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Ci sono luoghi in cui la natura evita di incontrare le città. Lasciandosi vivere, come naturale dovrebbe essere. Il Parco Mungo è un esempio. Le sue coordinate lo dimostrano: a pochi chilometri dal confine con il Victoria, ma ufficialmente si trova nel Nuovo Galles del Sud. Pochi turisti stranieri lo conoscono, pochi turisti australiani sanno della sua esistenza, o semplicemente, lo ritengono un posto troppo remoto. Partendo da Melbourne, il viaggio verso questo incantevole inferno, è di circa 8 ore, divise tra treno e corriera. Lasciata la città, lo scenario cambia radicalmente. Non più palazzi, ma lande desolate, con sparute case, le quali formano piccoli agglomerati. L’autobus sosta in quello che potrebbe essere l’equivalente di un autogrill italiano, anche se molto più piccolo, isolato e depresso. Ho il piacere di avere il primo incontro con gli outsider dell’Australia, una adolescente simpatica mi chiede da dove vengo, curiosa nell’apprendere che gli stranieri possano spingersi oltre l’hinterland metropolitano. “Sono italiano, e tu? Sei di queste parti?”- rispondo.
“ Oh, allora sei di Roma! Quanto dista dalla Grecia?” - ribatte lei. “Non molto”. Considerate le distanze tra le città australiane, non credo di averle detto una bugia.
Fuori dal punto ristoro vi è una bacheca con varie inserzioni, spicca tra tutte un foglio rosso con la scritta Pigs for Sale (Maiali in vendita). Non potevo chiedere di meglio per immergermi in un piccolo frammento di outback australiano.
Dopo circa trenta minuti si riparte, il paesaggio non cambia. La mia noiosa osservazione al di fuori del finestrino, non rende giustizia alla particolarità del luogo. Finalmente, si arriva a Mildura. Affacciata sulle rive del fiume Murray, popolata da poco più di 50.000 abitanti, tra cui una esigua minoranza di origine italiana, la cittadina è un importante centro agricolo e vinicolo del Victoria. Nel 2012, ha avuto il suo momento di notorietà mondiale, in quanto l’ubicazione di Mildura su Google Map era errata, collocandola a 70 chilometri dalla sua effettiva locazione. Inoltre, fino al 1996 deteneva nientemeno che il record di “bancone del bar più lungo al mondo” nel birrificio locale.
Tutto ciò non ha incentivato il turismo, purtroppo (?). Il centro città è composto da un lungo corso, piacevolmente allegro, pieno di ristoranti e bar. Dormiamo al 7th Street Motel, a pochi passi dal bus terminal. I proprietari sono simpatici e alla mano, come ti aspetteresti da queste parti.
La mattina seguente si parte con la guida Graham verso il parco Mungo. Alcuni ricercatori hanno scoperto artefatti di culture ancestrali, con 50.000 anni di storia. Questo fa del parco il più antico posto, esclusa l’Africa, in cui si siano ritrovate tracce umane. Dopo circa 1 ora e mezza, la quale divide Mildura dal confine con il parco, attraversando il bush, brulicante di canguri e inquietanti emù, ci troviamo di fronte a uno spettacolo che fa piangere il cuore e lo spirito per cotanta bellezza nascosta. L’aborigeno Graham è eccezionale: disegna sulla sabbia alcune storie ancestrali del suo gruppo, i proprietari tradizionali della terra, i Paakantyi. Lui non sta lavorando come guida, sta condividendo la storia della sua gente, ci sta facendo rivivere quei momenti passati, prima della invasione dell’uomo bianco, attraverso le sue parole. Non c’è niente di simile a quello che i miei occhi hanno visto finora: Il Wall of China (Mura della Cina, il nome fu dato dai lavoratori cinesi arrivati fin qui con prospettive minerarie) è un deserto con colline rocciose, di sabbia, create dalle erosione dei venti.
Ci vuole una intera giornata per camminarci sopra. L’area è protetta, poiché si possono trovare vari fossili lungo il percorso. Anche in questo tour non può mancare la classica pausa australiana, il Morning Tea. Questa volta, oltre a ingozzarmi di torte e té, vi è anche del bush tucker (alimenti di origine aborigena), come il dakkha, composto da vari semi e spezie, basta intingervi del pane oliato, e al resto ci pensa la bocca.
Tuttavia, non è la sabbia che mi colpisce, nemmeno i racconti di Graham. Quello che mi entra nelle ossa, è l’assoluto silenzio che ci avvolge. Vivendo nelle metropoli, questo elemento naturale è scomparso, e ci manca. Tant’è che al Mungo posso sentire il silenzio.
testo e foto di
Matteo Preabianca
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Chissà cosa avranno pensato i giovani optimist in regata alla quarantanovesima Settimana Internazionale del Mar de la Plata quando, durante una regata, si sono improvvisamente visti sbucare a pochi metri un sottomarino della Marina Militare argentina mentre stavano girando una boa: il Comitato di Regata si è visto costretto ad annullare la prova. Pare che il sottomarino abbia compiuto una serie di manovre sbagliate che lo hanno portato ad emergere in una zona diversa da quella prevista. Fortunatamente, l’emersione è avvenuta lentamente e nessuno ha subito danni.
Il fotografo Matias Capizzano ha colto l’attimo: e pensare che in Italia ci lamentiamo se qualche barca a motore passa attraverso i campi di regata! (portfolio)
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Florianopolis, la capitale dello stato di Santa Catarina nel sud del Brasile, può avere una popolazione limitata, ma ha una grande storia alle spalle. Gli insediamenti degli spagnoli, dei portoghesi e dei tedeschi hanno avuto una grande influenza sulla cultura della città. Nel corso degli anni, Florianopolis si è costruita una reputazione di punto rovente del carnevale. Visitatori da tutto il mondo hanno posato i loro occhi su questo paradiso sudamericano (quasi sconosciuto al pubblico italiano, incredibile ma vero) che dispone ben quarantadue spiagge incontaminate.
La stupefacente bellezza naturale di Florianopolis non è l’unica attrazione del carnevale. Nella settimana di carnevale, che culmina quest anno nei giorni dal 4 all'8 marzo, migliaia di festaioli si riuniscono ai festeggiamenti non stop in città. Dalla Parata di Samba al sambodromo alle feste di strada, al Festival gay, alle sfilate che si tengono in tutta la città, i festaioli hanno una vasta scelta di intrattenimento con musica dal vivo e feste sfrenate a quasi ogni angolo di strada. Diverse scuole di samba sono emerse nel corso degli anni, e organizzano uno spettacolo fantastico al sambodromo. (foto On the Road)
www.riocarnaval.org/it
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Spettacolari fuochi d’artificio e coinvolgenti performance musicali: così Kuala Lumpur, capitale della Malesia, lancia il Visit Malaysia Year 2014, una serie di oltre 200 eventi e festival che si terranno in tutto il Paese e verteranno intorno al claim “Malaysia Truly Asia” in omaggio alla ricca varietà di culture e tradizioni che convivono pacificamente nella nazione asiatica.
Visit Malaysia Year 2014 (dopo le edizioni del 1990, 1994 e 2007) si preannuncia la più grande celebrazione del turismo malese organizzata dal Governo con l’obiettivo di ospitare 36 milioni di turisti entro il 2020, come indicato nel Malaysia Tourism Transformation Plan (MTTP) 2020.
"La cultura e il turismo sono tra le voci principali dell’economia malese, con 25,03 milioni di turisti internazionali e 60,6 miliardi RM nel 2012", sottolinea il ministro del Turismo e della Cultura, YB Datò Seri Mohamed Nazri Bin Tan Sri Abdul Aziz. Indubbiamente la ricchezza culturale ha reso famosa la Malesia, che oggi si posiziona tra le destinazioni turistiche più importanti della mappa mondiale.
Tra i Top 50 eventi e festival in programma spiccano: la Royal Langkawi International Regatta dal 13 al 18 gennaio a Langkawi, con oltre 50 yacht iscritti in nove diverse classi di gara; il Chinese New Year, l’8 febbraio a Ipoh, con delicatezze gastronomiche tradizionali cinesi; il World Kite Festival dal 10 al 16 febbraio nel Johor con la partecipazione di 30 Paesi di tutto il mondo; Malaysia International Shoes Festival 2014 dal 27 al 30 marzo a Kuala Lumpur dedicato al mondo delle calzature con proposte di designer locali e non; il Penang World Music Festival dal 12 al 13 aprile, con artisti locali e internazionali; il Labuan Water Festival dal 22 al 27 aprile, con varie attività tra cui pesca d’altura, gare in kayak e altri sport acquatici; Malaysia International Tourism Night Floral Parade 2014 dal 12 al 15 giugno a Putrajaya, vicino a KL, con imbarcazioni provenienti da ogni Stato della federazione decorate a tema floreale e con coloratissime luci; il Rainforest World Music Festival, dal 20 al 22 giugno in Sarawak, in omaggio alla cultura indigena; la Sarawak Regatta, dal 12 al 14 settembre nel Sarawak con le tradizionali e colorate imbarcazioni long boat; Mount Kinabalu International Climbathon Adventure Series, il 19 ottobre con i suoi 23 km di percorso di gara fino agli oltre 2.000 metri della cima; Fabolous Food Malaysia da ottobre a dicembre in ogni Stato della federazione tutto dedicato alla eccezionale varietà culinaria della Malesia.
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Vivido. E' questo l’aggettivo più idoneo a descrivere in una sola parola il ricordo del Marocco. Un paese che non fa caso al passare del tempo ed una realtà in cui convivono una grande espansione turistica, antiche tradizioni, insoliti mestieri e credenze popolari.
Non a caso, è proprio in questo magico paese che si è tenuto lo scorso settembre il 55° Congresso della Fijet, un tour tra Casablanca e Marrakech.
Due città affollate, vivaci, frenetiche e dai colori ipnotizzanti,capaci di incantare i fotografi più esigenti. Piazze affollate da venditori, giocolieri, incantatori di serpenti, cartomanti, tatuatori e coloratissimi venditori di acqua travolgono i passanti al ritmo incessante di tamburi, bonghi e musica. All’interno del souk, nel dedalo di viuzze ci si sente catapultati in un’altra epoca: circondati da botteghe di artigiani intenti a lavorare e a vendere, dopo estenuanti trattative che si concludono sempre e solo con grande soddisfazione del venditore e con l’illusione per il turista di aver avuto la meglio. Si percorrono vicoli dalla luce fioca dove in piccolissime botteghe sono stivati migliaia di oggetti divisi per zona e per tipo di articolo: argenti, tessuti e abiti, tappeti, ceramiche coloratissime, accessori in pelle. Il tutto rigorosamente fatto a mano e tipico per forme e colori.
Proprio come i calzari: le babbucce riproposte in tutte le tonalità e persino nella versione più “turistica”: in pelle stampata,copia delle “grandi firme”!
I souk sono affollatissimi ed il traffico è rumorosissimo e travolgente: i motorini guidati da autisti di ogni eta’ senza casco, sfrecciano acrobaticamente tra i passanti ed i carretti a due ruote guidati da conducenti urlanti e trainati da asini, sono carichi di pelli appena scuoiate destinate ai “tintori”. Questi uomini, immersi ciascuno in una vasca colma di un colore assieme alla pelle da tingere sono anch’essi “tinti”. Uno spettacolo singolare ed indimenticabile che costringe a riflettere....!
Ogni angolo in Marocco può essere contemporaneamente ammirato,fiutato e assaporato nella sua particolare e affascinante ambientazione.
Infatti, anche l’olfatto ed il gusto sono immancabilmente colpiti dall’esplosione di profumi provenienti dall’ immensa varietà di spezie: menta, zenzero, curcuma, cannella, zafferano, peperoncino e tante altre, stivate all’ interno di enormi sacchi, anch’essi colorati, posti sopra e sotto i banconi, ostacolando persino l’ ingresso alle botteghe.
Sono proprio queste profumatissime spezie che caratterizzano la cucina marocchina, estremamente saporita e raffinata per i suoi accostamenti inconsueti. Infatti, agli ingredienti base rappresentati da carne di agnello e pollo, vengono accostate verdure, cous cous, prugne, datteri, pinoli e mandorle. I piatti che ne derivano sono un concentrato di sapori che vanno dal dolce al salato con un profumo accattivante. Le pietanze locali che solitamente soddisfano il palato di noi europei sono: il “pollo allo zenzero” ed il “pollo al limone in salamoia con olive verdi”, cucinato e servito nella “tajine”. Questa tradizionale pentola di terracotta magrebina con il coperchio a forma di cono favorisce una cottura a vapore, trattenendo il calore, cuocendo la carne in umido e rilasciando il profumo delle spezie. In particolare, quello dei limoni in salamoia che si trovano nei mercati assieme alle olive, perfettamente ordinati e lucidati, generalmente fatti in casa e di cui ogni famiglia custodisce la propria ricetta segreta.
Il colore ed il profumo che sprigionano, colpisce i nostri sensi rendendoli un unico ed indimenticabile 'scatto'.
Rosaria Lubrano Lavadera
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