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Esibizioni di tango, spettacoli di percussionisti e degustazioni del goloso dulce de leche hanno caratterizzato i festeggiamenti per il National Day dell’Argentina, primo paese del continente americano a celebrare l’evento.
La giornata si è aperta con il classico alzabandiera, con le note degli inni nazionali italiani ed argentini, momento istituzionale al quale hanno partecipato, tra gli altri, il Commissario Generale di Expo Milano 2015, Bruno Antonio Pasquino, e il Vice Commissario del Padiglione del Paese sudamericano e Direttore Nazionale di Promozione Economica Internazionale del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Argentina, Martìn Lettieri.
Nel suo discorso introduttivo, Bruno Pasquino ha voluto ricordare il legame profondo che lega l’Italia e l’Argentina, “per i nostri connazionali una terra mitica, un Paese lontano ma dove poter realizzare i propri sogni. Oggi possiamo parlare di una super potenza agricola che sta interpretando al meglio le tematiche legate all’Esposizione Universale”.
Non è una scelta casuale quella di festeggiare il National Day dell’Argentina all’Esposizione Universale il 25 maggio. E’ il giorno in cui nel 1810 ebbe inizio la Rivoluzione di Maggio, che portò all’indipendenza del Paese nel 1816. “Pur essendo una nazione giovane, siamo riusciti a costruire un’identità solida e riconosciuta nel mondo – ha sottolineato Martín Lettieri –. La nostra presenza a Expo Milano 2015 si sta rivelando un vero successo, visto che nei primi 25 giorni il numero di visitatori ha raggiunto quota 160 mila, superando tre volte le nostre aspettative”.
Dopo la parte ufficiale, gli argentini hanno proposto ai visitatori alcune sorprese davvero gradite. A cominciare dall’esibizione, lungo il Decumano, del famoso gruppo di percussione El Choque Urbano, conquistando tutti con la dinamicità e l’allegria dei propri ritmi. La delegazione quindi ha fatto tappa al Padiglione dell’Argentina per un brindisi e un assaggio del dolce tradizionale, il dulce de leche, e anche per seguire lo spettacolo di tango di Alfredo Piro e la sua orchestra. Successivamente ecco la visita a Palazzo Italia e il pranzo ufficiale.
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Gioiello ancora poco conosciuto, affacciato sul Golfo Persico, Ras Al Khaimah è uno dei sette emirati situato in un angolo di Arabia, dove lunghe spiagge e splendidi fondali marini si alternato a sinuose dune di sabbia e alte montagne, dove è possibile trascorrere una vacanza accessibile tra storia, tradizione e relax.
Situato a solo 45 minuti da Dubai International Airport, l’emirato è un mix di paesaggi combinati con un passato ricco di testimonianze e gode di un clima temperato grazie alle montagne che caratterizzano il paesaggio. L’emirato offre ai visitatori una selezione di attività all’aria aperta come kayaking, pesca, parasailing, water adventure, diving, snorkeling, water skiing nelle acque cristalline, kayak nei parchi di mangrovie, coniugando lo sport con gourmet e centri benessere esclusivi. La destinazione è destinata a diventare una delle top global luxury destination grazie anche all’ampia scelta di attrazioni alla scoperta della costa dell’Emirato, come le escursioni in barca a vela e l’ imperdibile desert safari, uno degli ambienti piu suggestivi e emozionanti da visitare a bordo di una jeep 4x4 oppure a dorso di cammello.
Per gli appassionati di golf, l’Emirato offre due campi da gold a 18 buche affacciati su panorami mozzafiato.
Anche l’equitazione riveste un ruolo speciale nel cuore della cultura araba.
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Il Santuario è una zona umida artificiale derivante dalle attività di bonifica fatte sulla costa orientale di Mahé nel 1986. Si trova tra il complesso residenziale e il complesso sportivo di Roche Caiman ed è l'unica riserva urbana alle Seychelles. I piani per trasformare il sito in un santuario degli uccelli sono iniziati nel 1987 e la gestione del sito è stata data ad una ONG locale, la Nature Protection Trust of Seychelles (NPTS). Nel 2002 il governo delle Seychelles ha consegnato la gestione del santuario a Nature Seychelles, un'altra ONG locale con esperti in habitat e conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica delle Seychelles. La zona umida è quasi interamente di acqua dolce: comprende aree di acque profonde e habitat temporanei di acque basse. Molte specie di piante, uccelli, insetti, anfibi, rettili e altri animali vivono qui.
Il Santuario è un prezioso strumento di conservazione e di ricerca e permette anche al pubblico di esplorare e comprendere meglio le dinamiche di un ecosistema di acqua dolce. Vanta anche un chiosco di informazioni e strutture per il birdwatching.
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Il ministro per il turismo Mahesh Sharma ha voluto sfatare la teoria lanciata da alcuni storici che il Taj Mahal è in realtà un antico tempio di Shiva, conosciuto come Tejo Mahalaya. Questa esigenza deriva da una causa intentata da sei avvocati in un tribunale Agra sostenendo che il Taj Mahal è un tempio di Shiva. Il ministero della cultura e il ministro degli Interni e la Survey of India (ASI) sono stati invitati a rispondere.
Sharma ha risposto alla domanda di Odisha MP, AU Singh Deo, che voleva sapere se l'ASI ha condotto in passato ricerche in merito all'esistenza di una struttura prima che il Taj Mahal fosse costruito sul sito, come sostenuto da diverse organizzazioni religiose.
Sharma ha chiarito che il governo non intende effettuare alcuna ricerca in questo senso e nessuna organizzazione ha chiesto all’ASI di farne.
La pretesa di proprietà del Taj Mahal è sollevata periodicamente da varie organizzazioni e individui.
Il ministro Azam Khan, in passato ha rilasciato dichiarazioni sul monumento affermando che nel 17 ° secolo doveva essere consegnato al centro Waqf , in quanto tomba di due musulmani. Più tardi, il capo del Bjp UP Laxmikant Bajpai ha rivendicato la proprietà del monumento, affermando che si trattava di un tempio Indù.
Gli esperti sostengono che è assurdo affermare che il mausoleo di marmo bianco costruito da Shah Jahan nel 17 ° secolo sia un tempio 'Tejo Mahalaya', costruito da Rajput. Hanno aggiunto che i Rajput erano adoratori di Vishnu e avrebbe costruito il suo tempio e non di Shiva come sostengono i Bajpai.
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Il Regno del Bahrain partecipa a EXPO Milano 2015 con un padiglione tutto suo per esplorare il tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Grande 2000 mq. il padiglione del Regno è intitolato Archeologie del verde – riflessione sul patrimonio agrario e archeologico del Paese, unico nel suo genere. E’ concepito come un paesaggio continuo di frutteti, uno per ogni principale albero da frutta originario del Bahrain. Separati da spazi chiusi, i frutteti raccontano il ricco patrimonio agrario dell’arcipelago e costituiscono la parte principale del padiglione.
Solo nel febbraio dello scorso anno il Ministero della Cultura, che ha commissionato il padiglione del Bahrain per EXPO, ha lanciato il bando di concorso per la progettazione; malgrado il poco tempo a disposizione, grazie alla collaborazione fattiva di aziende italiane, la struttura è stata terminata e alla fine della manifestazione sarà smontata per essere nuovamente allestita in Bahrain.
Nello spazio espositivo sarà proposta una mostra di manufatti archeologici provenienti dalle antiche civiltà di Dilmun e Tylos che segnalano le pratiche agricole dell’epoca e i miti dell’arcipelago. A sottolineare il tema di EXPO 2015, il cibo, il Bahrain è l’unico Paese a presentare un libro di cucina basato sulla memoria collettiva. Nel padiglione saranno servite pietanze della cucina tipica accuratamente preparate da Narise Kamber, apprezzata chef bahreinita. Il menù prende spunto dalla frutta che è sempre stata utilizzata come ingrediente nei piatti tradizionali del Regno. Un ventaglio di piatti delicati, un esempio di come la cucina del Bahrain si adatti all’offerta della natura a seconda della stagione. “Narise è un personaggio noto nel Bahrain”, ha commentato S.E. Sceicca Mai bint Mohammed Al Khalifa, Commissario del padiglione, “una cuoca eccezionale che infonde l’anima nelle sue creazioni e che delizierà tutti con proposte di piatti e sapori ispirati alla frutta e alla vita del Bahrein”. Frullati, insalate di frutta, piatti salati e dolci fra cui l’insalata di pomelo e arancio, papaya con le melanzane, la famosa madrooba bahreinita, polpette alla brace avvolte da una crosta di riso, bocconi di khubz con pollo al limone, gelato di rosa, torta di dattero e bevande come il tè all’acqua di palma.
Una grande passione del Bahrain è il caffè; in occasione della festa nazionale, il 4 settembre, i visitatori del padiglione potranno vivere l’esperienza degli usi di ospitalità del Paese attraverso la degustazione della popolare bevanda. Per l’occasione avranno luogo anche dimostrazioni dal vivo dell’arte e dell’artigianato: intreccio di cesti e realizzazione di contenitori in legno, una sfilata di abiti locali, un concerto di musica tradizionale Fjijri e il tipico tatuaggio all’henné.
La collaborazione tra il Regno del Bahrain e l’Italia si manifesta anche attraverso uno dei punti di forza del nostro Paese: la moda. La stilista bahreinita Hind Matar, titolare dell’omonimo brand di abbigliamento femminile di lusso con sede a Londra, ha creato per l’esposizione universale le divise che vestono tutti i componenti dello staff presenti al padiglione partendo da un inedito disegno di tessuto realizzato con la nostra Clerici Tessuto, marchio di spicco nel panorama serico comasco. Gli stessi capi saranno in vendita presso il padiglione stesso.
Paola Drera
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