Vi è ben più di una ragione per visitare la Normandia, innanzitutto per i suoi paesaggi bucolici, per i contrasti cromatici dettati dai cambiamenti repentini del suo cielo, dai campi verdi e gialli puntellati di balle di fieno, e dagli ambienti marini che, se è possibile, per l’incessante e sorprendete moto delle maree riescono ad essere più mutevoli dello stesso cielo normanno. E’ inoltre la regione che ospita Mont Saint Michel, una delle località più visitate di Francia, e che settanta anni fa ha visto le sue coste essere teatro di quella che fu definita la più grande operazione militare della storia, il D-day o J-Jour alla francese.
Detto questo, uno dei modi per visitare la Normandia, rigorosamente durante i mesi estivi, potrebbe essere la bicicletta. I saliscendi sono minimi, le piste ciclabili ben distribuite, l’unica accortezza è quella di tenersi sempre una cerata a portata di mano per superare indenni, o quasi, i temporali improvvisi. Ma niente paura, basta stringere i denti per un paio di chilometri e torna il sereno.
Arromanches con il suo museo dello sbarco è un buon inizio per rendersi conto della portata di quella che, definita in codice come ‘Operazione Overlord, segnerà una prima tappa nella vittoria degli Alleati contro la Germania nazista. Alle 6.30 del 6 giugno del 1944 sei divisioni anfibie composte da decine di migliaia di soldati in gran parte americani, inglesi e canadesi, presero d’assalto 5 spiagge, supportati da 6.000 imbarcazioni e 13.000 aerei.
I tedeschi prevedevano un imminente attacco ma erano convinti che avrebbe coinvolto la zona di Calais, inoltre il maltempo dei primi giorni di giugno faceva pensare ad un rinvio delle operazioni. La maggior parte dei 135.000 soldati alleati toccò invece il suolo dopo una notte di tempesta e negli 80 km di costa che si estendono a nord di Bayeux i cui nomi in codice erano, e sono ancora da allora, Utah, Ohama, Gold, Juno e Sword.
Nel museo dello sbarco di Arromanches è possibile osservare i plastici che ricostruiscono il sistema di piattaforme e moli necessari per il transito e lo scarico di oltre 740 camion all’ora per un totale di 18.000 tonnellate di rifornimenti e, quando la marea lo consente, è possibile vedere in acqua i resti dei ponti mobili. Con lo sbarco ha inizio la Battaglia di Normandia che durerà 76 giorni e che porterà alla liberazione di Parigi del 25 agosto.
Procedendo verso ovest, pedalando su una falesia a picco sul mare con una meravigliosa vista sulla baia, si giunge a Longues sur mer dove si possono vedere delle posizioni di comando tedesco costituite da quattro casematte con altrettanti cannoni da 150 mm, progettati per colpire bersagli sino a 20 metri di distanza.
La tappa successiva non può essere che Omaha Beach. E’ proprio su questo tratto di costa che vi furono i combattimenti più aspri e le perdite maggiori dello sbarco perché qui gli alleati si trovarono a fronteggiare un’artiglieria tedesca particolarmente equipaggiata, e inoltre un forte vento sfavorevole aveva spostato il punto previsto per l’ammaraggio portando parecchi soldati a smontare in acque profonde e a morire affogati. Per poco si scongiurò la ritirata, e il 6 giugno nella prima ora di operazioni morirono solo qui 1.000 uomini.
Oggi la spiaggia, che diventa immensa con la bassa marea, è un luogo tranquillissimo delimitato a est da dune sabbiose e a ovest da belle casette di villeggiatura. Sul suo promontorio si apre il più vasto e famosissimo cimitero americano presente in Europa che accoglie quasi mille tombe di soldati e un monumento dedicato agli oltre 1500 dispersi. Il prato dal verde curatissimo dove si stagliano le tombe che sembrano estendersi all’infinito è sovrastato da un portico con la statua dedicata allo spirito della gioventù americana.
Lasciati i luoghi del secondo conflitto mondiale procedendo sempre verso ovest ci si avvicina alla destinazione principale, Mont Saint Michel, percorrendo ‘il chilometro più bello di Francia’, un sentiero a picco sul mare con un’ineguagliabile vista proprio sul promontorio di San Michele. Da luglio è possibile arrivare sino alla base del monastero pedalando grazie all’inaugurazione di una nuova strada, ma il modo migliore è giungerci a piedi percorrendo i 7 km di baia. Lo spettacolare effetto delle maree che nell’arco di 6 ore fa passare il monte dall’essere un promontorio ad essere un’isola, con un’escursione tra alta e bassa marea fino a 15 metri potrebbe creare qualche problema per questo è meglio affidarsi ad una ‘Guide de la Baie’ che riuscirà a trovare il punto giusto per evitare di guadare tratti dove l’acqua è troppo alta. Il monastero sembra vicino, in realtà occorrono due ore buone di cammino, ma sicuramente ne sarà valsa la pena. Mont Saint Michel è frequentatissimo, i negozi e il via vai continuo di turisti che lo assalgono da ogni lato rischia di fargli perdere un pò di fascino, ma una volta in cima basterà affacciarsi e ammirare lo sconfinato susseguirsi di acqua e terra in continuo mutamento per rimanere completamente in balia di quel luogo.
Sara Rossi