Il professore Francesco D’Andria, autorità nell'archeologia salentina, lo diceva ormai da anni: la Castrum Minervae di cui parla Virgilio nel III libro dell’Eneide è proprio Castro. "Già i commentatori dell’Eneide avevano riferito il templum alla località di Castrum Minervæ e la Tabula Peutingeriana, una antica carta geografica, indicava il sito sulla costa salentina a otto miglia a sud di Otranto. Non c’era dubbio che questa indicazione si riferisse all’attuale abitato di Castro, che conserva nel nome e nell’assetto topografico (l’approdo, l’acropoli che domina le scogliere della costa), il ricordo di quell’antica testimonianza letteraria”. Nel 2008, mentre cercava attraverso le mura aragonesi la via di accesso all’Acropoli (foto), l’eminente archeologo trovò una statuina in bronzo alta poco più di dieci centimetri, raffigurante la Dea Minerva. Quest’estate è avvenuto il ritrovamento della grande statua in pietra della Dea Minerva e alcuni frammenti del tempio. E’ alta un metro e dieci, avvolta nella sua veste a pieghe con grandi seni (fatto inconsueto per una Dea come lei). Non ha testa, né braccia, ma il professore D’Andria è convinto che riuscirà a trovarne il capo e che, completa, la statua arriverebbe a quasi 3 metri d’altezza (foto). “Venne sepolta sotto un lastrone di pietra dove è stata ritrovata in età tardo repubblicana”, spiega la dottoressa Laura Masiello, della Sovrintendenza Beni archeologici della Puglia. “Come se chi lo avesse fatto non aveva intenzione di distruggere la statua, ma provasse ancora un profondo senso di rispetto verso la Divinità”. località di Castrum Minervæ e la Tabula Peutingeriana, una antica carta geografica, indicava il sito sulla costa salentina a otto miglia a sud di Otranto. Non c’era dubbio che questa indicazione si riferisse all’attuale abitato di Castro, che conserva nel nome e nell’assetto topografico (l’approdo, l’acropoli che domina le scogliere della costa), il ricordo di quell’antica testimonianza letteraria”.
“Queste importanti scoperte archeologiche”, spiega il vicesindaco Angelo Coluccia, “arricchiscono la nostra offerta turistica, che non sarà più legata solamente solo al suo bellissimo mare, che è peraltro Bandiera Blu e alla Grotta Zinzulusa, ma anche al turismo culturale, una grande leva per la destagionalizzazione”.
Il poeta Virgilio, nell'Eneide, colloca il primo approdo di Enea in Italia a Castrum Minervae, di fronte a Butroto, nell'Epiro (Albania). Il suo porto era dominato da un alto promontorio alla sommità del quale si ergeva il maestoso tempio consacrato alla dea Minerva.
Nel III libro, infatti, Enea racconta: "ci spingiamo innanzi sul mare (....) quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell'Italia (...) Le invocate brezze rinforzano, e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca. I compagni ammainano le vele e volgono a riva le prore. Il porto è incurvato ad arco dalla corrente dell'Euro; i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva" (foto).
Questa scoperta conferma il centro salentino come la mitica Castrum Minervae, approdo di Enea. (foto On the Road)