GelatoCon il caldo il gelato diventa uno dei protagonisti alimentari dell’estate. Un tempo considerato solo un dessert da consumare prevalentemente nei mesi estivi, oggi è servito tutto l’anno. In questo periodo, quando la voglia di mangiarlo aumenta, è bene dargli la giusta collocazione nella dieta quotidiana, senza creare squilibri qualitativi e quantitativi del fabbisogno nutrizionale. Ecco il parere della dottoressa Martina Gozza, dietista di Humanitas.
 
Per prima cosa capiamo le differenze tra i diversi gusti. 
Le discriminanti chiave sono tre: latte, grassi vegetali e frutta. Quelli alla crema di latte contengono sia il latte che la panna: in totale fa quattro volte in più di grassi, ma anche un buon 30% in più di proteine. I gelati con i grassi vegetali, sono simili al latte ma contengono meno colesterolo con una diversa presenza di vitamine liposolubili. In più, i grassi sono di tipo diverso, perché polinsaturi. I gelati alla frutta sono costituiti da polpa di frutta, zucchero e acqua, a volte insieme al latte. Hanno un contenuto calorico minore (seppur discreto), ma anche meno proteine e calcio, anche se forniscono più vitamina C: la frutta è usata tale e quale a quelle fresca, mantenendo intatte tutte le sue caratteristiche nutritive. Per mantenersi in linea anche d’estate è ovvio che sono questi ultimi i gelati da preferire, ma sempre con moderazione.
Con tutti i tipi di gelato si introducono consistenti quantità di proteine, zuccheri e grassi. Una buona dose di fosforo e calcio.
 
Attenzione anche alla differenza tra gelato artigianale e industriale perché le differenze sono notevoli. 
I gelati artigianali o mantecati sono prodotti con una lenta incorporazione di aria, circa il 30-50 percento, durante la fase di “gelatura” della miscela e ne deriva così un gelato cremoso, morbido e, nonostante ciò, anche corposo. Il gelato industriale o soffiato, invece, nella stessa fase introduce il 100-130 percento di aria, per cui diventa molto soffice e leggero. Volendo fare per forza una scelta, resta sempre da preferire un gelato artigianale a quello industriale, che comunque è anch’esso di ottima qualità se il produttore è qualificato.
 
Frutta o creme?
Il gelato alla frutta è la scelta ideale di fine pasto. Ma non bisogna creare barriere ideologiche inutili con gli altri tipi. Le qualità del gelato al latte infatti sono molte. L’apporto energetico e nutritivo di un gelato di questo genere può sostituire uno spuntino, magari il solito panino mangiato in fretta e furia, perché non appesantisce l’organismo e contribuisce a fornire energia per riprendere efficacemente le attività di studio o lavorative. Certo non darà mai la stessa soddisfazione di un piatto di spaghetti, ma sicuramente appesantisce di meno.
 
Fondamentale leggere l’etichetta.
Sull’etichetta nutrizionale le calorie sono riferite o ai 100 grammi o alla singola porzione, in modo che il consumatore possa razionalmente inserire il gelato nel menù quotidiano. In base al diverso contenuto di nutrienti e di energia il gelato potrà trovare una collocazione diversa nell’arco della giornata. 
 
Ma cosa c'è dentro a un gelato?
Proteine 0-6%
Grassi 0-22%
Glicidi 20-50%
Sali Minerali 0,4 – 1,4%
Additivi 0,2 – 0,5%
Acqua 20-50%
Calorie 100-300 Kilocalorie per 100 grammi
 
A questo punto con un po’ di buon senso si può trovare il punto di equilibrio tra un goloso, rinfrescante, desiderabile gelato e la famigerata “prova costume”.