupa di Boudhanath è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità nel 1979 e tornerà nuovamente un sentito luogo di culto per i numerosi fedeli buddhisti del Paese e una attrattiva imperdibile per i visitatori internazionali.
Gli altri 6 siti della valle sono la Durbar square di Kathmandu, la cittadina di Patan, la cittadina di Bakhtapur, il tempio buddhista di Swayambhunath e quelli induisti di Pashu Patinath e Changu Narayan.
A ricordare la presenza in territorio nepalese di 8 dei 14 ‘ottomila’ del mondo, Unesco ha incluso nella lista dei patrimoni il parco del Sagarmatha – nome nepalese del Monte Everest – che sovrasta il territorio al confine settentrionale con il Tibet e che comprende decine di altre vette oltre i seimila metri disegnando uno skyline all’orizzonte di cime aguzze talvolta di facile accesso altre volte con una esposizione elegantemente imponente, snella e impervia, disegnate da una abile mano superiore. Popolato dalla forte etnia sherpa dedita ad accompagnare escursioni e ascensioni, il parco si estende dai 2900 metri del portale di entrata di Lukla agli 8848 metri della vetta dell’Everest con una natura che rapisce l ‘anima. Ogni villaggio ha il suo tempio buddhista più o meno grande e alcune sedi di cerimonie religiose che lasciano al visitatore un’emozione a cui non si resiste. Vi trovano rifugio alcune specie a rischio come i leopardi delle nevi e i panda rossi.
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