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Quando le temperature autunnali si abbassano per far spazio all’inverno, le barche a vela continuano a veleggiare su un’enorme distesa ghiacciata. Fare sport all’aria aperta è un piacere che in Burgenland non conosce stagioni: in inverno il lago di Neusiedl, ghiacciandosi
completamente, quando le temperature nel mese di gennaio si abbassano notevolmente, si trasforma infatti nella più ampia pista di pattinaggio naturale dell’Europa centrale. Questo lago di steppa offre una superficie di circa 300 km2, adatta alla pratica di numerose discipline sportive invernali come il pattinaggio, la vela, il surf, il kitesurf, il ciclismo e la camminata su ghiaccio.
Tutti i percorsi di pattinaggio sono comodamente raggiungibili. Ai bordi delle piste, corde e scale pronte per aiutare i pattinatori nel caso in cui il ghiaccio dovesse rompersi. E, dopo un sano esercizio fisico all’aria aperta, non c’è niente di meglio che un pasto caldo e abbondante in uno dei numerosi ristoranti e taverne presenti in zona: in Burgenland, anche sedersi a tavola è un piacere!
Per chi desidera avere informazioni sull’accessibilità al lago, sulle temperature e sul ghiaccio, è disponibile un numero speciale, l’Eistelefon (il telefono del ghiaccio), che dispone di tutti i contatti utili per ogni tipo di aggiornamento.
Neusiedler See Tourist Board: Tel. +43(0)2167
www.neusiedlersee.com
Non mancano tuttavia le opportunità per chi preferisce altri tipi di attività all’aria aperta, come ad esempio le passeggiate attorno al lago di Neusiedl: il paesaggio pannonico nella quiete invernale è intenso e suggestivo, forse non spettacolare come una discesa con gli sci, ma non meno impressionante… e con un pizzico di romanticismo.
Anche nella natura invernale e silenziosa c’è molto da scoprire, come le 48.000 oche svernanti nella regione, un impressionante spettacolo naturale. Per osservare le oche all’opera è possibile informarsi presso il centro informazioni del Parco Nazionale a Illmitz. A novembre, ogni sabato dalle 14:30 alle 17:30, è di scena “La fila di oche”, mentre a dicembre, gennaio e febbraio, ogni sabato dalle 13 alle 16, si svolgono speciali incontri sulle strategie svernanti di animali e piante dal titolo “Inverno nel Parco Nazionale”.
www.nationalpark-Neusiedlersee-seewinkel.at
È' davvero difficile eguagliare l’atmosfera romantica di un bel giro in una slitta trainata da cavalli e poi entrare in una locanda per bere una bevanda calda e gustare prelibatezze pannoniche.
A due passi da Vienna, il Burgenland è una regione tutta da scoprire, vivere e ricordare. 300 giorni di sole all’anno per un lembo di terra dalle mille sfumature. In questa cornice pittorica prendono vita castelli, fortezze, torri di avvistamento e una frizzante atmosfera culturale. Passato e presente si fondono in un tutt’uno regalando al turista la suggestione di un mix tra antiche leggende e fermento innovativo. Area naturale protetta per un terzo del territorio, il Burgenland vanta piste ciclabili, sentieri per trekking, paradisi per velisti e surfisti: un vero eldorado per vacanze eco-sportive. Un viaggio nella storia e nei sensi, impreziosito dalle tante esperienze gourmet locali e dall’aroma dei suoi vini... per un soggiorno all’insegna del benessere sul versante più soleggiato dell’Austria.
Per informazioni:
www.burgenland.info/it
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Sarà il ricordo - non ancora sopito - dell’occupazione sovietica, saranno i rigori dell’inverno magiaro: fatto sta che per strada, o sulla silouette snella del Ponte delle Catene, le persone in cui ci si imbatte hanno il volto inesorabilmente sormontato da un colbacco di folta pelliccia.
Sul Ponte Szechenyi tira un vento tagliente e il freddo leviga la superficie gonfia di un uggioso Danubio grigio-verde, che con il “bel Danubio blu” di straussiana memoria ha ben poco a che spartire.
Orizzonte ampio, colori pastello: ecco Budapest, monumentale e malinconica capitale ungherese che nell’Ottocento, un anonimo viaggiatore indicava come porta dell’Oriente per chi arrivava da Ovest e come prima città occidentale per chi arrivava da Est.
Sorta nel 1872 dall’unione delle circoscrizioni amministrative di Buda, Obuda e Pest, la Budapest odierna offre ancora al turista moderno il raro fascino di due anime... e di due centri storici: da una parte la movida un pò pigra di Pest, che attraverso l’arteria commerciale della Vaci utca confluisce in Piazza Vorosmarty, dall’altra l’eleganza demodée di Buda, con il suo Palazzo Reale, il prezioso ricamo neogotico della Chiesa di San Mattia e l’arioso colpo d’occhio offerto dal Bastione dei Pescatori. È un imperdibile percorso ascensionale, quello che conduce alla collina di Buda, un cammino a ritroso che si snoda sulle tracce del caparbio testa a testa che nel 1867 avrebbe eroso le resistenze della monarchia viennese trasformato i domini asburgici in un’entità politica bicefala: l’Impero Austro-Ungarico.
Ma Budapest non è solo questo: quello che vi suggeriamo in alternativa ai soliti, triti e ritriti circuiti turistici, è un insolito percorso in due tappe, urbano e non, che vi offrirà scorci alternativi sulla capitale ungherese.
Tappa numero uno: Pest, Mercato Centrale, un im menso padiglione fin de siècle che abbraccia una vitalità debordante da bazar orientale. Allegro e affollato, il Mercato Centrale è un variegato affastellarsi di colori e odori: i banconi tracimano di ogni ben di dio, rape, biscotti, cumuli pantagruelici di petti d’oca, pizzi, ricami. E paprika. Già, come dimenticare la paprika - la spezia ungherese per antonomasia - che infesta i banconi di ogni negozio e la cui presenza è allegramente sbandierata in ogni dove da mazzi scarlatti di peperoncino?
Ma è tempo di andare e recarsi alla stazione di Batthyany Ter per una gita fuori porta. Tempo: quaranta minuti. Destinazione Szentendre, la Montmartre ungherese: un nome impronunciabile (“il Diavolo rispetta la lingua magiara”, come disse Chico Buarque) e stradine silenziose. Szentendre nell’Ottocento era punto d’incontro di pittori e poeti: oggi il villaggio ospita numerosi attori e un numero spropositato di gallerie d’arte. Certo, il profilo dei negozi che si assiepano lungo le vie è volutamente commerciale (come a Montmartre, d’altra parte), ma l’inverno gioca a nostro favore e il freddo esercita un potente esorcismo diradando le folle di curiosi. Rimangono solo il profumo della legna che arde nei camini e i colori accesi delle case. Atmosfera d’altri tempi: la magia di Szentendre è discreta e silenziosa. Assaporatela agli angoli delle stradine o entrate al Folt Café, dove fra stufe e cumuli di legna troverete artisti e comuni mortali impegnati a bere, discutere, cambiare il mondo. Vi accoglieranno come se foste di casa, in una lingua che non è la vostra perché qui si fa così -si conosca o no l’inglese- e per uno degli incomprensibili paradossi che rendono bello il mondo, in Ungheria, dove si parla una delle lingue più ostiche del pianeta, la parola d’ordine è ”comunicare”.
testi e foto di
Martina Fragale
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A Dresda, dove visse per 19 anni, più che in ogni altra città, quasi ogni angolo parla di Wagner. Nella Kreuzkirche Wagner scopre il “Dresden Amen”, un motivo che collocò poi nel Parsifal. Nella locanda “Gasthof Blasewitz” nell’attuale Schillerplatz, legge il romanzo “Rienzi” che lo ispira alla composizione della sua grande opera tragica, primo trionfale successo. A Dresda compose poi altri capolavori, l’”Olandese volante” e “Il Tannhauser”.
Dai Principi regnanti, il 2 febbraio 1843, Wagner ottiene l’ambita posizione di Maestro di Cappella di Corte per un compenso annuo di 1500 talleri. Nella Frauenkirche, per il Festival Musicale, compone un memorabile concerto nel 1843, in cui 100 orchestrali suonano nella navata circolare della chiesa e 1200 cantanti fanno echeggiare dalle balconate “La cena d’amore degli apostoli” nella maestosa cupola, secondo il modello della musica “angelica” che scende dall’alto.
Nell’antico cimitero cattolico di Dresda, dove aveva fatto portare da Londra la salma di Carl-Maria von Weber, che venerava, Wagner suona nel 1844 in suo onore la sinfonia funebre per fiati e tamburi muti, su motivi dell’opera “Euryanthe” di Weber. Nel Neuer Annenfriedhof, il cimitero protestante, invece, si conserva la tomba di Minna, prima moglie con cui condivise i primi successi, ma con cui ebbe sempre un rapporto tormentato. Nella Piazza del Mercato, Wagner si mise in vista come rivoluzionario nel 1849, tanto che fu costretto all’esilio dalla per 13 anni.
Ci sono certo anche tracce più labili del suo passaggio. Le molte case che aveva affittato e cambiato, sempre preso da manie di grandezza che non riusciva a soddisfare, ora non ci sono più. Ma i cittadini di Dresda devotamente sanno indicare una banca, un hotel, una fermata di tram, che corrispondono oggi alle case wagneriane dell’800.
Il museo della città, Stadtmuseum Dresden, che da aprile ad agosto allestirà la mostra “Riccardo Wagner a Dresda. Mito e storia” sarà un ottimo punto d’osservazione per scoprire le sue radici e tanti aneddoti legati alla città. Ma ovviamente il punto focale dell’itinerario wagneriano a Dresda sarà il magnifico teatro Semperoper, costruito dall’architetto Gottfried Semper, con cui Wagner discusse a lungo dell’architettura teatrale ideale. Dresda era allora una delle capitali più affascinante del Nord Europa, già arricchita sfarzosamente dalla dinastia dei Wettin, i Principi Elettori della Sassonia, che governavano dal 1200. Anche se terribilmente bombardata nel 1945 dalle forze alleate e praticamente distrutta, oggi questa “Firenze sull’Elba”conserva un grande fascino, dopo la ricostruzione accurata degli anni successivi. Ricostruzione completata quasi miracolosamente con la Frauenkirche che, grazie a donazioni provenienti da tutto il mondo, è stata riaperta nel 2005. Quando si attraversa il ponte Augusto sull’Elba si ha un magnifico colpo d’occhio sul cuore della città, con i suoi sfarzi barocchi, pinnacoli e cornicioni, riccioli di pietre, guglie, frontoni a volute e giochi in chiaroscuro, balaustre di statue e torrioni. E’ proprio quel centro storico che conobbe Wagner con il Duomo, il Castello residenziale, la terrazza Bruhl, il lungo Corteo dei Principi in porcellana di Meissen, il famoso Zwinger con i capolavori di porcellana, di oreficeria e di pittura, tra cui la famosa Madonna Sistina di Raffaello.
Franca Dell'Arciprete Scotti
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A Lipsia, invece, il punto di partenza è la casa dove Wagner nacque nel 1813. Una lapide e una sagoma che appare in trasparenza nella modernissima facciata in vetro lo ricordano. Nella chiesa di San Tommaso, famosa fin da allora per un coro di voci bianche, fu battezzato. Nel cimitero ci sono la tomba della madre e della sorella, mentre un monumento e una piazza sono dedicati a lui. Emozionante la visita nella Alte Nikolaischule, che ancora conserva l’aula originale dove l’alunno indisciplinato sviluppò la sua sensibilità. E sempre a Lipsia, ascoltando il Fidelio nel Gewandhaus, Wagner racconta di aver deciso a 15 anni che la musica sarebbe stata la sua vocazione.
Nell’Arabische Coffee Baum, uno dei più antichi caffè al mondo ancora conservato, si svolgevano interminabili discussioni tra intellettuali e artisti, tra Wagner e Schumann.
Dal 1831 studiò musica all’Università di Lipsia e fu allievo del maestro del Coro di S. Tommaso, Christian Theodor Weinlig. Nell’Hotel de Pologne il giovane irrequieto entrò in contatto con le idee rivoluzionarie della 'Giovane Germania'. Nel 1862 diresse nel Gewandhaus la prima dell’ouverture de 'I Maestri Cantori di Norimberga'. E nel teatro dell’Opera di Lipsia, nel 1879, Wagner si riconciliò con la sua città natale, dopo il successo trionfale della tetralogia “L’anello dei Nibelunghi”.
D’altronde Lipsia é da sempre la “città della musica”, frequentata dai nomi più importanti del canone musicale europeo: da Bach, a Schumann, Mendelssohn, Grieg, Mahler. La ricca eredità musicale vive in pieno attraverso l’Orchestra del Gewandhaus, e il famoso 'Thomanerchor', Coro di S. Tommaso, con una storia che risale a quasi 800 anni fa, diretto per anni da Bach. Dovunque si può assistere a concerti pomeridiani e serali, le chiese offrono continuamente appuntamenti musicali. Il Museo Grassi conserva una delle più ricche collezioni al mondo di strumenti musicali, mentre “La strada delle note” prevede un sistema di accompagnamento musicale in tre percorsi, due percorsi a piedi e un percorso in bici, attraverso i più importanti luoghi storici nel centro della città.
Per appassionati wagneriani...
In onore del 200simo compleanno di Wagner nel 2013, la metropoli sull’Elba festeggia la vita e l’operato del genio musicale con una serie di eventi.
Il 18 maggio l’Orchestra di Stato di Dresda eseguirà “La cena degli apostoli” nella Frauenkirche, lo stesso luogo dove fu eseguita la prima volta.
Il 21 maggio la Sächsische Staatskapelle Dresden diretta dal direttore Christian Thielemann in collaborazione con il Festival della Musica di Dresda eseguirà un grande concerto.
La Semperoper festeggerà il compositore con il „Lohengrin“, “L’Olandese volante”, “Il Tannhauser” „Tristano e Isotta” una delle più significative storie d’amore nella storia del teatro.
www.dresden.de/wagner
A Lipsia il programma delle celebrazioni 2013 prevede l’esecuzione di “Parsifal”, “Rienzi”, “L’Oro del Reno”, “I Maestri Cantori di Norimberga”, “L’Olandese Volante”. Dal 16 al 26 maggio, in cui ricorre esattamente il bicentenario della nascita, il Richard Wagner Festival propone una serie di concerti, mottetti, matinée, oltre ad una miriade di conferenze e convegni.
Protagonista l’Orchestra dell’Opera di Lipsia che suona nel Gewandhaus, nel Teatro dell’Opera ed accompagna le cantate nella Chiesa di S. Tommaso.
Inoltre il Museo Richard Wagner aprirà il 21 maggio la mostra “Il giovane Richard Wagner. 1813-1834” sulla sua giovinezza, necessario complemento all’esposizione del Museo di Bayreuth dedicata agli anni della maturità. www.richard-wagner-leipzig.de
...e per wagneriani buongustai
Per il 2013 sono previste anche succulenti proposte gastronomiche legate a Wagner o al periodo in cui visse Wagner.
Tra i piatti più tipici : la zuppa di erbe amare con polpa di granchi e crostini, maiale arrosto servito con uova di quaglia, filetto di manzo in salsa di mostarda e capperi, mousse alla birra con meringhe.
Li propongono, con ricco assortimento di vini locali:
A Dresda:
- Hotel Bülow Palais Dresden, www.buelow-palais.de
- Swissôtel Dresden am Schloss, www.swissotel.com
A Lipsia:
- Restaurant Weinstock Leipzig, www.restaurant-weinstock-leipzig.de
Per tutte le informazioni turistiche in italiano:
Germania Turismo
www.germany.travel
Franca Dell'Arciprete Scotti
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Prenderà il via entro la fine del 2013 “Destination Europe 2020”, la nuova strategia di marketing condivisa per promuovere il continente intero: unica e ricchissima one destination, soggetto in grado di concentrare risorse e know how necessari a lanciare il proprio invito in tutto il mondo. Lo ha annunciato Eduardo Santander, da poco alla guida della European Travel Commission, l’organismo indipendente e non profit basato a Bruxelles al quale partecipano 33 enti di promozione di altrettanti Paesi, istituzionalmente dedicato alla promozione del turismo verso l’Europa.
Rilancio obbligatorio
Perché il continente perde quote di mercato da decenni: dal 60% del totale mondiale nel 1990 al 51% nel 2011, e lo stesso vale per i ricavi che sono scesi nello stesso periodo dal 49% al 44%. Mentre invece il turismo resta fondamentale per l’economia del continente, che nel 2010 ne ha ricavato direttamente il 5% del PIL, più un altro 5% considerando anche l’indotto: un business totale da 306 miliardi di euro di fatturato e 9,7 milioni di addetti, con sei mete europee nella top ten mondiale per numero di arrivi e cinque in quella dei ricavi.
Idee dall’incoming
Dunque ora è fondamentale contenere con iniziative energiche l’emorragia di arrivi, e anzi rilanciare per invertire la tendenza. "La nostra azione sarà tanto più efficace – ha sottolineato Santander – se potremo contare sul sostegno e sull’entusiasmo di tutta l’industria dell’incoming, alla quale vogliamo renderci utili, e che vogliamo coinvolgere in questo progetto alla ricerca di idee brillanti e iniziative per accrescere il richiamo dell’Europa come unica destinazione".
“Destination Europe 2020”, ha chiarito infatti Santander, risponde al mutare costante della domanda di turismo: "Si aprono nuovi bacini di mercato – ha spiegato – cambiano i desideri e le percezioni dei consumatori, evolvono a velocità incredibile i metodi di distribuzione e vendita del prodotto turistico, anche con la crescita vertiginosa dei social media".
Progetto in tre fasi
Il progetto delineato da Santander sarà finanziato dalla Commissione Europea e da risorse proprie dell’ETC. E si sviluppa in tre punti. Subito le Start-up Actions: costituzione di think tanks, revisione e upgrading del sito VisitEurope.com, lancio di un concorso per convincere i consumatori a vivere in Europa la loro vacanza di sogno, e a condividere le loro idee sui social media. Seguiranno seminari e workshop di tipo consultivo con gli operatori del turismo per lo sviluppo di una campagna pilota: nei mercati strategici di Usa, Canada, Cina e Brasile, per consentire ad agenti di viaggi e tour operator di conoscere i plus del prodotto Europa e individuare le migliori tecniche per venderlo. E per la campagna di marketing sarà creato lo strumento interattivo trip inspirer su VisitEurope.com, con impiego massiccio di video.
Strumenti di lavoro in conferenza
ETC presenterà i risultati dei workshop, idee e intelligence in una conferenza dalla quale uscirà, entro la fine del 2013, un piano strategico dettagliato per “Destination Europe 2020”: temi della campagna, programma dettagliato per ogni mercato, raccomandazioni sui canali di comunicazione, un brand manual e stime su tendenze, volumi di traffico, comportamenti di consumo.
www.etc-corporate.org www.visiteurope.com
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