La violenza in Messico, oltre al suo saldo in morti, vede come potenziale vittima economica l’industria del turismo, che il governo intende tutelare con tutti i mezzi possibili. Tuttavia, questa "guerra" di promozione ha i suoi alti e bassi, uno di questi il calo, in questo paese del Nord America, degli arrivi turistici.

L’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha annunciato nel mese di giugno che il Messico è sceso nel 2011 nella top ten delle destinazioni con i maggiori arrivi turistici internazionali, un indicatore che gli esperti considerano inequivocabile nel riflettere la "salute" del settore turistico. Il rapporto ha registrato che l’anno scorso il Messico era posizionato all’ottavo posto di tale elenco, superato dalla Germania e sopra Austria e Russia. Il Barometro dell’OMT, un rapporto specializzato dell’ente delle Nazioni Unite, ha dichiarato che circa 21.4 milioni di turisti stranieri hanno visitato il Messico nel 2006, mentre la Germania ha attirato 23,6 milioni di turisti. La Germania, che è sempre stata un passo dietro al Messico, l’ha scavalcato e occupa oggi il settimo posto.

La cosa peggiore per lo Stato messicano è che la sua economia ne risulta danneggiata. Gli effetti della violenza in combinazione con la crisi globale, hanno eliminato il paese da un altro elenco, quello dei maggiori profitti derivanti dal turismo. Il Barometro ha riferito che nel 2011 si è classificato 14esimo dopo essere stato nella "top-ten" dei profitti per 13 anni. Attraverso il Ministero del Turismo, il governo messicano ha fatto, si può dire, uno sforzo supremo, al fine di mantenere intatta la sua industria del turismo. Una vera e propria "battaglia" si è verificata negli ultimi anni per controbattere gli avvertimenti da parte delle autorità statunitensi ai cittadini di stare attenti se si viaggia in Messico per le vacanze, soprattutto nelle città di confine dove la violenza del narcotraffico è intensa.

L’appello non nega che la discesa negli elenchi menzionati abbia la sua causa nella scarsa sicurezza delle zone del confine settentrionale, ma ha aggiunto che il passaggio di un uragano, Wilma, e "problemi sociali" in Oaxaca e Città del Messico, hanno ugualmente contribuito.

Come molti altri paesi, il Messico si sforza di mantenere un grosso ramo di entrate per il paese. Al momento il fattore principale è la promozione di aree considerate "incontaminate" dalla violenza. Ma questa si allarga e fa dubitare gli esperti che si tratti solo di un "problema d’immagine". (TTC)