Inserendo la parola “nubia” nel principale motore di ricerca della rete, dopo l’immancabile wikipedia, la maggior parte dei risultati riguarda una varietà di aglio siciliana. La Nubia che però rientra nell’ottica del viaggiatore è una regione, per lo più desertica e montuosa, che comprende parte dell’Egitto meridionale e parte del Sudan settentrionale, approssimativamente dalla Prima alla Quarta cateratta del Nilo. In tempi antichi, fioriva qui il regno di Kush, una sorta di anello di congiunzione tra le popolazioni del Mediterraneo e quelle dell’Africa nera.
Un itinerario, almeno per il momento fuori dai circuiti ordinari, prevede, dalla capitale Khartoum, la risalita del Nilo fin nei pressi del confine con l’Egitto. Si ha modo di attraversare una regione ricca di vestigia e di testimonianze di antiche culture, come le piramidi di Meroe, le tombe di El Kurru, la necropoli cristiana di Old Dongola, il tempio di Soleb e quelli che sorgono alle pendici del Jebel Barkal, la montagna sacra. Si può apprezzare l’animo cordiale della gente che popola i villaggi che sorgono sulle rive del Nilo, atteggiamento che non ha niente a che vedere con le guerre che talvolta hanno tormentato il Sudan.
Per i più avventurosi è possibile, abbandonando il corso del Grande Fiume, spingersi più a fondo nel deserto e, per piste di sabbia e sassi, lungo letti di fiumi in secca, assaporare la severità e la magia del deserto; vivere un isolamento spezzato unicamente dall’incedere di popolazioni nomadi e dal girovagare dei cercatori d’oro. Un tempo, infatti, sorgeva lì la mitica Berenice Pancrisia, città dalla quale gli Egizi ricavavano gran parte del prezioso metallo usato per le decorazioni . Ne rimangono ora le rovine, portate alla luce solo nel 1989 da una spedizione italiana.
Per distese vastissime, tra suggestive quinte di montagne detritiche, è infine possibile raggiungere le coste del mar Rosso.

Luca Vezzoni