Nelle Terre del Negroamaro, il centro più ricco e più dinamico per la produzione di vino e la fama delle sue cantine è Guagnano, dove su appena 5mila abitanti si contano ben sei grandi cantine.

Il nostro tour inizia dalla dinamica Cantele (www.cantele.it), che nasce dall’amore della settentrionale Teresa Manara, per le terre salentine. Suo marito, Giovanni Battista Cantele, infatti commercializzava il vino del Salento, ma non si sarebbe mai sognato di trasfervisi con tutta la famiglia. Teresa Manara, cui sono dedicate le migliori etichette della cantina, invece, volle vivere nel Salento, dove oggi i suoi quattro nipoti Paolo, Gianni, Umberto e Luisa conducono con successo la cantina, che ha da poco inaugurato 'I Sensi', un laboratorio sinestetico, dove è possibile degustare vino, ascoltare musica, seguire corsi di cucina e dedicarsi alle cose belle della vita, mentre si ammirano dal terrazzo le vaste distese di negroamaro.

Ha iniziato a imbottigliare da pochi anni, ma ha già conquistato i mercati internazionali con le sue etichette top Varale, un igp Salento rosso di negroamaro e Vinea Electa chardonnay la cantina Lucio Leuci (www.vinileuci.it), giunta con Lucio e Francesco alla terza generazione di una famiglia di antiche tradizioni, che si va affermando nel campo dell’enologia mondiale.

Domina i mercati negli Stati Uniti la famosa cantina Taurino (www.taurinovini.it), la cui etichetta principe Il Patriglione, è riconosciuta tra i primi cento vini al mondo. A condurre l’azienda sono gli eredi di Cosimo Taurino, scomparso prematuramente a 58 anni. Destinato dalla sua famiglia a fare il farmacista, ebbe il coraggio di rinunciare a un futuro sicuro in farmacia per imbottigliare il vino sul finire degli anni ’70, contro il volere del padre Francesco, grande esportatore di negroamaro. La qualità delle uve e la sapienza enologica portarono presto i vini Taurino a un grande successo internazionale, facendo in modo che il negroamaro divenisse ambasciatore del Salento e di Guagnano nel mondo.
E’ cultura e arte del vino la cantina Emera del gruppo Magistravini (www.magistravini.it). Il titolare, Claudio Quarta, affascinato dal mondo della viticoltura, ha recuperato nel centro di Guagnano, sulla provinciale per San Pancrazio, una vecchia cantina con palmento. La cantina è stata impreziosita dagli affreschi del famoso artista Ercole Pignatelli e da una collezione di vasi della Magna Grecia, alcuni dei quali in stile Egnatia. “Curata nei minimi dettagli”, dice la general manager Alessandra Quarta, “la nostra cantina punta ad accogliere e avvolgere il visitatore nell’affascinante mondo del vino e nella storia del territorio. Per questo si presta molto bene a visite guidate e degustazioni”. L’etichetta principe Anima di Negroamaro è un Lizzano doc di negroamaro vinificato in purezza, affinato solo in acciaio.

Importante a Guagnano è la realtà della cantina sociale Enotria che come tutte le cantine sociali ha venduto il vino sfuso per anni, approdando solo in tempi molto recenti all’imbottigliamento. “Siamo forti”, dice il presidente, Angelo Scarciglia “della qualità dei nostri vigneti e quindi della nostra uva, unica in tutto il territorio pugliese ed italiano”.

E’ una sfida nata da giovani imprenditori la cantina Feudi di Guagnano, fondata per impedire che i vigneti di negroamaro finissero nell’abbandono. Nero di Velluto, un negroamaro igp vinificato in purezza, è l’etichetta espressione di questo progetto imprenditoriale, premiato dai mercati internazionale. E con l’arrivo dei giornalisti nazionali, la Cantina ha inaugurato un monumento in acciaio dedicato alla Forza del Negroamaro, che simboleggia la forza della Natura stessa, come sottolinea l’amministratore delegato Gianvito Rizzo.

Per chiudere in bellezza il tour delle cantine, è d’obbligo una sosta allo splendido Castello Monaci (www.castellomonaci.
com), una dimora di charme, di proprietà della famiglia Memmo Seracca Guerrieri, che la apre al pubblico “per il piacere di condividere le cose belle con gli altri”. Castello Monaci, una dimora storica, forse un convento, di cui si ha notizie certe solo a partire dal 1600, venne acquistato dal nonno dell’attuale proprietaria, la signora Lina Memmo, nell’800 e adibito a casa di villeggiatura per l’estate. Oggi è stato aperto ai matrimoni e ai convegni e diventerà presto un resort grazie alla realizzazione di dieci ampie camere di charme che saranno pronte per la prossima stagione. Circondato da 200 ettari di vigneti Castello Monaci è anche una cantina del Gruppo italiano vini di cui la famiglia Memmo Seracca Guerrieri è socia. Anzi Vitantonio Seracca Guerrieri segue con particolare cura e passione la cantina, puntando alla valorizzazione dei vitigni autoctoni salentini. E’ dedicato al principe messapico Artas il primitivo igp prodotto dall’azienda e all’eroe greco Aiace il Salice Salentino dop riserva nato dall’abbraccio di negroamaro (80%) e Malvasia nera di Lecce (20%). A Castello Monaci è possibile peraltro assistere e prendere parte alla vendemmia di notte, un’esperienza unica che si completa facendo degustazioni guidate in cantina e visitando il Museo del Negroamaro (foto 4).

Per completare il tour delle cantine imperdibili le tappe golose nei ristoranti di Guagnano Aia Noa e la Favorita.
All’Aia Noa vengono serviti i piatti della tradizione contadina come orecchiette al sugo condite con cacio ricotta che vengono impreziosite dalla carrellata di antipasti a base delle genuine verdure salentine e pesce azzurro. Alla Favorita si celebra l’incontro tra il mare e la terra con i fagioli e le cozze, nonchè le tipiche fave e cicorie.
La sera tappa nel ristorante Il Giardino del Re a Guagnano, che delizia con una carrellata di antipasti della migliore tradizione: ricotte, mozzarelle e formaggi, prodotti nelle vicine masserie, verdure, ortaggi e le indimenticabili polpette di patate salentine condite con la menta.