Stop al turismo nelle zone principali delle riserve naturali dove vivono le tigri in India. Lo ha stabilito oggi la Suprema Corte di Nuova Delhi accogliendo il ricorso di un attivista per l’ambiente, Ajay Dubey, che ha aveva chiesto che le visite venissero limitate a delle ‘zone cuscinetto’ nei pressi delle riserve e che lo sviluppo turistico fosse bilanciato dalle norme per la conservazione della specie.

Secondo quanto riferito all’AFP dall’avvocato del ricorrente, Siddharth Gupta, la Corte ha stabilito che i turisti non vengano più ammessi nei nuclei centrali dei parchi naturali.

In India, le riserve come quella del Jim Corbett National Park attraggono vere e proprie orde di vacanzieri che salgono a bordo delle jeep e percorrono la giungla nella speranza di vedere da vicino una delle 1.706 tigri attualmente censite nel paese.

 

La decisione della Corte è stata tuttavia criticata da alcuni ambientalisti. "E’ come chiudere la porte e gettare via la chiave. Senza gli occhi e le orecchie della gente, sarà una manna per i bracconieri", ha detto Belinda Wright della Wildlife Protection Society of India.

Nel paese vivono metà delle tigri selvatiche di tutto il mondo, seriamente minacciate dal bracconaggio, dal contrabbando e dall’inquinamento del loro habitat. Si stima che nel 1947, anno in cui l’India guadagnò l’indipendenza dalla Gran Bretagna, gli esemplari fossero oltre 40 mila. (AFP)