E’ questa la frase d’accoglienza che i passeggeri, sbarcando in un qualsiasi aeroporto internazionale americano, si trovano di fronte. A chiare lettere accanto all’inconfondibile bandiera a stelle e strisce. E’ così che i 50 stati confederati danno il loro primo benvenuto agli stranieri, senza discriminazione di razza, colore, fede religiosa perché, come si sente dire spesso tanto dall’americano della strada come dalla voce dei divi del cinema nelle battute dei film "l’America è un grande Paese dove tutti hanno una possibilità". Grande. Grande è l’aggettivo che meglio di ogni altro identifica gli Stati Uniti. E’ quasi come se questo Paese fosse vittima di un sortilegio che gli impedisce di fare e vivere cose di piccole dimensioni. A partire dalla sua geografia. Occupa la parte nord di un intero continente e si estende da un oceano all’altro. Ha pianure e laghi immensi, il freddo estremo dell’Alaska e il caldo torrido del Texas; i grandi parchi, i grandi canyon, le grandi sequoie. Forse, così abituato a essere inserito tra i giganti della natura, istintivamente il popolo americano è incline a circondarsi di cose di grandi dimensioni. Dai grattacieli di New York e delle altre metropoli, ai ponti come il Golden Gate di San Francisco, ai casinò di Las Vegas per citare alcuni esempi. Neppure il cibo riesce a fare eccezione; serve un quarto di bue perché gli statunitensi usino l’espressione 'bistecca', i fast food servono panini simili per dimensione a torte nuziali e per una delle principali feste nazionali, il Ringraziamento, cucinano tacchini che mai riusciremmo a far entrare in uno dei nostri forni. La grandezza di un Paese, di un popolo però non sta solo nelle cose materiali, ma anche nel suo pensiero, nella capacità di aprire la mente a realtà diverse, nel riconoscere nella diversità una eccezionale opportunità di crescita. E’ importante ricordare che proprio sulla diversità è nata e cresciuta una delle più grandi potenze mondiali. I nativi come i neri, gli immigrati europei e asiatici con le loro culture, tradizioni, peculiarità hanno contribuito a creare e formare quello che oggi sono gli Stati Uniti d’America. E su diversità particolari si sono concentrati negli anni gli sforzi dell’America per rendersi una meta turistica fruibile a tutti. Perché, proprio come ha dichiarato il primo uomo di colore a risiedere nella grande casa bianca in fondo alla Pennsylvania Avenue di Washington, Barak Obama, "questo è il Paese dove tutto è possibile". Se per chi non ha problemi fisici un viaggio rappresenta solo fonte di entusiasmo e aspettative per la meta, per i diversamente abili, per i non udenti o non vedenti, il timore delle difficoltà che si potrebbero incontrare in alcune destinazioni diventano scogli invalicabili e motivo di rinuncia. Gli Stati Uniti hanno attuato un piano imponente e molto articolato per abbattere le barriere, non solo architettoniche, che potrebbero frenare gli spostamenti di queste persone. A sposare la politica di accessibilità di tutte le attrazioni che gli Stati Uniti offre, non sono state solo le istituzioni ma anche i diversi attori dell’industria privata del turismo e di questo si è parlato nel corso di un incontro che si è tenuto in occasione di BIT 2012. Negli aeroporti americani, per legge governativa, sono disponibili parcheggi per diversamente abili, segnaletica adeguata, assistenza medica costante, accessi facilitati e appositi banchi informazioni e per l’acquisto dei biglietti. Le principali società di noleggio auto, come Hertz e Alamo, hanno tra i loro mezzi veicoli appositamente predisposti con comandi al volante e la possibilità per i non vedenti o non udenti di affidarsi a un autista per l’accompagnamento. Il treno è il mezzo migliore per spostarsi negli Stati Uniti e Amtrak, la principale compagnia ferroviaria del Paese, ha adeguato le sue stazioni a chi ha esigenze particolari e riserva uno sconto del 15% sul prezzo dei biglietti ai portatori di handicap e ai loro accompagnatori. Le navi da crociera hanno cabine adeguate persino a chi ha problemi respiratori e le loro infermerie mettono a disposizione gratuitamente e in qualsiasi momento il quantitativo necessario di ossigeno. Molte stazioni sciistiche hanno piste riservate ai non vedenti e numerose località balneari dispongono di attrezzature specifiche per far vivere la spiaggia anche ai disabili con speciali carrozzine a rotelle. Nel sistema dei parchi nazionali 120 campeggi sono stati studiati per accogliere persone diversamente abili. Non sono stati trascurati neppure handicap legati all’alimentazione e alle allergie. Sono moltissimi e facilmente rintracciabili negli Stati Uniti i ristoranti che propongono menù per ciliaci; persino i fast food si sono attrezzati in questo senso servendo varietà senza glutine. I Green Hotel hanno stanze a prova di allergia. Niente moquette, solo tessuti naturali come cotone, lino e canapa per lenzuola e asciugamani, niente piuma d’oca per cuscini e coperte. Questo è il modo migliore, quello davvero grande con cui gli americani possono dire: welcome to the United States of America. Paola Drera
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