Il 78% dei giovani adulti si dichiara appassionato di cucina. Molti si ritengono dei veri gourmet, dei virtuosi dell'enogastronomia (35%), tanto che il 58% degli intervistati dichiara di seguire trasmissioni e rubriche tv sul tema e il 14% non si lascia sfuggire le guide ai migliori ristoranti d'Italia. Addirittura il 34% ha partecipato almeno una volta a una degustazione e sono in grado di elencare nomi di chef stellati come le formazioni storiche della loro squadra del cuore. E' quanto emerge da uno studio del Mauri Lab, l'osservatorio/laboratorio internazionale creato dall'omonima azienda italiana, leader dei formaggi di qualità. Lo studio è stato realizzato attraverso 5 focus group a cui hanno partecipato 180 giovani adulti tra i 25 e i 40 anni, cui è stato chiesto il loro rapporto con la cucina e la preparazione dei piatti. Tra la teoria e la pratica, però il passo non è certo breve e ai fornelli sembrano meno esperti di quanto ritengano loro stessi di essere, d'altra parte come emerge dai dati Istat la maggior parte degli under 35 (circa il 70%) vive ancora sotto le ali della mamma e l'expertise in cucina si limita ad assaggiare i suoi manicaretti.
La prova del nove, infatti, si ha su alcuni classici della cucina italiana: ai partecipanti allo studio è stato sottoposto un test per verificare quali siano gli ingredienti corretti che servono per la loro preparazione e quelli che invece proprio non c'entrano, e i risultati non farebbero certo felice uno chef. Per delle semplici scaloppine, infatti, secondo il 61% sembra essere essenziale, oltre alla farina, passare le fettine di carne in un'abbondante dose di pangrattato. E non va meglio per i primi: per la celebre pasta alla Norma secondo il 43% si utilizzano le zucchine al posto delle melanzane e nel pesto il parmigiano non è utile quanto le noci.
Quando si parla di cucina o di vini è difficile ormai sentire qualcuno che dice di non saperne assolutamente nulla, e questo sembra valere soprattutto per uomini e donne tra i 25 e i 40 anni: ben il 35% degli intervistati si definirebbe addirittura un esperto in materia. A questi veri e propri grand gourmet si aggiunge il 28% che si definisce un discreto conoscitore. E se il 23% ritiene di cavarsela, pur non essendo particolarmente esperto, solo il 12% degli intervistati ammette di saperne veramente poco in fatto di cucina e di vini.
Ma al di là del livello di 'preparazione' vero o presunto, l'enogastronomia è sicuramente presente tra gli interessi dei giovani adulti al punto che solo un trascurabile 5% dice di non interessarsene assolutamente, contro il 78% che invece la pone tra i suoi 5 maggiori interessi. Il restante 17% dice di interessarsene, ma solo nel momento di sedersi a tavola.
Ma come coltivano questa passione e cosa fanno per definirsi dei veri cultori dell'enogastronomia di qualità? Sono numerosissimi quelli che seguono trasmissioni e rubriche Tv dedicate al 'buon mangiare' (il 58% dichiara di seguirle con una certa assiduità), si informano su Internet, leggendo recensioni e articoli dedicati alle nuove tendenze in fatto di cucina (il 43% lo fa almeno due o tre volte al mese) o sulla stampa generalista, negli spazi dedicati all'enogastronomia (35%). C'è addirittura chi si informa sulla stampa specializzata (16%) o acquista abitualmente le guide dedicate ai migliori vini o ristoranti (14%).
Ma non si tratta di una conoscenza esclusivamente 'accademica': il 34% dichiara infatti di aver partecipato almeno una volta a una degustazione e il 22% ha seguito o ha in progetto di seguire un corso di sommellerie. Il 18% non si lascia sfuggire fiere e manifestazioni dedicate all'enogastronomia e il 54% dichiara di leggere sempre le recensioni prima di scegliere un ristorante dove pranzare o cenare con gli amici. A dimostrazione di questa loro conoscenza del mondo dell'enogastronomia dimostrano di conoscere i nomi degli più conosciuti, sia a livello italiano che internazionale: ben il 71% ha sentito parlare di Ferran Adrià, dell'italiano Vissani (il 65%, anche se alcuni pensano sia solo uno chef televisivo), o dell'inglese Jamie Oliver (42%).
Il 38% sa che un decanter serve per servire al meglio determinati vini, conosce perfettamente il significato di sigle come Igp, Doc o Docg. (31%) e il 16% ha almeno un'idea di cosa sia la cucina molecolare (anche se alcuni sono convinti che sia quella che il capitano Kirk mangiava sull'Enterprise).
Se sulla carta sembrano essere dei veri esperti in fatto di manicaretti, questa preparazione non sembra trovare riscontro quando dalla pura teoria si passa alla pratica. Tra quelli che vivono ancora in casa (68% dei partecipanti al focus), infatti, quando a cucinare non c'è la mamma sono pochissimi quelli che si mettono ai fornelli (solo il 9% ci prova). E non va certo molto meglio per quelli che vivono fuori casa (32% dei partecipanti ai focus): solo il 14% di loro cucina abitualmente per se o per gli amici qualcosa che vada più in là di una pasta al sugo o una bistecca ai ferri. Per entrambi i gruppi intervistati dagli esperti del Mauri Lab, infatti, l'attività più comune è decongelare piatti pronti o pietanze lasciate pronte dalla mamma (51%), così come sono abilissimi ad ordinare la consegna di pizza a domicilio (46%). I più 'esperti' si lanciano nella realizzazione di un panino (39%), ma sono moltissimi quelli che alzano subito bandiera bianca a vanno a mangiare fuori o si rivolgono alla rosticceria sotto casa (28%). Un vero disastro, confermato anche da un test a cui sono stati sottoposti gli intervistati, per evidenziare la loro conoscenza concreta della preparazione di alcuni 'classici' intramontabili della cucina italiana, dei quali è stato chiesto di individuare, tra quattro alternative, quale ingrediente non ci volesse o quale fosse fondamentale. (LC)
La prova del nove, infatti, si ha su alcuni classici della cucina italiana: ai partecipanti allo studio è stato sottoposto un test per verificare quali siano gli ingredienti corretti che servono per la loro preparazione e quelli che invece proprio non c'entrano, e i risultati non farebbero certo felice uno chef. Per delle semplici scaloppine, infatti, secondo il 61% sembra essere essenziale, oltre alla farina, passare le fettine di carne in un'abbondante dose di pangrattato. E non va meglio per i primi: per la celebre pasta alla Norma secondo il 43% si utilizzano le zucchine al posto delle melanzane e nel pesto il parmigiano non è utile quanto le noci.
Quando si parla di cucina o di vini è difficile ormai sentire qualcuno che dice di non saperne assolutamente nulla, e questo sembra valere soprattutto per uomini e donne tra i 25 e i 40 anni: ben il 35% degli intervistati si definirebbe addirittura un esperto in materia. A questi veri e propri grand gourmet si aggiunge il 28% che si definisce un discreto conoscitore. E se il 23% ritiene di cavarsela, pur non essendo particolarmente esperto, solo il 12% degli intervistati ammette di saperne veramente poco in fatto di cucina e di vini.
Ma al di là del livello di 'preparazione' vero o presunto, l'enogastronomia è sicuramente presente tra gli interessi dei giovani adulti al punto che solo un trascurabile 5% dice di non interessarsene assolutamente, contro il 78% che invece la pone tra i suoi 5 maggiori interessi. Il restante 17% dice di interessarsene, ma solo nel momento di sedersi a tavola.
Ma come coltivano questa passione e cosa fanno per definirsi dei veri cultori dell'enogastronomia di qualità? Sono numerosissimi quelli che seguono trasmissioni e rubriche Tv dedicate al 'buon mangiare' (il 58% dichiara di seguirle con una certa assiduità), si informano su Internet, leggendo recensioni e articoli dedicati alle nuove tendenze in fatto di cucina (il 43% lo fa almeno due o tre volte al mese) o sulla stampa generalista, negli spazi dedicati all'enogastronomia (35%). C'è addirittura chi si informa sulla stampa specializzata (16%) o acquista abitualmente le guide dedicate ai migliori vini o ristoranti (14%).
Ma non si tratta di una conoscenza esclusivamente 'accademica': il 34% dichiara infatti di aver partecipato almeno una volta a una degustazione e il 22% ha seguito o ha in progetto di seguire un corso di sommellerie. Il 18% non si lascia sfuggire fiere e manifestazioni dedicate all'enogastronomia e il 54% dichiara di leggere sempre le recensioni prima di scegliere un ristorante dove pranzare o cenare con gli amici. A dimostrazione di questa loro conoscenza del mondo dell'enogastronomia dimostrano di conoscere i nomi degli più conosciuti, sia a livello italiano che internazionale: ben il 71% ha sentito parlare di Ferran Adrià, dell'italiano Vissani (il 65%, anche se alcuni pensano sia solo uno chef televisivo), o dell'inglese Jamie Oliver (42%).
Il 38% sa che un decanter serve per servire al meglio determinati vini, conosce perfettamente il significato di sigle come Igp, Doc o Docg. (31%) e il 16% ha almeno un'idea di cosa sia la cucina molecolare (anche se alcuni sono convinti che sia quella che il capitano Kirk mangiava sull'Enterprise).
Se sulla carta sembrano essere dei veri esperti in fatto di manicaretti, questa preparazione non sembra trovare riscontro quando dalla pura teoria si passa alla pratica. Tra quelli che vivono ancora in casa (68% dei partecipanti al focus), infatti, quando a cucinare non c'è la mamma sono pochissimi quelli che si mettono ai fornelli (solo il 9% ci prova). E non va certo molto meglio per quelli che vivono fuori casa (32% dei partecipanti ai focus): solo il 14% di loro cucina abitualmente per se o per gli amici qualcosa che vada più in là di una pasta al sugo o una bistecca ai ferri. Per entrambi i gruppi intervistati dagli esperti del Mauri Lab, infatti, l'attività più comune è decongelare piatti pronti o pietanze lasciate pronte dalla mamma (51%), così come sono abilissimi ad ordinare la consegna di pizza a domicilio (46%). I più 'esperti' si lanciano nella realizzazione di un panino (39%), ma sono moltissimi quelli che alzano subito bandiera bianca a vanno a mangiare fuori o si rivolgono alla rosticceria sotto casa (28%). Un vero disastro, confermato anche da un test a cui sono stati sottoposti gli intervistati, per evidenziare la loro conoscenza concreta della preparazione di alcuni 'classici' intramontabili della cucina italiana, dei quali è stato chiesto di individuare, tra quattro alternative, quale ingrediente non ci volesse o quale fosse fondamentale. (LC)