In un negozietto di artigianato tra i tanti, l’occhio cade a caso su delle scatolette in legno dipinte a mano, con il paesaggio della bella Porec, su sfondo azzurro o chiaro, ma c’è una piccola sorpresa. Sotto la scatola girando una chiavetta si mette a suonare un carillon: è una musica che cantavano forse i marinai, quando bevevano e brindavano, augurandosi che quante erano le gocce del vino altrettanti fossero gli anni della vita.
Porec, l’antica Parenzo, situata a metà della costa istriana in Croazia, è, come quella musica, dolce, ma allegra e spensierata, luminosa, dalla bellezza antica, incastonata nell’azzurro. Così è dipinta su quelle scatolette e così appare già da lontano, col suo profilo caratteristico di antichi palazzi, che si allunga nell’azzurro tra mare e cielo.
Un tempo qui tutto apparteneva a Venezia, ai tempi della Serenissima (dal XV al XVIII sec.), per questo si respira ad ogni angolo l’atmosfera veneziana. La si ritrova subito sulle facciate candide dei palazzi cinquecenteschi con le finestre dalle tipiche bifore veneziane o ad arco, anche se la sua struttura ci riporta addirittura ai tempi dell’antica Roma: nelle vecchie vie si può intravvedere ancora l’impostazione romana del cardum e del decumanum, le strade romane che si riconoscono anche dal nome della via. Attualmente in un palazzo-museo sono ospitate epigrafi e pietre tombali dell’epoca.
Il suo gioiello più prezioso però è la Basilica Eufrasiana (o di Sant'Eufrasio vescovo), patrimonio dell’Unesco. Costruita sulle fondamenta di una chiesa precedente, intorno al 1500, ospita magnifici mosaici, i più notevoli dell’area mediterranea insieme a quelli di Ravenna, cui si aggiungono il bel cortile porticato, il Battistero e la torre campanaria: da questa si può godere una incantevole vista sul borgo e il mare. Nell’oratorio della prima chiesa, dedicata a San Mauro, vescovo di Parenzo, è ancora conservato il pavimento mosaicato che era parte di un’antica casa romana. In seguito fu distrutta per erigere la attuale basilica, quando era vescovo Eufrasio. I mosaici sui muri vennero eseguiti da maestri bizantini, mentre quelli ritrovati sotto il pavimento, recintati e protetti da una lastra di vetro, sono opera di artisti locali. Su uno dei mosaici dell’abside sono raffigurati i due vescovi, Sant'Eufrasio e San Mauro. Quest’ultimo, primo vescovo di Parenzo, fu martirizzato ai tempi delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano contro i cristiani. Al centro, spicca la meraviglia del ciborio e della cupola color oro e blu, il primo costruito nel 1277 per volontà del vescovo Otto. Pure il baldacchino, retto da quattro colonne in marmo, è interamente decorato di mosaici. In particolare brilla la luce dorata della cupola con il mosaico sull’arco di trionfo, in cui si distingue il Cristo su un globo e i dodici apostoli, sei per lato, che recano una corona ciascuno. Nel catino absidale, invece, si trova la Vergine con il Bambino, una delle pochissime figure della Madonna rinvenute in una basilica occidentale nei primissimi anni del cristianesimo.
La città vecchia, popolata di negozietti e botteghe di artigianato, ceramiche, oggetti in legno e conchiglie, maschere, continua a sorprendere con scorci di palazzi cinquecenteschi, tra cui ad esempio, nella Decumanus, un palazzo sorto nel 1473, in stile gotico fiorito, dalle magnifiche doppie trifore, e poi, finestre ad arco, balconate in ferro battuto o in legno, vecchie case in pietra, per non parlare del bastione medioevale, una parte delle antiche mura che circondarono il borgo fino al 18° secolo.
Sono scorci forse già visti eppure sempre nuovi, perché la bellezza non stanca mai.

Oggi Porec è un’attrezzatissima località balneare, al centro tra due verdi pinete, a ridosso di due spiagge fatte di scogli e cemento, ma dotate tutte di vasche di sabbia, dove giocano i bambini.
Nelle pinete si trovano giochi per tutte le età e sul lato sinistro ci sono due trampolini per tuffi e uno scivolo d’acqua, un’apoteosi per bambini e ragazzi.
La costa poi continua frastagliata ai margini della ricca vegetazione mediterranea, popolata soprattutto di pini, abeti e alberi cedui, e punteggiata qua e là di alberghi e casette immersi tra il verde e l’azzurro. Sul lungomare, davanti al porto, alcuni battelli invitano a fare gite nei dintorni, soprattutto al vicino borgo di Rovinj e al verdissimo canale di Lemen.
Non mancano suggestive manifestazioni in costume, tra cui una Giostra del Settecento, che si tiene a metà settembre, evento anticipato dalla raffigurazione dei sontuosi costumi dell’epoca, di dame e signori aristocratici, uno dei quali, in vero tessuto, accoglie i visitatori all’entrata di una bottega.
E allora, luminosa Porec, arrivederci!

Grazia Paganuzzi