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L'Unione europea conta 8 "regioni ultraperiferiche europee" (RUP). Si tratta di territori geograficamente distanti dal continente europeo, ma che sono parte integrante degli Stati membri ai quali appartengono.
Di conseguenza, la legislazione e i diritti e gli obblighi comunitari si applicano direttamente a tali regioni, contrariamente ai paesi e territori d'oltremare English, che godono di uno statuto differente.
Esse comprendono:
- i quattro dipartimenti francesi d’oltremare (Martinica, Guadalupa, Guyana e Riunione). Saint-Martin ("collectivités d'Outre-mer")
- le 2 regioni autonome portoghesi (Madera e Azzorre);
- le isole Canarie (Comunità autonoma spagnola).
Sulla base di un articolo specifico del trattato di Amsterdam (articolo 299, paragrafo 2) si definisce la nozione di regione ultraperiferica. L'articolo riconosce la specificità delle RUP e la necessità di adattare le politiche comunitarie alle loro realtà e limitazioni permanenti.
Difficoltà e vantaggi
Gli ostacoli al pieno sviluppo di queste regioni sono: la lontananza, l'insularità, la conformazione del territorio, il clima difficile e la dipendenza economica da un numero limitato di prodotti.
Tuttavia, i loro punti di forza sono numerosi:
- diversificazione: le RUP permettono all'UE di disporre di un territorio marittimo molto esteso oltre che di un'economia diversificata. Esportano ad esempio prodotti agricoli come il rhum, lo zucchero di canna, le banane e altri prodotti ortofrutticoli tropicali molto richiesti dai consumatori europei;
- posizione geostrategica: le RUP offrono all’UE grandi possibilità di sviluppo delle relazioni con i paesi limitrofi (Macaronesia, Caraibi e Oceano Indiano sudoccidentale);
- potenziale per attività di ricerca e di alta tecnologia. Alcuni esempi: Istituto d'astrofisica delle isole Canarie; Agenzia spaziale europea della Guyana; Dipartimento di oceanografia e di pesca dell'università delle Azzorre; Centro di ricerca e vigilanza su malattie emergenti della Riunione; rete di cavi digitali subacquei ad alta velocità, che parte dalla Guadalupa; polo di ricerca agroambientale della Martinica; centrale polivalente a Madera).
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Da oltre un secolo la Svizzera è associata all’inverno in tutte le sue declinazioni. Sci, slittino, escursioni invernali o ice climbing: le Alpi svizzere sono un vero paradiso per vivere avventure da favola nella neve. I numeri parlano chiaro. Oltre 7.000 km di piste per lo sci alpino, 5.500 km di piste da fondo, sentieri per racchette da neve (2.300 km) e
passeggiate (5.150 km) di tutte le difficoltà e 250 comprensori che si adattano alle esigenze di un pubblico variegato. L’ospite può personalizzare il suo soggiorno in base ai suoi interessi e alla sua capacità di spesa approfittando di un’offerta ampia e di qualità.
La conformazione territoriale, la visione di alcuni protagonisti della storia turistica e la costante ricerca della qualità hanno contribuito all’affermazione del mito della Svizzera come meta invernale. L’altitudine media delle piste è maggiore rispetto alle altre destinazioni delle Alpi. Unica in Europa, la Svizzera vanta ben 29 comprensori al di sopra di 2’800 metri. Ciò significa innevamento garantito già a inizio stagione e possibilità di sciare fino a tarda primavera.
Appartiene alla Svizzera anche la pista più lunga: 25 km dal Kleine Matterhorn (3’883 m) a Zermatt (1’620 m) con lo sguardo rivolto all’inconfondibile Cervino. Altrettanto spettacolare è la pista per slittino Faulhorn – Grindelwald nella regione della Jungfrau: 15 km da percorrere sulla tipica slitta in legno - ancora oggi fatta a mano in alcuni laboratori artigiani - oppure sulle moderne varianti come snowbike e bob. Immortalata nella pellicola “Al Servizio Segreto di Suo Maestà”, la pista Inferno regala emozioni agli aspiranti James Bond. Per i patiti della velocità c’è la discesa Bernhard-Russi, sopra Andermatt, che in soli 8 km conduce dal ghiacciaio del Gemsstock a valle superando un dislivello di 1500 metri.
E’ il 1864 quando l’imprenditore Johannes Badrutt invita i suoi ospiti inglesi a soggiornare a St.Moritz durante l’inverno e da allora il turismo invernale si è diffuso in tutte le Alpi. Tracce inglesi si ravvisano anche in Vallese, in particolare nell’Aletsch Arena. A Belalp sorge l’Hamilton Lodge&Spa, ispirato alle vicende di Lady Hamilton e del marito John Tyndall, glaciologo e alpinista che qui compì alcuni studi a fine .800. A Davos si celebrano i 130 anni dalla prima competizione internazionale di slittino, organizzata ancora una volta grazie su iniziativa di un inglese. Pioniere fu anche il parroco di Saas Fee, Johann Imseng, che nel 1849 si recò in uno dei paesi vicini scivolando su due tavole di legno. Oggi Saas-Fee è una rinomata località sciistica senz’auto che si impegna a preservare l’autenticità del paesaggio.
L’attenzione per l’ambiente è un altro punto che contraddistingue l’offerta invernale. Sono in tutto 12 le destinazioni sciistiche dove è bandito l’utilizzo dell’auto ma ovunque il sistema dei trasporti pubblici (skibus, treni e autopostali) è così capillare e ben organizzato che l’ospite può lasciare l’auto in garage anche laddove sia permesso circolare. La Svizzera è all’avanguardia anche nello sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile. L’Hotel Saratz di Pontresina o il Palace di Gstaad sfruttano il geotermico; le Zermatt Bergbahnen sono alimentate in parte con il fotovoltaico; svizzero è anche il primo hotel PlusEnergie delle Alpi, l’Hotel Muottas Muragl.
La qualità del servizio e delle infrastrutture è frutto dei continui investimenti da parte degli operatori. La novità principale per la stagione 2013/14 è il collegamento fra Arosa e Lenzerheide ma numerose sono anche le aperture e i rinnovamenti di hotel di montagna. Non è un caso che nella classifica dei 10 migliori “Best Ski Resort 2012” figurino 4 comprensori svizzeri: Saas-Fee (2° posto), Aletsch Arena (3° posto), Zermatt (4° posto) e Arosa (8° posto). L’indagine, realizzata in 55 comprensori delle Alpi coinvolgendo più di 41’000 persone, valuta le caratteristiche delle piste ma anche dei servizi collaterali come ricettività, scuole di sci, offerta apres-ski.
Ma l’inverno in Svizzera non significa solo sport e attività fisica. E’ il fuoco che scoppietta nel camino o il calore rigenerante dei bagni termali. Condividere una fondue in un rifugio di montagna, gustare una cioccolata calda e una fetta di torta mentre fuori nevica piano sono esperienze che rendono ancora più affascinante la stagione invernale. L’offerta benessere non è da meno. Oltre alle località termali (Scuol, Leukerbad e Charmey) sono ormai sempre più numerosi gli hotel con centri wellness dal design particolare come la Tor da Lenn dell’Hotel
Valbella Inn di Lenzerheide, che si sviluppa su 5 piani, o la Mineralbad Rigi & Spa progettata da Mario Botta.
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E’ un servizio di trasporto ferroviario di biciclette unico in Italia, quello inaugurato in Veneto da un convoglio che ha portato da Mestre a Domegliara di Sant’Ambrogio di Valpolicella, in provincia di Verona, fermandosi nelle stazioni dei Comuni capoluoghi, alcuni cicloamatori della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che oggi hanno dato il via alla due giorni che li porterà pedalando da Bardolino fino a Vicenza. Ad accoglie il treno davvero “speciale” nella stazione della cittadina veronese c’era lo stesso assessore ai trasporti del Veneto Renato Chisso, assieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia Maria Giaconia e ai tecnici della società ferroviaria che hanno reso possibile questa innovazione. Che è appunto unica, perchè unici sono i due vagoni appositamente adibiti al solo trasporto di 90 biciclette trasformando due vecchie carrozze portabagagli, con un intervento della società ferroviaria nelle sue officine veronesi, su progetto esclusivo e con contributo della Regione..
I due vagoni portabici possono essere utilizzati dai cicloamatori organizzati facendone richiesta alla
Il vagone portabici ha effettuato il viaggio di ritorno, raccogliendo a Vicenza e trasportando fino a Mestre gli amici della bicicletta che hanno concluso nel capoluogo berico la loro tournèe a due ruote, iniziativa sostenuta dal Ministero dell’Ambiente per la promozione della rete cicloturistica Bicitalia di FIAB.
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Alla stazione di Bex, il trenino che conduce a Villars sur Ollon sembra un giocattolo; diversa è la prospettiva quando i vagoni si inerpicano - quasi in verticale - nel fitto della boscaglia e sull’orlo del precipizio e allora speri davvero di non essere su un trenino-giocattolo. Canton de Vaud: un fazzoletto di Svizzera francese che profuma di autunno e di silenzio; per quanto anche in treno i collegamenti siano ottimi (Milano è raggiungibile in quattro ore e Losanna in meno di un’ora) la sensazione, palpabile, è di totale lontananza dalle forme più invasive di civiltà. Non stupisce che cent’anni fa, viaggiatori francesi e inglesi abbiano scoperto il fascino discreto delle Alpi svizzere, adottando la zona come rifugio e antidoto contro i miasmi della Seconda Rivoluzione Industriale; a sua volta, non stupisce come Villars (centro vip del luogo) si sia affermata in contrapposizione alla sfavillante vetrina di Saint Moritz come 'nascondiglio' privilegiato delle celebrità che hanno deciso di sfuggire ai riflettori e darsi alla macchia.
Turistica (ma senza eccessi), esclusiva ma senza snobismi: a Villars la parola d’ordine è 'plaisir de vivre'; lo si coglie in ogni angolo, in primis fra i molti abitanti che hanno scelto di trasferirsi qui lasciando grandi centri come Losanna e Ginevra. In realtà c’è anche chi viene da più lontano, come Joël Quintin: chef estroso - normanno di nascita, svizzero d’elezione - che ha trasformato il ristorante 'Peppino' in uno vero e proprio laboratorio di sapori. Già, perché Joël cucina con i fiori e da 'Peppino', i fiori li troverete dappertutto, sulla tavola, nel piatto, persino nelle celle frigorifere, dove mazzi coloratissimi di melolito e pimpinella convivono allegramente con caprioli e quarti di bue appesi in bell’ordine: in Italia, il ristorante sarebbe un patinato tempio della haute cuisine, ma qui la prospettiva è diversa, piacevolmente lontana da etichette e snobismi e l’atmosfera - calda e accogliente - gravita a metà fra la convivialità di una pizzeria comune e silvestre e l’estro creativo di una fucina di sperimentazione artistica. D’altra parte, la cucina del Canton de Vaud è così: felicemente in bilico tra eleganti rivisitazioni e i corposi piatti della tradizione montana, come raclette, fondue, i rösti e la croûte de fromage. In questo senso, per chi voglia sperimentare i piaceri della cucina autoctona, è d’obbligo un salto all’'Hotel de la Poste' di Les Diablerets che spicca per la sua favolosa fondue a base di gruyère, fromage vacherin e kirsch. Non è però solo per i piaceri del palato che consigliamo di visitare Les Diablerets, passaggio obbligato per chi voglia raggiungere l’imponente (e irrinunciabile) Grand Glacier Les Diablerets.
Sterminato, saldamente ancorato sulle vette delle Alpi svizzere, a 3000 metri, il ghiacciaio fa da severo contrappunto alla tavolozza di colori dei prati e dei boschi sottostanti: è un universo a sé, austero e rigorosamente in bianco e nero su cui - racconta qualcuno sottovoce - diavoli e folletti si danno convegno per giocare a birilli. Leggende? Forse, ma qui, lontano dal clamore cittadino, la realtà sembra assumere contorni diversi e ci si può concedere di credere ancora una volta alle fiabe.
testi e foto di Martina Fragale
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Con 980 musei, la Svizzera vanta la più alta densità di musei al mondo. Accanto alle eccellenze nel campo dei musei d’arte - si pensi alla Fondazione Beyeler di Basilea o al Centro Paul Klee di Berna - numerosi sono gli spazi espositivi nati dalla passione per il collezionismo o dalla volontà di valorizzare l’unicità del territorio e della cultura svizzera. Non mancano le agevolazioni per poter fruire di questa ricchezza. Il Passaporto Musei Svizzeri, un biglietto annuale al prezzo di 155 CHF (circa 130 euro), consente l’accesso in oltre 470 musei. Anche per i possessori dello Swiss Pass - il biglietto unico integrato per viaggiare su treni, autobus e battelli - l’ingresso è gratis.
Tra i musei particolari c'è da segnalare il Museo Ferroviario Albula.
Non è il classico museo per 'fanatici' di trenini ma anche chi ama il genere non rimarrà deluso da questo spazio espositivo - inaugurato a giugno 2012 a Bergün - per celebrare la linea ferroviaria più spettacolare d’Europa: il Bernina Express. Su oltre 1300 mq si possono ammirare 600 fra oggetti e documenti originali che ne illustrano la storia centenaria, come le macchine obliteratrici d’epoca o i picconi usati dagli eroici operai. Punto forte della collezione è la locomotiva 'Coccodrillo', posta all’ingresso, allestita con un simulatore di guida per la gioia dei bambini che possono salire a bordo e giocare al capotreno! Ma il Museo ospita anche delle esposizioni temporanee davvero all’avanguardia. Fino al 28 febbraio è il turno della performance 'My first sonic Lok' dell’artista e musicista sangallese Andy Guhl. Catturando le vibrazioni elettromagnetiche impercettibili di un motore di 65 tonnellate e 2.400 CV, Andy Guhl ha creato un percorso visivo e uditivo da Samedan a Landquart con una rappresentazione inconsueta che abbina lo spettacolo della natura alla tecnologia del suono.
Per informazioni www.rhb.ch
Un altro museo da visitare è il Museo svizzero delle Dogane a Gandria.
Gandria è un luogo speciale annidato sul ripido versante del Monte Brè, circondato da castagneti e accarezzato dalle acque del Lago di Lugano. Si distingue per le labirintiche stradine, le ripide scalinate, le 2 corti chiuse e i porticati. Nella località, vietata alla circolazione delle auto, è stato possibile preservare le caratteristiche originarie di molti edifici, come la Cappella di San Rocco, risalente al 1645. Sulla riva del lago opposta a Gandria si trovano gli antichi depositi del villaggio, le Cantine, e la Caserma delle guardie di confine che ospita dal 1949 il Museo svizzero delle Dogane. Noto a livello popolare anche come Museo dei contrabbandieri, illustra le mansioni delle guardie di confine dalla costituzione dello Stato federale del 1848 ad oggi con una particolare attenzione alle tecniche di elusione dei controlli.
Per informazioni www.zollmuseum.ch
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