Arrivato da Napoli con la sua squadra al completo, lo Chef Monzù Erny Lombardo ha presentato qualche giorno fa uno scampolo del suo repertorio gastronomico che si basa sulle antiche ricette partenopee come le interpretavano i grandi cuochi francesi che i Borbone avevano convocato per la loro corte, nonché sull’uso sistematico delle pentole di ghisa. Non a caso la sua ultima opera, edita da Trenta Editore, porta il titolo ‘Uno scugnizzo ai fornelli. Cuocere nelle pentole in ghisa’.
Interessante e saporita circostanza che ha avuto luogo in un angolo un pò nascosto della Basilica di Sant’Ambrogio (l’Oratorio della Passione in Piazza Sant’Ambrogio 23, edificio risalente al XV secolo con affreschi di Bernardino Luini e della sua scuola) , all’interno di un piccolo chiostro, dove ha trovato posto il Milano Wine Garden, grazie anche alla apertura dell’abate, mons, Erminio De Scalzi, il Milano Wine Garden, un rilassante locale che ha come impegno quello di portare la cultura del vino nei medesimi luoghi dove trovavano poste le vigne qualche secolo fa. E, in effetti, seppur piccola ma una vigna è stata piantata e sta crescendo proprio al centro del chiostro.
Il Milano Wine Garden sorge quindi nella vera Vecchia Milano, la Milano del vino, un’area che dal Rinascimento agli inizi del Novecento ha visto la vigna crescere all’interno dei giardini dei palazzi. Molte le testimonianze che descrivono il capoluogo lombardo come una città attiva per la produzione di vino e Milano Wine Garden si pone l’obiettivo di far rivivere l’alto valore simbolico della vigna, ripercorrendo le antiche tradizioni contadine e il profondo significato che, da sempre, ruota attorno alla vite a e ai suoi frutti.
Anche se oggi può sembrare strano, ma questa zona di Milano, Porta Vercellina, era un tempo ricca di vigneti e a un tiro di schioppo, sull’attuale corso Magenta in direzione San Vittore, si trovava la celebre ‘vigna di Leonardo’, donata al grande artista da Lodovico il Moro.