Nel 2012 sono stati 4,5 milioni quelli arrivati in Europa. Ma entro il 2015 saranno 100 milioni e saranno il doppio nel 2020. Sono i cinesi, turisti che tutti vorrebbero catturare ma difficili da conquistare per gusti e tradizioni. Se n’é parlato alla Bit di Milano in un appuntamento organizzato da Chinitalia, mentre la Cina è ospite d’onore di questa edizione della Borsa. E i dati diffusi dall’ufficio nazionale del Turismo Cinese - peraltro riferiti al 2011 - indicano come la Cina sia stata la destinazione di 135 milioni di passeggeri internazionali (235.000 italiani) con un lieve aumento rispetto al 2010, ma soprattutto come i viaggi all’estero dei cinesi siano cresciuti del 22,42%.
“Difficile trovare un mercato che dà le opportunità di sviluppo della Cina - ha detto Giancarlo Dallara, docente di marketing turistico del Centro Studi sul Turismo di Assisi - anche perché rispetto a quanto avviene da noi i viaggi dei cinesi hanno un mercato destagionalizzato e diversificato, loro non partono tutti a ferragosto”.
E gli operatori italiani, se vogliono sfruttare i viaggi alla rovescia sulla rotta di Marco Polo devono organizzarsi rapidamente. “Perché il mercato è difficile - ha aggiunto Dallara - controllato quasi interamente da un sistema intermediario di agenzie di viaggio spesso improvvisate, magari anche abusive e che nella maggior parte dei casi non conoscono l’Italia”. E poi i cinesi non vogliono fare vacanze da cinesi, di corsa, massacranti. Ma sono alla ricerca di destinazioni, magari meno conosciute, a patto però di sentirsi benvenuti e guidati. Ad esempio la loro cucina è orizzontale e quindi non sopportano le lunghe pause a tavola tra un piatto e l’altro. E poi la vasca da bagno rappresenta un serio problema: ci si addormentano e spesso allagano le stanze.
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