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C’è un itinerario distante dai percorsi battuti abituali, un viaggio mozzafiato che attraversa le Ande, dai 1200 ai 4650 metri sul livello del mare, dove una natura spettacolare è protagonista.
Si tratta di Salta, alla scoperta del Far West Argentino. Qui si potrà osservare il paesaggio montuoso, i deserti dell’altipiano andino, lagune, saline, incredibili e colorate formazioni rocciose, vigneti d’alta quota e i tipici villaggi.
Salta è raggiungibile in poche ore da Aeroparque, l’aeroporto domestico di Buenos Aires situato in centro città.
Qui l’offerta alberghiera è ampia, si può optare per un piccolo e confortevole albergo in centro città oppure per una finca, una residenza di campagna di charme, situata fuori città.
Il modo migliore per godersi appieno un viaggio è collaudare tour che permetta di godere appieno tanto delle esperienze quanto dei paesaggi. Tra i maggiori esperti di Sudamerica c’è Tim Montorfani, travel designer di Tim Travel Tours. Questo il percorso che consiglia:
L’ideale è avventurarsi per la visita della Puna con una guida. Il viaggio comincia percorrendo le rotaie del Treno delle nuvole (Tren de las nubes), una delle tre più alte ferrovie al mondo, che attraversa le vertiginose montagne della Cordigliera delle Ande, partendo da Salta e proseguendo per la Valle di Lerma, fino ad arrivare alla Quebrada del Toro per poi raggiungere la Puna. Il percorso si svolge ad alta quota dai 1200 ai 3700 metri sul livello del mare, su un'incredibile opera d’ingegneria creata da Richard Fontaine Maury.
Quebrada del Toro, Puerta Tastil, Incahuasi, Cacinal e Muñano sono solo alcune delle località che si attraversano prima di arrivare ad una delle mete imperdibili della zona, San Antonio de los Cobres.
Il percorso si svolge in treno, in sette ore, con partenza unicamente il sabato.
Nel viaggio si possono osservare le colorate formazioni rocciose, tipiche della regione, e i piccoli villaggi andini. Arrivati a San Antonio de los Cobres è piacevole concedersi subito un break, magari a base di empanadas, gustosi fagottini di pasta sfoglia ripieni di carne o di formaggio. Si qui si può passare la giornata e anche la notte ma, per i più motivati, è il caso di rimettersi in marcia verso il villaggio di Tolar Grande situato a 3500 metri sul livello del mare. Giunti qui al tramonto, dopo aver visitato meraviglie come il Labirinto e il Desierto del Diablo.
Altro percorso da praticare certamente è quello attraverso il Salar de Arizaro, prima di poter scorgere il famoso Cono di Arita, di formazione vulcanica. Il viaggio si sposta verso El Peñon, con paesaggi mozzafiato ricco di branchi di llamas. Una sosta per il pranzo ad Antofallita, un simpatico villaggio andino di pochi abitanti situato in una delle poche della regione, è ciò che ci vuole. Prima di raggiungere la meta visitiamo il villaggio di Antofagasta de la Sierra, nella provincia di Catamarca, continuando verso il vulcano Galán e la laguna Diamante. Giunti a El Peñon è giusto concedersi una cena a basa di locro, un piatto tipico a base di patate dolci, mais, peperoni, carote, carne (generalmente di maiale).
Il giorno successivo tendenzialmente è dedito alla visita di un incredibile campo di Pietra Pomice presente nell’area, poi si rientra a El Peñon e, dopo pranzo si raggiunge la Laguna Grande, dove durante l’estate australe (da novembre ad aprile) si possono osservare gli eleganti fenicotteri rosa.
Il giorno successivo giorno è indicato, nella tabella di marcia indicatica di circa una settimana, per raggiungere i villaggi della Valle Calchaquí tra cui Cafayate, Molinos, Cachi.
In ciascuno di questi villaggi ottime strutture alberghiere per ogni esigenza. Interessante l’enogastronomia locale: a Cafayate sono presenti una serie di bodegas in cui acquistare vini locali. Fermatevi per un gelato, imperdibili i gusti Malbec e Torrontés.
Percorrendo el camino de los artesanos, dove si possono trovare curiosi prodotti artigianali, si attraversano le altre due cittadine, prima di affrontare la vertiginosa discesa della Cuesta del Obispo, ma solo dopo aver raggionto il Parco Nazionale Los Cardones.
Se si rientra al pomeriggio, si è ancora in tempo per un volo domestico di ritorno a Buenos Aires, e da li, per rientrare verso l’Italia.
Insomma, un vero assaggio di Far West argentino, di classe ma senza gli artifici del villaggio turistico. Parola di Tim Montorfani!
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Far uscire le comunità locali dalla povertà valorizzando ambiente, agricoltura e cultura indigena. Mani Tese, Slow Food e WWF organizzano l’incontro “Dialoghi sul Kenya: cibo, biodiversità e turismo responsabile”. L’appuntamento è venerdì 19 giugno, ore 14.30, alla Cascina Triulza (Rho Fiera, Expo di Milano).
Il filo conduttore è il progetto “Economie locali e tutela della biodiversità” che Mani Tese svolge in Kenya, nel bacino del fiume Molo, in partenariato con Slow Food, WWF, NECOFA, Slow Food Kenya e con il finanziamento della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia. L’obiettivo è coniugare l’agricoltura ecosostenibile, basata su prodotti locali, con turismo e tutela dell’ambente. Tutti temi al centro dell’Expo milanese, che saranno affrontati da rappresentanti italiani e africani.
Il fiume Molo è uno dei numerosi corsi d’acqua che nascono dalla foresta Mau, nel Kenya sud-occidentale. Tutto il bacino fluviale ha sofferto a causa del degrado della foresta, che negli ultimi vent’anni del secolo scorso è stata devastata da politiche di sfruttamento intensivo perdendo circa il 20% della sua estensione. A pagarne le conseguenze sono stati il clima e dunque l’economia del territorio, basata su un’agricoltura di sussistenza, sempre più povera, e sull’allevamento brado, diventato sempre più difficoltoso.
Il progetto triennale, iniziato nel 2013, si propone di favorire la partecipazione delle comunità locali a iniziative economiche in forma cooperativa per la promozione del turismo responsabile. Tra le attività previste, ci sono la protezione di tre prodotti agricoli locali, la riforestazione di 20 ettari di foresta, la realizzazione di 10 campi dimostrativi per l’agricoltura ecosostenibile, di un itinerario turistico e di strutture ricettive, la formazione di 40 giovani guide locali, un video che mostri i luoghi di progetto e di una guida turistica di turismo responsabile (che include anche le schede sui 7 Presìdi Slow Food in Kenya). Circa mille i beneficiari.
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Il Pakistan è diventato il secondo paese in Asia dopo la Cina per avere la possibilità di un moderno sistema di sicurezza in uno dei suoi aeroporti internazionali.
Il sistema di sicurezza moderno, creato in soli quattro giorni da ingegneri pakistani, è stato installato presso Allama Iqbal International Airport di Lahore per la sicurezza e l'incolumità dei passeggeri.
L’inaugurazione è stata fatta dal primo ministro pakistano Nawaz Sharif in occasione della quale ha anche consigliato di completare l'espansione di Lahore in vista dell’aumento del numero di passeggeri e il traffico aereo.
In questa occasione, il direttore generale Aeroporti Security Force (ASF), il generale di Sohail, ha dato tutte le informazioni sul nuovo sistema al Presidente del Consiglio.
Il Primo Ministro ha presentato anche l'estensione di Allama Iqbal International Airport e il potenziamento dei servizi in volo per i passeggeri.
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Il Perù merita sicuramente di essere visitato dagli amanti della montagna. Fra le sue imponenti cordigliere si trovano centinaia di vette ricoperte da nevi eterne e spettacolari corazze di ghiaccio, comprese fra i 5.000 e i 6.000 metri, culminanti con i 6.800 metri del Huascarán. Ma le montagne del Perù non sono solo alpinismo: stupendi percorsi di trekking le attraversano, dando la possibilità, anche a chi vuole solo camminare, di ammirarne le grandi cime, i laghi incastonati fra praterie d’alta quota e fra rocce granitiche, i piccoli e spersi villaggi a quattromila metri, le genti colorate.
Vi proponiamo alcune delle zone del Perù particolarmente adatte per il trekking, quelle che offrono uno scenario incomparabile e che sicuramente incantano arrampicatori di tutto il mondo per la loro bellezza.
L’escursione più nota della zona è l’Inca Trail, un cammino percorso da molti trekkers e viaggiatori ogni anno, che unisce il richiamo dei luoghi misteriosi a quello dei luoghi archeologici, al paesaggio stupefacente della montagna e della foresta andina. Si tratta di un itinerario di 16 km circa della durata di 2 giorni (per chi lo desidera, può optare per il trek di 4 giorni), che permette di ammirare alcuni dei paesaggi più suggestivi lungo il fiume Urubamba e rovine archeologiche tra cui il complesso di Chachabamba (2.150 m), di Wiñaywayna (2.700 m) e di Choquesuysuy, fino a raggiungere Intipunku o Puerta del Sol da cui si ha una prima vista della città sacra di Machu Picchu (2.450 m).
Il Lares Trek invece non è un percorso specifico bensì un’escursione, lungo diverse rotte che conducono ad Ollantaytambo, che si snoda attraverso la Valle di Lares, tra villaggi rurali andini, siti archeologici Inca meno conosciuti, verdeggianti lagune, gole scavate dai fiumi, fiumi e montagne alte oltre 4.000 metri. Alla fine del sentiero, si può raggiungere Machu Picchu prendendo il treno che da Ollantaytambo fino ad Aguas Calientes.
Infine a poche ore da Lima si estende una delle zone del Perù più conosciute fra gli appassionati di trekking. Si tratta della Cordillera Bianca che, per varietà del paesaggio e per il gran numero di cime concentrate in un’unica regione, costituisce il sogno d’ogni escursionista. Dovunque si posi lo sguardo, vette avvolte da ghiacciai perenni si stagliano in mezzo a vallate coperte da un manto di vegetazione lussureggiante. Nella Cordillera Blanca infiniti sono i circuiti trekking, tuttavia, solo alcuni di questi sono conosciuti a livello mondiale: la strada della gola Santa Cruz è, forse, la più popolare di tutte. Inizia presso la località di Cashapampa e termina presso la gola Llanganuco, al bordo delle sue splendide lagune color smeraldo, lungo un itinerario solitamente percorribile in 4/6 giorni. Atri circuiti frequentati sono: il giro del Alpamayo, uno spettacolare periplo tra le cime innevate che prende 12 giorni; gola dei Cedros, cammino che consente di osservare le montagne del settore nord del Parco Huascarán lungo un percorso di quattro giorni; Llanganuco-Portachuelo, semplice e di breve durata (un giorno e mezzo); e gola Quilcayhuanca, con una leggera pendenza e due giorni di durata.
A sud della Cordillera Blanca, si estende la Cordillera Huayhuash, più piccola e remota ma non meno spettacolare. Di questa catena, fa parte la seconda vetta per altezza del paese, lo Yerupajá (6.634 m). La camminata attorno alla Cordigliera Huayhuash è considerata uno degli itinerari più belli di trekking nel mondo. Il circuito completo (180 km), destinato ad escursionisti agguerriti ed in buone condizioni fisiche, prevede il periplo della cordigliera in 12 giorni di cammino, che inizia e finisce a Chiquián, con salita di numerosi passi. Lo sforzo sarà ricompensato dalle splendide vedute sulle montagne, dai magnifici laghi e dall’incontro con gli abitanti delle Ande. Per chi non se la sentisse, vengono organizzati anche trek di due giorni, che comprendono Llamac e Jahuacocha.
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Se la convivenza in Sudafrica di numerosi gruppi di origine etnica differente ha portato a definire il paese come Nazione Arcobaleno, l’arte culinaria sudafricana può essere definita la “quintessenza della cucina fusion”, un armonioso distillato delle molte tradizioni gastronomiche unite all’incredibile varietà di ingredienti locali.
Si può dire che un viaggio in Sudafrica sia un percorso alla scoperta di sapori, profumi e pietanze, in cui emerge fortemente il melting pot culturale del Paese. I piatti “tipici”, nati dall’incontro di diverse tradizioni, vengono esaltati dalla qualità eccellente delle materie prime locali. Il tutto abbinato ai pregiati vini sudafricani, che nel corso degli anni si sono guadagnati un’ottima reputazione a livello internazionale.
Gli ultimi trend nell’ambito food a livello globale puntano l’attenzione su concetti come sostenibilità e agricoltura biologica. Queste tematiche, che sottolineano l’importanza di una corretta alimentazione, sono di grande attualità anche in Sudafrica, dove il cibo naturale al 100% sta ritornando in auge. Sono infatti sempre di più i locali e i ristoranti che si stanno specializzando in questa direzione, mantenendo comunque prezzi contenuti. Un pranzo o una cena in Sudafrica costano molto meno di quanto ci si possa aspettare, con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Ecco alcuni locali, ristoranti e farm che mostrano un’attenzione particolare alla qualità del cibo, proponendo piatti preparati con ingredienti biologici e prodotti di stagione, il tutto a prezzi decisamente affordable:
Babylonstoren
Babylonstoren è una fattoria olandese del 1690 che sorge in mezzo ai vigneti ed è circondata dalle splendide montagne della Drakenstein Valley (a metà strada tra Stellenbosch e Paarl). All’interno di questa tenuta si sviluppa un grande orto che fornisce la maggior parte degli ingredienti utilizzati nel ristorante della farm. Gli ospiti che alloggiano presso l’hotel, hanno accesso all’intera tenuta.
Il Babel Restaurant si caratterizza per i suoi cibi semplici, ma mai banali. Frutta e verdura sono raccolti giornalmente. È possibile mangiare sia all’interno della splendida veranda che all’ombra del grande platano in cortile.
Honest Chocolate
Il nome di questo laboratorio di Cape Town dice tutto: il cioccolato prodotto qui, è puro al 100% e non nasconde alcun segreto. I due proprietari, Anthony e Michael, hanno iniziato sperimentando diverse lavorazioni del cacao grezzo fino a raggiungere una profonda conoscenza dell’arte del cioccolato. Honest Chocolate è una piccola compagnia artigianale dove si lavora il cioccolato a mano, utilizzando i metodi della vecchia scuola. Anche le confezioni sono eco-compatibili per mantenere il più possibile un basso impatto sull’ambiente.
Five Hundred
Sul tetto di uno degli alberghi più premiati di Johannesburg, il Saxon Hotel, sorge un orto-giardino organico dove sono coltivati gli ingredienti essenziali per la cucina del ristorante Five Hundred. Pomodoro, menta, zucchine, spinaci, erbe e fiori sono a portata di mano dello chef David Higgs. Ogni piatto è presentato dagli chef e dai sommelier che scelgono uno dei vini locali come accompagnamento.
9th Avenue Bistro
Questo ristorante di Durban è il santuario dei palati raffinati. Lo chef Graham Neilson, che ha lavorato in diversi ristoranti stellati, accoglie gli ospiti con un menu diverso per ogni stagione. Ingredienti locali e freschi, sapientemente cucinati, vanno a comporre piatti belli da vedere, oltre che da gustare, grazie al tocco creativo dello chef.
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