“Un sentiero da percorrere in punta di piedi, dove si può fare la conoscenza dello Gnomo Gnogno o del Saggio del Bosco, incontrare a tu per tu il famigerato Homo Salvadego e il suo bizzarro asinello, provare la paura di perdersi nel labirinto dei tronchi morti o la rassicurante sensazione di essere accolti nel grembo di Madre Terra” così lo scultore bergamasco Alessandro Cortinovis ha definito uno dei luoghi più magici del territorio lariano, che lui stesso ha contribuito a creare con la sua fantasia e la sua abilità artistica.
Il “sentiero dello spirito del bosco”, immerso nella foresta dei Corni di Canzo (CO), famosa per la sua bellezza e la ricchezza della sua biodiversità, non è semplicemente un percorso che porta a godere di uno di panorami più belli di tutto il comasco, ma è soprattutto un’occasione per immergersi in un mondo di fate, gnomi, animali fantastici ricavati dai tronchi senza vita di un bosco magico e dal fascino unico.
Inaugurato il 21 giugno del 2008 e realizzato dall’ERSAF, l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, il sentiero collega il Primo Alpe (725 m) al Terzo Alpe (800 m), seguendo un percorso che va dai 25 ai 45 minuti, un tempo variabile a seconda delle soste impiegate per “scovare” le misteriose creature intagliate nel legno e a cui si deve aggiungere quello che dalla località Gajum di Canzo porta alla fontana di Prim’Alpe, di circa 30 minuti.
Cercate parcheggio nell’area del Piazzale Giovanni XXI o in via Monte Rai e preparatevi a attraversare torrenti, scale di legno e improvvise curve tra i rami per scorgere gli “spiriti del bosco” che vi osserveranno seminascosti dalla foresta.
Un’alternativa per chi parte da Milano è prendere il treno per Canzo, scendere al capolinea, e raggiungere il bosco “magico” con una passeggiata di circa un’ora.
Al culmine della passeggiata, un “labirinto” di tronchi vi terrà impegnati per trovare la via che porta al rifugio di Terz’Alpe, luogo ideale per riposare e godere del bellissimo panorama dei Corni di Canzo. La foresta che racchiude il sentiero è infatti collocata nel cuore del Triangolo Lariano, sul versante destro della Val Ravella, a sua volta affacciata sul ramo lecchese del lago di Como e sull’Alta Pianura Lombarda.
Le sculture di Cortinovis - il Saggio del Bosco, la Salamandra, l'Homo Salvadego, gli Spiriti Canterini - sembrano aver ridato nuova vita alla foresta che, dal 2008 ad oggi, è in continuo cambiamento. Nuove creature si aggiungono infatti ogni anno a quelle che già popolano il bosco (nel 2012, durante un happening artistico, altri 15 scultori hanno arricchito il percorso con nuove creazioni), mantenendo immutato il fascino del luogo anche per chi lo ha già visitato.
Adatto soprattutto ai bambini, il sentiero sembra studiato per portare chiunque a perdersi nella magia della foresta, a cominciare dalle simpatiche indicazioni con dicitura “per di qua” o “per di là”, fino ad arrivare alle sculture stesse, posizionate ovunque e volutamente celate al primo sguardo.
Una passeggiata di grande interesse (la via del ritorno porta a un Sentiero Geologico, con vari cartelli che spiegano la costituzione geologica della zona), ma soprattutto un modo per abbandonarsi all’immaginazione e, citando ancora una volta le parole di Alessandro Cortinovis, per “trovare la soglia da attraversare per incontrare nuovamente il bimbo spesso dimenticato che c’è in noi, la nostra fantasia”.

Marco Besana