L’attenzione degli operatori economici non può trascurare le prospettive di investimento legate alle grande privatizzazioni annunciate dal governo kosovaro: quella della Compagnia elettrica del Kosovo (Kek), delle Poste e telecomunicazioni (Ptk), ma anche la concessione delle operazioni aeroportuali dello scalo internazionale di Pristina. Lo stesso ambasciatore Giffoni conferma che “aziende italiane guardano sia a Kek che Ptk”.
Tra il 2000 ed il 2006, stando ai dati dell’Agenzia kosovara per la promozione degli investimenti (Ipak, www.invest-ks.org), le privatizzazioni hanno fruttato investimenti stranieri per un totale di 236 milioni di euro, a cui si aggiungono i 398 milioni di investimenti greenfield: la stima è di chiudere il 2008 con una quota di Investimenti diretti esteri (Ide) di 700 milioni di euro. Il Kosovo Trust agency (Kta) organo preposto alle privatizzazioni durante i nove anni di amministrazione internazionale dell’Onu, dopo la dichiarazione di indipendenza (17 febbraio 2008) è stato trasformato nell’Agenzia di privatizzazioni del Kosovo (Kpa, l’acronimo inglese): delle 500 Socially owned enterprises (Soe, aziende i cui lavoratori detengono quote di proprietà) presenti in Kosovo, 300 sono quelle già passate in mano ai privati.
La transizione in corso dalla giurisdizione Unmik (la missione Onu in Kosovo) e quella del neo Stato si traduce per l’investitore straniero in un quadro legislativo piuttosto incerto e complesso. Per il momento i regolamenti Unmik e nuove Leggi del Parlamento del Kosovo convivono. Proprio la Camera speciale istituita da Unmik presso la Corte suprema (una sorta di nostra Cassazione) con la competenza esclusiva di dirimere i casi giuridici legati alle privatizzazioni è attualmente 'vittima' della sovrapposizione dei due ordinamenti: tutti i procedimenti sono bloccati in attesa di definire chi erediterà le competenze dei giudici Onu.
Sempre tra il 2000 e 2006, le rilevazioni dell’Agenzia governativa Ipak attestano l’Italia terzo Paese investitore in Kosovo con 39 milioni di euro, contro gli 84 della Germania e i 69 della Slovenia. Da tenere presente che nel 2007 la Telecom Slovenia ha poi investito oltre 200 milioni di euro nell’acquisizione del secondo operatore kosovaro di telefonia mobile. Il primo, 'Vala', conta 850.000 utenti, è di proprietà interamente statale e "sarà presto disponibile per la privatizzazione" secondo quanto informa la 'Guida 2008 agli investimenti in Kosovo', redatta dall’Agenzia governativa competente. Se la Slovenia predomina nelle telecomunicazioni, la tedesca Procredit bank e l’austriaca Raifessen Bank rappresentano i due principali, degli otto complessivi, istituti di credito privati operativi in Kosovo, ai quali si sommano nove compagnie assicurative e due fondi pensionistici.
La presenza italiana si distingue, invece, nel settore commerciale, ma anche in quello agricolo, delle macchine pesanti e dell’industria del legno. Tutti comparti che Ipak conferma come particolarmente attrattivi per chi voglia investire all’interno dei 10.908 km2 di territorio kosovaro.
Di questi, infatti, il 53% è composto da terre coltivabili ed il 39% da foreste. Lo Stato è pronto, inoltre, a vendere 22.000 ha vergini da destinare allo sviluppo del turismo che ha un potenziale praticamente tutto invernale (il Kosovo non ha sbocco al mare). L’agricoltura contribuisce al 19% del Pil ed impiega oltre il 60% della popolazione che conta complessivamente poco più di 2 milioni di abitanti. Particolare potenziale viene individuato nel sotto-segmento vinicolo. Forte di una lunga tradizione del passato, sopravvive oggi con 5.000 ettari coltivati a vigna. Proprio un’azienda italiana è stata protagonista della privatizzazione dell’azienda produttrice di vino Suhareka. Oltre a Suhareka, sono altre tre le aziende vinicole kosovare attualmente di proprietà statale: la capacità nazionale di trasformazione di vino è di 112 milioni di litri l’anno.
Relativamente allo scambio commerciale, a fine 2007 il Kosovo ha importato beni per 1,6 miliardi di euro ed esportato per 146,6 milioni di euro. La posizione geografica è piuttosto isolata, ma i collegamenti aerei con le principali mete europee sono in aumento ed in quanto membro dell’Accordo di libero scambio dell’Europa centrale (Cefta), il Kosovo ha accesso facilitato agli scambi commerciali nella regione che conta un bacino di 28 milioni di consumatori. Delle 87.960 piccole medie imprese (Pmi) che risultano registrate in Kosovo nel 2008, il 47% svolge attività commerciali.
Questi i numeri principali della repubblica con la popolazione più giovane e povera d’Europa: secondo i dati collezionati dall’Agenzia degli investimenti, nel 2007 il Pil ha sfiorato i 2,4 miliardi di euro mentre il Pil procapite ammontava a 1.150 euro (rispettivamente 3,4 miliardi e 1.611 euro secondo le stime Fmi per il 2007 pubblicate lo scorso settembre).
Il Kosovo ha unilateralmente dichiarato la sua indipendenza dalla Serbia lo scorso 17 febbraio 2008: da allora lo hanno internazionalmente riconosciuto 51 dei 192 Paesi Onu e 22 dei 27 Membri Ue.