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E’ il campione mondiale delle due ruote Vincenzo Nibali, il testimone d’eccezione del progetto Marche Outdoor di rinascita post sisma della regione Marche. L’idea è quella di mettere in rete il territorio e di valorizzare le strade secondarie che attraversano il paesaggio marchigiano, dal mare alla montagna, che possono essere percorse in bicicletta da tutti i tipi di ciclisti.
Nibali, di origini messinesi, ma con il cuore un po’ marchigiano, è uno dei sei corridori al mondo - secondo italiano dopo Felice Gimondi - ad aver conseguito la Tripla Corona, ovvero aver conquistato un'edizione di tutti i tre Grandi Giri, avendo vinto la Vuelta a España 2010, il Giro d'Italia 2013 e il Tour de France 2014, è entusiasta del progetto: “La mia fuga sono le Marche, il paradiso del bike”.
Per il momento i percorsi ciclabili sono 24, ma in continuo aumento e aggiornamento, collegati ad innumerevoli experience disseminate su tutto il territorio, che rappresentano il concetto di “Marche Rebirth” - coniato dall’artista Michelangelo Pistoletto - che sposa la filosofia del suo Terzo Paradiso e rappresenta la “rinascita” culturale, economica e sociale delle Marche, anche attraverso l’arte.
Il nuovo anno era iniziato sotto i migliori auspici e propositi, e la Regione Marche è stata nominata da Lonely Planet Best in Travel 2020, al secondo posto tre le dieci migliori destinazione al mondo e unica italiana in classifica.
Punta di diamante della proposta turistica marchigiana per il 2020 è appunto il progetto Marche Outdoor, inaugurato nel 2019.
Il campione del mondo ama la regione Marche: “Nello stesso viaggio si possono ammirare bellezze naturali e opere d’arte senza tempo, da Raffaello Sanzio a Lorenzo Lotto. I percorsi ad anello di Marche Outdoor accompagnano i cicloturisti dal mare alla montagna attraverso laghi, gole, cascate, eremi e grotte. 180 km di coste incantate, montagne da togliere il fiato, intime strade di collina e centinaia di borghi arroccati, non solo, tanti diversi itinerari cicloturisti, servizi specializzati e soprattutto l’accoglienza autentica e genuina: la regione Marche ha tutto!”.
La filosofia di Marche Outdoor è quella di promuovere un’economia del territorio sostenibile, proponendo la bicicletta come mezzo e non come “fine” e facendo vivere al cicloturista tutte le emozioni che la regione può offrire, attraverso 24 percorsi ciclabili - in continuo aggiornamento con soluzioni diversificate e pensate per tutte le due ruote - per circa 2.000 Km e 130 comuni interessati in tutta la regione Marche.
Marche Outdoor è un progetto inclusivo, pensato per chi ama immergersi nella natura con le due ruote – non solo per professionisti ma anche per semplici cicloamatori, da soli o in gruppo - e scoprire lungo il percorso piccoli paradisi verdi quasi incontaminati e gioielli di un patrimonio millenario fra storia, cultura e arte. Percorsi che accolgono tutti i tipi di ciclisti, poche tappe per chi è alle prime armi, lunghi percorsi dedicati agli sportivi più esperti, e per tutti i gusti, per chi ama la bici da strada e per chi preferisce la mountain bike, il downhill o il Gravel.
È un sistema messo in rete composto da un lato da percorsi tematici e georeferenziati, e dall’altro da strutture ricettive specializzate e integrato da accompagnatori e servizi pensati per gli amanti della bicicletta. Attraverso il sito Marche Outdoor e la app interattiva, disponibile per Ios e Android, è possibile rimanere sempre aggiornati su nuovi percorsi ed attività, orientarsi più facilmente e costruirsi un percorso corrispondente ai propri interessi e desideri, attingendo alle tante informazioni sui punti di interesse storico, culturale, naturalistico. Non mancano neppure le segnalazioni dei servizi più vicini dedicati a chi viaggia in bicicletta (es. officine, guide, affitta bici...) e un navigatore che aiuta a non perdersi lungo il percorso. Attivi anche una pagina Facebook e un profilo Instagram @MarcheOutdoor che pubblicano continui aggiornamenti, curiosità e news.
La filosofia del progetto è stata inoltre sposata anche dall’artista Michelangelo Pistoletto che ha visto nella regione il luogo della “Rinascita” per l’Italia e il mondo, coniando il concetto di “Marche Rebirth” e associando il suo Terzo Paradiso, rappresentato da tre anelli concentrici, a vari percorsi di Marche Outdoor. “Far dialogare la natura e la bici, riportando equilibrio tra questi due elementi”, sono queste le parole di Pistoletto che sintetizzano il progetto Marche Outdoor e i percorsi di Marche Rebirth.
Con i percorsi simbolo del Terzo Paradiso, ognuno composto da tre anelli che partono dal mare e arrivano in montagna, si può scoprire tutto il territorio marchigiano. Uno di questi, che percorrere il senso longitudinale del Sibillini, è chiamato Sibillini Rebirth ed è uno dei più impegnativi da attraversare vista l’altitudine, ma al tempo stesso il più appassionante da scoprire. Alle rotte di Marche Rebirth si aggiungono altri itinerari, tra cui la Grande via del Parco dei Monti Sibillini, le vedute Feltresche e la salita del Pirata in ricordo di Marco Pantani
L’obiettivo del progetto Marche Outdoor è quello di raggiungere un turismo non solo italiano, ma internazionale e rilanciare il territorio duramente colpito dal sisma del 2016 attraverso le risorse materiali - paesaggistiche e artistiche - e immateriali - costituite da persone, tradizioni, mestieri e saperi - che si trasformano in un’opera artistica collettiva che può essere percorsa dal viaggiatore, in particolare seguendo i percorsi cicloturistici proposti.
Pesaro Rebirth
Il primo percorso di Marche Rebirth attraversa la provincia di Pesaro - Urbino. Dal borgo medievale di Gradara dove si consumò la storia d’amore di Paolo e Francesca narrata da Dante al Parco Regionale del Monte San Bartolo, primo promontorio dell’Adriatico, in cui si trova un luogo chiamato “Tetto del Mondo” dove lo sguardo si perde all’infinto dagli Appennini alla costa e dove il sole sorge e tramonta sul mare, fino ad arrivare all’oro di Pergola che si manifesta in diverse sembianze, da degustare assaporando il tartufo bianco di Pergola e da ammirare con i Bronzi di Cartoceto, l’unico gruppo bronzeo-dorato esistente al mondo giunto a noi dall’Età romana. Si passa poi per Serra Sant’Abbondio con l’Abbazia di Santa Croce di Fonte Avellana, situato sulle pendici boscose del monte Catria le cui origini si collocano alla fine del X secolo, e snodo di molti percorsi per mountain bike, fino a arrivare a Pesaro con la sua Bicipolitana in cui le rotaie sono i percorsi ciclabili e le carrozze sono le biciclette e dove si può visitare la Villa Imperiale, fondata da Federico III nel 1469, uno dei più spettacolari esempi di soggiorno estivo Rinascimentale, ma anche il Villino Ruggeri sul lungomare, uno degli esempi di architettura Liberty più importanti di Italia, ma anche farsi trasportare dalle note del compositore Gioacchino Rossini visitando la sua casa natale o partecipando al Rossini Opera Festival in agosto. Infine tornando nell’entroterra non può mancare una visita a Urbino, menzionata dal New York Times tra le mete del 2020, nonché città natale di Raffaello Sanzio di cui quest’anno si celebra il 500° anniversario della morte. La città rinascimentale per eccellenza che ha ospitato non solo Raffaello ma una geniale schiera di artisti, musicisti, intellettuali e letterati, uno su tutti Leonardo, in cui si può visitare il Palazzo Ducale, “Palazzo in forma di città” come lo definì Baldassarre Castiglione e dove dimorò Federico da Montefeltro e oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche.
Ci sono anche alcuni percorsi OFF che partono dalle Marmitte dei Giganti vicino Fossombrone, il canyon delle Marche alto 30 metri, da cui in mountain bike si può raggiungere la Gola del Furlo. Ma anche fare il percorso Vedute Feltresche da Carpegna con deviazione sulla famosa salita “il Cippo” dove Marco Pantani si allenava, toccando anche Sassocorvaro con la Rocca Ubaldinesca e il Lago di Mercatale.
Ancona Rebirth
Con il percorso nella provincia di Ancona si può toccare mare, natura e cultura, percorrendo scenari differenti ma al tempo stesso uniti da percorsi perfettamente ciclabili, esplorando la magia delle terre del Verdicchio e dei castelli con Corinaldo, Trecastelli, Morro d’Alba e non da ultimo Jesi, dove nacque nel 1196 Federico II di Svezia e del Parco Naturale del Monte Conero, caratterizzato da un panorama meraviglioso, una grande biodiversità, un territorio esteso che comprende Camerano, Numana, Sirolo e Portonovo, una delle spiagge più belle d’Italia dove si possono degustare i tipici moscioli, e il capoluogo Ancona che sorge anch’essa su un promontorio collinare da cui svetta la Chiesa di San Ciriaco e giù verso il mare il Porto Antico con la Mole Vanvitelliana e il Lazzaretto, l’Anfiteatro Romano e l’Arco di Traiano. Da Ancona si può raggiungere il Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, proprio al centro del terzo anello, dove nel comune di Genga si trovano le Grotte di Frasassi, il parco ipogeo più grande d’Italia, il Tempietto Valadier incastonato nella roccia, e l’Abbazia romanica di San Vittore alle Chiuse. Lì vicino c’è Fabriano, città della carta, nel cui museo è ricostruita una cartiera medievale e dove si può visitare il Palazzo del Podestà, il Loggiato di San Francesco e il Palazzo Comunale dal quale si accede al Teatro Gentile, uno dei teatri storici delle Marche. E poi c’è Osimo, cinta da potenti mura romane risalenti al 174 a.C, alta su di un colle dove svetta la Cattedrale di San Leopardo da cui parte la città sotterranea. E infine Loreto culla della spiritualità marchigiana e una delle mete di pellegrinaggio mariano più importanti in Europa e nel mondo, perché all’interno della Basilica è custodito uno dei più grandi tesori della spiritualità cattolica, la Santa Casa di Nazareth, dove la Vergine Maria nacque, crebbe e dove avvenne l’annunciazione della sua divina maternità, e che quest’anno sarà sede del Giubileo Lauretano indetto dal Papa.
Macerata Rebirth
Partendo dalla costa, in particolare dalla pista ciclabile di Civitanova Marche, si può prendere la via delle abbazie incontrando a Corridonia la Chiesa di San Claudio al Chienti, un’importantissima testimonianza dell’architettura romanica delle Marche, e poi l’Abbadia di Fiastra con la sua Riserva Naturale ideale per le passeggiate in bici e dove è possibile godere, grazia alla presenza costante dei monaci, di un ambienta accogliente e armonioso. Lì vicino c’è Macerata dove spiccano l’Arena Sferisterio, dall’architettura neoclassica che ospita una prestigiosa stagione lirica, e il settecentesco Palazzo Buonaccorsi, oggi sede delle raccolte di arte antica e moderna e del Museo della Carrozza. Attraverso i campi coltivati si può arrivare a Urbisaglia, che conserva l’imponente Rocca del XV secolo e che è stata costruita sull’antica Urbis Salvia con il Tempio criptoportico augusteo, il cui materiale archeologico è custodito nel museo statale, e poi a Tolentino con il suo Castello della Rancia della fine del XII secolo e ancora a Valfornace con la Chiesa di San Giusto in San Maroto che sorge su un bellissimo poggio e la cui particolare struttura a pianta circolare ha alimentato varie supposizioni sulle sue origini di fondazione, chi suggerisce Carlo Magno e chi le maestranze provenienti dalla Siria, e infine si arriva all’Eremo di Sant’Angelo in Prefoglio detto ‘Eremo dei Santi’ a Pieve Torina, dove si raccoglie “l’acqua santa” da stillicidio, che la devozione popolare definisce terapeutica per la cura dei reumatismi. Un percorso off può essere quello che da Montelupone, tra i borghi più belli d’Italia, porta Recanati dove si possono ripercorrere le tracce di Lorenzo Lotto nella Regione e la storia di Leopardi nella sua casa natale. Sudando un po’ sulla salita si arriva a Monte Rinaldo con l’Area Archeologica La Cuma.
Fermo Rebirth
L’itinerario nella provincia di Fermo inizia nella cittadina di Servigliano, un unicum italiano per quanto riguarda l’urbanistica, progettata nel 1771 dall’Architetto pontificio Virginio Bracci che creò un quadrato imperfetto nelle dimensioni (137x144m) ma perfetto nelle proporzioni auree: una pianta unica che secondo le dottrine illuministiche rappresenta l’unico esempio italiano di città ideale, chiuso da un quadrilatero di case a schiera in mattoni d’argilla rossa, tre porte d’ingresso, splendidi palazzi e la centrale Chiesa di San Marco. Si prosegue poi per Amandola, punto di snodo per numerose escursioni sui sibillini e famosa per il Tartufo Bianco, con la sua Abbazia dei SS. Rufino e Vitale fondata intorno al X secolo che conserva una cripta scavata nel tufo a croce greca con antichissimi affreschi. E si passa a Montefalcone, un delizioso borgo arrampicato su uno sperone roccioso con un balcone panoramico a dir poco spettacolare, con la sua rocca del XII secolo che custodiva la mitica pianta della Mandragora, attualmente conservata nell’erbario del Museo Orsini di Ascoli Piceno. Montefalcone è anche punto di snodo con altri percorsi del Bike Park “Big Hawk Trail Paradise”. Continuando a pedalare si giunge a Monte Rinaldo con l’Area Archeologica La Cuma dove si può ammirare l’imponenza del santuario ellenistico romano. Infine si arriva a Fermo con la rinascimentale Piazza del Popolo dove si trova il cinquecentesco Palazzo dei Priori che ospita la Pinacoteca Civica con importanti dipinti di scuola veneziana e marchigiana e la “Natività” del Rubens e la Sala del Mappamondo. A Fermo è possibile visitare anche le Cisterne Romane databili al I secolo d.C., le più grandi in Italia con ben 2.200 metri quadri di estensione. Per chi vuole arrivare fino al mare c’è anche una pista ciclabile che collega Porto San Giorgio a Porto Sant’Elpidio.
Ascoli Rebirth
Infine si arriva nella provincia più a sud delle Marche con Ascoli Piceno, una delle città medievali più belle d’Italia nonché patria dell’Anisetta Meletti, dell’Oliva all’Ascolana e del Falerio e Rosso Piceno Superiore, dove si trova il Monte dell’Ascensione, il Monte Sibilla e la grotta “delle due sorelle”, dove si può ascoltare ancora il melodioso canto di una bellissima fata-fanciulla. Poi Venarotta con la chiesa di San Francesco, fondata da San Francesco nel 1215 e sede di un antico hospitale medievale dove ancora oggi vengono accolti i pellegrini del “Cammino francescano della Marca” e dove nel convento, sede dell’ambasciata del Terzo Paradiso, si può̀ visitare l’orto dei semplici, il laboratorio alchemico e il museo del vino cotto e dei vini medicati. Sulla costa c’è Grottammare con le Logge e l’annessa pista ciclabile di 16 km della Riviera delle Palme e la passeggiata fino a Grottammare alta, borgo medievale a picco sul mare. Impossibile non passare per Offida con la spettacolare Chiesa di Santa Maria della Rocca e poi per Montemonaco e la chiesa di Santa Maria in Casalicchio dove si andavano a sancire i giuramenti guardando il Monte Sibilla. E infine si ritorna ad Ascoli Piceno, arrivando fino a Piazza del Popolo, di stile rinascimentale, che riprende le teorie vitruviane con proporzione 1:3 e la cui pavimentazione nelle giornate di pioggia ha un suggestivo effetto specchiante.
Sibillini Rebirth
Il più appassionante tra tutti i percorsi, ma forse anche il più impegnativo vista l’altitudine e il dislivello che coinvolge la parte più a nord della provincia di Macerata, parte alle porte del Parco dei Monti Sibillini, ovvero dal Lago di Fiastra, dominato nelle imminenti alture dall’Abbazia di San Salvatore di Rio Sacro. Da qui partono anche diversi percorsi trekking tra cui le Lame Rosse e la “Grotta dei Frati”, così chiamata perché si narrava che da lontano si sentivano i frati che cantavano la messa e che c’era un albero d’oro.
Si prosegue poi per Sarnano, dove è molto affascinante andare in bici, anche da enduro, tra i boschi e le vette più alte visitando anche le cascatelle di Sarnano e le Cascata della Gola dei tre Santi e in primavera a maggio la Fioritura delle Orchidee dei Sibillini sui Piano di Ragnolo, e poi scendere in paese per visitare il centro storico medievale e i tesori artistici conservati nella Pinacoteca. Qualche km più avanti si arriva all’Abbazia di S. Maria in Rio Sacro di Fiastra, che conservava uno splendido crocifisso del XII secolo, portato dai monaci dall’antichissimo eremo del Rio Sacro e da dove, il giorno dell’Ascensione, si partiva per il rito della Rogazione, ovvero una serie di processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle semine. Completano i percorsi Serravalle di Chienti con la Chiesa di Santa Maria di Plestia sotto cui si trovano i resti databili I secolo a.C. dell’antica Plestia e della sua divinità “Cupra/Bona Mater” e Visso, con l’incantevole Santuario della Madonna di Macereto, uno dei centri di pellegrinaggio dei Sibillini la cui bianca armoniosa bellezza spicca nel verde paesaggio dell’altopiano. Proprio da Visso parte il terzo anello dei Sibillini, che percorre la famosa Valnerina attraversando borghi che vivono di pastorizia come Fematre, Rio Freddo, fino a raggiungere gli altopiani marchigiani di Colfiorito. Tutto il territorio offre sentieri mountain bike arrivando alla Riserva naturale Montagna di Torricchio, Piano Plestini e Cesi e l’Oasi di Protezione di Monte Fietone.
La bella stagione sta arrivando, non resta che pensare al prossimo viaggio su due ruote, nelle Marche.
La redazione
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In questo momento di inquietudine collettiva, noi lombardi che ancora non ci troviamo isolati in zone rosse possiamo buttarla in gita. A poco più di un’ora da Milano in auto, direzione Piacenza, in Val Trebbia, ci sono le Cascate del Carlone, una più piccola situata più in alto e la seconda più grande, di acqua sulfurea, collocata più in basso. Si tratta di un luogo poco battuto ed incontaminato. Lo si raggiunge dall’abitato di Bobbio, una meraviglia medievale che vale la pena visitare, ma non divaghiamo. Ci torneremo dopo. Da Bobbio si imbocca via del Bargo e si prosegue per circa 5 chilometri fino alla piccola frazione di San Cristoforo. In corrispondenza di un tornante inizia il sentiero 160 del CAI da percorrere a piedi per giungere alle cascate. In una passeggiata di una ventina di minuti si giunge a un bivio: scendendo a sinistra si va alla prima cascata di acqua termale del Carlone, mentre salendo a destra si arriva a quella alta.
Se si vuole camminare più a lungo è possibile lasciare l’auto un paio di chilometri prima dell’abitato di San Cristoforo, la strada tra l’alto è molto stretta e un po’ sconnessa, alla prima piazzola utile si può parcheggiare e continuare a piedi e in maggior sicurezza lungo la strada. Personalmente ho incrociato solo un paio d’auto. Le dolci colline piacentine rendono la passeggiata estremamente rilassante.
Il Carlone è un torrente lungo circa 10 km che nasce a 1.000 m. circa a metà delle Rocche del Casone (o di Colleri) verso la cima delle Scalette e sfocia nella Trebbia nella zona di San Martino di Bobbio.
I piedi della Cascata termale sono raggiungibili percorrendo un ultimo e brevissimo tratto di ferrata, dove occorre aiutarsi con una corda, ma ne vale la pena perché si arriva al laghetto d’acqua termale con proprietà termominerali, si tratta di acque salso-bromo-iodiche-solforose ricche di magnesio.
Nel XI secolo i monaci di un vicino convento sfruttavano le saline della cascata e il laghetto per guarire le malattie della pelle. Nel medioevo allo scoppiò dell’epidemia di peste gli stessi monaci, ritenendo queste acque miracolose le utilizzavano per trattare i malati con fanghi, inalazioni e salvando, a loro dire, gli abitanti della zona e i pellegrini che passavano da Bobbio per percorrere la Via Franchigena dalla pandemia. E’ proprio da allora che la località verrà dedicata a San Cristoforo, considerato uno dei quattordici santi ausiliatori, cioè che recano aiuto, particolarmente invocati in occasione di gravi calamità naturali. Il patrocinio di San Cristoforo era in genere invocato durante le gravi epidemie di peste.
Non siamo ai tempi della peste, ma l’isteria collettiva di questi giorni mi indurrebbe a consigliare a tutti una bella gita alle Cascate del Carlone, anzi tutti no, creeremmo pericolosi assembramenti.
Se dopo la gita alle cascate voleste passare per Bobbio
Bobbio, il cui nome deriva da “Saltus Boielis”, cioè Monte Penice, a cui la cittadina si trova ai piedi, è un toponimo di origine celto-ligure proprio anche del torrente alle cui sponde sorse il primitivo abitato dopo la conquista romana del territorio dal 14 a.C. Simbolo del borgo è il Ponte Gobbo, o ponte del diavolo, in pietra, di origine romana, che attraversa il fiume Trebbia con ben undici arcate irregolari.
La leggenda del Ponte Gobbo o Ponte del Diavolo
La costruzione di un ponte è da sempre stata considerata un'opera di grande ingegno, per questo la sua edificazione ha dato origine a leggende, che non di rado avevano come protagonista il diavolo. Colui in grado di unire due luoghi che la natura, ma anche Dio, aveva voluto separati. Si aggiunga che in questo caso, l'assoluta assenza di ogni simmetria o logica nella disposizione delle arcate del ponte, evochi di per sé una costruzione diabolica. La leggenda narra che San Colombano volesse unire le due sponde del fiume Trebbia per poter accelerare l’evangelizzazione del luogo, e che il Diavolo si offrì di aiutarlo costruendo un ponte in una sola notte, a patto di avere in cambio l'anima del primo che lo avesse attraversato. San Colombano accettò e il demonio costruì l’opera con l'aiuto di un gruppo diavoli di altezza e corporatura diversa, ognuno dei quali eresse la sua parte in modo personale e difforme dagli altri ottenendo la caratteristica gibbosità ed irregolarità del ponte. Al mattino il santo monaco tenne fede alla parola data, ma giustificandosi con l'osservazione che il ponte non era stato costruito secondo le regole, ingannò il demonio facendovi passare per primo un cane. L’ira del diavolo fu tale che sferrò un calcio al ponte, stortandolo.
Per ulteriori informazioni sul Piacenza e dintorni visitate il sito dedicato
Sara Rossi
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Una Calabria in crescita, e che guarda sempre di più alla conquista di nuovi mercati esteri quella che si è presentata a Milano in occasione di BIT – Borsa Internazionale del Turismo. Tante attività promozionali e un’offerta che guarda alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente con particolare evidenza per le città di Tropea e Cosenza. Tropea, perla del Tirreno, non è solo mare e spiagge incantevoli ma vanta una storia millenaria, ospita palazzi nobiliari, musei e cattedrali ed è candidata a capitale della cultura 2021.
Incorniciata da due mari, la città di Cosenza negli ultimi anni è riuscita ad affermarsi come destinazione turistica puntando moltissimo sull’offerta artistico-culturale, l’enogastronomia, la natura dell’entroterra, lo sport. “Cosenza è oggi una città viva, animata ogni mese da eventi e iniziative culturali, di grande appeal anche per il turismo straniero, specialmente tedesco” ha detto l’Assessore al Turismo e marketing territoriale del comune di Cosenza Rosaria Succurro, che ha aggiunto: “Abbiamo lavorato a un portale turistico multilingue, alla produzione di cartografie in collaborazione con il National Geographic, al miglioramento degli info point e destinato le tasse di soggiorno allo sviluppo di progetti turistici, coinvolgendo diversi soggetti sul territorio per fare rete”.
Federalberghi Calabria ha aderito al progetto Gran Tour, promosso dalla Comunità Europea, che consentirà a 100 diplomati calabresi di fare stage di 5 mesi all’estero tra Spagna, Inghilterra, Malta e Belgio, per formarsi in ambito turistico. “La formazione è fondamentale per garantire l’eccellenza nell’accoglienza; in Calabria ci sono ampi margini di crescita ma dobbiamo lavorare insieme alle amministrazioni e agli altri player del settore turistico per migliorare il livello delle infrastrutture e dei trasporti, in primis con gli aeroporti, per garantire adeguati collegamenti con il resto d’Italia e d’Europa”, questo il commento di Fabrizio D’Agostino, Presidente di Federalberghi Calabria, che ha concluso “In Calabria c’è tutto per poter destagionalizzare, abbiamo strutture di lusso che non hanno nulla da invidiare a quelle di altre regioni, oltre al mare abbiamo natura, cultura, buona tavola e credo davvero che in questo contesto il turismo possa rappresentare una leva sociale, economica e culturale”.
Antonio Vanzillotta
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La Regione Lazio punta sull’ambiente per rilanciare la sua offerta turistica.
Alla tre giorni milanese di Borsa del Turismo, più di trenta gli eventi organizzati dall’Agenzia Regionale del Turismo e da Unioncamere Lazio, durante i quali oltre 8.000 persone hanno visitato lo stand “cento per cento green” creato per l’occasione, costruito in materiale totalmente riciclabile.
Si è fatto un gran parlare dell’errore fotografico rilevato dagli osservatori più attenti che subito si sono accorti che un tabellone espositivo, invece di riprodurre l'Isola di Ponza, ritraeva l’immagine della campana Procida, ma diciamo che lo scivolone può accadere e cerchiamo di concentrarci sulle tendenze virtuose.
Innanzitutto il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti arriva puntuale, e alla Bit non è affatto detto.
Ad inaugurare la conferenza di presentazione sono le parole dell’Assessora al Turismo e Pari Opportunità della Regione Lazio, Giovanna Pugliese, che sottolinea come anche in questo evento internazionale la Regione continui a rimarcare il solco green creato dal presidente Zingaretti e pone al centro della questione il turismo che “Rappresenta il 13% del pil italiano e che nella nostra regione ha fatto registrare nell’ultimo anno incremento dell’8,5%”. “Occorre quindi insistere” – ha continuato – “nella valorizzazione del territorio, concentrandosi ad esempio sulle nuove candidature Unesco di Civita di Bagnoregio e di Arpino e Cerveteri a Capitale della Cultura 2021”.
L’intervento Lorenzo Tagliavanti, Presidente di Unioncamere Lazio, evidenzia la necessità di passare da un turismo verticale, integralmente concentrato sulla città di Roma, ad un turismo orizzontale che riesca a creare veri e proprio “territori turistici” per garantire la fruibilità della regione.
Anche il Presidente Nicola Zingaretti sostiene che l’obiettivo sia quello di “uscire da Roma”, con una “promozione che sia policentrica”, che cerchi di valorizzare tutto il territorio laziale: “Vogliamo rilanciare un modello di turismo che punti non solo a valorizzare il passato, ma che pensi al futuro”.
E per tendere ad un territorio con più appeal, occorre – continua Zingaretti – “potenziare e migliorare la qualità dei servizi, dai treni ai pullman”. Poi aggiunge: "Il turista è un cittadino provvisorio che chiede al territorio ciò che chiede il cittadino, cioè treni puliti e pullman che non prendano fuoco e di ultima generazione. Quindi abbiamo lavorato per migliorare la qualità dei servizi". Sempre in tema di turismo, il presidente ha sottolineato che “la sua valorizzazione e quella del benessere sono i pilastri del modello di vita che noi dobbiamo rilanciare.
Per quanto riguarda il Lazio, non esiste nel pianeta terra un'area geografica che contiene nei suoi perimetri una quantità di beni archeologici, ambientali, monumentali, storici, come l'area perimetrata dalla Regione Lazio". E "noi non abbiamo merito per questo, li abbiamo ereditati, non abbiamo merito se non la colpa a volte di non valorizzare sino in fondo questa eredità”.
Parla poi di un argomento che gli sta molto a cuore: il cinema.
Secondo il presidente, uno degli obiettivi dovrebbe essere promuovere il territorio attraverso una forma d’arte molto apprezzata come è quella cinematografica.
Un altro progetto che sta prendendo piede è quello della “valorizzazione tecnologica del territorio”, con la creazione, anche grazie alla collaborazione con il ministro Dario Franceschini, e agli investimenti in tale direzione, di una vera e propria “promozione innovativa di beni culturali”.
Ricordandando che lo stand dove ci stiamo muovendo è total green ed anche molto delicato, sempre all'insegna del rispetto dell'ambiente, rammenta l'utilizzo delle borracce al posto delle bottiglie di plastica usa e getta e il progetto regionale di piantare un albero per ogni nuovo nato.
Sara Rossi
per ulteriori informazioni potete consultare il sito di Visit Lazio
Civita di Bagnoregio, candidata a sito Unesco
Cittadina davvero peculiare, situata al confine con l’Umbria, si adagia su un colle tufaceo cuneiforme a 443 metri sul livello del mare, stretto fra i due profondi burroni del Rio Chiaro e del Rio Torbido. Grazie all’integrità del suo centro storico e alla bellezza paesaggistica, con merito è stato inserito nel club dei Borghi più Belli d’Italia.
Alle spalle dell’abitato si estende la grande vallata incisa dai “calanchi”, creste d’argilla dalla forma ondulata e talvolta esilissima, inasprite qua e là da ardite pareti e torrioni enormi, come il solenne e dolomitico “Montione” e la cosiddetta “Cattedrale”, offrendo uno dei paesaggi più straordinari e unici d’Italia.
Patria del monaco-filosofo francescano San Bonaventura e del saggista-romanziere Bonaventura Tecchi, Civita di Bagnoregio ha infatti origini antichissime. La zona fu abitata sin dall’epoca villanoviana (IX-VIII secc. a. C.), come testimoniano vari ritrovamenti archeologici. In seguito vi si insediarono gli etruschi, che fecero di Civita (di cui non conosciamo l’antico nome) una fiorente città. L’affaccio dal Belvedere della Grotta di San Bonaventura è meraviglioso: il borgo rossiccio su cui spicca lo snello campanile romanico della chiesa, si erge come un’isoletta nella fragile immensità dei calanchi, “mare” increspato ma immobile che dona la surreale sensazione di assistere ad una “quieta tempesta”. L’incanto e il silenzio avvolgono così d’un tratto il visitatore sensibile, mentre l’animo suo si strugge al pensiero che queste rupi argillose e instabili, modellate dalle acque dei torrenti e delle piogge, pian piano trascineranno a valle il borgo superstite, già smembrato e dimezzato dagli innumerevoli terremoti e franamenti avvenuti nel corso dei secoli: per questo Civita di Bagnoregio è famosa come la “città che muore”.
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Non una, ma ben 2 presentazioni a Milano per Tipicità Festival 2020, la kermesse marchigiana quest’anno alla sua ventottesima edizione. L’11 febbraio allo stand della Regione Marche allestito per la Bit e poi la grande soirée nel palazzo dell’Anci Lombardia di via Rovello, contiguo al Piccolo Teatro dove, in una formula vincente cocktail-vernissage, tutti hanno conosciuto tutti, in una sorta di contenitore/brainstoarming marchigiano, denso di energia positiva.
A confrontarsi, amministratori, operatori e talenti che si sono incrociati per darsi appuntamento a Fermo, dove, dal 25 al 27 aprile, le eccellenze della regione Marche saranno nuovamente al centro della scena. La manifestazione è slittata ad aprile a causa delle recenti vicende sanitarie, legate alla diffusione del virus Covid-19, coronavirus, che stanno interessando la penisola, e non solo.
A dare voce ai protagonisti il vulcanico Marco Ardemagni di Caterpillar Radio 2 che ha intervistato random, dal grande chef della serata, Gianmarco Di Girolami, che ha allietato i palati con specialità finger food di terra, mare dalle materie prime tutte rigorosamente marchigiane, agli amministratori locali.
Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, si è detto orgoglioso di ospitare da ventotto anni il Festival che celebra il Marche Style e lo proietta nel mondo.
La vicepresidente della Regione, Anna Casini, ha esaltato il valore di Tipicità come imperdibile occasione per valorizzare il paesaggio rurale, le filiere di qualità, la biodiversità e il biologico.
Sono stati ricordati anche altri importanti appuntamenti di quest'anno, da Tipicità in Blu, dal 21 al 24 maggio, al Grand Tour delle Marche, la staffetta di eventi che occuperanno il periodo da maggio a novembre, con lo scopo di far conoscere le peculiarità regionali.
Il presidente di ANCI Marche e sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha sottolineato l’enorme crescita del Grand Tour, vero e proprio volano di sviluppo e visibilità anche per i centri meno noti della regione. Secondo Paolo Marasca, assessore alla cultura di Ancona, è un prezioso “movimento” quello scaturito da Tipicità, che nella città dorica strizza l’occhio a tutte le sfaccettature della blue economy.
I contributi delle comunità locali marchigiane
Maika Gabellieri, assessore al turismo di Civitanova, si appresta a varare la terza edizione di Gustaporto; il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, insieme a Barbara Pagnoncelli, assessore alle attività produttive della “città creativa dell’Unesco”, a Tipicità Festival presenteranno la prossima edizione di Remake Festival; Rita Soccio, assessore alle culture di Recanati, ha annunciato l’anno dedicato a Beniamino Gigli, mentre Ruben Cittadini, assessore alla cultura di Castelfidardo, ha esibito i maestri fisarmonicisti, vanto musicale per l’intera regione. E ancora: da Porto Recanati il vicesindaco Rosalba Ubaldi ha presentato l’appuntamento con il Brodetto show e l’assessore al turismo di Porto San Giorgio, Elisabetta Baldassari, ha illustrato tutte le iniziative legate alla vocazione marinara della città, mentre Alessio Terrenzi, sindaco di Sant’Elpidio a Mare, ha comunicato le manifestazioni che saranno dedicate ad Andrea Bacci ed Elena Amurri, assessore al turismo di Porto Sant’Elpidio, ha anticipato le proposte per la stagione in arrivo.
I partner pubblici, ma anche privati
Oltre 300 i partner pubblici e privati che alimentano il brand di Tipicità nelle iniziative marchigiane e nelle sempre più frequenti puntate sullo scenario internazionale con il format “Taste Marche Experience” che, dopo la recante uscita canadese, prevede ad aprile una tappa a Londra.
Presenti a Milano anche molti dei numerosissimi partner privati di Tipicità, i quali hanno contribuito alla presentazione capitanati da Marco Moreschi, direttore generale di Banco Marchigiano, project partner del Festival, che crede nel “contenitore” di Tipicità quale ottimale strumento per sviluppare sempre più relazioni virtuose tra l’istituto di credito radicato nella regione ed il tessuto socioeconomico marchigiano. Presenti anche i responsabili di Domina, Paolo Giacchetti e Giuseppe di Maio, Valeria Ortolani di Esseoquattro, Dunia Romoli per Fintel Energia. Notevole apprezzamento è stato espresso per le scenografie in ecodesign di Stefania di Battista e per il “mixology coktail” proposto da Luca Facchini e Gianmarco di Girolami, dell’Accademia di Tipicità, con il contributo dell’Istituto alberghiero Carlo Urbani di Porto Sant’Elpidio.
Tutti gli ospiti intervenuti hanno apprezzato le Bibite Paoletti, abbinate ai prodotti Gingarbì, presentate da Pierluigi Paoletti. Ardemagni ha rubato le impressioni entusiaste del direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, e del presidente di Eurotoques International, Enrico Derfilingher.
Ad arricchire la squadra dei partner, con il loro contributo di idee e spunti: Daniela Bernardi di OTS, Massimo di Giacomo ed Ilaria Volpini di Anek Lines Italia, Fausto Bottoni di Getby, Davide Scansani di Natur All ed Enrico Gismondi per Nero Servizi, Franco Iommi per Pasta Montemonaco, Roberto Agostini di Molino Agostini e Gianluca Sbrolla per Sbrolla Frutta.
Tra un'intervista e l'altra hanno trovato il loro meritato spazio il tenore Dario Ricchizzi accompagnato dal maestro fisarmonicista Riccardo Serenelli che hanno omaggiato Beniamino Gigli, distogliendo, ma solo per poco, i presenti dal buon cibo e dal buon bere made in Marche.
Sara Rossi
per ulteriori informazioni consultare il sito di Tipicità Festival 2020
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