La Costa Smeralda compie 50 anni. Era infatti il lontano 1962 quando un gruppo di finanzieri con a capo il principe Karim Aga Khan costituì il consorzio Costa Smeralda per dar vita ad una iniziativa turistica di vaste proporzioni sul territorio di Arzachena, oggi in provincia di Olbia-Tempio. Le cronache raccontano che il principe, allora 26enne, sorvolò la Sardegna nordorientale e s’innamorò di quello splendido mare azzurro smeraldo, di quelle baie incontaminate, selvagge e uniche, e decise di acquistarle. La zona interessata era quella di ‘Monti di Mola’ (sassi da macina). Già nel 1963 e 1964 entrarono in funzione i primi alberghi a Porto Cervo, vera capitale della Costa Smeralda. Circola una leggenda in Sardegna: quei terreni erano di pastori e vaccari, gente di modesta cultura, ma grandi lavoratori e possidenti. Si ragionava in milioni di lire in quel periodo, la parola ‘miliardi’ non era conosciuta nel linguaggio comune. Quando ad un proprietario di Arzachena furono offerti due miliardi per un terreno, rispose al responsabile della trattativa: "Miliardi? No, voglio duemila milioni, altrimenti non se ne fa niente".

Un’altra storia dice che a trattare i prezzi delle aree furono sempre le donne, perché i proprietari consideravano quei terreni a mare (poco favorevoli alle tradizionali attività della zona, agricoltura e pastorizia), di scarso interesse e, quindi, ci mandavano le mogli a discutere con gli inviati dell’Aga Khan. Che sianono leggenda o verità poco importa, quel che è vero che di miliardi in Costa Smeralda in cinquant’anni di storia ne sono passati tanti, trasformando profondamente la cultura, i luoghi e l’economia della Gallura e dell’intera Sardegna. "Quando arrivò il Principe Karim, avviando con un sapiente mix di intuito e sensibilità, la costruzione del ‘suo’ modello Costa Smeralda, ancora non sapeva che cinquant’anni dopo, quindi a tutt’oggi, quell’ispirato modello sarebbe stato ancora forte e maturo fra i sistemi del turismo isolano – ha detto l’assessore del Turismo della regione Sardegna, Luigi Crisponi – La trasformazione di pascoli in riva al mare in ‘macchina da guerra’ turistica irrompe all’improvviso nell’incantato scenario gallurese, regalando alla Sardegna notorietà internazionale. Fa anche discutere se parlare di nascita o invenzione della Costa. E personalmente propendo per questa tesi".

Si può tranquillamente affermare che da allora per Arzachena, nella frazione di Porto Cervo, e per la Sardegna la storia sia cambiata. Il fenomeno turistico aveva investito il territorio e lo ha trasformato, modellandolo sulla base delle proprie esigenze. In quei giorni vedeva la luce il polo turistico balneare di maggiore rilevanza, in termini di qualità d’Italia. Cominciavano a sorgere i primi alberghi di lusso, il Cala di Volpe, il Pitrizza, Cervo e Romazzino e le ville esclusive che diventeranno il punto d’incontro estivo dell’alta società e del potere economico mondiale. I rotocalchi si impadronivano delle notizie e dei pettegolezzi sul mondo dorato e le promuovevano in tutto il mondo con dovizia di particolari. Le trasparenze del mare, le spiagge ricoperte di sabbia granitica, le scogliere frastagliate, gli alberi secolari, la macchia mediterranea a corona di calette dalla selvaggia bellezza diventarono l’altro potente veicolo pubblicitario. Tutto quello che venne fatto in questa prima fase ha il marchio dell’esclusivo. Alberghi, ville, locali e porto era destinati ad una clientela selezionata che potesse fungere da richiamo. La stessa architettura adottata, che a seconda dei punti di vista viene definita suggestiva o suggestionante, è posta al servizio di questo obiettivo. Non era una iniziativa edilizia tesa a distruggere la natura ma a salvaguardarla e ad inglobarla, facendola diventare parte integrante delle costruzioni. Nel 1964, appena dopo l’insediamento del Consorzio Costa Smeralda dell’Aga Khan, furono i conti veneziani Luigi e Nicolò Donà delle Rose a credere nella Costa Smeralda e a creare un’altra perla, nel mare della Gallura, Porto Rotondo. Quasi tutto fu costruito in modo spontaneo, seguendo l’ispirazione e l’estro del momento, guardando alla qualità. L’idea dei due fratelli era che Porto Rotondo potesse diventare un milieu di artisti e di intellettuali, ed i primi a rispondere all’invito furono gli scultori Andrea Cascella e Giancarlo Sangregorio. Oggi la Costa Smeralda a 50 anni dalla sua nascita ha ospitato ed è diventata una meta ambita da vip, celebrità dello spettacolo, della moda e soprattutto del business. Non c’è personaggio famoso che non abbia ‘la villa in Costà o non trascorra qualche giorno nel mare della Gallura. Ogni estate questa parte dell’isola diventa luogo di ritrovo di panfili e yacht, di Ferrari e Jaguar, delle cene dai conti stratosferici. La notte i vip frequentano nightclub e discoteche, ognuna con la sua storia, un arredamento ed una musica tutta personalizzata, adatta ad ogni età ed ogni esigenza. Ora sono soprattutto gli sconosciuti, ma ricchissimi magnati russi, a frequentarli con assiduità, sfoggiando ricchezza e lusso inimmaginabili. Il Ritual si trova incastonato fra le rocce granitiche, frequentato dai reali d’Europa e dal principe Aga Khan. Il Billionaire, è stato fondato da Flavio Briatore, ex top manager della Renault di Formula 1, il Nikki Beach sta diventando uno dei locali più ‘in’ della Costa Smeralda. La sua particolarità è negli arredi, letti a baldacchino che prendono il posto dei tradizionali tavoli. Stando sdraiati, come gli antichi romani, si possono degustare aperitivi, buffet, e cene esotiche a base di Sushi e cucina Thai, i suoi frequentatori sono i Vip ultramilionari in vacanza a Porto Cervo. Fiat Playa di Lapo Elkann si trova in riva al mare a Punta Marana nel Golfo di Marinella. Il Sottovento rimane il punto di riferimento per gli amanti degli incontri mondani e della vita notturna di Porto Cervo, molto visitato da attori e calciatori. Al Blues Caffè, è possibile ascoltare musica raffinata per veri intenditori, l’arredo è di tipo etnico, pieno di candele, cuscini, e colori pastello caldi ed avvolgenti. Il fascino della Costa Smeralda resiste ancora dopo cinquant’anni e dopo l’abbandono dell’Aga Khan e l’ingresso nel 2003, per 300 milioni di euro, del miliardario americano Tom Barrack. "Se acquisterò io – disse Barrack nel 2003 -, niente colate di cemento; la Costa Smeralda si svilupperà in continuità con l’Aga Khan".

Non poteva essere diversamente: il padre della Costa Smeralda non poteva essere disconosciuto.