La fascia costiera a sud di Livorno è rocciosa fino a Castiglioncello, poi diventa un arco di spiagge sabbiose di circa 45 km fino a Baratti.

Dune, pinete e boschi costieri, tutelati attraverso un articolato sistema di aree protette fatte di scogli, si alternano a spiagge di sabbia bianca, insenature, calette e baie rigogliose di macchia mediterranea, mentre l’Aurelia segue l’andamento sinuoso della costa. In pochi kilometri dalle scogliere di Quercianella e Castiglioncello si arriva al litorale sabbioso della Costa degli Etruschi, dalle spiagge più scure di Marina di Cecina, Forte di Bibbona, Marina di Castagneto Carducci e Donoratico, fino ai profondi arenili di San Vincenzo.

 

Basta lasciare la costa e iniziano i dolci rilievi collinari, coperti da ricca vegetazione: lecci e corbezzoli, lentischi e viburni, eriche e filiere, tipica della macchia mediterranea, dominati da borghi come Bibbona, Bolgheri, Castagneto Carducci, Sassetta, Suvereto.

 

Ma il richiamo del mare è forte e tornando sulla costa si arriva al cosiddetto Golfo del Ferro, il Golfo di Baratti.

Qui fiorì la città di Populonia, unico grande centro etrusco - Fufluna, sorto direttamente sul mare con funzione commerciale e produttiva quale centro siderurgico, per la lavorazione prima del rame, poi del bronzo, poi del ferro, a partire dal V secolo, quando dall’Elba veniva trasportato il minerale proprio a Baratti, dove erano localizzati sia il porto che le officine.

 

È quanto testimonia il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, con l’acropoli, i templi, e la città bassa, con il porto e il quartiere industriale, dove si raffinavano i materiali ferrosi e nel retroterra le possenti mura con le necropoli connesse a Populonia, con la Tomba dei Carri, la Tomba dei Flabelli, la Tomba del Bronzetto d’Offerente, la necropoli del Casone, con la Rocca della I metà del XV secolo con il borgo trecentesco all’interno con possente torrione a pianta rettangolare, il promontorio e il Borgo Murato.

 

Il mare etrusco era un mare di passaggio di tonni e palamite – predatore che si nutre di acciughe e sardine; non è un caso che il piatto classico di Baratti sia il tonno briao – con vino rosso e che fino dall’inizio dell’Ottocento per oltre un secolo, precisamente fino al 1940, rimase attiva una tonnara.

Famosa è la palamita di San Vincenzo, che i pescatori bollivano in acqua e aceto, con carota, sedano e tutti gli odori, per poi pulirla e marinarla.

Questo è il regno della Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi, che copre un percorso che supera i 150 km di lunghezza lungo la costa tirrenica e l’Isola d’Elba, raggiungendo nel pisano, anche Santa Luce, Castellina Marittima con le cave di Alabastro, Riparbella, Montescudaio, Guardistallo, Casale Marittimo.

Un itinerario fra borghi, pievi, fattorie e cantine alla scoperta delle 5 DOC: Montescudaio, Terratico di Bibbona, Bolgheri, Val di Cornia, Isola d’Elba, oltre ai pregevoli olii extravergini d’oliva

 

La Costa degli Etruschi mette in tavola ingredienti di terra e di mare: seppie con le bietole, il baccalà o lo stoccafisso con cipolla, pomodoro e patate, triglie alla livornese, cuscus, la pappa al pomodoro, il riso nero con le seppie, i minestroni, la famosa palamita di San Vincenzo.

Non mancano la cacciagione, ravioli con sugo di lepre, tordi con le olive, spiedini e carne alla griglia e in umido, frattaglie, salsicce di cinghiale e soppressata, insaccati, tartufi funghi e selvaggina, capriolo in umido con le olive e il cinghiale in dolce –forte.

Mare e non solo: itinerari nella natura, passeggiate, escursioni a cavallo o in mountain bike, birdwatching, nautica da diporto, immersioni subacquee, surf, wind-surf, canoa, parchi giochi e parchi acquatici.

 

Si arriva a Piombino, ma Piombino non è solo meta di imbarco.

La cittadina merita una visita: tra la fine del XII secolo e la prima metà del XIII secolo fu il II porto della Repubblica marinara di Pisa, il centro storico medioevale è importante, con il Rivellino quattrocentesco con torrione del 1212, la chiesa romanico – gotica di Sant’Antimo del 1377, il Viale del Popolo, piazza Bovio, il porticciolo con la vista di Cerboli e Palmaiola.

Nella parte orientale belle sono le fortificazioni con il Cassero centrale – XIII –XVII secolo e la Fortezza del 1552.

È legato alle ferriere che lavoravano il minerale che arrivava dall’Elba e il polpo è la specialità della città.