Per promuovere l'Oliva Dop e, soprattutto, per tutelarla dalle imitazioni, nel maggio 2007 è nato il 'Consorzio per la tutela dell'Oliva Ascolana del Piceno Dop', creato da una trentina di imprenditori tra produttori di olive, allevatori, laboratori di deamarizzazione, trasformatori e confezionatori, rappresentanti di tutte le componenti della filiera, comprese le aziende zootecniche che garantiscono i tre tipi di carne, manzo, maiale, pollo, che compongono l'impasto dell'oliva. ''Ad oggi, il nostro problema è l'impossibilità di estendere il riconoscimento della Dop a gran parte della produzione - spiega Nazareno Migliori, presidente del Consorzio-, che, nel nostro territorio, si aggira sui 120 quintali rispetto ad una produzione complessiva di Oliva ascolana di 1.500 quintali fatta da 70 aziende. Nel disciplinare della Dop, infatti, è previsto che le piante di olivo debbano essere piantate a sei metri di distanza mentre, nei nostri uliveti, la distanza è di solito di cinque metri. Stiamo lavorando per il riconoscimento del Consorzio da parte del ministero delle Politiche agricole che ci permetterà, come Consorzio, di accettare i cinque metri come distanza fra gli olivi sempre nel rispetto del disciplinare dell'Unione europea, e, di conseguenza, di aumentare la produzione ad almeno 1.000 quintali''.
Migliori ricorda che ''l'Oliva Dop è un frutto che fa da promozione ad un intero territorio, è un marchio gastronomico per il Piceno che passa anche attraverso i ristoranti e che da reddito. Un chilo di Oliva Dop viene pagata al produttore 2-2,20 euro, le olive greche la metà. Le olive ripiene Dop vengono pagate, al consumo, 25 euro al chilo, quelle fatte con olive greche 15 euro al chilo''.
Paolo Mazzoni, presidente di Coldiretti Ascoli Fermo, sottolinea che ''abbiamo la Dop, ma la denominazione da sola non basta, occorre incentivare la coltivazione e, da qui, arrivare alla riconversione delle produzioni industriali per dare maggior valore alle produzioni agricole e assicurare ai consumatori trasparenza e legame col territorio''.
Migliori ricorda che ''l'Oliva Dop è un frutto che fa da promozione ad un intero territorio, è un marchio gastronomico per il Piceno che passa anche attraverso i ristoranti e che da reddito. Un chilo di Oliva Dop viene pagata al produttore 2-2,20 euro, le olive greche la metà. Le olive ripiene Dop vengono pagate, al consumo, 25 euro al chilo, quelle fatte con olive greche 15 euro al chilo''.
Paolo Mazzoni, presidente di Coldiretti Ascoli Fermo, sottolinea che ''abbiamo la Dop, ma la denominazione da sola non basta, occorre incentivare la coltivazione e, da qui, arrivare alla riconversione delle produzioni industriali per dare maggior valore alle produzioni agricole e assicurare ai consumatori trasparenza e legame col territorio''.