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Ogni anno, la prima domenica di settembre è il giorno della Regata Storica a Venezia.
Una festa che affonda l'origine nella notte dei tempi e che, nel tempo, ha subito qualche cambiamento, ma che è rimasta, nei suoi tratti essenziali, la stessa di sempre.
O per lo meno, la stessa di quell'assolato 6 giugno del 1489.
Un corteo per una regina triste
Il 6 giugno 1489 Caterina Cornaro, o Corner alla veneziana, entra a Venezia sul Bucintoro, imbarcazione ufficiale del Doge di Venezia.
Accanto a lei, il Doge e la Dogaressa Barbarigo.
Arriva da Cipro, o meglio, sta scappando da Cipro.
L'accoglienza è trionfale, ma Caterina è tutt'altro che felice.
Ha dovuto abdicare al suo trono, ereditato alla morte improvvisa del marito Giacomo II nel 1473, e ha dovuto cedere le terre alla Serenissima.
In cambio, ha avuto salva la vita, ha mantenuto il titolo di Regina di Cipro, di Gerusalemme e dell'Armenia e ha ottenuto di divenire regina di Asolo, dove vivrà fino alla morte.
Oggi, la Regata Storica è un momento di grande celebrazione per Venezia.
Sia i veneziani che i turisti si accalcano sulle rive, ai balconi e sulle terrazze dei palazzi che si affacciano su Canal Grande.
Qualcuno sa che la Regata Storica ripercorre un momento storico importante per la Serenissima, qualcun altro ricorda la Regina di Cipro, Caterina Corner, ma pochi sanno che tutta questa allegria, questo corteo storico celebrativo in cui l'acqua di Canal Grande è nuovamente solcata da imbarcazioni patrizie su cui ci sono donne e uomini in lussuosi abiti ha origine nelle lacrime di una donna.
La Regata Storica e le gare
Mentre i turisti fanno a gara per non cadere in canale, riuscire a vedere qualche squarcio di un'imbarcazione sontuosa che scivola sull'acqua e mentre qualche fortunato si gode lo spettacolo del corteo storico, Bucintoro e Doge compresi, da una qualche terrazza con affaccio su Canal Grande, i veneziani e i local sono presi dalla frenesia crescente per la gara, anzi per le gare.
Peché la Regata Storica non esaurisce la giornata di festa. Ne è solo l'inizio.
Sono ben 6 le gare che si susseguono nel giro di poco più di un 'ora lungo il Canal Grande ed è allora che la lunga tradizione di Repubblica Marinara e di città d'acqua torna in tutta la sua potenza a Venezia.
Oltre alla più nota Regata dei Gondolini, imbarcazioni che ricordano le gondole ma sono più leggeri e veloci, ci sono:
- la regata de le Maciarelle e de le Schie: gara per giovani
- la regata dei Pupparini: gara dei giovanissimi che usano le imbarcazioni un tempo usate per la vigilanza marittima
- la regata delle Caorline: gara con le barche usate un tempo, ma anche ora, per il trasporto degli ortaggi. La caratteristica principale è quella di avere prua e poppa uguali.
- la regata degli universitari: gara in cui le università di Venezia e quelle dei dintorni si sfidano su galeoni
- la regata delle donne in macareta: una barca veloce, un tempo usata per la pesca e per il diporto. Secondo la tradizione il nome mascareta deriva dal fatto che fosse usata dalla prostitute in maschera.
Cosa succede durante le regate di Venezia
Il punto di partenza delle gare è sempre all'altezza dei Giardini di Castello, quasi all'estremo lembo a Sud Est di Venezia.
Da lì, le imbarcazioni entrano in Canal Grande tra Punta della Dogana e Piazza San Marco per sfrecciare verso il paleo, il punto in cui devono girare e ripercorrere il Canal Grande verso il traguardo.
Se la linea di via è la medesima per tutti, il paleo è in punti diversi.
Ad esempio, i gondolini, le caorline e le donne girano all'altezza di Ca' Vendramin Calergi a Cannareio, mentre altri devono arrivare proprio fino alla Stazione di Santa Lucia.
Il traguardo resta sempre, invece, lo stesso: tutti devono arrivare a Ca' Foscari per vincere.
E cosa si vince alla Regata di Venezia?
Denaro, sì, ma sono le bandiere colorate ad essere il premio più ambito delle Regate di Venezia.
L'equipaggio che è arrivato prima ha in dono una bandiera rossa.
L'ultimo ha una bandiera bianca con un maialino, animale per tradizione non esattamente velocissimo.
Cosa fare a Venezia prima e durante la Regata Storica:
- Prima della Regata Storica, c'è il Disnar per la Storica.
Giorni prima della Regata Storica i sestieri e le associazioni remiere organizzano una giornata di incontro con la voga veneta che culmina con una cena libera in cui ognuno porta qualcosa. Una vera immersione nella Venezia autentica
Info per la cena pre Regata Storica - Corteo e benedizione dei Gondolini alla Chiesa della Salute, qualche giorno prima della Regata Storica
- Assistere alla Regata Storica in tribuna d'onore proprio su Canal Grande è possibile: i biglietti di possono acquistare online
- Dopo la Regata Storica, è il momento perfetto per cicchetti e un 'ombra de vin in uno dei bacari, locali tipici di Venezia.
I migliori per On the Roads sono:
- Ruga Rialto in Ruga Rialto
- Ai Zimei in Ruga Rialto
- Ai Do Mori zona Rialto
- Al Timon in Riva Ormesin
- Al Paradiso Perduto in Riva Ormesin
Cristiana Pedrali
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Tre valli valdostane e due piemontesi, oltre 71 mila ettari di aree protette, 533 chilometri di sentieri accessibili, 57 ghiacciai e 183 laghi, questi alcuni dei numeri del parco nazionale naturale più antico d'Italia: Il Gran Paradiso. Fondato ufficialmente nel 1922 allo scopo di proteggere il suo animale simbolo, lo stambecco, cacciato indiscriminatamente per secoli su tutto l'arco alpino. L'ungulato era preda ambita per le sue carni, per alcune parti del suo corpo che erano utilizzate come medicinale, per le sue corna e per un ossicino, la croce del cuore, che si credeva avesse potere afrodisiaco.
All'inizio del XIX secolo si pensava che la specie fosse definitivamente estinta sino a quando l'ispettore forestale valdostano Joseph Delapierre scoprì che proprio negli scoscesi valloni del massiccio del Gran Paradiso ne sopravviveva una colonia di un centinaio di esemplari. Così, il 21 settembre 1821, il re di Sardegna Carlo Felice ordinava che: “Rimane fin d'ora proibita in qualsivoglia parte de' regni domini la caccia degli stambecchi”. Ma la passione venatoria del giovane re Vittorio Emanuele II lo portarono nel 1856 a farne una Riserva Reale di Caccia, si creeranno dei sentieri ed aree per le escursioni, ma l'intera zona era battuta da intense campagne di caccia della famiglia reale, durante le quali solo il re aveva il potere di sparare. Venivano abbattuti solo capi maschi ed in breve, il numero di animali aumentò. L'ultima caccia reale si tenne nel 1913. Vittorio Emanuele III cedette i territori del parco allo stato italiano nel 1919, dando specifiche indicazioni per l'istituzione di una zona protetta. Si arriverà al 3 dicembre 1922, quando, durante i primi giorni del regime di Mussolini, il re firmerà il decreto legge che istituiva il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Oggi l'ente parco ha censito 2568 stambecchi. Ma non solo, si contano anche oltre 6700 camosci, 27 coppie di aquile reali e, vero fiore all'occhiello, 3 coppie nidificanti di gipeti, si tratta dei più grandi avvoltoi europei, estinti nel novecento e reintrodotti nel parco negli anni Ottanta, in Val di Rhêmes. Oggi il gipeto nidifica grazie alle condizioni ideali che trova nel parco: abbondante fauna selvatica, pareti rocciose scoscese, tranquillità, per effetto anche del divieto di sorvolo aereo.
In Val d'Aosta il parco comprende: la Val di Rhêmes, la Valsavarenche e la Valle di Cogne. Infinite le possibilità di escursioni, dalle più semplici alle più impegnative. Tantissimi i rifugi da raggiungere e dove sostare per rifocillarsi con una polenta oncia, uno per tutti, dove si giunge dopo una passeggiata di un paio d'ore, è il rifugio Benevolo in Val di Rhêmes, dove è possibile anche fermarsi per la notte, nei mesi di maggior affluenza è sempre meglio prenotare.
L'estate valdostana si presenta sempre ricca di eventi, dai laboratori per bambini, alla scuola di arrampicata, a feste della birra, sagre, ma anche il Gran Paradiso Film Festival che, quest'anno alla sua 22 esima edizione, nei mesi di luglio e agosto, permette di assistere a numerose proiezioni gratuite distribuite nei diversi comuni del parco. Si tratta di una tra le più famose kermesse europee dedicate al cinema naturalistico. Ma le vere protagoniste di una vacanza più o meno lunga in questi luoghi sono la natura e la montagna, in tutte le loro declinazioni. Non fanno per voi queste valli se disdegnate il silenzio, la tranquillità e la vita all'aria aperta.
Per il soggiorno una delle possibilità, forse la migliore, è fermarsi in una delle case del Villaggio diffuso, a Rhêmes Notre-Dame e a Rhêmes Saint-Georges c'è quello gestito dalla famiglia Pellissier. Qui è possibile vivere come nei borghi alpini di una volta, con ritmi lenti e a contatto con la natura. Interessanti le offerte per l'autunno, quando il bosco si tinge di colori caldi, il silenzio regna sovrano e, con le temperature che ci regalano ottobre e novembre negli ultimi anni, è possibile godere a pieno di questi luoghi meravigliosi. Per informazioni sulle strutture del borgo: www.casegranparadiso.com.
Via accorgerete che in queste case non manca nulla, ma soprattutto si aprono le imposte ed il parco è lì e ti sembra di toccarlo allungando una mano.
Per info sul parco: www.grand-paradis.it
di Sara Rossi
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IL 24 OTTOBRE INGRESSO LIBERO AGLI SCAVI DI POMPEI IN OCCASIONE DELL’ANNIVERSARIO DELL’ERUZIONE DEL VESUVIO
E’ stata la recente scoperta di un’iscrizione a carboncino realizzata da "un operaio buontempone", a spostare la data della catastrofe più famosa della storia da agosto a ottobre del 79 dC e per la precisione al 24 ottobre del 79 a.C. Per questo motivo, in occasione dell’anniversario dell’eruzione del Vesuvio, si consente ai visitatori di entrare gratuitamente agli scavi per godere degli affreschi e mosaici recuperati, giardini riallestiti e grandi sculture bronzee moderne. L’area archeologica di Pompei continua tra l’altro ad aumentare il numero di visitatori di anno in anno. Pompei si trova a soli 40 km dalla rigogliosa costiera amalfitana, gita ideale ad un’ora di strada dal lussuoso Hotel Santa Caterina di Amalfi che accoglierà i suoi ospiti in un ambiente unico dalla spettacolare bellezza.
Pompei è stata una delle città più grandi e splendenti dell’epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti che continuano ad emergere dalla terra. La grande produzione ed esportazione di olii e vini fece di Pompei una città molto ricca, che divenne meta turistica per i patrizi romani quando la città fu assorbita dall’espansione della futura Capitale d’Italia.
I pompeiani non sapevano che il “monte Vesuvio” fosse un vulcano.I terremoti che avevano preceduto l'eruzione non insospettirono i pompeiani che erano ancora occupati nel restauro degli edifici colpiti dal forte sisma di 17 anni prima. Pompei, insieme alle città vicine di Stabia, Ercolano ed Oplontis offre al visitatore contemporaneo una suggestiva ed impareggiabile esperienza. Passeggiare tra le strade ed i vicoli, affacciarsi nelle varie case ed officine, visitare i templi e le terme di 2000 anni fa in un’area di oltre 66 ettari è possibile farlo solo e soltanto a Pompei.
Gli Scavi di Pompei non smettono di regalare agli archeologi continue sorprese. Gli scavi effettuati nel Regio V del Parco Archeologico di Pompei, la nuova area in cui si stanno concentrando i lavori, continuano a regalare scoperte su scoperte. La più sensazionale, forse, è stata effettuata in una delle domus che sorgono nel settore, conosciuta come Casa del Giardino, nella quale è stata ritrovata una stanza con dieci vittime dell'eruzione del Vesuvio che sommerse Pompei nel 79 d.C, tra cui donne e bambini. Nella stessa domus è stata rinvenuta anche una cassa in legno che al suo interno custodiva un piccolo tesoro: 140 piccoli oggetti, perlopiù amuleti e monili legati al mondo femminile, utilizzati per proteggersi dalla cattiva sorte o semplicemente come ornamento. Si tratta di oggetti preziosi soprattutto in osso, bronzo e ambra, spiccano anche due specchi, come ad esempio vaghi di collana, frammenti di una spiga, amuleti fallici apotropaici, ma anche varie gemme. Gli oggetti, infatti, potrebbero appartenere a una delle 10 vittime, probabilmente una intera famiglia. I 140 preziosi saranno presto esposti in una mostra alla Palestra Grande degli Scavi di Pompei.
Di recente riapertura e quindi visitabili sono attualmente Casa della Fontana Grande, Casa dell’Ancora e Tempio di Iside: sono tre le riaperture al pubblico di quest’anno nel sito di Pompei a seguito degli interventi di restauro e manutenzione. Per l’occasione sono stati anche riproposti allestimenti storici, interventi di decoro del verde e indagini di ricerca.
Dopo molti anni di chiusura si restituisce al pubblico la possibilità di accedere anche ad una delle case più famose dell’area archeologica di Pompei, la Casa dei Vettii; le nuove scoperte visitabili e i luoghi più importanti e imperdibili dell’itinerario classico standard dell’area archeologica di Pompei. Si visita soprattutto per lo splendido corredo di affreschi che ornano gli ambienti, rinnovati in età imperiale, appartenuti ai mercanti Aulo Vettio Restituto e Aulo Vettio Conviva.
Le altre domus di nuova apertura sono: la Domus dell’Efebo, le Domus di Fabius Amandio o quella del Sacerdote Amandus, entrambe più piccole e modeste della precedente con meno stanze delle altre eppure decorate con una certa raffinatezza. E poi c’è la Domus del Criptoportico che deve essere stata di grandissimo prestigio nell’età augustea, con le stanze decorate con scene dell’Illiade e, pitture di altissima qualità, terme. Particolarmente interessante è poi la visita della Fullonica, che è uno dei più completi e importanti laboratori per il lavaggio e il trattamento dei tessuti scoperti a Pompei
Soggiornare nel magico Hotel Santa Caterina:
Un’opportunità da non perdere per visitare l’area archeologica più interessante e suggestiva al mondo senza rinunciare a momenti di relax soggiornando all’Hotel Santa Caterina di Amalfi
A pochi minuti di distanza da Amalfi, in uno dei punti più suggestivi della costiera, l’Hotel Santa Caterina è costruito a picco sul mare, all’interno di una vasta proprietà che “precipita” fino all’acqua con una serie di splendide terrazze naturali. Due ascensori scavati nella roccia o un sentiero di spettacolare bellezza portano gli ospiti attraverso agrumeti e giardini lussureggianti fino agli impianti a livello del mare, che comprendono una piscina con acqua marina, solarium, fitness centre, café/bar e ristorante all’aperto.
La sera la magia continua nell’elegantissimo ristorante con una cena a lume di candela ammirando il suggestivo panorama di Amalfi illuminata dalla luna. E che dire della suite “Follia Amalfitana” con la sua minipiscina tonda con vetrata e vista mozzafiato sulla baia o della suite “Giulietta e Romeo” con terrazzino a picco sul mare e piscina privata a sfioro…
L’Hotel Santa Caterina ha 36 camere di tipologia standard, superior e deluxe e 13 tra junior suite, executive junior suite, suite e senior deluxe suite che si trovano nell'edificio principale. Inoltre, tra le Garden Suite, le dépendances “Villa Santa Caterina” e la “Villa il Rosso” nel lussureggiante parco si contano altre 17 camere e suite. Dal 2019 l’offerta gastronomica dell’albergo è firmata dal nuovo Chef Giuseppe Stanzione: le colazioni, gli snack, il Bistrot, l’elegante Ristorante fine dining Glicine con le vetrate affacciate sul panorama del golfo, e un menù più raffinato e personale con l’impronta dello Chef, il Ristorante Al Mare, aperto adesso sia a pranzo che a cena, con piatti più semplici e tradizionali e prevalentemente marinari. I due ristoranti panoramici dell’Hotel Santa Caterina saranno quindi aperti entrambi la sera. La Carta dei Vini offre un’accurata selezione di etichette italiane ed estere e una scelta produzione della Campania.
La Redazione
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Un weekend al Castello......tra elfi, gnomi, l'esercito dei guerrieri di Xian e robot
Metti un castello, una locanda ed aggiungi un particolarissimo museo..ti ritrovi a San Pietro in Cerro, nel piacentino, nella rinascimentale Cortemaggiore
dove storia e cultura si abbracciano tra gli antichi domini dei Pallavicino, i Malaspina, i Barattieri e molte atre famiglie nobili di epoche passate. Appena fuori dal paese
c'è un maestoso castello del '400: suggestivo non è il termine esatto, riduce la sensazione di bellezza e di sorpresa non appena si varca la soglia.
Grazie ad un percorso guidato è possibile rivivere tutta la magia di un tempo visitando le 30 sale riccamente decorate ed arredate.
Come documenta un'epigrafe in pietra che si affaccia sul Cortile dei Cavalieri, il Castello fu edificato nel 1460 da Bartolomeo Barattieri, nobile giureconsulto
e ambasciatore di Piacenza presso la corte di Papa Giulio II della Rovere. La famiglia Barattieri ha mantenuto la proprietà fino al 1993, permettendo un'ottima
conservazione della struttura originaria che si presenta oggi come fedele e preziosa testimonianza di dimora gentilizia quattrocentesca. Disposto su un impianto
rettangolare da cui emergono il mastio d'ingresso e due torrioni rotondi collocati a difesa del lato Nord, il Castello appare esternamente austero e compatto,
mentre all'interno una perfetta corte quadrata a doppio ordine di arcate dal delicato disegno lo rende leggiadro ed elegante. Concepito come residenza nobiliare fortificata,
il Castello presenta soluzioni architettoniche difensive dovute all'introduzione delle armi da fuoco. E' circondato da ampi spazi verdi,un grande parco
alberato, un vasto giardino e da oltre 18 anni il nuovo proprietario, Franco Spaggiari ha permesso la riapertura al pubblico della splendida fortezza affiancando una nuova
struttura all'interno del parco dove un tempo c'erano le scuderie. E' la locanda del Re Guerriero, che, senza snaturare le bellezze naturali e storiche del luogo,
offre al visitatore e turista un servizio alberghiero elegante e riservato, ideale per una breve vacanza immersa nella quiete della campagna piacentina
(www.locandareguerriero.it ).
Ma c'è un 'altra cosa che rende questo luogo particolarmente interessante e meritevole di una visita. Nel sottotetto del Castello,inaugurato nel 2001, è stato allestito il MiM
Museum in motion: esposizione di opere contemporanee, molte delle quali di pittori e scultori piacentini. Le opere sono piu di 400 (tra pittura, scultura, grafica e
fotografia) e sono esposte a rotazione offrendo un panorama delle maggiori tendenze di arte contemporanea dal dopoguerra ai nostri giorni. Fortemente voluto dall'attuale
proprietario del Castello, Franco Spaggiari, grande appassionato d'arte, in collaborazione con la Fondazione D'Ars Oscar Signorini, il museo ha davvero suggestivi colpi di
scena e sorprendenti opere.
Nell'ala ovest dei sotterranei del Castello arriva la prima sorpresa:qui è allestita una mostra permanente di 39 statue dei Guerrieri di Xian, fedeli riproduzioni degli
originali autenticate dal governo cinese. Le statue di terracotta, di dimensioni naturali, sono schierate proprio come lo erano nel III a.C. quando furono poste a guardia del
mausoleo del primo imperatore cinese Qin Shi Huang. La tecnica di fabbricazione è identica a quella impiegata in antichità e consiste nel compattare cerchi di argilla per
creare il torace, al quale è poi aggiunta la testa. La struttura è quindi ricoperta di blocchetti di argilla per creare le uniformi, decorata e dipinta. Le figure, oltre ad
avere pose differenti e armi specifiche che corrispondono alla loro funzione nell’esercito, mostrano anche tratti fisionomici diversi fra loro. Le statue dei guerrieri
hanno un’eccezionale qualità tecnica ed artistica, dimostrando un sorprendente senso realistico.
Salendo nel sottotetto, in una delle torri si può ammirare un altro esercito, questa volta futuristico: disposti nella medesima posizione dei loro "avi" cinesi la sala
presenta un esercito di robot perfettamente funzionanti e che comunicano tra loro.
Ma il Castello di San Pietro offre tante sorprese anche ai piu piccoli visitatori: propone infatti ai bambini delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e di quelle secondarie, oltre alla visita guidata del maniero, progetti
ludico-didattici realizzati ah hoc per le diverse fasce d’età. Le avventure in costume sono un efficace modo di imparare giocando; l’esperienza consente ai piccoli partecipanti, vestiti
da legionari romani o da cavalieri, da elfi o da gnomi del mondo delle fiabe, di immedesimarsi completamente in un personaggio storico o leggendario di un’epoca lontana
e vivere un’avventura emozionante. I bambini sono, così, i protagonisti di un progetto che lega l'aspetto ludico del gioco agli argomenti dei percorsi storico-culturali
affrontati a scuola durante l'anno.
Per info e prenotazioni:
Il Castello è aperto la Domenica e i Festivi, da Marzo al ponte di Ognissanti.www.castellodisanpietro.it
Visite guidate ore 11 - 15 - 16 - 17 - 18*
*unicamente nei mesi di Maggio, Giugno, Luglio, Agosto
Ingresso: bimbi fino a 5 anni GRATUITO - bambini da 6 a 12 anni €6,00 - ragazzi da 13 a 18 anni e ridotto card del ducato €7,00 - adulti €8,00
Castello di San Pietro via Roma 19 - 29010 San Pietro in Cerro (Pc)
Tel. +39.0523.839056 -
Silvia Donnini
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Tre appuntamenti in settembre per riscoprire “la vita sobria”
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