(Ancona – 24 mag) Con la brillante conduzione del noto speaker RAI di Caterpillar AM, Marco Ardemagni, in chiusura di Tipicità in blu 2016 è andato in onda il racconto del mare che ha visto protagonisti alcuni personaggi intimamente legati ad esso.
Ad esordire l'Assessore alla Cultura di Ancona, Paolo Marasca, che ha tratteggiato il rapporto duale tra Ancona e il mare, sottolineando in particolare come Ancona, rispetto ad altre città italiane storicamente proiettate verso il mare, non abbia mai interpretato il mare come terreno di conquista, ma come luogo di passaggio dei popoli, delle culture e delle merci e, in ultima analisi, di incontro. Marasca ci ha anche spiegato di come l'aspetto di Ancona e del suo waterfront siano stati profondamente danneggiati dalla guerra.
La dr.ssa Maria Grazia Salonna, ci ha raccontato la storia della pesca ad Ancona e di come, con l'avvento delle imbarcazioni a motore negli anni '30, si è verificata una vera e propria "immigrazione" di comunità di pescatori provenienti da Civitanova Marche e da Porto Recanati, L’approdo di Porto Recanati era infatti troppo piccolo per quelle imbarcazioni, mentre Civitanova era proprio priva di un vero porto degno di questo nome. E di come la pesca, praticata prima di allora ad Ancona sporadicamente dai lavoratori del porto e degli arsenali, nel poco tempo libero, sia diventata, con l'arrivo di queste comunità, stabilitesi nella zona degli Archi, una vera e propria attività professionale.
L'esempio vivente di questa storia ci è stato fornito da Luigi Gaetani, pescatore e imprenditore ottantenne i cui genitori provenivano esattamente l'uno e l'altra dalle due località a sud di Ancona. Gaetani ha tratto dalla memoria i suoi esordi da pescatore nei primi anni '50 e il ricordo di come abbia sofferto per tre anni il mal di mare. Lo zabaione di mamma non serviva: i movimenti della barca, l'odore della sentina, lo facevano star male. Ne uscì cercando di non pensarci. Poi una grossa crisi della pesca, dovuta alla scarsità di materia prima, attorno al 1957 costrinse lui e molti pescatori di Ancona a cercare fortuna sul Tirreno e in particolare a Civitavecchia dove si utilizzavano tecniche di pesca molto antiquate. Il successo che Gaetani ebbe in quella zona fu dovuto non solo alla "esportazione" delle tecniche adriatiche, ma anche alla formazione e all'ulteriore affinamento, in anni successivi, da lui svolto in Francia. Si è tratteggiato, anche qui con gli altri interlocutori, in particolare con Gaetani, Salonna e Piccinetti, del ruolo delle donne nelle famiglie dei pescatori (qui è intervenuta anche la sorella di Gaetani) come amministratrici e commercianti e di come questa sia una tipica caratteristica dell'anconetano e della Calabria.
Abbiamo approfittato a questo punto della sua graditissima presenza per chiedere una spiegazione a Corrado Piccinetti, Responsabile del Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano, sulle ragioni di questa crisi del 1957. Piccinetti ci ha spiegato che è del tutto naturale che i cicli di riproduzione del pesce, possano portare, per qualche anno, alla scarsità di alcune specie e che non si deve pensare, per quel periodo, all'inquinamento o a un eccesso di cattura. Da lì siamo passati a fare una disamina sull'attuale situazione dell'attività di pesca in questi giorni. Piccinetti ha portato numeri preoccupanti sulla perdita di posti di lavoro e di imbarcazioni, scesi da 19.000 a 12.000 nel giro di pochi anni in Italia e anche di come il consumo di pesce pro capite, che grazie alle campagne e anche alla moda del sushi, era salito fino al 2013, si sia contratto negli ultimi due anni.
Federico Bigoni è intervenuto per ricordarci le difficoltà normative in cui devono attualmente operare i pescatori, della concorrenza con i pescatori croati che utilizzano tecniche differenti. Si è parlato anche con gli altri interlocutori, come le potenzialità della pesca sportiva e turistica sui pescherecci, siano di fatto vanificate da normative piuttosto farraginose. Qui è intervenuto a supporto anche il fratello di Gaetani, di tredici anni più giovane, avvocato.
Con il Sindaco di Camerota, Antonio Romano, che pure si è speso in seguito sugli aspetti normativi che rendono difficile l'attività della pesca (in particolare, ad esempio, l'eccessiva tutela delle specie più predatorie come i tonni, in certi periodi dell'anno), abbiamo ripercorso il valore storico e culturale dell'impresa del Leone di Caprera nel 1880 che vedeva protagonisti, oltre al comandante Vincenzo Fondacaro, di Bagnara Calabra, anche i cittadini di Ancona Orlando Grassoni e di Camerota Vincenzo Troccoli.
Al termine dell’incontro, Luigi Gaetani ha ricevuto dalle mani dell’assessore al bilancio di Ancona, Fabio Fiorillo, il Premio Oro di Mare, per “la dedizione, la passione e la professionalità dimostrata nella sua lunga vita di pescatore, sia nel Mar Adriatico che nel Mar Tirreno”. (160524d2 – foto ontheroadnews)