L’anno appena trascorso si è concluso con un enorme successo per il turismo in Iran. Quasi incredulo il presidente del CICE, Centro Italo-iraniano di cooperazione Culturale ed Economica, l’architetto Mir Fakhraei Abdolreza: “Abbiamo esaurito i visti fino a maggio, per questo affrettatevi se volete venire in Iran”.
Ed è proprio così, complice la crisi di alcune tra le più consuete mete mediterranee, Egitto, Tunisia, Turchia che per fasi più o meno lunghe hanno registrato disordini interni, stati come l’Iran pare abbiano decuplicato le presenze straniere.
Dopo una conferenza direttamente rivolta al pubblico della Bit, bypassando la stampa, chiedo ad Abdolreza qualche numero più preciso sugli arrivi del 2013, mi risponde quasi imbarazzato: “I numeri esatti al momento non li ho sottomano, si può dire che siamo passati da zero a cento. Ho quasi paura. La crisi avvenuta all’interno di altri contesti ha portato in Iran un numero incredibile di turisti. Chiamo tutti i giorni i responsabili a Teheran, raccomandandoli di fare bene, perché non possiamo perdere quest’occasione”.
Durante la presentazione delle bellezze del suo paese l’entusiasmo trapelava da ogni parola.
L’Iran è la culla dell’antica civiltà di Persia e vanta 250.000 siti archeologici solo nella provincia di Tehran, che accoglie inoltre due castelli dello scià di cui uno solo di essi possiede ben venti palazzi. Si è soffermato sull’età bassissima della popolazione, la più giovane al mondo, dove l’80% ha meno di 40 anni, sul clima, tra i più asciutti al mondo perché parte da un’altitudine di 1000 mt sul livello del mare e questo permette di ben sopportare il caldo estivo. E’ uno stato grande sei volte l’Italia e le principali città distano circa 400 km l’una dall’altra, per questo i tour classici prevedono in genere la visita delle 3 città del deserto: Shiraz con l’antica Persepoli e Pasarde dove sorge la tomba di Ciro il Grande, Isfahan, una delle città più belle di tutto l’Oriente e la capitale Tehran. Questo tour è all’insegna della bellezza culturale, e del ritorno alla culla della civiltà, basti pensare che 2500 anni fa Persepoli era la città più ricca del mondo. Ma oggi l’Iran punta anche su un altro tipo di turismo emergente, quello naturale ad esempio, poiché qui ci sono tutte le tipologie di deserto, anche quello di sale. E’ possibile effettuare escursioni in 4x4 e pernottare in tenda nel deserto. Sulle sue montagne è possibile fare trekking oppure perché no, fare immersione nel suo mare, ad esempio attorno all’Isola di Kish nel Golfo Persico, zona franca dalla spiccata vocazione turistica.
Queste nuove frontiere hanno l’obiettivo di intercettare quei turisti che pensano all’Iran come alternativa ad altre mete al momento più difficili da raggiungere per crisi politiche interne.
Un altro aspetto positivo, ricordato durante la conferenza, è la presenza di una grande quantità di guide in lingua italiana, grazie anche ai buonissimi rapporti che intercorrono tra i due paesi dagli anni Cinquanta. Inoltre non ci sono particolari problemi sanitari avendo un sistema medico all’avanguardia, dove molto spesso le lauree italiane non sono riconosciute.
Certo, come sottolinea lo stesso Abdolreza, arrivando nel paese bisogna avere alcune accortezze: “Come sempre quando si viaggia bisogna rispettare le usanze del posto che ci accoglie e l’Iran è una repubblica islamica quindi le donne dovranno coprirsi il capo e gli uomini non potranno stare in calzoni corti. Non troverete nei luoghi pubblici alcol o carne di maiale. Ma tornerete certamente a casa con un bagaglio culturale unico”.

Sara Rossi