È la nuova Istria che quella che si sta affacciando all’Europa e al mondo, una terra bellissima ricca di ruralità nonostante il flusso turistico di massa degli anni '80 e '90 e la conseguente standardizzazione di prodotti e servizi.
È nata una nuova schiera d’imprenditori turistici, di produttori agroalimentari e ristoratori, di chef che in pochi anni stanno raccogliendo i frutti di un lavoro fatto con il cuore e con la testa e così, dove prima l’olio era pesante e duro ora è raffinato e di carattere, dove la Malvasia era un vino impersonale ora è di gran livello, dove il pesce era cucinato in tutta la costa sempre alla stessa maniera, ora è proposto con ricerca e tecnica, dove la carne era solo quella della lombata di vitello, ora c’è il prezioso Boskarin e poi ancora i tartufi di Livade, la Sogliola di Salvore, la patata istriana, il prosciutto istriano e via… via così…
Un mondo nuovo da scoprire, una terra dura e sensuale allo stesso tempo, con un’entroterra tutto da scoprire dove il marè è visibile da ogni collina, un mondo per gli amanti del buon vivere ed anche per chi cerca servizi esclusivi d’alta qualità dedicati al wellness, al relax, come ad esempio la struttura dell’Hotel kempinski Adriatic 5 stelle (www.kempinski.com) con i suoi 2.000 metri dedicati alla spa Carolea, le camere ampie e lussuose, il campo golf 18 buche immerso negli uliveti, la spiaggia privata che guarda dritta a Pirano sovrastata dalla terrazza panoramica del ristorante Kanova. Oppure il piccolo Hotel Gourmet San Rocco di Verteneglio (www.san-rocco.hr) nell’entroterra più storico del Malvasia, uno dei luoghi di ristorazione più evoluti in Istria dove olio e aceto vengono prodotti in casa, dove abbiamo mangiato un sorprendente patata cotta nel sale con tuorlo d’uovo e tartufo nero Istriano.
E ancora dal Ristorante Badi (www.restaurant-badi.com) nel piccolo borgo marinaro di San Lorenzo di Umago dove i piatti imperdibili sono il branzino in crosta di pane e gli scampi del Quarnero e dove l’ospitalità di Bado Badurina detto Badi è davvero unica.
Oppure alla Konoba Buscina (www.konoba-buscina.hr) immersa tra gli uliveti, dove una piccola struttura in pietra ospita il bel focolare sempre acceso per preparare piatti tradizionali di carne e pesce, con Fabiana che convince con il suo carattere determinato e diretto (da poco aperto anche il vicino agriturismo/alloggio, una grande casa rurale con piscina con 8/9 posti letto per famiglie e gruppi di amici). Fabiana è una delle prime promotrici del Boskarin, un bue istriano dalle lunghe corna usato solo in agricoltura fino ai primi del ‘900.
E poi più a sud sulla punta estrema di Salvore, dove vicino al faro, emerge la nuova cucina di pesce di Fabrizio della Konoba Pergola (
Impossibile infine non passare per Grisignana nell’entroterra, un borgo rurale medioevale panoramico completamente in pietra situato sopra un colle di forma conica, alto 228 m dove, da poco è stato aperto un’esclusivo bar da visitare al calar del sol, trattasi dell’Eno-gastro Energy Bar&Design, davvero schic (+385 52 776 051).
Per l’olio, vi sono molte micro-olearie nel territorio, ma non mancate la visita ad Aleksandra Vekic la produttrice dell’olio Mate (www.mateoliveoil.com), uno dei migliori oli istriani. Aleksandra da sola dirige l’attività perseguendo il sogno di papà “Mate” che nell’ulivo, 15 anni fa aveva investito tutta la sua vita. Alecxandra vi racconterà tutti i segreti della sua straordinaria coltivazione e produzione accompagnata da una degustazione dei suoi famosi oli. Per chi non volesse venir via del territorio senza assaggiare i Tartufi di Livade, Giancarlo Zigante (www.zigantetartufi.com) è presente nel territorio con alcuni store a Buje, Livade, Motovun, Grisignana e Buzet, il tartufo nero si trova tutto l’anno, per quello bianco dovrete aspettare ottobre.
Eccellenza anche nei vini, tra i quali nel nostro piccolo viaggio abbiamo assaggiato, la Gran Malvasia di Coronica (www.coronica.com), un ottimo metodo classico del giovane Bruno Trapan di Pola (www.trapan.hr), i “macerati” di Giorgio Clai (0385 52776175) come la Malvasia ed il Pinot, il Moscato di Momiano di Gianfranco Cozlovic (www.kozlovic.hr) pioniere della nuova enologia istriana, quello del piccolo produttore Danijel Kraljevic della Vigna Cuj ed infine il terrano di Moreno De Grassi (www.degrassi.hr). Questa naturalmente era solo una piccola parte dell’Istria e c’è ancora molto da scoprire. Ancora una volta la conferma che le cose migliori vengono dai territori storicamente più difficili.
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