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Segnalare in modo puntuale e dettagliato i casi di ipogei naturali e artificiali utilizzati discariche abusive e le conseguenti situazioni di rischio, procedere almeno in parte alla loro bonifica e proporre possibili soluzioni. E' questo l'obiettivo dell'iniziativa della Società speleologica italiana “Puliamo il Buio”, la cui edizione 2017 è in programma dal 22 al 24 settembre in diverse grotte e cavità artificiali dal nord al sud dell'Italia.
La manifestazione, legata al progetto “Puliamo il mondo” di Legambiente, ha consentito di raccogliere, dalla prima edizione del 2005 al 2016, 156.168 kg di materiali, avviati a discarica autorizzata. Sono state impiegate in totale 2.915.183 ore / uomo di lavoro.
Le giornate di Puliamo il Buio saranno anche occasione per aggiornare il Censimento delle cavità a rischio ambientale, ossia gli ambienti sotterranei dove è stata rilevata la presenza di materiali o condizioni in grado di alterare e inquinare le acque provenienti da sottosuolo. “Le acque sotterranee sono fonti preziose di approvvigionamento colturale e civile; il loro inquinamento può mettere a rischio anche le delicate forme di vita di eccezionale specializzazione presenti nei vuoti sotterranei esplorati e documentati dagli speleologi”, afferma il Presidente della Società speleologica italiana Vincenzo Martimucci.
Il Censimento, avviato nel 2005, in continuo aggiornamento e disponibile on line, vuole essere un importante strumento di lavoro per chi opera per la protezione dell'ambiente carsico e delle risorse idriche. “Questa opera di tutela avviene attraverso la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti, la valorizzazione degli habitat naturali e il fermo contrasto delle discariche abusive. Per tutto questo, sono indispensabili i dati della ricerca speleologica e una sempre maggiore attenzione da parte degli enti governativi che si occupano di politiche ambientali”, conclude Martimucci.
www.puliamoilbuio.it/eventi.htm
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Dopo l’estate anche per l’inverno si preannuncia una crescita per il turismo. L’indice di fiducia, rileva l’indagine periodica di Confturismo-Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli, raggiunge ad agosto un valore pari a 69 punti, vicino al massimo annuale toccato a luglio (70 punti), confermandosi a livelli ottimali pur con una leggera diminuzione.
Sono specialmente i giovani fino a 34 anni e coloro che si trovano in piena età lavorativa (fino a 54 anni) a dimostrare maggiore propensione al viaggio nei prossimi mesi, con valori dell’indice che segnano rispettivamente 81 e 75 punti, ben al di sopra della media generale.
Dopo un’estate molto positiva per l’Italia, il flusso turistico crescerà anche per la prossima stagione invernale. “La spinta – spiega Confturismo – arriva dal buon andamento economico. Il prodotto interno lordo crescerà nel 2017 dell’1,3%, il valore massimo da quando l’Italia è uscita dalla recessione nel 2015. Il dato è confermato dall’indagine: si evidenzia un saldo positivo dall’inizio dell’anno tra ottimisti e pessimisti per quanto riguarda la fiducia degli italiani nei confronti della situazione economica nel lungo periodo”.
La crescita nel settore turistico è trainata dalle destinazioni nazionali. Si denota un allungamento della stagione estiva a settembre, con il mare che rimane in cima alle preferenze. Al tempo stesso la visita di musei, monumenti o mostre rimane la prima motivazione di viaggio per quasi 5 italiani su 10 ed in particolare la scoperta dei beni culturali è indicata al primo posto da per chi viaggerà per riposarsi sia da chi viaggerà per divertirsi. Per questi motivi, destinazioni quali Puglia, Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia sono preferite dai turisti che resteranno in Italia nel prossimo trimestre. La Spagna rimane in cima alle preferenze, nonostante i tragici fatti di Barcellona, mentre gli Stati Uniti saranno la meta prediletta nel continente americano.
Continua la tendenza a destagionalizzare le vacanze, o meglio, a considerare settembre e anche ottobre come mesi candidabili per una vacanza lunga o anche solo per un ulteriore piccolo viaggio dopo la vacanza principale. Per il prossimo trimestre si evidenzia una durata media del viaggio che raggiungerà le 7 notti, in leggera diminuzione rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Gli intervistati propendono dunque a ripetere più volte l’esperienza di viaggio, anche se con vacanze leggermente più brevi se prese singolarmente.
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Le notti del Monte Amiata si vestono di luce: sarà un agosto davvero speciale quello che si prepara a vivere la montagna che domina il sud della Toscana.
A partire dal 1 agosto infatti, la croce monumentale che sovrasta il monte e che ne è divenuta il simbolo, verrà illuminata grazie ad un’istallazione artistica che la renderà visibile fino a 70 chilometri di distanza.
Più di 1 chilometro di cordoni led, per un totale di oltre 30.000 luci a basso consumo vestiranno l’imponente opera in ferro battuto realizzata dalle officine senesi di Luciano Zalaffi tra il 1900 e il 1910.
La croce venne costruita in seguito alle indicazioni di Leone XIII che, in occasione dell'Anno Santo del 1900, propose di edificare sulle montagne italiane monumenti che celebrassero la redenzione.
Un invito che venne accolto dalle popolazioni amiatine che affidarono al senese Luciano Zalaffi, uno dei più raffinati interpreti nella lavorazione del ferro battuto, la progettazione e realizzazione di quest’opera che si sviluppa in altezza per 22 metri.
Un progetto ambizioso quanto avveniristico che richiese quattro tonnellate di ferro, all’epoca trasportate sulla cima del monte a dorso di mulo.
Da allora la croce, per le popolazioni che vivono nei bellissimi borghi dell’Amiata, è una sorta di faro, un punto di riferimento comune che va al di là delle singole bellezze che caratterizzano ciascun paese e supera ogni velleità campanilistica: sotto la sua ombra si riconosce ogni amiatino.
Nella volontà di legare il passato al futuro oggi si fa appello all’arte che, linguaggio universale e senza tempo, offre la possibilità di celebrare con strumenti contemporanei (i led), un monumento e il territorio che esso rappresenta riscoprendone passato e cultura.
“L’Amiata si illumina” è un progetto che si inserisce nel percorso “Destinazione Amiata”, il nuovo piano di destinazione turistica territoriale che riguarda l’area amiatina che vede insieme l’associazione culturale Ferra il Bosko di Abbadia San Salvatore in collaborazione con la Società Macchia Faggeta ed i comuni di Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano, Piancastagnaio e Seggiano.
Un’occasione per valorizzare la montagna toscana e le sue straordinarie bellezze e raccontare una storia antica ancora viva.
www.croceamiata.com
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Mancano pochi giorni al 28 luglio, data in cui l’Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia dando inizio la prima guerra mondiale e, a una settimana dall’esercitazione delle Truppe Alpine dell’Esercito presso le 5 Torri e dall’entusiasmante esibizione delle Frecce tricolore nei cieli di Cortina, si fa più forte l’eco dei terribili scontri avvenuti tra le Dolomiti d’Ampezzo.
Di questo drammatico momento storico Cortina conserva, oltre ai monumenti in ricordo ai caduti – come il Sacrario di Pocol, anche i camminamenti, le trincee, i fortini e le postazioni, che costituiscono oggi il più esteso Museo all’aperto della Grande Guerra.
Alcuni eventi e attività, inoltre, mantengono viva la memoria del primo conflitto mondiale, come la presenza in Lagazuoi di un rievocatore storico in divisa del III Reggimento dei Tiroler Kaiserjäger, in grado di accompagnare il visitatore in un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso il Museo all’aperto.
Domenica 6 agosto, durante l’inaugurazione dell’ampliamento del Museo all'aperto presso l’area Forcella Nuvolau, allestita con cartelli multilingue dedicati, il Rifugio Averau proporrà, a sua volta, la rievocazione dei fatti bellici del 1917 in compagnia del professor Paolo Giacomel, esperto di storia locale. Nel corso dell’evento verranno distribuiti il “Caffè di Guerra” (surrogato di caffè a base di fichi secchi, inventato dall’esercito imperiale austriaco) e il rancio militare nelle gavette fornite dal comando generale truppe alpine di Bolzano: il cibo verrà servito da una cucina da campo dell’Imperiale e Regio Esercito austro-ungarico, denominata “Gulaschkanonen.
Sempre il professor Paolo Giacomel accompagnerà gli interessati in una visita guidata serale al Museo della Grande Guerra delle 5 Torri, a partire dalle ore 19.00, in occasione delle Serate alternative del l 4, 11 e 18 agosto che offriranno, inoltre, la possibilità di cenare presso i Rifugi Scoiattoli e Averau per poi scendere in seggiovia.
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Sono ufficiali i nomi dei due vincitori, categoria parchi pubblici e categoria parchi privati, della XV edizione del concorso promosso dal network ilparcopiubello.it, che premia le più incantevoli bellezze verdi italiane.
Villa Durazzo Pallavicini a Genova Pegli e Villa La Foce in Val d'Orcia (Chianciano Terme, Siena): questi due gioielli naturalistici sono stati accuratamente selezionati dal Comitato Scientifico del Premio “Il Parco più Bello d'Italia” come vincitori della XV edizione del concorso. Oltre 1.000 i partecipanti, iscritti al network dei parchi più belli d'Italia e presenti nella guida online “ilparcopiubello.it”, che da oltre quindici anni è promotrice di un turismo verde alla scoperta del patrimonio paesaggistico e botanico italiano.
Considerato uno dei parchi romantici più originali del mondo, il parco di villa Durazzo Pallavicini, voluto dal marchese Ignazio Pallavicini, fu ideato e realizzato nel 1840 dallo scenografo Michele Canzio. Ne scaturì non solo un parco in stile romantico, ma un itinerario composto da scenografie legate una all'altra da una traccia narrativa: il Viale Classico, la Coffee House, l’Arco di Trionfo, la Casa dell’Eremita, le Grotte, il Lago Grande con la Pagoda Cinese, il Tempio di Diana, il Ponte Romano, i Giardini di Flora, il Gazebo delle Rose; il tutto in una pittoresca realizzazione paesaggistica meticolosamente composta nei suoi elementi architettonici e vegetali e ordinata secondo un preciso percorso dai contenuti esoterici. Non mancano esemplari vegetali di grande pregio botanico-paesaggistico: la monumentale canfora affiancata al cedro del Libano posti a margine del lago, la collezione di palme esotiche, l'araucaria e il sughero secolari, la rosa banksia e il lauroceraso; in particolare spicca tra tutte la collezione di antiche camelie, alcune delle quali ultracentenarie, che ogni primavera costituisce una vera attrazione con la sua particolare fioritura.
Villa La Foce e il suo straordinario giardino sono fortemente legati a Iris Cutting che, con il marito marchese Antonio Origo, decise di trasferirsi qui dopo il matrimonio negli anni Venti del secolo scorso; l’architetto paesaggista inglese Cecil Pinsent venne incaricato dei lavori - che continuarono fino al 1939 - per i quali si ispirò ai giardini formali della tradizione classica italiana.
La casa è circondata da un giardino formale diviso in “stanze” da siepi di bosso, con piante di limoni in vasi di terracotta. Scale di travertino portano al roseto e a un pergolato ricoperto di glicine e delimitato da siepi di lavanda. Pendii terrazzati salgono dolcemente su per il colle, dove ciliegi, pini e cipressi crescono tra la ginestra selvatica, il timo e il rosmarino, e un lungo viale di cipressi porta ad una statua di pietra del XVII secolo. Un sentiero attraversa il bosco e collega il giardino con il cimitero di famiglia, considerato una delle migliori creazioni di Pinsent.
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