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Dopo mesi di dibattito il Parlamento europeo il 1° marzo scorso ha votato una risoluzione con la quale impone alla Commissione europea di fissare la reintroduzione, almeno per i cittadini Usa, dell’obbligo di visto per l’ingresso in Europa. Per Luca Patanè, presidente di Confturismo-Confcommercio, “si tratta di una follia, che l’Italia pagherebbe più cara di tutti i competitor europei sullo scenario turistico, qualunque siano i motivi politici o regolamentari che spingono l’Europarlamento ad andare in questa direzione”.

L’Italia è, infatti, diventata la prima destinazione fra i turisti extra-europei che visitano i Paesi dell’area Schengen (cinesi, giapponesi, australiani, americani, canadesi e brasiliani). Dati Istat alla mano, nel 2015 solo da Stati Uniti e Canada sono giunti in Italia più di 5 milioni di turisti che hanno trascorso nelle strutture ricettive del nostro Paese quasi 14 milioni di notti, oltre il 30% di tutti gli arrivi e presenze di origine intercontinentale.

“Proprio per questo motivo – sottolinea Patanè – è incomprensibile come, fino ad oggi, nessuno in Italia e in Europa abbia sollevato questa questione di cruciale delicatezza per l’economia turistica nazionale che rischia di costarci il 10% di tutti gli arrivi internazionali, per un ammontare calcolabile, per difetto, in oltre 5 miliardi di euro. Mi rivolgo – conclude – al ministro Dario Franceschini, perché intervenga con immediatezza, prontezza e tutta la determinazione di cui è capace nei confronti di chi può porre rimedio a questa incredibile disattenzione”.