Oltre 120 mila pezzi di grana e parmigiano. E’ questo il bilancio finale dell’operazione "Grana della solidarietà" lanciata in Lombardia dalla Coldiretti regionale per aiutare i caseifici colpiti dal sisma che ha investito il Mantovano e l’Emilia Romagna.

I risultati sono stati presentati nell’ambito della prima assemblea di Agricolturamica, la cooperativa fondata da aziende agricole che, nell’ambito del progetto Filiera italiana della Coldiretti, porta i tesori agroalimentari lombardi nelle mense scolastiche, negli ospedali, nei "self service della salute" e nelle 70 Botteghe di Campagna Amica sul territorio nazionale, fra cui quella aperta quest’anno nella Cascina Cuccagna a Milano.

L’operazione "Grana della solidarietà" – spiega la Coldiretti Lombardia – è stata possibile grazie alla mobilitazione di tutte le Federazioni provinciali della Coldiretti e grazie al consenso dimostrato da migliaia di consumatori. La mappa presentata oggi indica infatti che a Bergamo sono stati distribuiti quasi 8 mila pezzi, a Brescia 15 mila, a Como e Lecco 5 mila, a Cremona 6 mila, a Mantova 5 mila, a Milano Lodi e Monza 50 mila, a Pavia 13 mila, a Sondrio 14 mila, a Varese 8 mila. Nei due mesi dalla prima scossa un italiano su quattro ha acquistato prodotti alimentari provenienti dalle zone terremotate dell’Emilia e della Lombardia dove a causa del terremoto sono stati stimati danni al settore agroalimentare per oltre 700 milioni di euro.

"La risposta della gente – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – è una conferma dell’enorme valore, non solo economico, che viene attribuito ai tesori agroalimentari che sono le bandiere del nostro modo di essere e di lavorare. Sono i simboli di uno stile di vita e di una grande varietà e ricchezza territoriale". Infatti sulla base dell’ultima classifica sui prodotti tradizionali regionali salvati dall’estinzione stilata dalla Coldiretti, la Lombardia può vantare 242 "bandiere del gusto" che vanno dai "bastardei" al "violino di capra", dallo "stracchino bronzone" allo "scimudin" della Valtellina, dall’asparago di Cantello alla patata di Oreno, dai "casoncelli" alla "tortionata".