Formalizzare all’Unesco la proposta perché la "cultura del Tartufo" sia inserita nel registro dei beni immateriali patrimonio dell’umanità. È il nuovo ambizioso obiettivo dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, che ha da poco celebrato il suo ventennale.Precursori di tendenze, prima che il marketing territoriale si imponesse come metodo e strumento di promozione e comunicazione per lo sviluppo di aree vaste attraverso la valorizzazione delle peculiarità ambientali, storiche, architettoniche, culturali ed enogastronomiche dei territori, le Città del Tartufo si erano già associate per raggiungere questo obiettivo, che si rinnova di anno in anno.

 

La tutela e la valorizzazione del tartufo e dei suoi territori, insomma, sono i cardini dell’attività messa in campo dall’Associazione Nazionale Città del Tartufo, che trovano oggi nuovo impulso e contenuto nell’intenzione di formalizzare la proposta all’Unesco.

"L’idea – continua il Presidente, in merito alla proposta rivolta all’Unesco - è quella di concentrare l’azione sul tartufo bianco, che ha tutta una sua particolarità nella storia del sistema di raccolta, non è supportata da moderne tecniche agricole, come avviene, invece, per il tartufo nero, ma è una grande sfida tra l’uomo, il cane e tutti gli altri cercatori. È un mondo che affascina moltissimo coloro che visitano i territori del tartufo ed è un forte valore aggiunto, da tutelare".

Proprio considerando il fatto che, se anche l’appellativo "pregiato" spetta al bianco d’Alba e al nero di Norcia, ci siano altri tartufi che meritano grande apprezzamento, le Città parlano "plurale e italiano" affrontando tematiche che vanno dalla tutela dell’ambiente tartufigeno alla difesa del prodotto nazionale fino alle sofisticazioni e frodi, compiendo passi non brevi, ma necessari.

E proprio per rendere questa ricchezza collettiva e l’ambiente tartufigeno una risorsa rinnovabile, le Città del Tartufo si rivolgono all’Unesco per il riconoscimento, ben consapevoli della complessità del percorso, ma anche supportati da una massa critica imponente che va dal mondo delle istituzioni che le Città rappresentano (50 associati distribuiti in 11 Regioni Italiane), a quello scientifico.

Infine, tra i nuovi impegni che interesseranno l’associazione, un ulteriore passo nell’ottica di promozione e valorizzazione del Tartufo in vista dell’Expo 2015.

 

Da San Giovanni d’Asso (Siena) ad Alba (Cuneo). Tutti insieme in nome di Sua Maestà il Tartufo per firmare il Protocollo d’Intesa tra tutte le realtà tartufigene italiane in vista della candidatura all’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità della Cultura della preziosa trifola. Il tema dell’ammissione della Cultura del Tartufo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, sarà al centro di alcuni momenti di confronto e di discussione previsti nei due fine settimana del 10-11 e 17-18 novembre a San Giovanni d’Asso in occasione della 27/ma Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi. L’appuntamento con ‘’La cultura del Tartufo come bene immateriale dell’Unesco: il territorio dove nasce, le esperienze, le prospettive future per i territori rurali e la domanda di annessione’’ è per sabato 10 novembre alle 15.30 nella Sala del Camino del Castello di San Giovanni d’Asso, a cui sono invitati il Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, il Presidente dell’Associazione Nazionale Siti Unesco e i sindaci dei vari comuni interessati dall’iniziativa. Nella stessa giornata verrà anche presentato il nuovo sistema di tracciabilità del tartufo in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Ateneo Senese ed il nuovo sistema QR Quality, nato con l’obiettivo di proteggere i consumatori di Tuber magnatum Pico dal sempre più incombente pericolo derivante dalle contraffazioni.