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In aiuto delle campagne c’è stata soprattutto la solidarietà della gente comune con una vera corsa all’acquisto dei prodotti terremotati che ha coinvolto quasi 1 italiano su 4 (24%) compreso il Santo Padre che ha incaricato espressamente l'Elemosineria Apostolica di comprare prodotti alimentari tipici delle aree colpite da distribuiti a diverse mense caritative della citta' di Roma per la preparazione dei pasti donati. E’ quanto emerge dal Dossier Coldiretti #stalletradite consegnato al presidente del Senato Pietro Grasso ma anche alla Commissione Ambiente e quella Agricoltura di Montecitorio che hanno incontrato una delegazione di allevatori e agricoltori delle aree terremotate di Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio guidata dal presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo
Una opportunità resa possibile – sottolinea la Coldiretti - anche grazie ai mercati degli agricoltori di Campagna Amica che continuano ad ospitare, dalla Capitale a tutta la Penisola, gli agricoltori terremotati rimasti senza possibilità di vendita. Sono stati acquistati quasi diecimila cesti di Natale con i prodotti delle aree colpite dal sisma anche grazie all’enorme successo della vendita on line dal sito www.campagnamica.it mentre oltre 50mila italiani hanno assaggiato la caciotta della solidarietà, ottenuta con il latte raccolto dalle stalle terremotate di Norcia, Amatrice e Leonessa, e il “cacio amico” fatto con il latte degli allevamenti marchigiani.
Sotto il coordinamento di una apposita task force sono state avviate dalla Coldiretti numerose iniziative assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari che hanno consentito anche la consegna di mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Ma anche l’operazione “adotta una mucca” che ha già dato ospitalità ad almeno 2000 pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle e “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame. Per aiutare le aree rurali è anche attivo uno specifico conto corrente denominato “COLDIRETTI PRO-TERREMOTATI” (IBAN: IT 74 N 05704 03200 000000127000) dove indirizzare la raccolta di fondi.
Per dare finalmente risposte concrete agli allevatori terremotati occorre – sottolinea Coldiretti – accelerare nel percorso di realizzazione delle stalle provvisorie previste con i nuovi bandi ma anche abbattere gli adempimenti burocratici per gli agricoltori che vogliono acquistare da soli le strutture. Una possibilità prevista dall’ordinanza 5 del decreto terremoto che sino ad oggi – denuncia la Coldiretti - è rimasta sostanzialmente inapplicata a causa dei troppi vincoli a partire da quello che impone strutture similari a quelle dei bandi, mentre basterebbe dare semplicemente un tetto massimo di spesa e permettere agli allevatori di costruirsi la stalla provvisoria più adatta alle loro esigenze. E lo stesso dovrebbe valere per i moduli abitativi per gli agricoltori. Nell’ottica di una ricostruzione di lungo periodo occorre poi intervenire sulle Ordinanze 8 e 13 che prevedono il rafforzamento, la riparazione e ricostruzione degli immobili, estendendone l’arco temporale di intervento al fine di comprendere gli eventi sia sismici che calamitosi di gennaio 2017. Ma sono urgenti anche – spiega Coldiretti – il ripristino delle reti viarie e misure concrete di sostegno alle imprese terremotate, dall’erogazione immediata dei fondi previsti dal decreto legge Sisma Italia per garantire liquidità e far fronte dai danni subiti (bestiame morto, crollo di vendite, ecc.) al pagamento degli aiuti diretti per il mancato reddito (400 euro/capo bovino, 60 euro/capo ovi caprino, 20 euro/capo per suino e 45 euro/capo per le scrofe e 100 euro/capo ad equino), dalla definizione immediata dei termini di assegnazione delle indennità all’ultimazione dell’arrivo dei fondi del Piano di sviluppo rurale. Per il rilancio delle aree colpite sono inoltre – aggiunge la Coldiretti – necessarie massicce misure di sostegno con sgravi fiscali per famiglie, imprese e per chi investe nelle aree terremotate, oltre a incentivi per favorire e accelerare la ripresa e i flussi turistici, con la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche e un sostegno ai consumi dei prodotti delle aree colpite.
“Quanta vita rimane a Norcia, Amatrice, Visso, Basciano, Arquata del Tronto, Camerino e in tutti i Comuni colpiti, e quanta vita si potrà suscitare in futuro, sono legate al destino che avranno i produttori agricoli che non hanno lasciato la terra, le decine di migliaia di animali che essi accudiscono, le migliaia di ettari che coltivano, le Dop e le Igp a cui danno vita” ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “se vogliamo ripristinare l’intreccio fra storia/cultura, ambiente, agricoltura che ha consentito a queste zone di vivere e prosperare, bisogna sostenere il suo “cuore” agricolo”.
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E’ stata firmata nei giorni scorsi a Firenze la candidatura ufficiale per inserire la Via Francigena nel patrimonio Unesco. Il progetto coinvolge le sette regioni
attraversate dall’antica via medievale: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Lazio.
L’inserimento della Via Francigena nella World Heritage List accrescerebbe notevolmente il potenziale turistico dell’itinerario e dei territori che attraversa, offrendo la possibilità alle regioni di dare vita a progetti condivisi di promozione all’estero. L’iniziativa, spiega l’assessore all’Istruzione e alla Cultura della Valle d’Aosta, Emily Rini, oltre ad essere un’importante opportunità di valorizzazione del territorio, permetterà di “assicurare un'efficace tutela del tracciato e della conservazione del valore universale, per le generazioni presenti e future”(Unionturismo news).
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Con 52.836 preferenze Milano si posiziona seconda, dopo Porto, nella classifica della European Best Destination. Il secondo posto, come spiega il Comune in una nota, garantisce a Milano la partecipazione alla prossima edizione della competizione che si svolgerà tra il 18 gennaio e l'8 febbraio del 2018.
Come si legge nel documento finale, diffuso dall'organismo promotore Ebd (European Best Destination), "Milano ha raggiunto un risultato storico che dimostra come la città abbia un'immagine estremamente positiva in tutto il mondo attraendo un ampio numero di visitatori e sia particolarmente apprezzata da svizzeri e americani".
"Abbiamo raggiunto un ottimo risultato, secondi in classifica per la prima volta in questa competizione, superando città come Roma, Parigi, Madrid e Atene che sono considerate in tutto il mondo mete turistiche imprescindibili - ha commentato Roberta Guaineri, assessore al Turismo - Stiamo lavorando per raccontare ogni giorno l'attrattività della città e questo posizionamento ci dà la spinta a promuoverla sempre di più e ancora meglio".
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Si è conclusa la procedura di selezione internazionale per i direttori dei 10 grandi musei e parchi archeologici italiani prevista dalla seconda fase della riforma Franceschini. Daniela Porro va al Museo Nazionale Romano, Simone Verde al Complesso della Pilotta (Parma), Filippo Maria Gambari al Museo delle Civiltà (Roma), Valentino Nizzo al Museo Etrusco (Roma), Andreina Contessa a Miramare (Trieste), Adele Campanelli al Parco dei Campi Flegreei, Rita Paris al Parco dell'Appia antica, Francesco Sirano al Parco di Ercolano, Fabrizio Delussu al Parco di Ostia Antica, Andrea Bruciati per Villa Adriana e Villa D'Este.
Due dei 10 nuovi direttori rientrano in Italia dopo un’esperienza professionale all’estero: si tratta di Andreina Contessa dal Nahon Museum of Italian Jewish Art di Gerusalemme e Simone Verde dal Louvre-Abu Dhabi. Sei dei nuovi direttori sono archeologi e quattro storici dell’arte, mentre sei, tre funzionari e tre dirigenti, provengono dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
“Con queste 10 nomine di grande levatura scientifica, sono state riconosciute le eccellenze italiane, con particolare riferimento all’archeologia e alla storia dell’arte” ha commentato il ministro Dario Franceschini che sottolinea come “i nuovi direttori sono italiani con elevata professionalità nella direzione del patrimonio culturale, con alcuni che tornano nel nostro Paese dopo importanti esperienze all'estero”.
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“Il turismo enogastronomico è uno di quei prodotti turistici su cui la Regione ha investito molte risorse e che negli ultimi mesi ha cominciato a dare ottimi risultati. E ci sono tutti i presupposti per un 2017 altrettanto importante per questo settore”. Parola di Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo che non sembra intenzionato a lasciar perdere questo filone.
E sulla scelta dell’assessorato regionale al Turismo di valorizzare le eccellenze siciliane del palato si inserisce “Born in Sicily”, l’esposizione di prodotti alimentari, enogastronomici e artigianali della Sicilia ospitata a Palazzo dei Congressi di Taormina che ha attratto un buon numero di visitatori nelle poche settimane in cui è rimasta aperta a cavallo delle festività natalizie.
“Un successo che ci fa propendere – dice Daniela Lo Cascio, dirigente del Servizio Turistico Regionale Taormina a TaorminaToday – a far diventare ‘Born in Sicily’ un appuntamento annuale”. Non solo quello che nasce e viene prodotto nella nostra terra, ma anche le aziende e le professionalità che ci sono dietro un prodotto di qualità. “Con l’assessore Barbagallo - sottolinea Lo Cascio - abbiamo parlato di replicare il format di ‘Born in Sicily’ per tutte le iniziative promozionali che interessano Taormina. Insieme alla cultura, all’arte, ai paesaggi dobbiamo assolutamente dare spazio all’enogastronomia, ai nostri prodotti di eccellenza”.
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