“Meno scartoffie nei campi”: ecco in estrema sintesi, visto che di semplificazione si parla, e, in particolare, di quella che dovrebbe liberare le aziende agricole dal peso della burocrazia, la priorità per l’agricoltura italiana che il futuro Premier alla guida del Paese dovrebbe mettere al primo posto nella propria agenda di governo. A dirlo, il risultato dell’“Agri-poll”, l’iniziativa lanciata dalle Città del Vino che hanno chiamato alle “urne” agricoltori, vignerons, amministratori locali, tutti coloro che operano, a diversi livelli, nel settore agricolo e vitivinicolo, e, soprattutto i cittadini, per “votare” quale tra 10 idee candidate fosse la n.1 tra le priorità per un settore importante come la nostra agricoltura. E se al primo posto c’è la semplificazione burocratica, subito dopo, per gli addetti ai lavori e non solo, ci sono la tutela del paesaggio ed il rilancio della proposta di legge sul consumo del suolo agricolo e, a pari merito, la promozione dei distretti enogastronomici e l’accesso al credito più facile per le aziende agricole.

“Una priorità importante - spiega Pietro Iadanza, presidente delle Città del Vino - quella emersa da questo “Agri-poll”, fortemente voluto dalle Città del Vino per spronare i candidati a governare il Paese, e che ha messo in evidenza uno degli argomenti che più affligge in questo momento le aziende agricole, già in grande sofferenza a causa del perdurare della crisi. Ci auguriamo che questa iniziativa serva a stimolare il dibattito politico su un settore importante per il Paese come la nostra agricoltura”.

Ecco allora la classifica delle 10 priorità per il settore secondo gli attori della sua filiera e non solo: al primo posto, con il 22% dei voti, la promozione della semplificazione sburocratizzando la gestione delle imprese agricole. Al secondo posto, con il 13% dei voti, la la tutela del paesaggio, delle colture storiche, dei saperi e il rilancio della proposta di legge sullo stop al consumo del suolo agricolo. A seguire, sul terzo gradino, a pari merito, ci sono la promozione dei distretti enogastronomici, il rilancio delle Strade del Vino e dei Sapori e lo sviluppo dell’offerta turistica dei territori, accanto al tema della promozione del credito alle aziende agricole per l’accesso alla terra e per incentivare il ricambio generazionale (12%). Poi, l’inserimento nei programmi scolastici dell’educazione alimentare e al bere consapevole ed il finanziamento della ricerca, della cultura e della formazione (10%). Subito dopo, con il 9% dei voti, la salvaguardia dei piccoli Comuni rurali e la valorizzazione del loro ruolo di presidio territoriale e democratico, dotandoli di risorse e servizi. E ancora, favorire lo sviluppo di attività imprenditoriali legate alla Green Economy e alla sostenibilità ambientale (8%), tutelare l’agricoltura attraverso la filiera corta, la tracciabilità, la biodiversità, il no agli Ogm, la lotta alla contraffazione e all’italian sounding (7%). Infine, attrezzare le aree rurali di infrastrutture web di area per incentivarne conoscenza e sviluppo (6%), e favorire l’integrazione, l’occupazione e la formazione dei lavoratori agricoli immigrati attraverso la concessione della cittadinanza italiana (1%).