Orgoglio italiano all’ombra del Big Ben. E’ stato infatti assegnato all’azienda vinicola Barone Pizzini ed al suo Franciacorta Rosè 2008 - nell’ambito dell’ultima edizione dell’autorevolissimo International Wine Challenge, che dal 1984 si tiene annualmente a Londra - il prestigioso IWC Organic Trophy, quale miglior vino biologico al mondo. Nell’occasione l’azienda si è aggiudicato anche l’Italian Sparkling Trophy, il riconoscimento che premia il top della bottiglia 'effervescente' italiana. Grandi soddisfazioni, dunque, per la maison franciacortina che assegna una attenzione religiosa, quasi un atto d’amore consacrato alla natura, alla qualità ed alla tecnologia. Non a caso nella motivazione della giuria del Premio, composta da enologi, sommelier, winemaker e giornalisti, si legge che "Barone Pizzini utilizza solo sostanze che si trovano in natura. Niente elaborazioni chimiche o manipolazioni genetiche, nessun fertilizzante, né pesticidi sintetizzati chimicamente". A ritirare i premi, un raggiante ed orgoglioso Silvano Brescianini, direttore dell’azienda che ha così commentato: "Lavoriamo da anni nel rispetto dei valori in cui crediamo, seguendo i dettami dell’agricoltura biologica e senza perdere mai di vista il nostro obiettivo: produrre vini di qualità superiore. Oggi l’impegno, la fatica e la passione che ci legano al nostro territorio sono ripagati da questo riconoscimento in un autorevolissimo concorso internazionale. Un’ immensa soddisfazione per noi e un ulteriore stimolo a proseguire su questa strada, ma un traguardo importante anche per tutta l’enologia italiana da agricoltura biologica, che da oggi è sul tetto del mondo".

La maison vocata al biologico, comincia il suo viaggio nel 1870 alla ricerca del

'residuo zero'. 140 anni di tradizione, esperienza e sapienza attraverso un percorso di ascolto e dialogo con la vigna, di rispetto della cantina come tempio sacro di alchimie anche emozionali e profonda devozione per il vino, espressione viva e autentica di naturalità.

Generazione dopo generazione, la storia imprenditoriale della 'Barone Pizzini' si tramanda con un lascito ed un monito: proteggere quel microcosmo straordinario che rende irripetibile ogni terroir. Perché è questo lo spirito positivamente 'maniacale': produrre un vino puro, privo di ogni residuo estraneo alla natura. Il viaggio tra le suggestive

strade e stradine della Franciacorta, ci porta fino a località San Carlo a Provaglio d’Iseo. E’ qui che la cantina, circondata dalle colline e contigua alla riserva naturale delle Torbiere del Sebino, si staglia sobria ed elegante coniugando la sua architettura ispirata (indovinate?) al rispetto dell’ambiente. Costruita nel 2006 nel segno di criteri di architettura eco - compatibile, risponde ai canoni ambientali e della qualità della produzione. La filosofia architettonica sia in termini funzionali che materiali, è funzionale infatti a garantire un basso impatto ambientale ed un contenuto consumo energetico. Pannelli fotovoltaici, sistema naturale di condizionamento, utilizzo di pietra e legno e fito - depurazione delle acque sono solo alcuni degli accorgimenti di architettura eco compatibile utilizzati. Una cantina che, come i vigneti che la circondano, si nutre di ciò che il cielo e la terra le danno, in uno straordinario sodalizio tra natura e tecnologia. "Una cantina è un poco come un albero - ha osservato Claudio Gasparotti - architetto e autore del progetto nella cantina Barone Pizzini - nel senso che ne vediamo solo una parte: il resto è interno alla terra, radicato. Le parti nascoste dell’albero gli danno alimento e lo spingono verso l’alto. Nella parte della cantina che sta dentro la terra, troviamo la ragione del suo mostrarsi fuori del suo essere edificio, architettura. Da questa sua postura nascosta, quasi pudica, derivano la sua energia, la sua freschezza e la sua vivacità, catturate alla terra e donate ad una bevanda della terra e dell’uomo: il vino". Atteggiamenti, materiali e tecnologie leggere impiegate per testimoniare le proprie idee e la coerenza del cammino che la Barone Pizzini sta percorrendo, legata alla propria terra e rispettosa del suo territorio." L’estensione totale delle vigne è di 47 ettari divisi in 25 particelle dislocate nei comuni di Provaglio d’Iseo, Corte Franca,Adro e Passirano.

L’altitudine media è di 200 metri sul livello del mare e l’età media degli impianti è attorno ai 15 anni, ad eccezione dei vigneti da cui provengono le uve destinate al Satèn ed al Bagnadore che hanno un’età di 20 anni. Le vigne si trovano nelle zone più vocate della Franciacorta per esposizione e composizione del terreno. Il suolo infatti è di origine complessa: in parte morenico, ma arricchito da deposizioni fluvioglaciali.

Ulteriore potenzialità del substrato favorevole alla produzione di vini di pregio è conferita dalla coltivazione bio che esalta la vitalità

degli strati esplorati dalle radici estendendo nel tempo, ed in profondità, una fertilità equilibrata ed attiva.

L’espressione del terroir si compie così in modo incontaminato ed irripetibile, attraverso un rispetto degli organismi insediati spontaneamente e l’elaborazione dei minerali forniti naturalmente dal flusso della vita.

Una garanzia di qualità e di salute che si protrae nel tempo e che si distingue dal metodo di coltivazione convenzionale, supportato dall’introduzione artificiosa di sostanze estranee alla natura.

Il metodo BIO, con l’adozione della sostanza organica a sostegno della fertilità e di elementi naturali come zolfo e rame per il contenimento dei parassiti, è l’approccio che 'Barone Pizzini' ha fatto proprio per mantenere la pianta in equilibrio in modo armonico e consentire l’espressione di un prodotto assai ben caratterizzato. Sensibilità che coinvolge tutta la filiera di produzione, gestita da operatori attenti alla conservazione delle energie, al contenimento delle emissioni dei gas - serra, alla salute del consumatore ed alla tutela del territorio. Presidente della Barone Pizzini è oggi Ugo Colombo, che negli anni ‘80 fece parte di quel gruppo imprenditori appassionati di vino che diede impulso al nuovo corso dell’azienda. Piermatteo Ghitti, figlio di Pierjacomo è l’amministratore delegato dell’azienda e al suo fianco, in veste di direttore generale,c’è Silvano Brescianini, altro testimone chiave della storia recente di Barone Pizzini. La Cantina è stata la prestigiosa cornice anche di un appuntamento lo scorso sabato 29 e domenica 30 settembre.

Degustazioni  con i Franciacorta bio, abbinata sapientemente con la Sardina Essiccata, protagonista di un progetto di salvaguardia di 'Slow Food' e il Falutì, un formaggio tipico della Valle Camonica. Un trionfo della natura.

Sara Tufariello